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Sarah

Sarah gettò via il bicchiere di plastica vuoto e guardò l'orologio che aveva al polso. Erano passati quindici minuti da quando era arrivata al bar dell'ospedale, aveva preso il caffè e si era seduta su una sedia, eppure Peter non era ancora uscito dalla sala d'aspetto. Sarah aspettò altri minuti, guardando il via vai di gente davanti a lei, poi prese la borsa e frugò dentro. Tirò fuori il cellulare per scrivere un messaggio a suo marito. "Ho delle commissioni da fare. Non posso aspettarti ancora. Ci vediamo a casa". Inviò il messaggio e ripose il telefono nella borsa. Valutò l'idea di andarglielo a dire anche di persona, ma non ci pensò due volte a lasciare l'ospedale senza farlo.

Sapeva che se aveva un'idea in testa, nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo e a fargli cambiare la sua intenzione, nessuno, nemmeno lei. O almeno non ci riusciva più. Era sua moglie da ormai dieci anni, ma non erano più legati come prima, quando lei aveva un'influenza incredibile su di lui, tale da far cambiare idea a quel cocciuto che era suo marito e non solo: era riuscita a conquistarlo un tempo, da giovane, con il suo fascino da venticinquenne, lo aveva stregato dal momento in cui si erano incontrati con i suoi bellissimi e profondi occhi azzurri. Peter se ne era subito innamorato quando l'aveva vista per la prima volta alla serata di presentazione di un libro di un noto scrittore e suo amico di infanzia: lui scrittore alle prime armi che tentava di farsi conoscere in quella numerosa folla e di ottenere una piccola fama per promuovere un giorno il suo libro; lei neogiornalista appena uscita dall'università che sperava di poter ottenere qualche informazione e scrivere un articolo su quella serata galante. Entrambi provenivano da un'università di lettere e condividevano le stesse passioni per la scrittura: lui amava esprimere tutte le sue emozioni su una pagina bianca per comunicarle al mondo; lei preferiva elogiare o criticare tutto ciò che avveniva in quel piccolo quartiere londinese. In realtà, a parte il loro amore comune per la letteratura, nient'altro li accomunava. Sarah era una giovane donna energica e solare, pronta a "conquistare" il mondo con tutto ciò che aveva appreso durante il percorso scolastico. Ambiziosa com'era, si immaginava già all'apice del successo nella carriera da giornalista. E ciò era un bene, perchè con la sua testardaggine e la sua voglia di vincere era riuscita già a pubblicare due articoli in prima pagina subito dopo essersi laureata. Questo le aveva fatto ottenere un lavoro come collaboratrice alla British Publishing House, una nota casa editrice londinese, e le avevano commissionato un pezzo proprio su quella serata di presentazione di quel libro, dove lei ebbe la possiblità non solo di scrivere un bell'articolo guadagnandosi così una bella promozione e un "posto d'onore" a fianco del capo-direttore della casa editrice, ma anche di conoscere il suo futuro marito. Infatti quella sera, dopo aver assistito al discorso del famoso scrittore amico di Peter e aver annotato nei minimi dettagli qualsiasi particolare, stanca di essere rimasta in piedi per un'ora e mezza, decise di concedersi una pausa prima di riprendere il suo lavoro, sedendosi a sorseggiare un bel drink all'angolo bar. Lì, seduta su un sgabello, mentre la sua mente si rilassava, i suoi occhi girovagavano per scoprire il posto. In mezzo a quella miriade di occhi dalle varie tonalità, forme e dimensioni, i suoi scelsero quelli più belli e luminosi di un giovane ragazzo seduto a pochi metri da lei. Evidentemente anche gli occhi di lui avevano avuto la stessa idea perchè lui la stava guardando da un pezzo. Dopo alcuni minuti di incertezza e di imbarazzo, nessuno dei due riuscì a compiere il primo passo e così fu Greg, l'amico-scrittore-protagonista di quella serata, a rompere il ghiaccio fra i due, colpendo Peter su una spalla :- Ci provi tu con quella ragazza bionda laggiù? No, perchè altrimenti mi faccio avanti io prima che te la mangi con gli occhi!-. Comunque, quell'amore esploso a prima vista durò per due anni circa, quando decisero di unirsi nel vincolo del matrimonio, sperando davvero di poter mantenere il loro legame per sempre. Non fu così: non riuscirono a mantenere le loro promesse. Si, certo, decisero di rimanere comunque insieme per superare i problemi economici di lui, visto che in dieci anni non era riuscito a pubblicare un solo libro e in più i genitori di Peter, due dei più abili agenti immobiliari della città, entrarono in bancarotta e non volevano assolutamente riprendersi indietro loro figlio, non in quella situazione. Sì, Sarah si rese conto che più niente li teneva uniti, il loro amore non andava oltre un buongiorno e una buonanotte, accompagnati da qualche parola durante il giorno. Ed era triste, pensò Sarah. Faceva schifo gettare all'aria così dieci anni di matrimonio, senza nemmeno lasciare qualcosa, una piccola traccia della loro storia.

Persa nei meandri dei suoi pensieri, Sarah guidava con le guance rigate di lacrime. Arrivata al semaforo rosso, si fermò, prese un fazzoletto dalla borsa e ripartì. Sapeva che ormai niente si poteva fare per salvare la loro relazione, perchè entrambi ci avevano provato. Ripensò al messaggio che aveva scritto a Peter poco prima di uscire dall'ospedale: " Ho delle commissioni da fare". In effetti, sarebbe dovuta andare alla posta, alla banca e altri dei soliti giri. Sbuffò. "Ormai è tardi. Tutto è perduto", pensò. Svoltò a destra. Poco dopo raggiunse la stazione.

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