Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Silenzio disturbato




Acton, London.

25 anni prima.

Il vento soffiava dolcemente e le ultime foglie rimaste sugli alberi cadevano, ricoprendo le strade di mille colori caldi. Era ormai notte fonda e tutti, o quasi, erano rientrati nelle loro case. Solo alcuni continuavano a camminare: c'era chi tornava da una lunga giornata di lavoro e tutto ciò che voleva era una doccia e un letto caldo; altri ancora uscivano da qualche locale o da qualche ristorante ma, sempre, per rientrare in casa. Quando le giornate si facevano fredde, le strade di quel piccolo sobborgo a ovest di Londra si svuotavano a mano a mano e sempre più gente preferiva rincasare presto, lasciando spazio al silenzio della notte, disturbato solo da qualche animale randagio e da qualche barbone che dormiva di solito sulle panchine dei parchi. Tutto era calmo. Sembrava come se ogni cosa venisse congelata, in attesa del nuovo giorno. In quella notte di Novembre, però, qualcosa disturbò la solita quiete e ruppe il silenzio che si era venuto a creare. Mentre tutti dormivano, in una casa la luce non voleva spegnersi. Da una finestra di una piccola villetta, si potevano intravedere delle ombre che si muovevano, agitate.

:- Non posso crederci... con tutti gli uomini che ci sono in questo mondo, proprio con lui?!-, un uomo lanciò qualcosa contro la parete e si frantumò in mille pezzetti.

:- Mi dispiace... non volevo-, una donna era raggomitolata sul pavimento con la schiena contro la parete. Tremava. Respirava a fatica. Piangeva.

Qualcos'altro venne distrutto quando l'uomo lo prese da un tavolino e lo sbatté con violenza per terra.

:- Non ci credo... dici che ti dispiace?!... non sono mica stupido. Andava avanti da mesi questa cosa... non è vero?-, era furibondo e mentre urlava quelle parole verso la donna, camminava avanti e indietro nella stanza.

:- No, davvero, io l'ho visto solo una volta... te lo giuro-, la donna provò ad alzarsi appoggiandosi al letto.

L'uomo rise, con gli occhi lucidi, :- Solo una volta, eh?!  Ma se i messaggi più vecchi che ti scambiavi con lui sono di due mesi fa, Shelly!-, provò ancora a sorridere, ma gli tremavano le labbra:- Quanto puoi essere stupida?! Non solo non hai cancellato i messaggi, ma ti sei anche dimenticata il cellulare a casa... Comunque Larry mi ha detto tutto-.

La donna lo guardava, incredula. Nel frattempo si era avvicinata ad un cassettone dalla parte opposta del letto.

L'uomo continuò:- Non riusciva a continuare a mentirmi. In fondo è il mio migliore amico. Quello stupido bastardo mi ha confessato tutto stasera. Non riesce a mantenere un segreto nemmeno se dire la verità gli costasse la sua vita. Ti sembra normale?! Mi ha mandato un messaggio in cui confessava tutto della vostra relazione. Non potevo credere alle sue parole. Siamo amici da quasi vent'anni!-.

:- Non ci credo. Stai mentendo-. La donna si appoggiò al cassettone con le mani, per non cadere.

:- Qui l'unica che mente sei TU-, sottolineò queste ultime parole e con gli occhi individuò la lampada sul comodino vicino a lui. La prese e la scagliò, mancando di poco la donna, che schivò il colpo spaventata.

:- Shelly, mi ha detto che la vostra relazione dura da tre mesi!-, cercò di cacciare indietro le lacrime, ma non ci riuscì. Piangeva e sfogava la sua rabbia lanciando tutto ciò che gli si parava davanti. :- Quel bastardo... e io che lo consideravo un amico-.

Shelly scappò dalla stanza, barcollando. Lui si avvinò di corsa al comodino, frugò nel cassetto e poi la inseguì.

:- Shelly!-, gridava inseguendola per le scale. I suoi occhi erano infuocati.

Lei giunse in cucina e chiuse la porta.

:- Shelly, apri questa maledetta porta-, batteva i pugni, sempre più forte, fino a che la porta non cedette e cadde.

Davanti a lui, Shelly era in piedi con gli occhi sbarrati, che lo fissavano e aveva il respiro affannato. L'uomo le guardò le mani. Una impugnava una pistola.

:- Shelly, posalo-.

:- Non voglio che tu ci uccida-, le lacrime scendevano copiose.

L'uomo si avvicinò. Shelly si allontanava dietro il tavolo della cucina.

:- Non voglio farvi del male-.

Lei aveva cominciato a tremare e alzò la pistola davanti a lui per difendersi. :- Se ti avvicini, sarò costretta ad ucciderti-.

Lui, con uno scatto, gettò un sedia a terra, impedendo a Shelly di avvicinarsi alla porta, ormai a terra, e si scaraventò su di lei. L'uomo l'afferrò per il braccio. Le tolse la pistola dalle mani. Lei si dimenava nella presa stretta che ora le cingeva il collo.

Gli occhi di lui erano annebbiati dalle lacrime, ma numerose immagini passate si materializzavano davanti a lui, nitide. Era come se, in quell'istante, stesse rivivendo ciò che era accaduto. Provò a chiudere gli occhi per scacciarle, ma i suoi pensieri ritornavano sempre a quel giorno, quando vide Shelly che si baciava con un altro, davanti la loro casa. Stretti in un abbraccio, mentre lui li guardava. Non riuscì mai a capire che cosa lo spinse a non reagire, a non andare lì e prendere a pugni quell'uomo che in quel momento era girato di spalle. Si limitò invece a risalire sulla macchina e ad andarsene...

Shelly aveva gli occhi sbarratti e si dimenava, cercando di liberarsi dalla stretta morsa che le impediva di respirare.

...L'uomo ricordò che non fece niente nemmeno i giorni a seguire, anzi. Proseguì la sua vita, cercando di dimenticare quella scena, per una settimana, fino a quando non ricevette un messaggio dal suo amico.

La donna vide il coltello alla sua destra e provò a raggiungerlo con le mani, la sua vista cominciava ad annebbiarsi.

...Larry gli disse tutto. Lesse il messaggio più e più volte, senza riuscire a capacitarsi del perchè. Successe quella notte di Novembre, quando, trovò anche il cellulare della moglie sul letto e lesse tutti i messaggi che si erano scambiati negli ultimi tre mesi. Decise di aspettarla a casa, affinchè lei potesse spiegargli il motivo.

L'uomo allentò la presa, ma Shelly raggiunse il coltello e lo afferrò a fatica. Alzò il braccio, pronta a colpire suo marito. L'uomo mise la mano dietro la schiena.

Il silenzio che di solito regnava in quel piccolo quartiere, venne interrotto da uno sparo. Le luci delle case vicine si accesero.

Un rivolo di sangue caldo colava sul pavimento. Le mani dell'uomo tremavano. Gli occhi della donna erano fissi in un punto. Le labbra di Shelly si muovevano lentamente e a fatica. :- Pe...Pe...-.

Suo marito la guardava, pallido in volto.

:- Perchè... l'hai fatto... Peter?-, l'ultima parola fu quasi un sospiro.

Lui poggiò la mano sporca di sangue sul ventre di Shelly. Qualcosa si muoveva ancora. Un battito debole, una piccola mano che spingeva.

Mentre scappava di casa, chiamò l'ambulanza, che già si stava avvicinando, a sirene spiegate, avvertita dai vicini non appena sentirono lo sparo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro