Mentre guardavo Belle su Netflix, dei personaggi hanno esposto questo dilemma.

Secondo me la felicità è composta da vari elementi:

- in primo luogo, è necessaria la salute, che è uno stato di benessere fisico, psichico e sociale dell'uomo integrato nel suo ambiente, e non si riduce alla sola assenza di malattia; se per esempio una persona ama la pittura, ma a causa di alcune disabilità non può dipingere, deve prima recuperare la salute, così da poter perseguire l'obiettivo;

- la felicità va però oltre. Non c'è solo la "salute", che si può considerare una specie di elemento base, serve anche un qualche obiettivo che ti faccia sentire viv*: ti svegli pensandoci, ti dà una scarica di adrenalina, ti fa sentire euforic*. Perseguirlo dona vera gioia. Questo obiettivo deve però essere considerato raggiungibile, o almeno potenzialmente raggiungibile, altrimenti i vari sforzi porteranno a frustrazione, ansia, odio per sé stessi, deterioramento cognitivo e altro.

Nota: ci sono le eccezioni, visto che esiste il "titanismo" in cui si combatte contro qualcosa di invincibile, romanticizzando la propria inevitabile sconfitta ed esaltando la determinazione;

- in alcuni casi è necessario avere altre persone con cui condividere l'obiettivo/idealismo, come una ciurma che viaggia insieme; altri soggetti, invece, preferiscono agire per conto proprio, oppure hanno bisogno del gruppo più come porto sicuro in cui rifugiarsi dopo le fatiche del viaggio.

Quindi servono:

- salute (sicurezza economica, salutare e altro, necessaria per perseguire l'obiettivo);

- obiettivo semi raggiungibile

- persone con cui condividere.



Che ne pensate?