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Speciale 7

Professor X
Charles Xavier

Oxford, 1962
Ascoltavo incantata il ragazzo che discuteva di genetica mutante e di come le esponeva parlando di Darwin; incredibilmente intelligente, quello che poco dopo divenne il "professor" Charles Xavier, parlava sicuro e mentre, al termine della sua tesi, mi accingevo a raggiungere l'uscita, una bionda scatenata, saltò sulla schiena di Charles, e immaginai fosse la sua ragazza; attirò la mia attenzione.
Ero felice per lui ma me ne tornai alla mia vita, dovevo andare a lavorare al bar poco distante.
Entrare nell'ambiente familiare mi stampò un sorriso.
-Lia, in orario spaccato... Vai a cambiarti, avremo un po' di lavoro questa sera- schioccai le dita al Doc e mi affrettai a cambiarmi.
Indossai il grembiule bianco e legai i ricci rossi in una coda prima di tornare nell'altro ambiente e cominciare a servire ai tavoli.
La targhetta che avevo pinzata al petto, diceva "Lia", ma era solo un soprannome stupido perché il mio nome non mi piaceva.
Mentre prendevo gli ordini, sorrisi alla bionda e a Charles quando entrarono nel bar.
Poco dopo che si accomodarono andai a prendere gli ordini dei due;
-ciao, cosa vi porto?- chiedo loro e vedo lui fermarsi a guardarmi con due dita su una tempia e una sopra le labbra. Rimasi in attesa ma non disse nulla.
-ripasso dopo?- chiesi loro.
-sí-sí- mi disse lei e mi allontanai, prendendo al bancone gli ordini già pronti e servendoli a chi me li aveva richiesti.
Libera tornai dai due.
-avete deciso...o ripasso?- chiesi sorridendo ai due.
-io prendo una coca- disse lei. -lui una pinta di birra chiara-
Annuì. -certo arriva subito- promisi andando io stessa a preparare le due bevande. Con la coda dell'occhio sentivo i suoi occhi su di me.
Mi era già successo che mi guardassero il culo ma in genere erano uomini di mezz'età e ubriachi. Ma non sarei dovuta sorprendere.
-senti piccola, quanto prendi all'ora?- mi chiese, per l'appunto un uomo seduto al bancone con un bel paio di baffi brizzolati.
-non faccio quel tipo di servizio- dissi seria senza nemmeno guardarlo.
-ma andiamo, ti prometto che faccio presto...- continua l'uomo.
-ti ha detto che non è interessata, lascia stare la ragazza- e voltandomi vidi quel buffo, morissimo, professore difendermi, nascosi un sorrisetto compiaciuto e continuai il mio lavoro. Ma appena mi voltai, notai che i due si erano spostati, sedendosi al bancone e facendomi saltare.
-non mi piaceva quel posto, entrava troppo freddo- mi giustifica lui.
-ti avrei chiuso la finestra, non è obbligatorio che rimanga aperta... Ecco i vostri ordini- dissi passando le loro due bibite.
-eri alla mia tesi o sbaglio?-
Mi sentí avvampare. -sí, il mio professore mi ha detto che sarebbe stato interessante assistere-
-spero lo sia stato-
Annuì. -sí molto-
-sono Charles Xavier- mi disse lui. -lei è mia sorella Raven-
-so chi sei...- sorrisi. -sono Amalia Roberts-
-Lia, ti pago per prendere gli ordini e servire ai tavoli non per parlare- mi rimproverò Doc.
Con due dita imitai il saluto militare e annuì. -vado Doc- sorrisi ai due. -torno al lavoro-
Continuai le mie faccende con comunque la perenne sensazione di essere osservata dai due...
Che mi fossi fatta scoprire in qualche maniera? Impossibile, non avevo fatto nulla di strano... Era impossibile che qualcuno o loro, si fossero accorti che ero una mutante-scudo.

Quando verso le 2 il mio turno terminò e chiusi il bar notai i due fratelli ancora in zona.
-Amalia!- mi urlò lui e quasi di riflesso, con l'ansia della notte sulla testa e sul cuore, iniziai a correre.
Mi sentivo il cuore in gola e i suoi battiti rimbombarmi nelle orecchie.
Ma a pochi metri dal mio appartamento, la bionda mi placcò e mi ritrovai a dolere per l'impatto col suolo.
-mi spiace Amalia ma ho una domanda da farti...- mi tirai su grazie alla mano che mi offriva. -io sono un telepate, ma non sento i tuoi pensieri... Perché?-
-se è così che rimorchi non funziona-
I due sorrisero per il mio sarcasmo scocciato.
-ma perché pensi che lo sappia?-
-perché sei corsa via, non l'avresti fatto se non avessi qualcosa da nascondere ed è proprio il tuo essere mutante ciò che temevi avessimo capito-
Annuì. -sí, sono un mutante, uno scudo mi hanno detto, perché?-
-perché... Perché mi hai fatto ammattire- disse ridendo. -ora posso chiederti di uscire?-
Ridacchiai stanca. -chiedimelo domani Charles-

Finitoooo e sono molto contenta è venuto davvero bene 😊

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