CAPITOLO 13: La stirpe dei Tanaka
Ho salutato Aya, ora posso partire insieme a Jinlen per capire il mistero della mia famiglia.
Prima di partire, prego sulla tomba di mio fratello, adesso parto, mentre sono sulla spalla di Jinlen, guardo attorno a me e vedo alberi enormi, laghi vastissimi con dell'acqua cristallina è tutto bellissimo, poi chiedo "Jinlen, ma esattamente dove stiamo andando?" lui "Ti sto portando dove i tuoi antenati hanno parlato per la prima volta con noi giganti".
Arriviamo a una caverna, Jinlen mi dice "Io non posso entrare, devi andare da solo..." scendo dalla sua spalla e facendomi luce, dando fuoco all'estremità di un bastone, mi addentrò in questo posto buoi e misterioso.
Sui muri ci sono strani disegni, raffigurano una ragazza che offre qualcosa a un gigante, e successivamente nasce la vita, i giganti costruiscono strade, ponti, abitazioni... ma è magnifico, mi faccio prendere dalla foga e continuo a scrutare i disegni cercando di decifrarne il loro significato... i giganti e gli umani sono in pace, condividono le loro terre, e collaborano per vivere al meglio.
Con la mano continuo a seguire i disegni, finché non vedo una parte del muro distrutta, qualcuno ha voluto cancellare questa parte della storia, c'è solo l'ultima parte, dove l'umanità si rifugia all'interno delle mura per scappare dai giganti... Ma perché? Cos'è successo? Noto un'altra parte del "racconto", un uomo esce dalle mura e accompagnato ed accolto dai giganti torna nel loro mondo, poco dopo tempo trova una donna e nasce un bambino, lo portano in una caverna e lo posano sopra un'altare di pietra, i giganti si inchinano d'inanzi al bambino, ma solo alcuni, gli altri se ne vanno.
Il gigante più anziano tra quelli che erano rimasti si ferisce la mano, in modo che il padre del bambino possa prenderne un po' del suo sangue, dopo averlo fatto comincia a disegnare sul bambino dei simboli tribali con le dita insanguinate e infine mostra lo mostra ai giganti, il racconto è finito e la caverna lascia spazio a un enorme sala di pietra dove al centro c'è un altare, mi avvicino per vederlo meglio.
Sull'altare ci sono scritti, centinaia di nomi diversi ma ognuno ha lo stesso cognome "Tanaka" ovvero il mio, a lato dell'altare c'è una pergamena la prendo e comincio a leggerla:
"Ogni discendente dovrà provare di essere tale, bevendo il sangue in fondo alla sale, se bevendolo in lui si risveglierà il potere di Maria, Rose e Sina, che gli copriranno rispettivamente tutto il corpo, avrà diritto e l'obbligo di provare a riappacificare gli uomini e i giganti... Se però colui che deciderà di provare a ricevere questo potere non fosse un discendente, si prepari alla morte."
In fondo alla sala c'è una bacinella, mi avvicino per vedere cosa contiene, temo sia il sangue di cui parla la pergamena, l'afferro e nel mentre penso "E se non fossi un'erede? Se il mio fosse un semplice caso di omonimia? Se non fossi chi io penso di essere?" un forte vento mi scompiglia i capelli e mi costringe a chiudere gli occhi, li riapro e vedo... mio padre, corro ad abbracciarlo e lui felice in volto mi stringe a se, guardandomi negli occhi mi dice "Figliolo, io e mio padre abbiamo combattuto a lungo, per non ricevere quella maledizione" gli chiedo "In che senso maledizione? Cosa mi succederà se bevo quel sangue?" mio padre comincia a spiegare "I poteri dei tre giganti più forti mai esistiti entreranno nel tuo animo e potrai comunicare con qualsiasi gigante esistente, ma tutto questo ha un prezzo enorme..." i miei occhi lo implorano di continuare "I pensieri, le paure, i sentimenti, i rancori di ogni gigante risuoneranno nella tua mente, portandoti all'esasperazione, l'unica cosa che mi ha salvato da quell'inferno è stata tua madre ed morta per proteggere il tuo futuro, per fare in modo che tu non dovessi soffrire come ho sofferto io, ma tutto questo è una tua scelta figlio mio, sappi che qualunque cosa tu decida né io né la mamma ti giudicheremo..." detto questo, scompare davanti ai miei occhi avvolto da una nuvola di fumo.
Tiro fuori dalla mia giacca, una piccola bottiglia e la riempio con quel sangue, prometto a me stesso che quel sangue dovrò berlo solo se fosse estremamente necessario, finito di riempire la bottiglietta, torno da Jinlen, mi chiede "Hai compiuto il rituale?" è inutile mentire "No, non potevo espormi a una simile sofferenza" con uno sguardo riluttante dice "Sei proprio come tuo padre..." senza farmi notare prendo un coltellino, lui continua dicendo "Non commetterò lo stesso errore... di nuovo" c'è qualcosa di strano in lui, mi sta minacciando? Provo a risolvere tutto dicendo "Avanti torniamo vicino alle mura" lui risponde con tono minaccioso "Ok... Ma tu non ci tornerai vivo" e si lancia contro di me.
Saltando schivo il primo attacco, ma per pura fortuna, senza il movimento tridimensionale non ho speranze, morirò qui? Jinlen ha tutte le intenzioni di mangiarmi, mi corre in contro e lanciandosi prova ad afferrarmi, dopo svariati tentativi ci riesce, con il mio coltello riesco a privarlo dell'occhio destro, ma questo non basta per fargli mollare la presa, prendo la bottiglietta e gli faccio bere un po' di quel sangue.
Lui mi scaglia via e preoccupato chiede "Cosa mi hai fatto? Che cosa ho appena bevuto?" lo guardo e rispondo in modo freddo "La profezia diceva -Se però colui che deciderà di provare a ricevere questo potere non fosse un discendente, si prepari alla morte-" Il suo corpo comincia a fumare e nel mentre Jinlen continua a urlare, guardo quella scena disgustato.
Ormai non è rimasto che lo scheletro, ho rinnegato le mie origini, ora non mi resta che provare a tornare alle mura.
Cammino per più di una settimana, finché non svengo, poi non so dopo quanto tempo sento una voce che dice "Ehi... moccioso, mi senti? Sei vivo?" devo fargli capire che non sono morto, ma il mio corpo non reagisce, con un piede quella persona mi gira, non riesco a vedere niente, tutto è sfuocato, però in qualche modo riesco a emettere un sospiro e sento "Ragazzi, caricatelo sul carro, questo qui è ancora vivo" "Arrivo capitano Levi" questa voce è inconfondibile... è Aya.
La sento che dice "Ma lui è, capitano lui è Noriyuki è ancora vivo dopo tutto questo tempo" non riuscendo a vedere bene, percepisco un caldo abbraccio e delle lacrime che cadono sulle mie guance, non riesco più a stare sveglio e chiudo gli occhi...
NOTA DELL' AUTORE: Purtroppo d'ora in avanti uscirà solo un capitolo al giorno, mi spiace ma non riesco più a pubblicarne due.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro