Uno spazio per te nel mio cuore
"...Con te ho trascorso gli anni più belli; al tuo fianco sono riuscita a realizzare i miei sogni; grazie al tuo aiuto mi sono rimessa in piedi senza alcuna difficoltà nei momenti di bisogno. Tutto ciò perchè mi hai sempre sostenuta e mi hai continuamente spronata ad andare avanti e a realizzare qualsiasi cosa mi passasse per la mente, facendomi capire che la vita va vissuta fino in fondo e che non bisogna mai arrendersi davanti alle prime difficoltà. Ho imparato da te la determinazione e ho accumulato accanto a te così tanta forza da superare qualsiasi ostacolo. Sono riuscita ad apprezzare ogni singolo momento passato insieme e nonostante alcuni litigi e incomprensioni che abbiamo dovuto affrontare nella nostra storia, non mi hai mai fatto mancare niente e non ho mai perso il sorriso. Per questo non ti ringrazierò mai abbastanza. E queste parole che ora ti sto scrivendo non riusciranno mai ad esprimere la mia piena gratitudine nei tuoi confronti. Ma non posso fare altrimenti. Ho bisogno che tu sappia quali parole mi stanno invadendo la mente in questo momento. E credici: mi trema la mano mentre scrivo e non sai quanti fogli ho dovuto gettare via perchè rovinati dalle mie lacrime. E' più difficile di quanto pensassi dirti ciò che provo e scrivere le mie emozioni nero su bianco. Mi sento triste perchè non siamo riusciti a mettere a posto la nostra relazione; sono arrabbiata con te perchè credo che, a differenza mia, tu non ci abbia provato abbastanza a sistemare le cose. Perchè mentre io provavo a parlare con te, tu te ne andavi; quando volevo solo la verità, tu non facevi altro che raccontare bugie. Ma non per questo te ne faccio una colpa. Ormai è tardi e comunque sarebbe impossibile anche solo pensarlo poter sistemare tutto, per cui ti prego di non chiamarmi più e di non cercarmi perchè niente potrà riunirci di nuovo.
Prima di concludere questa lettera voglio che tu sappia che il motivo per cui me ne sono andata è sempre e solo quello: il fatto che non riusciamo più ad amarci. Ci guardiamo negli occhi e non vediamo più la persona che abbiamo visto il primo giorno in cui ci siamo incontrati; ci prendiamo per mano e non sentiamo più il brivido lungo la schiena che sentivamo le prime volte. Ci parliamo e nemmeno ci ascoltiamo. Questi sono i motivi per cui non voglio più vederti. Non devi assolutamente pensare che riguardi il tuo passato: l'ho compreso e superato anni fa. Il fatto che tutti ti considerino un assassino per ciò che è accaduto, a me non è mai importato. E solo perchè la tua foto con sotto la scritta "Assassino" appariva su tutti i giornali, non mi ha mai toccata più di tanto perchè l'unica cosa che vedevo eri TU, un uomo gentile dallo sguardo intelligente, non la persona che un momento di rabbia incontrollata ti ha fatto diventare. Non fraintendermi: ciò non significa che approvi quello che hai fatto e lo sai. Sto solo dicendo che la tua azione è stata istintiva e tu, in realtà, non volevi fare ciò che hai fatto.
Spero tu stia bene e che abbia superato ciò che è avvenuto stamattina. Non fartene ancora una colpa.
Voglio che tu mi ricordi con il sorriso di quella sera di dieci anni fa che tanto ti colpì e io avrò sempre l'immagine di te con gli occhi luminosi e con quei capelli sbarazzini che non volevi mai pettinare.
Vedrai che tutto sarà più facile senza di me...".
Sarah posò la penna accanto al foglio stropicciato e macchiato da qualche lacrima. Con gli occhi gonfi, guardò fuori la finestra davanti alla scrivania e sospirò. Berlino era una città splendida. In quel periodo poi assumeva un aspetto ancora più affascinante: con l'arrivo dell'inverno gli alberi si spogliavano completamente mostrandosi al mondo, il cielo si faceva scuro e la pioggia gelida cadeva più frequentemente.
Sarah riprese in mano la penna e con la mano tremante concluse la sua lettera.
" Ti auguro solo il bene, Peter e non preoccuparti per me. Io sto bene.
Addio. Tua Sarah".
Scoppiò a piangere. Aveva appena scritto le parole finali di un capitolo importante della sua vita, ma in cuor suo sapeva che non era durato abbastanza.
Sobbalzò quando sentì qualcuno aprire la porta del piccolo appartamento al quarto piano vicino al centro di Berlino. Si asciugò le lacrime con la manica del maglione.
:- Sarah, sei qui...pensavo fossi uscita-.
Sarah si girò verso la porta. :- Non ne avevo voglia-.
L'uomo si tolse il cappotto gettandolo sul divano e si avvicinò a Sarah. :- Hai gli occhi rossi. Hai pianto di nuovo, non è vero?-. L'abbracciò. Un abbraccio stretto che scaldò l'animo freddo di Sarah in quel momento.
Lei sorrise. :- Sì Will, ho pianto... ma ora sto bene-.
:- Lo so che per te è difficile. Devi fare i conti con una nuova città, una nuova lingua e devi abituarti ad un nuovo stile di vita... e so anche che non riesci a smettere di pensare a Peter-, Will le prese le mani, :- Ma ti ricordo che sei stata tu a venire qui, non ti ha obbligata nessuno-.
:- Lo so. Ma voglio vivere qui con te e lavorare qui a Berlino. La tua offerta di lavoro mi ha sempre attirata, nonostante dicessi a Peter di non volerla accettare. Questa per me è sempre stata una grande occasione, ma non ero pronta a lasciarlo. Sicuramente tuttora non credo di aver fatto la scelta giusta, ma ora che sono qui non voglio tirarmi indietro-.
Si abbracciarono di nuovo, a lungo. Sarah aveva il cuore che batteva a mille e numerosi pensieri per la testa. Le lacrime, di nuovo, volevano uscire in abbondanza e lei non cercò di fermarle. Aveva paura per il suo nuovo futuro, per ciò che l'aspettava, ma soprattutto, perchè sapeva che dentro al suo cuore uno spazio per Peter c'era ancora.
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