40| challenge
Da quando Stephanie mi aveva parlato dell'attesissimo ballo di fine anno, quell'unico pensiero affiorava la mia mente costantemente. E se io rifiutassi la persona che mi avrebbe fatto la proposta, se mai qualcuno me l'avrebbe fatta, che cosa sarebbe successo? Vedevo tutte queste proposte andate a buon fine, coppie contente, coppie appena nate e coppie molto innamorate... ma io?
Io avevo paura di ferire la persona che mi avrebbe fatto la proposta. Avevo paura che la persona che me l'avrebbe fatta non fosse quella che io veramente volevo me la facesse. Che confusione! E la mia mente non faceva altro che peggiorare la situazione, facendomi mille film mentali su ciò che sarebbe potuto succedere dopo il mio rifiuto. Forse era meglio accordarmi prima con qualcuno che andavo in gruppo con delle ragazze single, come vedevo si stavano accordando delle ragazze della squadra. Così il pomeriggio successivo, alla fine dell'allenamento, mi avvicinai a quel gruppetto che stava parlando fitto fitto su ciò che avrebbero fatto la sera del Prom e domandai se potessi unirmi anch'io a loro.
Abigail, una delle quattro Flyer, mi ammise con molto entusiasmo. "Certamente! Saremo felicissime di accoglierti nel nostro gruppo di ragazze single! E poi ora si è liberato proprio un posto, perché qualcuno ci ha abbandonato." disse, ammiccando verso l'amica che teneva in mano un enorme mazzo di rose e gigli dai colori bianchi e rosa con lunghe foglie ai lati.
"Davvero?" chiesi genuinamente curiosa e felice per lei.
Leila annuì dolcemente e mi spiegò che non si era presentata all'allenamento proprio perché il suo ragazzo l'aveva trattenuta per la proposta. E subito dopo scoprii anche che il suo ragazzo era Richard Douglas, cioè quello che si diceva essere il più bello e popolare della scuola. In quel momento non riuscivo a collegare quel nome a nessun viso, ma presto vidi l'entusiasmo negli occhi di Abigail quando vide arrivare un ragazzo, apparentemente questo Richard, abbracciare l'amica che sembrava altrettanto felice. Il ragazzo appoggiò un braccio sulle sue spalle e, nemmeno il tempo di salutarci, ce la portò via. L'amica la mise nel ridere e continuò a spiegarmi il loro programma. "Avevamo intenzione di partecipare tutte insieme, mettendoci abiti abbinati l'una con l'altra e con il tema di quest'anno è anche abbastanza semplice, diciamo."
Avevo visto in giro per la scuola dei poster con scritto che il tema dell'anno era il Cottage core, ma non avevo la più pallida idea di ciò che significasse. Allora glielo chiesi e subito sembrò abbastanza scioccata dalla mia domanda, ma si mostrò subito disponibile a darmi una spiegazione, mostrandomi delle foto. La maggior parte di esse erano di ragazze che facevano pic-nic su un prato o ragazze distese nell'erba che indossavano semplici abiti floreali.
"Come mai questo tema?" domandai.
Scosse le spalle. "Suppongo che il comitato che l'ha scelto pensasse che fosse quasi ironico farlo in una scuola privata californiana, visto che tutti noi ragazzi siamo abituati a gestire e a partecipare ad eventi in cui il lusso non manca mai, invece questo stile è molto semplice e genuino."
"In più di solito questo aesthetic è più tipico della campagna collinare che delle grandi metropoli." aggiunse un'altra.
"E poi erano anni che facevamo sempre gli stessi temi!" sbuffò una.
"Cioè quali?" chiesi.
Una delle più vecchie della squadra mi rispose con un tono annoiato. "L'anno scorso abbiamo fatto il Prom tema Euphoria, l'anno prima tema Bridgerton, prima ancora Stranger Things e il mio primo anno l'abbiamo fatto a tema Gossip Girl."
"E sarebbero?" chiesi ignorante di tutto ciò che aveva appena detto.
Le ragazze mi guardarono sconcertate, poi mi fecero domande sul mio passato e da dove venissi visto che non conoscevo le serie Netflix più in voga in quegli ultimi anni. E mi spiegarono anche che Leslie, la ragazza che aveva sbuffato, era annoiata da quei temi, come la ragazza dell'ultimo anno, perché erano sempre temi a serie televisiva solamente perché la scuola era vicina a Hollywood. Quest'anno secondo lei il tema era molto più avvincente di quelli precedenti, però non sapendo di ciò che parlava non potevo esprimere una mia opinione.
Dopo averle salutate, raggiunsi Dylan, Cameron ed Ethan nel pick-up del mio vicino. Quando mi sedetti, mi sentii come se mi fossi scrollata di dosso un peso enorme. Lo annunciai ai ragazzi e mi dissero che sarebbe stato divertente vedermi con altre ragazze, cosa che non era molto usuale visto che preferivo stare con loro, e altrettanto vedermi vestita di tutto punto. Allorché mi venne da ridere, non sapevo il motivo, ma non mi aspettavo quel tipo di reazione da nessuno di loro, ma non sapevo nemmeno cosa pensare.
Mi dissero anche che erano felici per me, perché finalmente avevo delle amiche. Erano quasi nove mesi che stavo solamente nella mia zona di comfort tra le persone che conoscevo e con cui ero abituata a stare, invece mi ero appena messa in gioco, volendo passare ancora più tempo con persone che avevo appena imparato a conoscere.
Presto scoprii che non tutti mi avevano detto la verità. Non tutti erano d'accordo con il fatto che andassi al ballo di fine anno con un gruppo di ragazze single. Specialmente uno di loro tre: Cameron.
Quella sera decidemmo di passarla tutti e quattro insieme a casa dei miei nonni, soprattutto perché non volevamo far pesare a Dylan il fatto che i suoi genitori si erano presi un weekend per andare in vacanza senza di lui. Perciò, oltre a non vederli mai, se non raramente la sera dopo cena, erano andati in un hotel in spiaggia da soli, senza nemmeno chiedergli se volesse andarci anche lui insieme a loro.
Quindi, quella sera cenammo tutti insieme: i nonni, mamma, io, mio fratello, Cassie, Cameron e Dylan. E, quando finimmo di mangiare i nonni ci salutarono e andarono a dormire, in quest'ultimo periodo sembrava che fossero invecchiati incredibilmente, forse era lo stress a cui li avevamo sottoposti. Dopo un po' anche la mamma e Cassie ci dissero che andavano a fare una delle loro solite passeggiate e ci lasciarono soli in cucina.
Dopo un paio di minuti in cui eravamo caduti in un silenzio tombale, Cameron si alzò dalla sua sedia e prese qualcosa da uno scaffali dei nonni, nascondendo l'oggetto, non identificato, dietro la schiena. E, solo una volta che si sedette al suo posto, ci fece vedere ciò che aveva preso.
Appoggiò rumorosamente sul tavolo un barattolo trasparente che conteneva moltissimi peperoncini rossi. "Hot Red Peppers Challenge!" annunciò. "Sfido chiunque di voi a battermi su una sfida di forza e resistenza, mangiando il più possibile numero di peperoncini piccanti e, prima di accettare la sfida, dovete sapere che mi sono allenato parecchio e finora non ho trovato nessuno che mi potesse battere, vero, Ethan?" disse, ammiccando all'amico. In Texas, oltre a fare gare di corsa e di moto, una volta avevamo anche fatto una gara di resistenza ai cibi più piccanti e aveva perso nuovamente il povero Ethan che anche quella sera aveva preferito non partecipare attivamente, ma restare a fare il giudice di gara.
Subito dopo il suo ritiro, guardai negli occhi Cameron, cercando un segno di rinuncia o qualcosa del genere, ma non lo trovai, anzi mi sembrava molto motivato a giocare.
Alzai la mano d'istinto. "Scommetto che ti batto!" proclamai, stuzzicandolo con lo sguardo.
Cambiò posto in tavola, mettendosi dritto davanti a me e ci fissammo intensamente. Aprì lentamente il tappo del barattolo di peperoncini, mantenendo il contatto con i miei occhi. La tensione nell'aria era palpabile, fino a quando spezzò il silenzio. "Se dobbiamo scommettere facciamolo bene: se tu vinci..."
"Se io vinco, voglio che tutti voi facciate un allenamento con le cheerleaders in divisa!" dichiarai, interrompendolo.
"Ti prego, non accettare!" disse subito Dylan, e a lui si unì Ethan. "Per favore! Non vorrei ritrovarmi in gonnellina davanti a tutta la scuola. Sii ragionevole, Cam!" lo rimproverò mio fratello.
Il diretto interessato alzò le mani al cielo. "I dadi sono stati tratti e il gioco deve ancora finire, manca ancora la mia parte della scommessa...quindi, Elaine Morgan, se io vinco voglio che tu sia la mia accompagnatrice al ballo di fine anno. Accetti la scommessa?" mi chiese, porgendomi la mano.
