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10. Lettere al sapore di felicità

Ciao Sumire,
auguroni di buon compleanno da tutti noi! Hai visto che me ne sono ricordato? So a che cosa stai pensando: "Grazie, eh! Era il minimo che tu potessi fare!". Però ti prego di tenere in conto che gestire un'intera legione militare non è semplice... se non ci fosse Hanje ad aiutarmi non saprei proprio come fare!
Mi sento in dovere di chiederti scusa per la nostra assenza, hai totalmente ragione ad essere rammaricata con noi per come ti stiamk trascurando: dopotutto, la nostra era una promessa. Come hai detto tu abbiamo una moltitudine di impegni e ogni volta che cercavo di prendere la penna per scriverti due righe, ecco che saltava fuori una carta importantissima da firmare, una riunione da presidiare... sono desolato, farò in modo che questa mancanza non si ripeta: spero che tu possa essere risollevata da questo. Rimanere soli, abbandonati... è uno stile di vita che tu hai sperimentato fin troppo e troppo presto, da quello che mi hao raccontato; ti avevo promesso di renderti più felice di così. Non tutti siamo capaci di restare reclusi: la solitudine è dura da sopportare.
Ma torniamo a te: dieci anni, che bella età! Vorremmo essere con te ad abbracciarti... ci stiamo chiedendo se sei cambiata, se sei diventata più alta, se adori ancora il pane col burro la mattina a colazione. Hanje mi ha fatto promettere di dirti di esercitarti con il canto: a quanto pare la tua voce l'ha molto colpita e le manca sentirti. Sai, devo confessarti una cosa, ora che sei partita... ti ho sempre detto, prima che partissi, che tre anni erano un nonnulla. Ma, in realtà, sono il primo ad avere paura di tutto questo tempo. Ho paura di non riconoscerti quando tornerai e di dover scoprire che sei tu solo una volta che ti sarai presentata, o magari quando scorgerò il tuo nome in una pila di anonime carte. Manchi molto a me e ad Hanje e sono sicuro che anche gli altri soldati vorrebbero sentire una tua risata. La tua bella voce, il tuo carattere forte e simpatico che cela un animo gentile e premuroso, il ticchettio dei tuoi delicati passi, sono echi che ci ricordano te e ci danno speranza.
Ti saluto facendoti ancora tanti auguri,

Erwin

Sumire,
è novembre, che bello! Qui nel quartier generale la piazza è colma di neve: pensa che, alla sera, siamo tutti così rilassati che ci concediamo di tornare bambini e non è raro trovare qualche malato, in infermeria, che è stato colpito da una palla volante. Chissà che divertimento sarebbe giocare anche insieme a te: ti prometto che, se ti andrà, quando tornerai organizzeremo una mega battaglia di neve!
Anche se, da quel che ricordo del mio addestramento, voi cadetti passate le giornate invernali a scalare ripidi pendii ghiacciati, quindi immagino che ne avrai abbastanza per tutta la vita... Stavo pensando, l'altro giorno, che quando tornerai avrai l'età di Levi, però spero che sarai molto più simpatica di lui! Sai, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, credo che tu gli manchi, almeno un pochino. Da quando sei partita ha preso l'abitudine di pulire la nostra stanza da solo, come se gli ricordasse i bei tempi in cui lo aiutavi. Ma non allarmarti troppo, conoscendolo forse è solo più stressato del solito e quindi si sfoga con stracci e spolverini.
Il Centro di Comando sembra vuoto senza di te, lo dicono tutti. I pasti sono noiosi e le nostre squadre, nel tempo libero che prima usavano per giocare con te, non sanno cosa fare. Hai lasciato una traccia dentro di noi che è indelebile, sarebbe impossibile tornare alla vita di prima. Nei rari momenti vuoti - questo periodo stiamo organizzando una nuova spedizione - mi riunisco con Moblit e gli altri e ci sfuggono varie chiacchiere sul tuo conto. Solo cose belle, tranquilla! Torna presto piccoletta, noi ti aspettiamo!

