15
-Dimmi che non l'avete fatto- sibilò Evan, ma venne interrotto da Bryan che rientrò in stanza, si guardò attorno con aria spaesata, stringendosi addosso il lenzuolo con cui continuava a coprirsi. Il giovane arrossì e distolse lo sguardo da loro, trovando ciò che stava cercando: i suoi vestiti sparsi sul pavimento. Li afferrò con gesti rabbiosi e uscì di nuovo dalla camera, battendosi la porta alle spalle.
-Okay, non lo abbiamo fatto- disse Claud, portandosi le mani dietro la testa, appoggiandosi alla testata del letto e accavallando le gambe.
Evan aggrottò lo fronte e si trovò di nuovo costretto a non farsi distrarre dalle sue nudità messe in bella mostra.
"Lo sta facendo apposta" pensò, interpretando l'espressione beffarda del suo viso come un chiaro indizio del suo desiderio di metterlo a disagio.
-L'avete fatto- sussurrò Evan e Claud sbuffò.
-Stai facendo domande o hai già deciso a priori lo svolgersi degli eventi? Non ricordo che tu ti sia unito a noi, stanotte, quindi non credo proprio che tu sappia quello che è successo- ribatté il biondo, abbandonando le braccia lungo i fianchi, con stizza.
-E invece tu ti ricordi tutto?- Claud si mise a sedere sul bordo del letto e si sgranchì il collo, muovendo la testa da una parte e dall'altra. -Non potresti rivestirsi, dannazione!- tuonò Evan e il serafino ridacchiò.
-Perché dovrei? Fa caldo e sto così comodo!- esclamò Claud e l'altro corse a spuntare il lenzuolo dal materasso, lanciandogli addosso i lembi che era riuscito a recuperare, e lui rise, ma acconsentì alla sua richiesta, coprendosi il pube alla meno peggio.
-Anche se fosse?- gli domandò quando il suo momento ilare si esaurì ed Evan grugnì frustrato.
-Isaac non potrebbe sopportare un tradimento e lo stesso vale per i tuoi compagni-
-Ancora una volta, stai sparando sentenze, Randolph, su cose che non ti riguardano-
-Io impazzirei se sapessi che Keith...!-
-Non stiamo parlando di te e Keith- lo interruppe Claud, iniziando ad alterarsi. -E il mio rapporto con Jade e Ryan non è cosa che ti riguarda!-
-Va bene, benissimo, anzi! Hai ragione! Ma sono certo che Isaac...-
-Anche questi non sono affari tuoi!-
-Quindi avete scopato?- lo incalzò Evan e Claud scrollò le spalle.
-No- disse infine, un po' contrariato da doverlo ammettere, dato che avrebbe preferito di gran lunga continuare a prendersi gioco di lui e della sua indole da inquisitore. Evan trasse un profondo respiro di sollievo. -Questo non toglie di fatto che, se Isaac è isterico come te, troverà insopportabile pure il fatto che tu ci abbia sorpresi nello stesso letto, entrambi nudi-
-Beh...- balbettò l'altro, spiazzato da quella eventualità che, fino a un secondo prima, non aveva preso in considerazione.
Bryan rientrò proprio in quell'istante, dopo essersi rivestito e, ancora una volta, si guardò attorno con fare spaesato, prima di fermare il suo sguardo su Claud.
-Non è successo nulla, vero?- chiese in un sussurro, gli occhi colmi di lacrime.
-Non lo ricordi?- gli chiese il biondo, mentre Evan si affrettava a rispondergli a sua volta, assicurandogli di no. Bryan sgranò gli occhi, confuso, spostando l'attenzione a turno tra i due, trovandosi talmente stupito da essere riuscito ad azzerare lo stimolo al pianto.
Era terrorizzato dall'idea di avere tradito Isaac e per di più con Claud: una persona di cui suo marito si fidava, una persona impegnata. Il loro tradimento avrebbe potuto fare male a tante persone e Bryan non voleva che Ryan avesse un motivo in più per avercela con lui.
-Ricominciamo da capo- disse Evan, sospirando mestamente e premendosi due dita sulle palpebre. -Dove diavolo siamo? Perché questa di certo non è la casa di nessuno dei due-
-Ti sbagli- disse Claud e ridacchiò. -Questa è casa mia-
-Come?- chiese Bryan, sempre più stupito, e il serafino tornò a stendersi sul letto, avendo cura di continuare a celare le sue parti intime.
-È la casa che ho preso per portarci i miei amanti. Non potevo di certo portarli a casa, a Malibu, dove vivo con Jade, Ryan e mia madre e...-
-Che cosa?!- tuonò Evan e Claud sbuffò risentito per il fatto di essere stato interrotto.
-Senti, lupacchiotto. Ognuno è fatto a modo suo. A me piace fare sesso. Vuoi una spiegazione che non mi faccia apparire un caso clinico? Oltre a essere poliamoroso, sono pure polisessuale! Oh, mio Dio, che etichette agghiaccianti! E, dipende da come mi sveglio, pure pansessuale! Quindi, Ryan e Jade, in quanto solo uomini, non soddisfano del tutto la mia libido-
Evan aprì la bocca più volte, finendo sempre per richiuderla senza riuscire a proferire parola.
-Ora sei diventato un delizioso pesciolino, lupacchiotto-
-E sta bene?- chiese Bryan.
-Al mondo? Sul luogo di lavoro? Nella nostra società contemporanea? Sai che mi fotte?-
-No, intendevo a Jade e Ryan-
-Ovvio che sì. Altrimenti non staremmo ancora insieme, dopo un anno, non ti pare?-
-Quindi lo sanno-
-Altra risposta ovvia: sì-
-E sanno di questo posto?-
-Ma sul serio, ragazzi, cazzo è 'sto terzo grado?! Saranno fatti miei? E poi che c'entra con quante persone faccio sesso io, se a J. e R. sta bene oppure no, con quello ch'è successo stanotte?-
-Nulla, sto solo tergiversando- ammise Bryan con un sospiro, sedendo ai piedi del letto, dando le spalle al serafino.
-Non abbiamo fatto sesso, B., se è questo che ti spaventa-
-Sto incominciando a ricordare- ammise il giovane, passandosi nervosamente le mani tra i suoi capelli azzurri.
Evan puntò lo sguardo su di lui, un po' scosso da tutte le cose che aveva appena appreso sul conto di Claud. Il suo primo pensiero corse a Keith, ma soltanto per la frazione di un secondo. Il fatto che Claud fosse tornato "a caccia" come ai vecchi tempi, nonostante la sua relazione con Jade e Ryan, non era una cosa che bastava a fare vacillare la fiducia che Evan riponeva in suo marito: era certo che Keith, così come aveva fatto in passato, avrebbe continuato a non cedere mai più alle avances di Claud, perché amava lui e a lui era fedele. Che per Ryan e Jade andasse bene quel tipo di rapporto, non era affare suo, Claud aveva ragione, anche se a Evan non stava bene come idea, non aveva alcuna intenzione di sindacare e giudicare la vita sentimentale e sessuale dei suoi amici. Se stava bene a loro, stava bene anche a lui.
-Quindi, dopo il Seraphim?- chiese, tentando di farsi aiutare a riacquisire ricordi della nottata di baldoria che avevano condiviso.
-Siamo andati all'irish pub che sta in fondo alla strada dove prima vivevo io, a Beverly-
-Quel pub diventerà la nostra rovina- bofonchiò Bryan, dato che Greg gli aveva raccontato quello che era accaduto due sere prima, proprio in quel locale. -Anche l'altro ieri ci sei stato con Amber e gli altri-
-Ci andiamo spesso. Servono roba buona e a prezzi accessibili. Tutto il contrario del Seraphim!- esclamò Claud in risposta, ridendo.
-Prima o poi vi troverò tutti all'alcolisti anonimi- borbottò Evan.
-Nah. Non siamo così idioti, è solo un bicchiere in compagnia, per sciogliere i nervi. Lo stress... Non ci andiamo mai giù pesante-
-Infatti! Guarda qui!- esclamò il veterinario, indicando prima se stesso e poi Bryan.
-Che non bevete più di tanto e quindi non fate testo. Tu sei partito dopo la seconda birra e Bryan stava già fuori come un balcone quando è arrivato al Seraphim- disse Claud, facendo arrossire Evan.
-Solo due birre?- chiese stupito, grattandosi una tempia e assumendo un'espressione imbarazzata.
-Non ci sta niente di male, ma sì. Si vede che con Keith ti sei convertito all'astemietà!-
-Non credo che sia una parola esistente- ribatté Evan e l'altro mosse una mano nella sua direzione, come a voler scacciare quella sua osservazione. -E avete convertito Jade-
-Com'è che si torna a parlare dei fatti miei quando il discorso non vi conviene più? Comunque Jade ti è "fratello di bevute": parte dopo una Coca-Cola corretta, ma per fortuna, non è una cosa che succede spesso. Gli ubriachi molesti non mi piacciono-
-Avevo bevuto solo mezza bottiglia di birra con Greg, prima di arrivare al Seraphim- confessò Bryan.
-E già puzzavi- disse Evan.
-Perché non sono abituato?-
-Ripeto, ragazzi, non ci sta nulla di male. Il tutto storpia quando diventa troppo. Ne state facendo una questione di Stato, ma non è successo nulla...-
-A parte il fatto che lui si è svegliato accanto a te, nudo- lo interruppe Evan e tornò a premersi due dita sulle palpebre, mentre Bryan incassava la testa tra le spalle e si faceva un po' indietro sul materasso, per poter tirare le gambe al petto e stare più comodo.
-Quindi, dal pub siamo passati qui?- chiese poi, poggiando il mento su un ginocchio.
-Esatto. Era il posto più vicino, senza dovere disturbare nessuno-
-Jade e Ryan sono mai venuti qui?- -Ancora?!- sbuffò Claud, alzandosi dal letto e camminando per la stanza, con l'intenzione di metterli a disagio, nella speranza che la finissero di blaterare cose senza senso. I due, infatti, si ammutolirono, imbarazzati da quello spettacolo.
Claud si fermò davanti la porta che introduceva in soggiorno e poggiò una mano sulla maniglia, girandosi verso di loro.
-Mi hanno aiutato a sceglierla- disse e uscì dalla camera.
•
Quando finalmente tutti e tre furono vestiti e lucidi, Claud preparò del caffè, mentre Evan scriveva un messaggio a Keith dai toni vagamente minacciosi, ma assicurandogli di stare bene. Bryan, continuò a tenere il proprio cellulare spento, anche se il desiderio di sentire la voce di Isaac si stava facendo via via sempre più struggente.
-Mi spieghi com'è che stai a fare questa specie di sfida con te stesso?- gli chiese Claud, indicando con un dito il cellulare che il giovane teneva davanti a sé, sulla superficie del tavolo, fissandone lo schermo oscurato con fare morboso.
-Com'è che qui ci sta tutto questo caos?- gli domandò di rimando Evan, infastidito dal modo in cui l'altro continuava a ridimensionare quello che era accaduto la notte prima e a parlare senza il minimo tatto.
-L'impresa di pulizie passa domani e qua ci stanno ancora i rimasugli del festino di mercoledì scorso. Avevo ospiti molto più graditi di voi- ribatté il serafino e Bryan sussultò.
-Scusa- disse e il biondo scosse la testa, versandogli del caffè in una tazza.
-Basterebbe che la smettesse di riversare su di me tutto il vostro nervosismo. Parliamo civilmente e tutto si risolve. Se volete litigare e buttarmi addosso fango, no. Perché ho smesso di incassare lo schifo altrui e di farmelo andare bene, ormai da diverso tempo-
-Mi dispiace- soffiò Evan e l'altro annuì.
-Abitudini dure a morire. Ma sono troppo favoloso per fare ancora da capro espiatorio. Mi sono stancato di esserlo-
-E hai pure ragione, lo so-
-Felice di sentirtelo dire. Stai attento, Randolph: rischi che poi incomincio a vederti come un amico e potrei iniziare a farti proposte oscene-
-Vuoi toccare?- gli chiese Evan di rimando, portandosi una mano al cavallo dei pantaloni. Claud sgranò gli occhi e rise.
-Ricordi proprio tutto, eh?-
-Beh. Non avevo bevuto così tanto come pensavo. Acqua, caffè e sto incominciando a sentirmi meno rincoglionito- ribatté il veterinario che, sì, aveva già riacquisito tutti i suoi ricordi.
-Ma resta di fatto che ci siamo svegliati nudi nello stesso letto- li interruppe Bryan con tono lapidario. Poi afferrò la tazza che Claud gli aveva offerto e se la portò alle labbra, sorseggiando lentamente il caffè, stando attento a non bruciarsi la lingua.
-Credi davvero che Isaac potrebbe reagire alla Evan?- chiese il serafino.
-Hey!- protestò il diretto interessato.
-Era per capire. A chi altro avrei dovuto paragonarlo? Tutti quelli che conosco sono più liberali di te e tutti molto meno di me-
-A parte Jeffrey-
-J. non fa testo: è contrario alle relazioni tra più persone, ma è il mio migliore amico. J. è in grado di accettare una cosa che non approva né condivide, per amore degli altri-
-Ti ricordo che siamo fratellastri-
-No. Siete figli di gente che è stata spostata: i vostri genitori. Eoni fa e non avete lo stesso sangue. Non vi somigliate per niente. Vi volete solo bene-
-Dici niente. J. è più fratello per me adesso di quando vivevamo sotto lo stesso tetto-
-Adesso chi è che sta tergiversando?- li interruppe Bryan e gli altri due si scambiarono uno sguardo complice.
-Non ci sta nulla di male in quello ch'è successo, B. Sentivamo entrambi caldo. Io dormo sempre nudo, tu eri brillo e accaldato e ti sarai spogliato senza manco riflettere sulla cosa-
-Per te è facile vederla così perché sei poli... tutto!- ribatté Bryan mentre la sua voce si incrinava. -Ma io no. E nemmeno Isaac e non voglio che lui lo veda come un tradimento-
-Non c'è stato niente tra di noi! Abbiamo russato nello stesso letto e tu eri brillo! Se Isaac si incazza per una cosa del genere è un coglione!- tuonò Claud, iniziando a esasperarsi.
-Hey- lo richiamò ancora Evan, rivolgendogli un'occhiataccia.
Claud sbuffò e fece tintinnare il bordo inferiore della tazza che teneva tra le mani sulla superficie del tavolo, lasciandola lì, per poi rigirarsi una ciocca di capelli tra due dita, con aria pensierosa.
-È davvero così grave per te?- chiese a Bryan e all'altro sfuggì una lacrima che si affrettò ad asciugare con il dorso di una mano.
-Sì- biascicò e Claud trasse un profondo respiro, sentendosi sempre più esasperato da tutte quelle convenzioni sociali che, dal suo punto di vista, non facevano altro che complicare l'amore.
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