Avevo la bocca spalancata. Mi stava chiedendo di andare al Prom con lui? Stava succedendo davvero? O avevo sentito male? Sapevo solo che se avessi tenuto aperta la bocca ancora per un po' sarei sembrata una sciocca. La chiusi, ma la mia mente era ancora in subbuglio. Il suo sguardo era ancora quello che mi stava dando poco prima della proposta, era ancora quello di sfida. Allora mi sono girata verso Dylan che guardava basso. Non mi aveva rivolto nessuno sguardo né un sorriso. Era...strano. Be', un po' come tutto quello che stava succedendo in quel momento.
Anche se avevo pensato che c'era la possibilità che mi venisse chiesto, in quel momento era stata una sorpresa completamente inaspettata.
Non avevo mai pensato a lui come qualcosa più di un amico, era sempre stato per me solo quello e nulla di più, fin da quando eravamo piccoli. Non c'era mai stato un bacio rubato o una sciocca proposta. Mai. E io non avevo mai pensato a lui in quel modo, ma lui apparentemente l'aveva fatto e questo mi lasciava interdetta, perché avevo paura di ferirlo. Avevo una grandissima paura di ciò che gli avrei fatto provare, avevo paura anche di deluderlo, oltre di farlo soffrire, perciò per quel momento feci finta di nulla e afferrai il primo peperoncino. "Che il gioco abbia inizio!" annunciò Ethan, quando anche Cam prese il suo peperoncino.
Il mio spirito competitivo prese il sopravvento e arrivammo ad infilarci in bocca più di sei Hot Red Peppers, anche se tutto il mio viso stava diventando lentamente viola e quasi non sentivo più le articolazioni della mandibola e del resto del viso. Guardando il mio avversario, vedevo che anche lui aveva la mia esatta espressione e quando ci allungammo a prendere quel settimo peperoncino la tensione era ancora più tangibile tra di noi. Quell'ultimo avrebbe dichiarato la mia vittoria o la sua. Tutto era in mano alle nostre capacità di resistenza, ma sentivo sempre di più che il mio viso e la mia gola mi implorava di arrendermi. E così feci. Tristemente persi.
Pregai con lo sguardo e con le gesticolazione che mi portassero una ciotola e, fortunatamente, Dylan mi capì, portandomi la mia tanto desiderata ciotola. Sputai tutti e sette i peperoncini, ma ancora non sentivo il mio viso riprendersi, così mi alzai di scatto, facendo cadere la sedia e provocando un forte rumore, per correre al frigo e afferrare il primo cartone di latte che trovavo. Ne ingoiai metà contenuto.
"Te l'avevo detto che avrei vinto!" mi disse Cameron, puntandomi il dito contro, mentre ancora aveva i peperoncini in bocca. Gli feci la linguaccia e ripresi a bere il latte. "Ho vinto!" bofonchiò di nuovo.
Appena disse ciò, entrò Maureen in cucina con addosso la vestaglia da notte. "Ho sentito un rumore. State tutti bene?" domandò preoccupata e si sentiva che era ancora assonnata. E, appena vide la sedia a terra, capì la causa del rumore, ma quando vide la scena davanti a sé il suo sguardo si fece ancora più arrabbiato.
Io ero appoggiata ad una portella del frigo, mentre mi scolavo litri e litri di latte, Cameron era viola in volto con ancora tutti e sette i peperoncini in bocca, sul tavolo il suo barattolo di peperoncini era vuoto e su una sua ciotola c'erano ancora i miei appena sputati. "Cos'è successo nella mia cucina?" domandò frustrata.
"Ehm... nonna, ora sistemiamo, okay? Puoi pure tornare a dormire..." disse Ethan, già pronto a raccogliere la sedia da terra.
"Ho chiesto cos'è successo." disse ferma.
"Signora Hughes, abbiamo fatto una sfida di resistenza con i peperoncini. Non volevamo assolutamente svegliare lei e suo marito, ci spiace." sostenne cordiale Cameron, dopo aver ingoiato coraggiosamente tutti quei peperoncini.
La nonna si rivolse al nostro vicino di casa che fino a quel momento era rimasto in silenzio. "E' vero, Dylan? O mi stanno raccontando una bugia?"
"E' assolutamente vero, Maureen." confermò il ragazzo della porta accanto con un tono di voce stranamente piatto.
E solamente quando decidemmo di andare a dormire e Dylan tornò a casa, realizzai ciò che era appena successo non appena persi al sfida. Ora dovevo andare al ballo con Cameron. E le ragazze? E il mio piano?
E Dylan?
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