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20. Allenamenti

Abbiamo appena assistito al meraviglioso esame di Levi e dei suoi, l'ultima di una serie di successi da parte delle altre squadre. Hanno distrutto un totale di venti sagome da addestramento e con pochissimi danni.
Levi atterra a qualche passo da me, lanciandomi uno sguardo dall'alto in basso - metaforicamente, dato che è così tanto basso che guardandolo non ci si aspetterebbe mai di scontrarsi con una furia -. "Avanti mocciosa, vediamo se sai fare di meglio con la tua stupida testa vuota", immagino che pensi. Colgo al volo la sfida.
Mentre ci leviamo in aria per raggiungere la pedana di partenza, il mio unico pensiero è battere Levi a questa nostra gara personale. Ma sembra che a lui non importi nulla, dato che guarda ovunque tranne che verso di noi.
Ah, che vada fuori dalle mura! Non posso usare i miei cadetti come pedine per giocare contro uno che mi odia, così rinsavisco e mi concentro sul vero scopo di questo allenamento: formare nuovi e potenti soldati.
"Partite!" ci grida Shadis. Ci lanciamo giù dalla pedana.
Ogni squadra si mette comoda sotto di noi e osserva cosa è in grado di fare la tredicenne con un branco di ragazzi forse sopravvalutati.

Tornare a volare tra le chiome lussureggianti del Bosco di Allenamento è come fare un salto indietro nel tempo. Mi ricorda tutte le lezioni che ho passato in questi stessi luoghi, le emozioni che ho vissuto quando ho potuto volare legalmente per la prima volta: sembrava quasi che fossi nata con delle ali invisibili che erano lì ad attendere la giusta occasione per spiegarsi e farsi cullare dal vento in una danza confusa. Non so se per tutti è stata questa cosa grandiosa volare con la manovra tridimensionale. Ma sicuramente, per me, è stata una conquista importantissima.

La nostra esercitazione sta andando benissimo, Blouse non mentiva riguardo alla bravura dei suoi compagni. Braun e Leonhardt vanno tranquilli tagliuzzando spugna rossa sulle nuche dei giganti, Ackerman è così veloce che una volta individuato il bersaglio si vedono solo dei pezzi triturati di sagoma che volano a terra, senza sapere chi sia stato il loro assassino. Anche i restanti tre cadetti fanno la loro parte, ma sono un po' goffi e non raggiungono un livello molto alto. Io aiuto soprattutto dispensando ordini e consigli, ho deciso che sarà meglio se lascio fare a loro il lavoro in modo da valutarli meglio. Al quindicesimo gigante, ci troviamo davanti un grosso ramo di pino, che scansiamo più o meno agevolmente. Soltanto Blouse lo sfiora, procurandosi un taglio sulla fronte. Spero che stia bene... "Blouse, è tutto ok?"
"Sì, capitano Sumire!"
"Bene, continua così!"
Naturalmente non sono tutti perfetti. Ymir si scambia di posto con Kirschtein procurando un bel po' di confusione tra gli altri. Ci sono altre mezze cadute. Manchiamo delle sagome qua e là e siamo costretti a sprecare più gas del dovuto per sfuggire ai rami del bosco che intercettano il volo. La mia mente registra in automatico ogni singolo dettaglio dell'addestramento dei ragazzi, inizio già a pensare a come scrivere il rapporto e a ciò che dirò loro per migliorarsi. Il problema più grande per adesso è Ackerman: quando vede che gli altri non reagiscono in tempo si fionda a fare tutto il lavoro. Taglia gli arti dei giganti, si occupa del gigante che sarebbe spettato a Braun... è una furia scatenata. Distrae i suoi compagni in questo modo e dimostra anche di non essere predisposta ad ascoltare gli ordini dei superiori, requisito molto importante per un buon soldato. Allora alla quinta ripetizione di questa scena le urlo: "Cadetto Ackerman, stai al tuo posto! Piantala di fare la solista e metti anche gli altri nelle condizioni di mostrare il loro valore!"
Lei non risponde, ma durante la fine dell'esercizio rispetta la formazione.

Atterriamo dopo aver fatto fuori un totale di diciannove sagome, una in meno di Levi.
Dopo aver sbraitato i punteggi, Shadis ha congedato i cadetti. La nostra partenza è prevista tra qualche ora, dopo il pranzo, per fare in modo che potremmo tornare alle nostre mansioni già domani mattina. Perciò, nonostante l'eloquente espressione scocciata di Levi, ci fermiamo nella sala mensa con loro, ad un tavolino di fortuna allestito per il nostro arrivo.
Quest'oggi però la compagnia della mia squadra non è lieta come al solito: Petra sembra persa nei suoi pensieri, gli altri invece discutono su chi sia stato il più scarso di oggi, Levi lucida il calice che ha in mano con un tovagliolo di stoffa, chissà quale granello di polvere ci avrà visto sopra. Stufa di questa situazione, decido di andarmi a sedere con i cadetti che ho conosciuto oggi, noncurante di Petra che mi richiama dicendomi di tornare al tavolo.

Gli altri sembrano piuttosto straniti di vedermi lì con loro, però si arrangiano e accettano la mia compagnia. Si trattengono molto per cercare di fare bella figura, però emerge lo stesso il lato spensierato della loro personalità. Rimango in silenzio per tutto il pranzo, osservando come si dovrebbe comportare un normale ragazzo come me. Scoppio a ridere quando vedo Jaeger e Kirschtein che litigano come bambini, con Ackerman e Arlert che cercano di fermarli, Blouse che mangia a più non posso, Springer e gli altri che seguono l'una o l'altra vicenda.
Li conosco da solo un mattino, però mi sento in qualche modo legata ai ragazzi: se tutto fosse stato normale, io ora sarei lì con loro, come una semplice cadetta, un soldato, un'amica, una persona. Starei spettegolando anche io su quei burberi che ci hanno mandato come capi. E improvvisamente mi rammarico per quest'altra opportunità che non ho avuto.
Poi però mi ritrovo a pensare che, se tutto fosse stato normale, avrei preso per svitata qualsiasi ragazzina che mi fosse venuta a dire di vivere nel passato in un mondo parallelo, con i giganti, come qualsiasi persona normale del Giappone. E mi dico che sto bene così.

Un Levi più contrariato del solito è andato ad aspettare la carrozza che ci porterà alla nave al cancello, piantando in asso la sua squadra. Ognuno dei miei compagni sta finendo di dare le ultime dritte a coloro che oggi ha tenuto in squadra, mano a mano che terminano le istruzioni i cadetti vanno a cercare i loro amici. Vedo che Leonhart e Braun vorrebbero andare, mentre Blouse, Kirschtein, Ymir e Ackerman vengono chiamati da buona parte della squadra di Levi a cui si sono già uniti altri due cadetti di Eld. Sembra un gruppo abbastanza numeroso e non voglio trattenerli, così cerco di essere il più breve possibile. "Bene ragazzi, oggi mi siete proprio piaciuti per essere stata la prima volta."
"Grazie, capitano Sumire."
"Sarò schietto con lei capitano, sinceramente non le avrei dato nemmeno un minimo di retta, ma è stata brava a tenerci a bada così. Mi stupisce che lei abbia la nostra età..." aggiunge Jean Kirschtein.
"Come ho già detto, non sono meno credibile dei miei compagni perché più piccola."
"Sumire, muoviti, non ti aspetterò tutto il giorno", dice Levi che mi è comparso alle spalle. Oh, bene, non poteva venire il gentile Gunther a chiamarmi?
"Arrivo! Grazie ragazzi per oggi. Sasha Blouse, cerca di sprecare meno gas, vedrai che ti muoverai anche più agilmente. Ymir, Jean, dovreste ricordarvi le vostre posizioni nella formazione. Braun e Leonhart, bene così. Ackerman, ti imploro, presta attenzione e muoviti in sincronia con i tuoi amici. I membri di una squadra sono come degli organi di una stessa creatura: se questi non cooperano tra loro l'intero organismo collassa su sé stesso. Arrivederci a luglio!"
"Arrivederci capitano!"
Mi giro per dirigermi verso il cancello. Trovo Heichou che mi guarda con fastidio, le braccia incrociate. Mentre camminiamo verso le carrozze mi dice: "Ancora a darti tutte queste arie da soldato esperto. Quando lo capirai che sei una mocciosa come loro e che meriteresti una lezione? Sei alla loro stessa stregua."
"Taci."
"Ah, ti dà fastidio che qualcuno dica le cose come stanno?"
Mi fermo e lo guardo negli occhi. "Quando mi lascerai in pace una volta per tutte? Ti ho chiesto io di parlarmi? No! E allora vattene a pulire la tua preziosa sala lettura!"
"Ora che ci penso è da ieri sera che non le do una passata di disinfettante. Grazie per l'idea, mocciosa."
"Mh, ci rinuncio!"
Ci separiamo e lui entra nella carrozza con Oruo e Petra. Lei già dorme con la testa poggiata sulla spalla del suo fidanzato che le circonda la vita con un braccio, sono così strani da vedere nelle vesti di coppietta vomitevole. Io invece mi sistemo di fronte a Eld e Gunther, che chiacchierano tra loro di come allenare meglio i loro cadetti. Io invece mi appoggio al finestrino e osservo il tramonto rosso e violetto, mentre penso.
Non è andato male questo giorno di addestramento... ho anche trovato delle persone che mi trattano bene. Credo che sia difficile per loro vedere un superiore come amico, anche per me questo è un rapporto strano, ma loro con me sono stati molto più gentili di quanto Levi è stato con me in tutti questi anni. Loro mi fanno sentire bene, mi illudo di essere normale.

C'è un interrogativo che mi tormenta, ovvero l'identità di Ackerman, Jaeger e Arlert. Quei ragazzi li ho già sentiti nominare ed ho anche la sgradevole sensazione di averli visti da qualche parte... solo che non riesco a ricordare! Una cosa su cui scommetterei è che, in qualche modo, loro saranno di vitale importanza per ognuno di noi. Ne sono sicura come se lo sapessi già.

Sasageyo,
Arienty

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