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25

Bryan era furioso. Rincasò verso l'ora di pranzo e, come da copione, non trovò Isaac in casa. Aveva preso accordi con Thomas e Veronica di modo da non dover più tornare in negozio per quel giorno, ma, arrivato a quel punto, l'entusiasmo che lo aveva accompagnato fino al suo incontro con Ryan si era già esaurito.

Il loro appuntamento non era stato esattamente roseo e l'unica nota positiva che il giovane riusciva a vedere era proprio il suo esito, che, tutto sommato, pareva avergli aperto la possibilità di ricostruire un'amicizia con Ryan. Malgrado ciò, non riusciva a smettere di pensare quanto ingenuo fosse stato nel continuare a vedere Ryan come un amico quando, per quasi un anno, l'altro aveva rifiutato con lui ogni sorta di rapporto, arrivando persino ad odiarlo – anche se quella era una cosa che l'altro era riuscito ad ammettere apertamente soltanto quella mattina.

Nonostante tutto, Bryan non poteva fare a meno di darsi dello stupido per via della propria ingenuità, per aver creduto nella loro amicizia, senza accorgersi che era invece arrivata al suo capolinea da un pezzo.

Bryan non aveva dato il giusto peso alla situazione, aveva continuato, nella propria mente, a giustificarlo, a vedere quel loro allontanamento come una fase passeggiera, quando invece Ryan aveva tagliato i ponti con lui, dimenticandosi di farglielo presente.

Se riportava alla mente le parole che gli aveva rivolto, Bryan sentiva il proprio cuore fare ancora male, suscitandogli quella sensazione di vetro in frantumi, mentre lo percepiva spezzarsi un altro po'.

Gli era stato rinfacciato di essere razzista, di stare con Isaac soltanto per soldi; di essere, in poche parole, una brutta persona.

"Probabilmente è vero. Sono una brutta persona" si disse e nel frattempo entrò in casa e subito si guardò attorno, cercando di capire se pure Maria non era presente. Il giovane aveva lasciato l'auto in garage e lì si era accorto che quella di Isaac non c'era: non che fosse una novità – sicuramente suo marito si trovava al lavoro – ma l'incontro di quella mattina aveva cambiato i suoi programmi, e Bryan si sentiva davvero arrabbiato e non solo con se stesso.

Quando era uscito di casa per recarsi all'appuntamento con Ryan, colmo di aspettative e positività, aveva pensato di passare dall'ufficio del marito per l'ora di pranzo, certo che avrebbe desiderato raccontare ad Isaac ogni cosa, condividere con lui l'esito di quell'incontro – che aveva ingenuamente previsto sarebbe stato entusiastico – e poi, magari, convincerlo a staccare prima da lavoro per poter passare un po' di tempo insieme.

Invece no.

Bryan era deluso e non solo per le accuse che gli erano state mosse da Ryan – dopotutto, avevano già fatto pace, aveva già perdonato l'amico – ma perché Isaac, ancora una volta, aveva preferito confidarsi con altri anziché con lui e perché i suoi amici, pur di non immischiarsi, gli avevano fatto terra bruciata intorno, lasciandolo da solo.

"E solo a me. Per Isaac ci sono sempre" constatò, mentre appurava di essere effettivamente solo in casa, "Dov'è Maria? Perché spariscono tutti? Cosa avrò fatto di male per meritarmi... questo?" si chiese e si guardò attorno, sentendosi sospeso nel tempo. La sua mente si svuotò da ogni pensiero e il corpo parve perdere concretezza; il suo sguardo si fece vuoto e si domandò cosa sarebbe accaduto se fosse sparito in quel preciso istante.

Il silenzio era così denso che le orecchie presero a fischiargli e Bryan chiuse gli occhi e poi si lasciò cadere di peso su una poltrona nell'angolo soggiorno, poggiando la nuca contro il poggiatesta e fissando il soffitto di colore bianco, in cui erano incastonati dei faretti dal design moderno.

"Isaac se ne accorgerebbe? Se io sparissi... dovrei beccare uno di quei giorni in cui non lavora, altrimenti potrebbe metterci ore, giorni, prima di accorgersene".

Gli occhi gli si riempirono di lacrime e si maledisse mentalmente per quella sua fragilità.

"Che figura da idiota hai fatto con Ryan! Lì a frignare mentre lui a momenti ti guardava crepare senza battere ciglia. Sì, dice di avere cambiato idea, vuole dare una nuova possibilità alla vostra amicizia... ma come si aggiusta una cosa ormai tanto rotta?"

Quel pensiero lo intristì ancora di più.

"Anche il mio rapporto con Isaac è tanto rotto...".

