Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

05| mayor's son

Dopo che uscii dal bagno, fui raggiunta da un ragazzo che mi doveva fare da guida della scuola e vedevo che aveva paura di me, così ci giocai un po', divertendomi. Mi mostrò le varie aule, la biblioteca, ma gli chiesi di saltare la palestra tanto per fargli un dispetto. Poi mi accompagnò al mio armadietto e mi mostrò la combinazione per aprirlo e chiuderlo.

Dopo la mensa, presi i libri e dei quaderni dall'armadietto e mi diressi verso la biblioteca. Non salutai nemmeno Ethan.

Avevamo appena finito il pranzo a scuola e nemmeno lì ci eravamo parlati. Entrambi nello stesso tavolo, ma in due mondi completamente diversi. Non era mai successo prima di venire qui a New York, eppure lui non se ne rendeva conto che questo posto ci stava dividendo, che noi due non eravamo cresciuti in quel modo.

Anche la sera prima avevamo cenato con i nonni, palesemente obbligati da loro, e nessuno aveva aperto bocca per tutta la durata della cena. Maureen aveva anche provato a sgridarmi per ciò che avevo fatto ieri rubando la Harley, ma non aveva ottenuto nessuna reazione da parte mia, quindi anche quell'argomento cadde e nessuno aveva altro di cui parlare. Tutti, tranne io e Ethan che avevamo un sacco di cose non dette da dirci, eppure nessuno fiatò né ieri né oggi.

A casa, i pranzi e le cene erano sempre piene di chiasso e di rumore, credevo non avessi mai avuto un pasto in cui c'era stato un silenzio tale in tutta la mia vita.

Stamattina ci aveva accompagnato a scuola il nonno perché Maureen non stava molto bene da quando aveva sentito che io ero diventata una ladra. Finalmente una cosa buona l'avevo fatta: lei stava male e non ci poteva accompagnare.

A scuola mi ci volle un po' di più per capire in che aula andare senza l'aiuto di Ethan, infatti entrai a tutte le lezioni un po' in ritardo. Giusto per fare delle belle entrate di scena, insomma.

Appena arrivai in biblioteca, ovviamente in ritardo di qualche minuto, lo vidi seduto ad un tavolo con il libro di matematica di livello base aperto sul tavolo. Aveva i capelli un po' arruffati sul davanti che combaciavano perfettamente al colore dei suoi occhi nocciola che mi stavano fissando mentre entravo in quell'enorme biblioteca.

Era come entrare in un'ala della scuola totalmente diversa. Sembrava come se tutte le fiabe si fossero riversate in questo luogo. C'erano alte colonne vicino alle pareti, e alle pareti c'erano altissimi scaffali pieni di libri di ogni genere. Alzando la testa notai che c'era anche un secondo piano che si raggiungeva con una scala di mattoni a chiocciola che ti conduceva in un altro piano pieno quanto il primo. C'erano alunni che, per cercare dei specificati libri, usavano una piccola scala per riuscire a prendere anche quelli più in alto.

Il proprietario della moto mi stava aspettando impaziente in un tavolo vicino allo scaffale dei libri fantasy e di fantascienza dell'Ottocento. Era un tavolo abbastanza in visuale, tanto che lo notai subito. E non ero l'unica ad averlo notato: mentre lo stavo per raggiungere, una ragazza mi superò e si sedette sul tavolo, esattamente davanti alla sua faccia. La gonnellina che portava era così corta che potevo notare da una certa distanza che portava delle mutandine con il pizzo rosa shock. Non immaginavo ciò che potesse vedere il ragazzo. Quella ragazza portava sottobraccio un libro di storia contemporanea. Aveva i capelli perfettamente lisci che le ricadevano lungo la schiena. Quanto desideravo averli come i suoi. I miei capelli erano un nido di grovigli ed essendo ricci era difficile farci qualsiasi cosa.

 Quando fui abbastanza vicina da sentire la loro conversazione capii che lo stava invitando ad un party per festeggiare l'inizio della scuola e lei ne era molto entusiasta. Il ragazzo tentennava nel darle una risposta, così colsi quell'attimo di silenzio per entrare in azione. Mi sedetti sulla sedia in cui i piedi della ragazza erano appoggiati, poi posai i libri facendo un forte rumore e li trascinai contro il suo sedere facendola spostare e scendere dal tavolo. La sua faccia era iconica. Mi guardava tra lo sconcertato e lo scioccato. Aveva pure le braccia appoggiate lungo i fianchi in un modo così teatrale che scatenò la mia risata.

"Scusami, ma c'ero io se non te ne fossi accorta" mi disse frustrata, mentre si sistemava le pieghe della gonna costosa.

"Davvero? Non ci posso credere! Che sbadata!" dissi ironicamente. "Scusami davvero, non so dove ho la testa in questi giorni! Se vuoi ti restituisco il posto per mostrare le tue gambe slanciate da una giusta visuale" le chiesi, trattenendomi dal dire qualcosa un po' troppo fuori luogo.

La ragazza spalancò la bocca guardandomi scioccata. Credevo che fosse la prima volta che qualcuno si rivolgesse a lei in quel modo e ne ebbi la conferma quando guardai il viso divertito di Dylan.

La ragazza, ancora sotto shock, si rivolse al ragazzo chiedendogli conferma della partecipazione alla festa nella sua villa. Il ragazzo le disse che ovviamente ci sarebbe andato, non se lo sarebbe mai perso per nessun motivo al mondo.

Appena ebbe ottenuto la risposta che desiderava, girò sui tacchi e uscì dalla biblioteca muovendo i fianchi come un'anatra. Entrambi fummo distratti dalla sua uscita. Appena ci guardammo scoppiai a ridere, invece il figlio del sindaco mi guardò di traverso. Allora alzai gli occhi al cielo. "Cosa c'è che ti affligge, Dylan Garcetti?"

Alzò un sopracciglio contrariato. "Tu." Finalmente qualcuno che era sincero e che non era il solito buonista.

"Preferivi quella ragazza dalle gambe lunghe alla mia compagnia?" chiesi con un sorriso di sfida.

"Sì" disse facendo apparire sul volto un altro sorriso di sfida.

"Mi ritengo offesa. Pienamente offesa." Mi misi una mano sul cuore, per dare un po' di teatralità alla situazione.

Non rispose e portò l'attenzione su uno dei libri che avevo appena appoggiato sul tavolo. Era quello di matematica del livello intermedio. Visto che non aveva il coraggio di prenderlo glielo porsi e quando iniziò a sfogliarlo mi domandò: "Come mai hai il libro del corso intermedio se frequenti tutti i corsi base?"

"Come fai a saperlo? Sono arrivata solo da due giorni!"

"La preside mi ha aggiornato di tutti i vostri percorsi di studio e mi ha messo al corrente delle materie che fate."

"Stai parlando al plurale, allora perché mio fratello non è qui a fare lezione con noi?" gli chiesi frustrata.

"Perché la preside ha voluto castigare soltanto chi ha veramente voluto commettere un reato, e non chi ne ha solo partecipato" mi disse incrociando le braccia al petto.

"O forse è una cosa che ti riguarda nel personale? Dillo se ce l'hai con me, figlio del sindaco" lo incitai.

"Okay. Ce l'ho con te, ladra di moto. Come potrei non essermi arrabbiato con te e non restarlo?" mi domandò retoricamente.

"Come ti ho già detto, potevi mettere un lucchetto o una catena se ci tenevi tanto alla tua cara moto." Mi stavo infuriando.

"Non mi erano mai serviti prima. Di solito non ci sono cleptomani nella scuola" disse semplicemente.

"Stai dicendo che nessuno in questa scuola non si è mai comportato male o che niente non scompare mai?" gli domandai sorpresa.

"Nei due anni in cui io sono qui, non era mai successo prima."

"Allora mi dovrei sentire importante ad essere stata la prima ad infrangere le regole. Da domani voglio una statua nel giardino della scuola!" esclamai, e subito arrivò la bibliotecaria che ci chiese gentilmente se potevamo abbassare il livello della voce.

Dopo la sgridata da parte della vecchia bibliotecaria, Dylan mi chiese se volevo iniziare dalla matematica di livello base e annuii senza molto interesse. Iniziò a spiegarmi il primo argomento. Era divertente guardarlo, mentre cercava di spiegare. Teneva la penna fra le dita e ci giocava mentre parlava e quando qualche parola non gli veniva in mente si mordicchiava il labbro. Quello che mi stava spiegando era così facile che mi annoiai subito, allora iniziai a giocare con la matita sul tavolo. La spostavo da un lato all'altro, da un dito all'altro.

"Hai capito?" mi chiese e lo guardai. Aveva scritto dei passaggi su un foglio. Avrei saputo dargli la soluzione fin dal primo passaggio, ma non volevo farlo giocare facile, così non risposi, ma gli feci un'altra domanda ancora.

"Ci sono dei danni nella moto? Intendo dire, danni che avrei potuto causare io?"

Alzò gli occhi al cielo. "No..."

"Lo sapevo! Lo sapevo che non avevo causato danni a quella bellezza! Devo dirlo alla preside, non voglio che mi reputi una novellina che non sa nemmeno guidare una moto!" esclamai sorridendo. Me lo sentivo che non avevo causato danni e anche se li avessi causati avrei saputo ripararli. Rocco mi aveva insegnato tutto quello che c'era da sempre su Furia e quella Harley-Davidson del '97 non era poi tanto diversa.

"Lo sa già, gliel'ho detto io dopo che siete usciti dal suo ufficio e vedi di abbassare la voce. Non vorrei ci cacciassero."

"Quindi anche tu sai che non sono una novellina, vero?" gli chiesi sedendomi sulla sedia con le ginocchia.

Si appoggiò contro la sedia e dondolò. Era evidentemente seccato dai miei continui cambi di argomenti. "Nessuno ruberebbe una moto che non sa guidare." Non mi diede ragione e questo mi diede fastidio.

"Quelli che la vogliono rivendere per guadagnarci lo farebbero" dissi sistemandomi dietro alle orecchie un ciuffo di capelli ricci che mi era caduto sulla fronte.

Si sistemò sulla sedia e appoggiò entrambi i gomiti sul tavolo sporgendosi verso di me. "Come mai sei esperta di crimini, Elaine?"

Era la prima volta che pronunciava il mio nome. Un'altra persona in questo nuovo luogo iniziava a conoscermi. "Sai, bisogna conoscere i ladri se li vuoi cogliere di sorpresa. Anche tu dovresti informarti sui crimini esistenti nel mondo e magari comprare una catena o un lucchetto" disse appoggiandomi anch'io sul tavolo e sporgendomi verso di lui. Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altro, ma ciò non mi negava di poter pensare che lui era un figlio di papà, come tutti gli altri del resto.

Mi spinsi indietro dondolando e continuammo la lezione normalmente.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro