CaptainAmerica (8) - il test
Steve Rogers x Nathalie MontRoj-Bolishoff
Lo so, sono in ritardo ma avevo da studiare la scorsa settimana, per l'orale,
Ed è andato molto bene, ieri ho scoperto di essere uscita con
80!!!!!
Ripartiamo, rigorosamente con il tablet (nuovo)
Superato la fase 2 dell'addestramento, venite preparati per il test e per uscire dall'accademia.
P
ensavi sarebbe stata una prova psicologica per testare la vostra resistenza o qualcosa di sessuale, che fino a quel momento avevi scampato, ma quando con Asho venisti chiamata nel salone principale dall'accademia e messi davanti alla classe, avresti un momento di ansia e panico.
Il primo sarebbe stato Asho e il test si chiamava, "affronta tutto".
Nella stessa stanza venne portato un ragazzo legato con una benda sugli occhi.
Vedesti Asho con una mano sulla bocca:
-Thomas Bellsboury, 19 anni, cadetto bellico in addestramento... e tuo ragazzo, vero Asho?- gli venne chiesto e per un momento ti salì un conato di vomito.
Non perché fosse gay ma perché sapevi cosa volevano che Asho gli facesse e conoscendo Asho, sapevi che per la sua patria, l'avrebbe massacrato.
Viene tolta la benda a Thomas. -pestalo- gli disse un istruttore e dopo qualche minuto di esitazione Asho tirò il primo calcio allo stomaco di Thomas.
Gli occhi di Asho erano freddi ma rossi come se fosse sul punto di piangere.
Asho pestó Thomas per un tempo che mi sembrò infinito.
Thomas scivoló sul pavimento, nella pozza del suo stesso sangue. Si sollevò un applauso ma Asho pianse silenziosamente qualche lacrima.
Avresti avuto voglia di abbracciarlo stretto ma non ti era permesso.
-bene hai appena distrutto un soldato nemico- disse la presidentessa dall'accademia.
-la Russia te ne sarà grata Asho...-
Mentre eri lì sotto gli occhi di tutti temesti per un momento che la persona designata a te sarebbe stata vista in tutt'altra maniera.
-sapete cosa hai soldati americani manca?- chiese la presidentessa. -la fermezza di mettere la propria nazione davanti ai propri sentimenti... vediamo se Nathalie Bolishoff, la nostra meticcia è in grado di farlo-
Nel momento in cui disse il tuo nome, ti tremarono le ginocchia; nel salone entrarono due uomini che tiravano un uomo incappucciato ma dalla stazza e dal modo di camminare capisti che era lui. Il tuo cuore esplose nel petto quando gli tolsero il cappuccio.
-ciao Nat- disse piano Steve con un occhio nero e un labbro sotto. -il biondo non ti dona piccola-
Per quanto il momento fosse orribile, riconoscesti che il suono della voce di Steve Rogers lo alleggerì parecchio.
-pestalo- per dieci secondi riuscisti a ragionare, a cercare una via d'uscita, ma poi lui parlò:
-forza piccola, ucciderci entrambi non serve a nessuno, ti do la mia parola che non ti odieró Nat-
-fallo!- urlò la presidentessa e mentre che le lacrime ti rigavano le guance tirasti il primo calcio diritto in faccia.
Steve, con le mani non lo toccasti ma tra i calci allo stomaco e alle gambe, fosti in grado di leggergli il dolore sulla faccia.
Probabilmente doleva più a te che a lui ma quando gli cedettero le ginocchia e dal suo naso partire un rivolo dal naso partire un rivolo di sangue mentre lo sputava sul pavimento, crolli sulle ginocchia abbracciandolo.
-mi dispiace, mi dispiace tanto...- gli piangesti sulla spalla, stringendolo a te.
-amore...-sapevi che non aveva senso che fosti tu a piangere ma non riuscivi a trattenerti.
Lì agisti prima di pensare; nella cintura avevi la pistola con 10 colpi, nella tasca posteriore un caricatore con altrettanti colpi, non il massimo ma dovevi farteli bastare.
Ti alzasti di scatto e sparasti alla presiede.
-bene signori, ho 19 colpi, me li farò bastare se non mi lascerete uscire ed eviteremo che qualcuno si faccia male-
Alzasti la pistola e ti misi il braccio di Steve intorno alle spalle.
-vi conosco tutti e so che non siete stupidi, in anzi tutto, Asho riprenditi Thomas, poi smettila di fare il rigido, lo ami e non c'è nessun problema in questo- e mentre lo dicevi ti stringevi Steve a te e avanzavi con cautela.
Appena foste sulla porta iniziasti a correre col peso di Steve sulle spalle.
Non avevi un piano definito, per il momento era solo correre. Nel rigido inverno russo, con la tua camicia da accademia ma con l'adrenalina a mille non sentivo i tuoi denti battere.
Appena dentro una radura, appoggiasti Steve alla corteccia di un grosso albero e cercavi un modo... un modo per trovare una soluzione.
-Nat...- ti chiamó lui piano. -Nat, calma, puoi posare la pistola- e nel momento in cui lo disse ti rendesti conto di avere la pistola ancora puntata dritto davanti a te.
-come facciamo adesso? Se ci trovano ci uccidono-
-Nat... ce la faremo in un modo o in un altro torneremo
Non uccidetemi ma se non facevo così non sapevo come far tornare Steve 🙄
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