Sbuffò sonoramente e decise di impegnarsi in qualcosa, per aiutarsi a distrarsi un po'. Si alzò dal divano e si recò nello studio del marito, sbirciando tra le sue cose, tra i libri ordinatamente riposti negli scaffali che riempivano buona parte delle pareti, tra il contenuto dei cassetti della scrivania posta al centro della stanza, davanti un'ampia finestra incorniciata da lunghe tende di colore blu.

Dopo un po' si rese conto che sembrava in cerca di qualcosa e si fermò davanti la finestra che dava sul giardino, le diede le spalle, si guardò intorno, tentando di rispondersi sul vero motivo per cui si trovava lì.

Le orecchie ripresero a fischiargli e ciò lo distraette a sufficienza da farlo riprendere con l'attività di poco prima, finché non si trovò a prendere posto sulla sedia di Isaac, le mani sulla superficie lignea e lucida della sua scrivania, lo schermo del computer fisso, nell'angolo a sinistra, spento, nero, come un lugubre specchio che rifletteva la sua immagine. Lo accese senza neanche darsi il tempo di riflettere sul perché lo stesse facendo. Inserì la password; non che Isaac gliel'avesse data di sua spontanea volontà, ma Bryan l'aveva scoperta nel giro di un paio di settimane dopo il loro matrimonio – e neanche avrebbe potuto dimenticarla, dato che era composta dal suo stesso nome e dal giorno della sua nascita.

Perciò Bryan inserì i propri dati e il computer si accese con un lampo azzurrognolo e un bip. Sullo schermo comparve proprio una foto del loro matrimonio e il giovane percepì i muscoli del viso afflosciarsi, mentre la sua espressione si faceva di nuovo triste.

Provò un'emozione struggente nel fissare quell'immagine importunata dalle decine di icone sparse sullo schermo, che la coprivano in più punti, ma Bryan non poté fare a meno di seguire con lo sguardo la forma del corpo di Isaac, immortalata in quello scatto, la curva della spalla sinistra, il profilo deciso e i denti bianchi e perfetti che si intravedevano tra le labbra carnose e dischiuse in un sorriso; la luce dentro i suoi occhi scuri e la linea del braccio sinistro che si partiva dal suo corpo per poi arrivare a quello di Bryan, ripreso al suo fianco, avvolto nel suo abbraccio, intento a fissarlo con sguardo adorante.

"Se lo avessi venerato di meno..." si disse e si schiarì la gola e scrollò le spalle.

Dov'era Isaac in quel momento?

Dov'era ogni volta che lui desiderava passare un po' di tempo con lui?

Dov'era Isaac quando aveva bisogno di confidarsi e confrontarsi con qualcuno?

Non di certo al suo fianco.

Non lo cercava nei momenti tranquilli e giornalieri e nemmeno quando aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Sì, era pur vero che Bryan stesso lo aveva spinto a trovarsi qualcuno da poter considerare "amico", ma, con il senno di poi, stava iniziando a pentirsi pure di quello, visto che Isaac pareva averne approfittato per tagliarlo fuori dalla sua vita.

"Se non ci fossero Keith, Ryan, Amber e tutti gli altri... si confiderebbe con me?" si domandò, ma poi riportò alla mente quale era stato il motivo che lo aveva spinto a gettare il marito tra le braccia di altri: proprio quella sua ostinazione a tenersi tutto dentro, a non dirgli mai cosa lo rendesse triste o irato.

"Sono buono solo per scopare" si disse con rassegnazione e aprì la finestra per accedere a internet, iniziando a digitare parole a caso... non proprio a caso.

Quello che cercava e che non sapeva di cercare lo trovò nel giro di un paio di clic: un sito d'incontri.

Massima serietà e privacy erano le parole che campeggiavano un po' ovunque nella home del sito e Bryan aveva iniziato a percepire un certo calore accumularsi su guance e collo. Nulla a che vedere con il mezzo infarto che aveva rischiato quella mattina a causa del Santa Ana, che lo aveva accompagnato durante la sua folle corsa con Ryan sulla battigia della Lagoon State Beach.

Si iscrisse al sito inserendo i propri dati con dita tremanti, perché sì, Isaac aveva ragione: Bryan non era in cerca di un "amico".

Sapeva di essere ossessivo nei confronti di suo marito e il fatto che Isaac passasse in media diciotto ore al giorno senza mai coinvolgerlo neanche nelle più piccole cose che lo riguardavano, nelle feste, negli eventi fuori dal suo ufficio, lavorando pure nei weekend, per Bryan non era altro che la conferma che Isaac non gradisse trascorrere il proprio tempo con lui.

Gli occhi tornarono a riempirglisi di lacrime mentre digitava a caso nell'elenco di nomi e volti che il sito gli stava proponendo in visione. Aveva già caricato una sua foto, recuperandola da una delle cartelle che Isaac teneva in Immagini, scegliendone una senza troppe pretese, dove, a suo parere, non era neanche venuto granché. Distolse l'attenzione dall'elenco che gli aveva proposto il sito e si impegnò a scrivere un piccola biografia.

Cerco compagnia. Niente di serio. Sono sposato e felicemente innamorato.

La cancellò subito dopo.
"Sembrava l'annuncio di uno sfigato in cerca di attenzioni. Puoi fare di meglio, B." si disse, anche se non ne era del tutto convinto.

Impegnato, ma aperto a nuove conoscenze... anche intime!

"Sei proprio una puttana. Poi ovvio che Isaac per primo di tratta come un sex toy..." e cancellò di nuovo, rendendosi conto di non sapere da che parte incominciare e sentendosi timoroso di stare per dare conferma a Ryan, Isaac e tutti gli altri che sì, era la propria la pessima persona che pensavano che fosse.

Non dava nessuna colpa a suo marito, dato che Bryan era arrivato alla conclusione di essere un tipo soffocante e stupido – persino Ryan gliene aveva dato conferma quella mattina. Era certo di essere sbagliato, che Isaac – anche se poi Ryan aveva ritrattato quello che aveva affermato in un primo momento – meritasse molto più di uno come lui. Qualcuno che fosse bello, intelligente, affascinante, carismatico, ricco come lui.

"Qualcuno non come me" pensò Bryan e ormai aveva persino incominciato ad abituarsi alla fastidiosa sensazione di aghi in gola che ostacolava la sua respirazione, "E a me serve qualcuno che non mi faccia sentire indesiderato e di troppo pure mentre facciamo sesso".

A.A.A. cercasi qualcuno che riesca a sopportarmi. In cambio... avrete tutta la mia gratitudine.

Scrisse di getto.
Rilesse il messaggio un paio di volte e non poté fare a meno di pensare che aveva un tono più disperato e ridicolo dei precedenti. Ma era già stanco di dover fingere di essere felice pure mentre si stava iscrivendo a un sito di incontri, perché no, felice non lo era nemmeno un po'.

Salvò la biografia mandandosi mentalmente a quel paese, certo che nessuno avrebbe contattato un disperato come lui.

"Uno che è di troppo nella vita persino di suo marito. Chissà se Isaac pensa mai che potrebbe fare di più... lavorare, uscire con gli amici, se io non ci fossi. Se io non rubassi il suo prezioso tempo".

Scrollò le spalle per scacciare quell'ultimo pensiero, ma fu difficile ignorare la sensazione di essere solo un ostacolo per la felicità di Isaac, un giocattolino mal funzionante che neppure sempre era in grado di assolvere ai propri doveri.

"Mi usa solo per fare sesso e a volte nemmeno riesco a farlo godere" e premette sull'immagine di un uomo, all'interno dell'elenco proposto dal sito, che, soltanto in un secondo momento, quando ingrandì la sua foto profilo, si rese conto assomigliare proprio ad Isaac. Bryan sbuffò e richiuse il profilo, iniziando a ignorare le immagini di uomini con la pelle scura, per evitare di correre il rischio di finire per adocchiare una specie di Isaac Due.

-Sei un razzista di merda- sentì risuonare nelle proprie orecchie, mentre guardava solo le immagini di uomini dai tratti occidentali e dalla pelle bianca, ma aveva gli occhi pieni della foto del suo matrimonio, anche se in quel momento era coperta dalla finestra del sito; eppure Bryan non riusciva proprio a cancellare dalla testa il profilo di Isaac, il suo sorriso, le sue braccia possenti strette intorno al suo corpo.

Un suono strano catturò la sua attenzione nella parte inferiore della schermata, dove una finestra ridotta a icona lampeggiava annunciandogli l'arrivo di un messaggio da parte di un certo dynamitek75.

Bryan si morse un labbro e aprì la conversazione con l'utente in questione, che gli aveva mandato un saluto e gli chiedeva subito altre sue foto... ma preferibilmente da nudo. Il giovane fece una smorfia e lo ignorò, indeciso se cancellare quell'abbozzo di profilo che aveva tracciato nel sito, oppure no.

Nel frattempo arrivò un altro messaggio e un altro ancora e Bryan incominciò a spazientirsi, quando si stupì nel rendersi conto che, accanto la chat di dynamitek75, aveva iniziato a lampeggiare anche quella di un certo coralreef.

Il giovane sollevò un sopracciglio con un certo scetticismo e aprì la finestra, notando che l'utente in questione aveva impostato come immagine profilo proprio la foto del fiore che aveva scelto come nickname.

Ciao, posso regalarti un fiore?
Magari riesco a strapparti un sorriso...

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