22 ottobre - parte II
- E come mai sei qui? - domandò Ella in un soffio.
- Non ti sento.
- E come mai sei qui?! - ripeté Ella.
- Parla più forte, per favore.
Ella alzò la voce a un volume che rasentava quello normale delle altre persone.
- Perché parli sempre così piano? Non ti si sente.
Ella si strinse nelle spalle.
- E stai con le braccia incollate al busto, come se avessi paura... Paura di occupare troppo spazio. - continuò Calum.
- Io...
Un secondo.
Due secondi.
Tre secondi.
Quattro secondi.
- Ella, non puoi essere invisibile. La vita ti è stata donata e tu non puoi spenderla desiderando di sparire.
- Io non voglio sparire.
- L'impressione che dai è questa. - affermò il moro, senza indurire le parole.
Ella contorse nervosamente le mani, sentendosi esposta a quella analisi attenta di se stessa.
Evidentemente non era possibile rimanere invisibili: se esistiamo, non possiamo essere dimenticati. Prima o poi qualcuno ci presterà attenzione.
- Forse è meglio se vai adesso, visto che non c'è un motivo per la tua presenza. - sussurrò poi, ricadendo nella vocina bassa che usava sempre.
- Non ti abbandonerò, Ella. Voglio vederti sorridere.
- Evita le promesse... Test matematici dimostrano che la maggior parte non vengono mantenute.
- Hai la mia parola. - asserì Calum.
Ella annuì velocemente, poi lo accompagnò alla porta.
- È stato un piacere, Ella.
- Non ci conosciamo. E sei piombato qui senza motivo e senza spiegarmi come. Mi spii? - sorrise lievemente.
- No, sono solo un ragazzo fortunato.
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