Hanje

Ciao ragazzi!
Vi rendete conto che siamo già al venticinque di dicembre? Un anno è volato via, ne rimangono due da affrontare. Qui si lavora in continuazione, non c'è pace nemmeno per mezza giornata! Sì Hanje, per rispondere alla tua lettera precedente, stiamo svolgendo un sacco di esercitazioni all'esterno che mi fanno rientrare congelata. Perdonami, quindi, se non sarò tanto entusiasta delle future nevicate. Preferivo di gran lunga la primavera, da questo punto di vista. Oltre alla neve e agli addestramenti con la manovra tridimensionale che adoro, anche le varie lezioni sui giganti cominciano ad attirarmi. Ah, a proposito di lezioni... quando tornerò mi dirai come funziona quella bellissima scatola nera che fa partire il dispositivo di manovra, vero? Lo so che è segreto, però ti prometto che starò zitta!
Una cosa guasta il mio entusiasmo: la notizia della vostra imminente spedizione. Vi prego, state attenti. Sono ben conscia del fatto che ormai voi siate i migliori, i veterani, ma studiare i giganti mi sta facendo aprire gli occhi: quelle bestie sono imprevedibili, la loro complessità e i loro segreti mi intimoriscono. Non mi va proprio di tornare a casa e di sentire Levi che mi dà la notizia della morte di Petra o Oruo o Gunther o Eld. Di vedere il nome di Mike su una lapide. Di sapere da una Hanje senza gambe che Erwin è stato disperso. Fate in modo di rimanere buoni ad aspettarmi. Perché questo è il mio unico e solo desiderio: combattere al fianco delle persone che amo.

Sumire

Ehi Levi,
non far leggere questa lettera a nessuno, ti prego. È solo per te. Contiene informazioni private, per questo non l'ho accomunata con l'altra per tutti, anche se probabilmente le avrete ricevute insieme.
Da me, nel futuro, oggi è un giorno chiamato Natale. In Giappone non è una festa nazionale, essendo legata ad una tradizione che non fa parte della nostra cultura, ma comunque si prende sul serio: la viviamo scambiandoci doni, dolci, mangiando insieme e decorando ogni angolo delle case. Pensa che, per alcune religioni del mio mondo, oggi è nato un dio. Bello, no?
Sai, da molto tempo non festeggio il Natale perché questa festa ha un significato di amore, famiglia e amicizia: è da condividere con le persone a cui vuoi bene, insomma. Ma io non ho più avuto nessuno per condividere i miei sentimenti dalla morte dei miei genitori, quindi si è trasformato in un giorno ordinario, senza valore, vuoto come gli altri. Triste.
Quest'anno invece, sento di poter dire buon Natale di nuovo, perché immagino voi seduti al tavolo della mensa che chiacchierate insieme, Hanje che scherza con Erwin, Mike che annusa un'insalata sotto lo sguardo diffidente di Nanaba, te con un raro sorriso nel vedere quanto sia stupida la gente. La mia idea di questa festa, in pratica: mi si scalda il cuore e mi arriva una strana forza quando vi penso in questo contesto. Se questo è possibile, la maggior parte del merito va a te, mio caro amico, a te che mi hai notata sdraiata su quel terreno devastato e mi hai portata nel Corpo di Ricerca, a te che più di tutti mi hai fatta sentire a casa nonostante le maniere burbere. Mi hai ridato speranza e gioia, facendomi rivivere i momenti in cui i miei genitori e anche... loro... erano ancora con me. So che non apprezzi quando ti dico che per me sei speciale, però ho proprio bisogno di dirti grazie.
A proposito... buon Natale Levi, ma soprattutto buon compleanno! Immagino che a tredici anni tu non sia più un moccioso.

Sumire

Sasageyo,
Arienty

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