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WonderWoman (2)

Nota importante:
Sono gli ultimi capitoli di questa raccolta, presto pubblicherò un secondo volume.
Se volete un capitolo personalizzato chiedetelo adesso perché poi chiudo il tutto.

Buona lettura

Solito lunedì, appena vestito, sono già davanti al botteghino, alle 9 appena apre sono dentro. Giro, quasi fosse nel bagno di casa mia.
Cosa sto cercando? La Vergine delle Rocce, Leonardo DaVinci, 1483-1486. Voglio consegnare una tesina sulle due versioni del quadro.
Uno di Londra, uno di Parigi. Gemelli dipinti ad olio su tela, 1,99 m x 1,22 m.
Ci arrivo davanti, mi siedo per terra con il mio blocco di appunti sulle ginocchia. A guardare, se non adorare ogni dettaglio. Dal bambin Gesù, al bambin Giovanni Battista, l'angelo e tutto lo sfondo. Ovviamente la Madonna, immensa.
-sempre tu?- mi chiedono e mi volto.
Sorrido. -sempre io, Diana-
Lei sorride e mi siede affianco. -ieri la zattera di medusa, oggi, la Vergine delle Rocce, ho l'impressione che il tuo sia amore altro che studio-
Sorrido. -l'università non perdona- scherzo.
Lei scuote il capo. -se fosse solo l'università non saresti qui tutti i giorni, saresti in biblioteca... C'è qualcos'altro-
-voglio conoscere l'arte, non conoscere i libri d'arte-
Lei annuisce. -è giusto... Dammi- prende il mio blocco degli appunti e scrive un codice.
-cos'è?- le chiedo.
-un regalo- dice con un sorriso. -è solo uno sconto sui biglietti, invece che spendere quasi 20 euro per il biglietto, ne spendi la metà-
Sorrido. -sei gentile, grazie...-
-di nulla-
-dopo questo sono tenuto ad offrirti almeno un caffè...- dico.
Lei annuisce. -non bevo caffè, ma un tè lo accetterei-
Annuì. -vada per il tè... Finisco la mia testina poi ti cerco io va bene?-
Lei si alza. -ottimo, mi farò trovare- e mi lascia, solo col quadro mentre i turisti mi passano a fianco.
Faccio una bozza dello studio delle luci e della prospettiva, analizzando le pennellate del pittore e le tecniche utilizzate. L'uso del colore e le sue scelte. Le posizioni dei soggetti ritratti e il tipo di sfondo con la sua flora.
Quando sono soddisfatto, mi rialzo, stringendo il blocco degli appunti al petto e analizzo le didascalie a fianco.
Poi mi allontano con la mia borsa a tracolla e facendo attenzione a non perdermi nell'ennesimo quadro o statua.
Trovo Diana nel settore delle foto, e ne sta apprendendo una.
Tra i soggetti, riconosco il mio pro-zio Steve Trevor dalle foto che ha mio nonno in casa.
-ti piacciono anche le foto, Andrew?- mi chiede con un sorriso, voltandosi.
-vorrei dirti di sì ma questa non particolarmente-
Lei si volta. Sono solo dei soldati e una mitica eroina.
-io la trovo molto intensa- dice guardandola.
-uno degli uomini è un mio parente- dico freddamente. -o almeno era o sarebbe stato. Mio nonno era suo fratello. Steve Trevor è andato in guerra ma mio nonno era ancora bambino... Non so perché te lo sto dicendo a dire il vero-
Lei si volta verso di me. -probabilmente gli saresti piaciuto-
Sorrido tristemente.
-forse, non c'è modo di saperlo... Tè?- le chiedo cambiando argomento.
Lei annuisce con un sorriso e mentre andiamo verso la caffetteria, lascia il camice e i guanti in uno stanzino.
E mentre mi è davanti, mi rendo conto di com'è vestita: indossa un tubino bordoux molto aderente e dei tacchi molto alti.
Scioglie i capelli neri ed entriamo nel bar. Io prendo un doppio espresso macchiato, lei un tè deteinato caldo e ci accomodiamo sulle sedie di ferro battuto.
-posso vedere i tuoi appunti?- mi chiede.
-certo... Ho una bruttissima grafia, preparati- la avviso mentre estraggo il blocco. Lei lo apre e si mette a studiarlo.
-vorrei poter vedere con i tuoi occhi- dice guardandoli. -con i tuoi occhi il mondo deve essere bellissimo e incredibile-
Sorrido. -sono solo pragmatico e puntiglioso più di quanto serva-
Lei ridacchia. -io trovo sia incredibile, io ci ho messo anni a riconoscere tutto quello che a te viene naturale-
-a me non sembri molto più grande di me, perciò si può dire che io sia indietro-
Lei scuote il capo. -io vedo il bello come chiunque altra persona, ma tu... Tu se avessi uno strumento in più sapresti riconoscere l'ordine delle pennellate... Grandioso- mi porge il blocco e torno a metterlo via.
-sarà che prima di studiarla, la produceva l'arte... Con la pratica riesci ad entrare nella mente del pittore-
-appunto, tu hai talento, talento vero, continua assolutamente su questa strada, è quella giusta-
Sorrido, passandomi le mani tra i capelli. -e tu, sempre voluto fare la curatrice al Louvre?-
-no prima studiavo la letteratura ma mi ci è voluto un po' per capire che era il bello, quello che cercavo non la teoria-
-hai sempre vissuto a Parigi?- le chiedo ancora.
-no vivevo in America prima, per questo ti ho chiesto del cognome perché ho degli amici che si chiamano "Trevor" in America... E tu? Londra ti manca?-
Annuì a malo modo. -sì mi manca l'Inghilterra, mi manca casa mia, ma un po' di distanza mi serve... Devo dimenticare- poi la guardo. -e la tua famiglia?-
Lei si irrigidisce. -stanno molto lontano, mi mancano ma un paio di volte all'anno li vado a trovare... E tu?-
-oh non farmi parlare...- dico ridendo.
-perché?- mi chiede con un sorriso.
-ho un rapporto maniacale con la mia famiglia, ho 4 sorelle, sono sempre circondato dalle loro manie e paranoie ma le adoro-
E continuiamo a parlare del più e del meno, era bello che non sapesse già tutto di me e che potessi mostrarmi al meglio.
-mercoledì ci vedremo?- mi chiede con un sorriso.
-molto probabile. Alla mattina ho lezione ma poi sarò qui, forse tra le statue romane o l'impressionismo- dissi sincero.
-ti troverò, te lo assicuro, Andrew-
Sorrisi. -sono così abituato ad essere chiamato solo Andy, che sentire il mio nome intero mi fa quasi strano-
Lei sorride. -strano buono, spero-
Annuì. -sempre-

SHIP SHIP SHIP
OKAY SONO DA MANICOMIO LO STO SCRIVENDO IO E LI SHIPPO. MAH...
VI PIACE? A ME SIIII ADORO DIANA E ANDREW ❤️❤️❤️❤️

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