Siamo sedute su una panchina nel parco Valentino, non riesco a smettere di parlare.
"Ila,mi trasferisco. Mi hanno ammessa all'Università di Belle Arti a Firenze.. parto fra una settimana..." mi interrompe decisa Martina.
Non ci credo... Come faccio io senza di lei? Soprattutto ora, con questa novità degli allenamenti, ci tenevo davvero tanto a condividere le mie emozioni con lei. Beh, l'importante comunque è che sia felice, aspettava da tanto un'opportunità del genere.
"Che bello Marti! Sono felicissima per te! Te lo meriti davvero." la abbraccio.
"Però mi dispiacerà non vederti costantemente come successo fino ad ora... Mi mancherai..." sospiro.
Martina ricambia l'abbraccio stringendomi più forte.
"Verrò a trovarti tutte le volte che potrò. E sai che ti dico? Domani vengo a vederti all'allenamento."
È davvero il regalo più grande che possa farmi: lei odia il calcio e tutto ció che lo riguarda, soprattutto vedere le partite. L'allenamento è ancora più noioso.
"Grazie Marti, grazie davvero. Ti voglio bene."
"Pure io scema." mi dà un bacio sulla guancia
"Pure tu te lo meriti e sono sicura che stupirai tutti!" continua
"Si certo! Gioco da dieci anni e nessuno mi ha mai notata." rispondo prontamente
Proprio così: da quando avevo nove anni sono stata l'attaccate di quattro squadre diverse. Mia madre è sempre stata contraria, ma quando si è resa conto che era ciò che amavo e mi divertivo, si è convinta. Non riesco ancora a spiegarmi perché si sia arrabbiata così tanto quando le ho detto del provino nella squadra femminile della Juve... forse per l'alto livello, per le ore di allenamento settimanali o perché ha paura che mi possa dedicare meno all'Università che fra poco inizierò.