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Capitolo 8.1

                                                  Figlia della Terra

Dormire avrebbe dovuto essere cadere in un sopore profondo, riposare la mente e il fisico in vista del nuovo giorno, ma per me, da un po' di tempo, era più di quello.

La probabilità di essere espulsa dal mio corpo durante il sonno, e di ritrovarmi in una sbilenca posizione per aria, era davvero alta.

Come ora.

Fluttuavo qualche metro più in su della me stessa assopita nel letto, come se qualcuno mi avesse spinta con forza dal basso per ergermi fino al soffitto, ed ero al centro di una luce bianco- bluastra di forma ovale che si attenuava non appena cercavo di raddrizzarmi e scendere in altezza.

Erano solo le sei, di solito mi svegliavo alle otto per andare in università, ma ero sollevata fosse mattina, perché voleva dire che ero riuscita a dormire fino a quell'ora senza interruzione. Essere una Psichica aveva i suoi vantaggi, certo, ma esserlo senza controllo era tutt'altro che riposante.

Passai attraverso la porta, attirata da una scia di profumo di caffè e biscotti, e percorsi il corridoio fino alla cucina, trovandola poi vuota con la luce accesa. Diedi un'occhiata anche alla stanza dei miei genitori, perché la colazione era pronta e loro non se ne stavano servendo, ed era strano, ma mi pentii subito di averlo fatto.

Mia madre e mio padre erano a letto e si guardavano negli occhi con una intensità che mi fece provare l'imbarazzo di un terzo incomodo. Si studiavano a vicenda, con lui che le carezzava la frangia, e lei che sorrideva.

«Ti piacciono i miei capelli.»

«Li adoro», confermò lui, portandosene una ciocca alle labbra. «Fantastico di metterti un bocciolo di fiore proprio lì, vicino all'orecchio. Come ho fatto alla notte di nozze alle Hawaii, ricordi?»

«Un ibisco rosso.»

«Te l'avevo comprato poco prima di cenare.»

«Ricordo.»

Con studiata lentezza, lei tirò via le coperte e scese dal letto, mentre mio padre la guardava incuriosito.

«Che cosa fai?»

«Prendo il fiore», rispose, sollevando un piccolo vaso riposto a terra vicino alla finestra.

«Ma è una orchidea lilla.»

Lei ignorò il commento, e salì nuovamente sul materasso, posando il vaso sopra le sue gambe. Infilò le dita di entrambe mani nella terra e pian piano, il fiore iniziò a perdere ogni suo petalo, davanti ai miei occhi attoniti e a quelli interessati di mio padre, e appassì fino ad accartocciarsi in se stesso.

«Era una orchidea lilla», lo corresse.

Un nuovo fiore crebbe nel vaso, raddrizzandosi in tutta la sua bellezza, e un bocciolo rosso si aprì, spiccando come se avesse raggiunto il suo massimo splendore proprio in quell'istante.

«Un ibisco rosso», notò lui, molto meno stupito rispetto a me. «Sei una donna piena di risorse, Alba.»

«Avanti, prendilo», lo incoraggiò. «E fai quello che fantasticavi di fare.»

Mio padre allungò la mano verso il fiore e lo recise con un unico movimento, dopodiché lo intrecciò ai capelli di lei, nel punto che preferiva.

«Non so se mi abituerò mai al tuo potere.»

«E io non so se voglio che tu ti ci abitui.»

Si baciarono, e io presi in considerazione di uscire dalla camera prima di assistere ad effusioni più intime, ma fui lenta ad agire.

«E' difficile starti accanto sapendo cosa sei in grado di fare con la terra. La tua magia è incredibile e ti confesso che a volte mi fa paura, e altre mi fa sentire al sicuro.»

«Anche se mi limito e la uso poco per via delle nostre figlie?»

«Sì. Il tuo dono per un periodo di tempo mi ha fatto sentire inferiore a te. Voglio dire, guarda ora che meraviglia di fiore hai tirato su dal nulla.»

«Avrei un futuro nell'agricoltura», scherzò lei.

«Lo hai già con i tuoi decotti di erbe. Sono molto utili.»

«Ma anche pericolosi», rimarcò Alba, incupendo il tono di voce. «Il potere può essere un bene o un male a seconda di come lo si usa.»

«Ed è per questo che non lo hai mai voluto rivelare a Giulia e Sofia.»

«Non solo. Come pensi reagirebbero sapendo che la loro mamma non è normale, che là fuori ci sono altre persone così, e che loro stesse avrebbero potuto diventarlo?»

«Prima o poi dovrai dirglielo, sai. L'arrivo degli Zhao in città non promette nulla di buono. Inoltre, abbiamo iniziato pure a collaborare con sti Guardiani, ormai non possiamo tirarci indietro, né tantomeno nasconderci.»

«Dovresti fidarti di più degli Zhao, caro.»

Non credetti alle mie orecchie. Mia madre stava chiedendo seriamente di riporre fiducia in Miri e Shian?

«Fidarmi di più?» ribatté mio padre, dubbioso almeno quanto me. «Stiamo armando una famiglia di cui sappiamo poco, che per giunta non è neanche umana. E se le nostre lame finissero in mani sbagliate? E se i Guardiani non fossero tutti leali e giusti come sembrano? Questa volta hanno bisogno dei Figli della Natura per svolgere il loro compito; di te e di molti altri. E non è escluso possano interessarsi anche a Giulia e Sofia.»

«Ne abbiamo già parlato. Dobbiamo fare attenzione e prenderci i nostri rischi.»

«E' bastato che You Zhao ti svelasse da chi discende il tuo potere e come si è tramandato nel tuo albero genealogico per farti convincere a mettere il tuo dono al suo servizio.» si lamentò lui.

«Il Signor Zhao in quell'incontro mi ha fatto scoprire qualcosa di importante su di me, qualcosa che nessuno dei miei antenati con il mio stesso potere ha avuto la fortuna di conoscere», replicò lei.

«Lo so, eppure...»

«Fin da quando mi sono accorta di avere un potere sulla terra, io non ho mai saputo perché lo avevo», lo interruppe lei. «Per trent'anni ho pensato fosse una particolarità legata solo alla mia famiglia e a uno strano scherzo della natura umana. You Zhao mi ha spiegato che lo avevo perché si era generato dall'antica unione di una ragazza con lo Spirito della Terra e che vi sono altri tre tipi di potere, che hanno molte persone in giro per il globo. Mi ha detto anche che esiste un Piano non fisico, dove abitano varie Entità e da dove viene lo Spirito della Terra, e io mi sono sentita per la prima volta partecipe dell'Universo in cui sono nata.»

«Avere la certezza che la realtà fisica non è l'unica esistente. Nonostante tutto, posso capirti. Ma è solo per via della felicità che ho visto nei tuoi occhi dopo quell'incontro che mi sono interessato ai Guardiani e li ho appoggiati.»

«Ti sono grata per questo.»

Alba lo abbracciò, e rimase qualche istante in silenzio vicino a lui.

«Hai intenzione di restare ancora molto a origliare?» domandò una voce maschile e piena alle mie spalle.

Rydios.

Ebbi un tremito per il corpo astrale, ancora prima di voltarmi verso di lui. Forse era perché in quella forma tutto era amplificato, d'un tratto ondate di sensazioni mi investirono come se mi trovassi su una zattera a sopravvivere a un mare in tempesta. Mi sentivo scoperta e indifesa, portata alla deriva e in procinto di naufragare.

«Sapevo che ti avrei trovata qui», aggiunse, avvicinandosi.

Se poteva essere, era ancora più bello di quanto ricordassi dall'ultima volta che lo avevo visto. Era un ragazzo etereo, ma non aveva nulla da invidiare a uno qualsiasi in carne e ossa, per come mi faceva sentire avere il suo sguardo su di me.

«Mi sono persa ad ascoltare i miei genitori», dissi, imbarazzata.

«Era una conversazione alla quale non potevi partecipare», commentò, guardandoli. «Non sarebbe meglio affrontarli come si deve, una volta per tutte?»

«Sì, lo sarebbe.»

"Se non lo temessi" aggiunsi, nel pensiero.

Avvertii le sue dita sfiorarmi la pelle della mano, in un delicato solletico. Abbassai lo sguardo un istante, con i pensieri in collisione, e subito lo rialzai a cercare i suoi occhi. Erano di un verde eccezionale, con minuscoli bagliori di argento e oro, facevano venire la voglia di celarsi nelle loro profondità e scoprire tutto ciò che avevano visto.

Avevo l'impressione che mi avrebbe presa per mano, ma il contatto con la mia pelle fu troppo debole e non successe. Notai un certo imbarazzo dietro l'accenno di sorriso che mi rivolse.

«Non devi temere un confronto», disse, in risposta al mio pensiero. «Anche loro hanno il tuo stesso timore, ma tu sei in vantaggio perché lo sai.»

«E' vero.»

Si girò di schiena, ma prima di uscire dalla camera, si fermò un'ultima volta, poco distante da me. Restò in silenzio, sospirando come se fosse combattuto, e infine disse l'unica cosa che non mi aspettavo avrebbe detto.

«C'ero anche io al parco, ieri.»

Io fossi in Sofia sarei già andata nel pallone dopo questa rivelazione ahah ❤ vediamo lei come reagirà, domani nella seconda parte del capitolo. In questa, abbiamo avuto modo di conoscere qualcosa in più sulla magia di Alba. Ce la farà Sofia a parlare con i suoi genitori cercando un sincero confronto su tutti i segreti che le hanno tenuto? A presto!

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