Capitolo 51
La vista di prima mattina era davvero bellissima, vedere il sole che piano piano si alzava era una cosa meravigliosa.
Vederlo poi dalla Torre di Astronomia era ancora più bello perché la vista mostrava non solo il sorgere del sole ma anche lo splendido gioco di luci che creava man mano che si innalzava.
Persa in quella visione Hermione Granger esalò un lungo sospiro, non riuscendo però neanche a godersi la vista.
Troppi pensieri le frullavano in testa, troppe preoccupazioni la assalivano insieme alla consapevolezza che il tempo era sempre più scarso.
Che presto le loro strade si sarebbero inevitabilmente divise, e che solo Merlino sapeva quando si sarebbero rivisti.
Al solo pensarlo si sentì di nuovo mancare l'aria nei polmoni e stringere il cuore in morsa dolorosa, la stessa che l'aveva assalita ieri sera, come poteva non preoccuparsi quando quella notizia significava che il tempo ormai era vicino??
E che inevitabilmente portava al primo posto la seconda parte di quella ignobile missione.
La morte di Silente.
E di conseguenza l'inizio della guerra.
《Oh, Godric....》sussurrò inquieta.
Erano davvero pronti??
《Sapevo di trovarti qui》sentì dire dietro di sé, non aveva neanche bisogno di voltarsi per sapere chi fosse.
Lo sentì avvicinarsi, ma rimase ad un metro di distanza.
Draco sospirò, capendo che era ancora scossa dalla notizia di ieri.
《Sapevi che prima o poi sarebbe successo》le disse pacato
《Lo so, pensavo solo che avessimo più tempo》sussurrò la ragazza dopo alcuni secondi di silenzio, Draco si avvicinò di più alla riccia voltandola poi verso di sé
《Hey, ascolta, il tempo che abbiamo passato insieme è stato il più bello di tutta la mia vita, sei la cosa migliore che mi sia capita e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare》iniziò Draco parlando in modo serio e sincero, Hermione sentì chiaramente il suo cuore fare un salto triplo a quelle parole e gli occhi innumidirsi
《Che ne dici allora di passare il tempo che ci rimane insieme il più possibile?? Ci creeremo ancora più ricordi bellissimi da poter visitare ogni volta che vorremo quando saremo separati, non voglio che l'ultimo ricordo che avrò di te sia la tua espressione triste》continuò, accarezzandole la gota con il dorso delle dita, Hermione sentì i suoi occhi diventare sempre più umidi, sia di tristezza ma anche di commozione per quelle parole.
Le gettò le braccia al collo stringendolo con tutte le sue forse in un abbraccio che non avrebbe mai voluto sciogliere, sentì anche le braccia del biondo circondarla, e stringerla a sé con lo stesso sentimento.
《Hai ragione, scusami》mormorò Hermione, il volto immerso nel suo collo
《È solo che....ho paura》ammise stringendo gli occhi, non volendo farsi prendere dalle lacrime, Draco sospirò consapevole, accarezzandole dolcemente la schiena con una mano, come a darle conforto.
Lo sapeva e lo capiva, anche lui aveva paura.
Paura per lei, per quello che potrebbe succederle.
Ma anche paura per sé stesso.
In un certo senso si sentiva pronto, sicuro di riuscire ad affrontare quella sfida a testa alta e con coraggio.
Strana parola da assimilare ad uno come lui, ad un Serpeverde.
Ma con Hermione al suo fianco sentiva che poteva fare qualsiasi cosa.
E neanche la distanza li avrebbe divisi, anzi, sarebbero stati più uniti che mai.
Le dette un bacio delicato sulla tempia, respirando a fondo il profumo di lei, quella fragranza alla vaniglia della quale non avrebbe più potuto fare a meno.
《Questo giorno si che passerà alla storia》disse d'un tratto Draco con un sorrisetto
《Perché??》chiese Hermione confusa
《Perché è il giorno in cui Hermione Granger ha ammesso davanti ad un Serpeverde di avere paura》le disse Draco ridendo lievemente, cercando di alleggerire la tensione
《Ah, scemo》lo rimproverò lei con un sorriso divertito sulle labbra, stringendolo ancora nel suo abbraccio.
《Ok》disse ad un punto Hermione, allontanandosi quel tanto che bastava per poterlo guardare in viso, Draco aggrottò le sopracciglia
《Ok cosa??》chiese
《Facciamo come hai detto tu, creiamoci nuovi ricordi, ma solo se saranno provvisori》ci tenne a precisare Hermione
《Perché non saranno di certo gli ultimi che avremmo》aggiunse poi, guardandolo dritto negli occhi.
Draco sorrise.
Era una promessa.
《Contaci》disse solo per poi abbassarsi fino a far scontrare le loro labbra, coinvolgendole subito in un bacio appassionato che la lascio senza fiato.
Un leggero vento si alzò scompigliando di poco i loro capelli, ma nessuno dei due se ne curò troppo presi dalle labbra dell'altro.
Draco accarezzò i fianchi di Hermione, spostando di poco il maglioncino azzurro che portava così da sentire la sua pelle, Hermione intanto accarezzò il collo del biondo un paio di volte, poi si aggrappò ai suoi capelli biondi stringendolo forte quando Draco la alzò da terra, circondandole il corpo con le braccia.
Sarebbero rimasti così per sempre se qualcuno non fosse venuto ad interromperli.
《Ecco i piccioncini》disse una voce maschile, facendoli staccare e voltare.
Hermione strinse le labbra imbarazzata mentre invece Draco lo guardò chiaramente irritato
《Si può sapere che vuoi??》gli chiese infatti, mettendo a terra Hermione ma senza lasciarla, Blaise incrociò le braccia poggiandosi allo stipite della porta, guardandolo con il suo solito sorrisetto ironico.
《È bello vedere che già di prima mattina sei ben disposto nei mie confronti》gli sarcastico e divertito, beccandosi però un'occhiata ancora più truce
《Piton vuole vederci ora, nel suo ufficio》lo informò, Draco sbuffò seccato ma annuì, capendo che sicuramente voleva informarlo delle ultime direttive.
《Arrivo》disse solo, invitandolo silenziosamente ad andarsene, Blaise fece un cenno, con ancora il suo sorrisetto in volto, poi si voltò e cominciò a scendere le scale, andandosene.
Sentirono in lontananza la porta aprirsi e poi chiudersi.
Sospirò, poggiando la fronte su quella di Hermione
《Mi dispiace》le disse, volendo farle sapere che non avrebbe voluto andasse di già così, con qualcuno che ad interromperli.
Hermione gli sorrise con dolcezza, accarezzandogli il volto con tenerezza
《Non è colpa tua》lo rassicurò, si alzò sulle punte lasciandogli un bacio delicato, ma nel momento in cui fece per allontanarsi Draco lo approfondì stringendola di più a sé.
《Ci vediamo dopo, ok??》le sussurrò sulle labbra umide, dopo un lungo bacio
《Ok》rispose Hermione sempre in un sussurro, Draco le lasciò un ultimo bacio prima di andare, ma prima di varcare la porta si voltò verso la ragazza
《Tu resti qui??》le chiese curioso
《Ancora per un po, poi penso che andrò nella mia Sala Comune》lo informò la riccia, Draco annuì per poi andare.
Hermione lo sentì scendere le scale poi aprire e chiudere la porta.
Poi il silenzio.
Sospirò tornado a guardare il paesaggio che le si presentava dalla Torre, quel giorno non c'era lezione, essendo sabato tutti sarebbero andati ad Hogsmeade, lei però decise che sarebbe rimasta al castello, avrebbe continuato a sfogliare quei libri di magia avanzata, tanto per tenersi sempre informata.
Sperava anche che Harry riuscisse nel suo piano con Lumacorno, le aveva detto che lo avrebbe attuato quel pomeriggio.
Lo aveva saputo sempre ieri.
Dopo che aveva dato a Ginny quella notizia, la ragazza era rimasta in silenzio per un bel po, capendo infatti cosa questo volesse significare.
Si era dopo pentita di aver dato quella notizia a Ginny, che solo da poco si era finalmente messa insieme al ragazzo che amava fin da piccola.
E che per giunta era proprio quel ragazzo ad essere uno dei due protagonisti di quella guerra.
Si era infatti scusata con lei subito dopo ma Ginny l'aveva tranquillizzata, dicencendole che aveva sempre saputo cosa avrebbe significato mettersi con Harry, e che ovviamente sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato.
Ma che lei avrebbe affrontato tutto fieramente, insieme a lui.
Lo amava, e avrebbe fatto di tutto per lui.
Dopo era stata lei a raccontarle del piano di Harry, e che se solo ci fosse riuscito sarebbero stati un passo più vicino a sconfiggere Voldemort.
Una cosa che in parte l'aveva rassicurata.
Guardò l'ora nel suo orologio da polso notando che ormai l'ora della colazione era già passata, così decise di scendere nelle cucine per prendersi qualcosa ed andare in biblioteca.
Un ultimo sguardo al cielo limpido e la sua attenzione venne catturata da un puntino nero volante.
Aguzzando la vista lo riconobbe, cosa che le strappò anche un piccolo sorriso, quel ragazzo amava il volo più qualunque cosa al mondo.
Apparte Ginny ovviamente.
Lo vide volare attorno al Campo da Quiddich, sopra la foresta proibita e poi vicino al Lago Nero. Poi però vide l'amico fermarsi in aria, come incuriosito da qualcosa, ma poi di colpo lo vide sfrecciare giù in picchiata, con quando vedeva il boccino nelle partite.
Hermione si stranì, e per sicurezza decise di andare a controllare, per vedere se era tutto apposto.
Scese le scale dirigendosi svelta verso l'esterno del Castello, raggiunse il cortile e si diresse di fretta verso il Lago Nero, non appena però raggiunse i dintorni del Lago si fermò di colpo nel vedere la Firebolt di Harry buttata vicino alla riva dove c'erano dei segni evidenti di schizzi d'acqua.
Si avvicinò di fretta con l'espressione stranita e perplessa, che si fosse gettato nel Lago??
E se si, perché??
*****
Il rumore il rubinetto del lavandino aperto era quasi confortante.
Vedere l'acqua che scorreva continuamente l'aiutava in qualche modo a costringersi a tenere la mente occupata.
Quella notte, grazie ad una pozione senza-sogni, era riuscita a dormire almeno cinque ore di filata, e avrebbe potuto continuare per altre ore se non fosse che in qualche modo gli incubi l'avevano raggiunta.
Ora era richiusa nel bagno della sua camera, dove si era rifugiata per evitare di dare di matto e svegliare la sua compagna di stanza.
Si era sciacquata un paio di volte il viso come per lavare via le immagini che ancora aveva davanti agli occhi, poi dopo un paio di lunghi respiri aveva alzato lo sguardo sullo specchio, e quello che aveva visto l'aveva lasciata senza parole.
Lentamente portò una mano a sfiorare la sua immagine, non riconoscendosi per niente.
Chi era quella ragazza??
Sembrava una sul bordo di un precipizio!!!
Toccandosi il volto si sorprese a notare che la ragazza dello specchio faceva i suoi stessi movimenti.
Quella era davvero lei??
Ma come era possibile??
Che fine aveva fatto la Jessica Smith che conoscevano tutti??
Quella spensierata, incurante dell'opinione altrui e poco curante delle regole del bon-ton??
Esisteva ancora??
Tutte domande a cui non seppe come rispondere.
《Oh dio....》sospirò stanca, dando poi le spalle allo specchio e passandosi le mani sul viso e poi sui capelli, tirandoli indietro.
Si sentiva sempre più stanca, sempre più a pezzi, era quasi al limite, lo sentiva.
I suoi amici avevano provato a starle vicino nonostante li respingesse continuamente, Blaise stesso l'aveva rimproverata più di una volta per il comportamento che aveva ultimamente.
Ma non sapeva che fare.
Come poteva comportarsi come prima con loro??
Come poteva confidarsi se lei per prima non riusciva a pensare di volerlo fare??
E non perché non si fidasse di loro, ma perché parlare di quello che aveva vissuto l'avrebbe solo reso ancora più reale di quanto già non fosse.
Da quando era ritornata a scuola era in qualche modo riuscita ad evitate di parlare di quei mesi di lontananza, e anzi, a relegarli come solo brutti sogni.
Sapeva però che evitarli non avrebbe risolto niente, anzi, rischiava di finire a pezzi una volta per tutte.
Soprattutto quando il tempo sarebbe scaduto, e lei avrebbe dovuto far ritorno a casa, e quindi di nuovo a contatto con i mangiamorte.
Solo il pensiero la fece tremare dalla testa ai piedi.
Decise di uscire, tanto non sarebbe riuscita ad addormentarsi.
Si vestì con un paio di jeans scuri ed un maglione nero, le scarpe ed uscì.
Non si legò neanche i capelli.
Prese a vagare per i corridoi della scuola ancora dormiente senza nessuna metà precisa, cercando di pensare a qualsiasi cosa non fosse la guerra, i mangiamorte o suo padre che l'aveva immischiata in quella faccenda.
Si fermò dopo un po, davanti ad una delle finestre del corridoio del quinto piano, osservando il sole alzarsi nel cielo.
Quella vista le provocò un po di amarezza, al ricordo dei giorni passati in cui un paesaggio del genere lo avrebbe immortalato sulla tela.
Erano mesi ormai che non prendeva neanche in mano un pennello.
Ricordando i momenti sorrise quando le immagini felici di un passato non tanto lontano le tornarono alla mente, le risate con i suoi amici, i momenti con la sua famiglia....
Sembrava tutto così lontano, voltando lo sguardo verso il corridoio vuoto si vide scherzare con Blaise, ridere come scemi, e poi salirgli in groppa sulla schiena.
Si vide mentre in groppa al ragazzo correvano verso la lezione successiva, per poi essere sgridati dalla Mcgrannit per il comportamento tanto indecoroso.
Rise, sentendo poi la sua risata risuonare nel corridoio vuoto.
Continuò a camminare arrivando poi davanti all'aula di Difesa contro le Arti Oscure, qui un altro ricordo fece capolino, quelli non solo delle lezioni, ma anche delle volte in cui di nascosto andava a provare gli incantesimi del libro che suo padre le aveva regalato per natale.
Ricordi però che le fecero sparire piano piano il sorriso, soprattutto quando rivise il momento in cui aveva capito perché suo padre le aveva regalato quel libro.
Quando l'aveva portata davanti al suo Signore, e l'aveva fatta marchiare.
Da qui un ricordo ne portò ad un altro, e poi un altro ancora, finché si ritrovò schiacciata dalle immagini di quei due mesi.
Di nuovo le voci di disperazione e supplica le rimbombarono nella testa portandola a scivolare sul pavimento, con gli occhi serrati e le lacrime a bagnarle il volto, il petto che si alzava e abbassava velocemente.
Sentì di nuovo la voce di una ragazzina babbana che piangeva e supplicava ad uno dei mangiamorte di lasciarla andare, cosa che la portò a tapparsi le orecchie con le mani, come se questo potesse in qualche modo impedire a quei ricordi di tormentarla.
《Mi dispiace....mi dispiace》era l'unica cosa che Jessica riuscì biascicare tra le lacrime. Si sentiva responsabile perché non era riuscita a salvarla quando avrebbe potuto farlo, troppo spaventata per sfidare quei pazzi.
Soprattutto lei.
Una che avrebbe preferito non aver mai incontrato, famosa per la sua preferenza ad usare gli incantesimi di tortura, come la cruciatus.
Bellatrix Lestrange.
Solo il ricordo di quel nome la fece tremare fin dentro le ossa.
A quel pianto disperato che sentiva nella testa se ne aggiunse un altro e poi un altro ancora, seguito in fine dalla risata folle di Bellatrix che fece scattare Jessica in piedi e cominciare a correre come se avesse il diavolo alle calcagna.
Con lo sguardo appanato dalle lacrime, e il petto scosso dai singhiozzi, andò a sbattere più di una volta contro un'armatura o contro il bordo del muro nello svoltare gli angoli.
Arrivò fino alle scale, e si fermò sbattendo contro la ringhiera, sorreggendosi poi con entrambe le mani, il busto in avanti e i capelli sciolti che le coprivano interamente il volto.
Scivolò lungo la ringhiera fino al pavimento provando a calmarsi, ma senza riuscirci, così rimase lì, a singhiozzare come una bambina che voleva la mamma.
Dannazione a lei che non aveva portato le pozioni calmanti....
《Tutto bene signorina??》si sentì chiedere, sobbalzando si portò i capelli all'indietro con un gesto della mano, guardandosi poi intorno con l'espressione ancora stravolta.
《Da questa parte》sentì dire nuovamente, voltando il capo verso destra vide un quadro di un vecchio signore dai capelli grigiastri tirati all'indietro e gli occhi azzurri, vestito con un completo scuro che la guardava con curiosità.
《Mi sembrate sconvolta, che vi è capitato??》le chiese ancora
《I-io....》sussurrò Jessica, non sapendo cosa dire, si sentiva a disagio ad essersi fatta vedere in quelle condizioni, anche se da un quadro.
《Volete che chiami qualcuno?》le chiese di nuovo il vecchio signore
《N-no....io....》balbettò ancora la ragazza, nessun altro doveva vederla in quello stato.
Non sopportando oltre lo sguardo indagatore del vecchio signore nel quadro, si alzò e scappò via.
Scese le scale di fretta sentendo il disperato bisogno di aria fresca, era arrivata alle scale del terzo piano quando delle voci di un gruppetto di mattinieri la raggiunse così si nascose dietro una colonna e attese che il gruppo di Corvonero scendesse.
Quando se ne furono andati lasciò il nascondiglio e decise di usare un passaggio segreto non volendo rischiare di incontrare nessuno, arrivò al secondo piano e percorse il corridoio di fretta, sentiva la pelle del viso un po secca a causa delle lacrime.
Stava per svoltare l'angolo quando sentì altre voci, si affacciò piano cercando di vedere chi fossero.
C'erano due ragazzi più che familiari nel mezzo del corridoio.
Vide che la ragazza, Lavinia Lewis per l'esattezza, provava ad avvicinarsi insistentemente al ragazzo, Theodore Nott, anche di spalle lo avrebbe riconosciuto ovunque.
Lavinia aveva un sorrisetto divertito e malizioso e provava ad accarezzarlo, passandole le mani sulle spalle ed anche sul viso, lui però sembrava cercare di togliersela di torno, quasi fosse infastidito a giudicare anche dal suo tono.
Ad un tratto, ma Jessica non ne fu del tutto sicura, sembrò che lo sguardo di Lavinia ed il suo si fossero incrociati, e poi Jessica la vide avvicinarsi di più al ragazzo, dirgli qualcosa, sempre con quel atteggiamento malizioso, e poi alzarsi sulle punte dei piedi e baciarlo.
Bacio che venne interrotto quasi subito da Theo, che spinse via la ragazza, ma che Jessica non vide perché si era voltata ed era scappata via.
Cosa che fece ridere Lavinia malignamente.
Jessica non aveva voluto vedere oltre.
Sapeva che non poteva permettersi di arrabbiarsi con Theo, non era il suo ragazzo o altro, ma quello era stato davvero un colpo troppo duro da sopportare.
E nello stato vulnerabile in cui si trovava non solo le fece male, ma la lasciò senza fiato.
Come se un pugno l'avesse colpita in mezzo allo stomaco.
Le lacrime tornarono a scendere offuscandole di nuovo la vista, ma continuò comunque a correre, raggiunse il cortile fermandosi poi tra gli alberi, fece un respiro profondo cercando di calmarsi
《Smettila, non devi più pensarci》si disse con voce rotta, passandosi le mani sul volto cercando di cancellare le traccie di lacrime, ma queste continuavano a scendere.
A volto basso riprese a camminare dirigendosi verso il Lago Nero, chissà che la vista dell'acqua calma riuscisse a rilassarla.
Raggiunta la riva si sventolò le mani sul viso cercando di smettere di piangere
《Dai smettila, sei ridicola》si rimproverò desiderando solo trovate un po di conforto.
Si sentiva così stupida, ma per cosa piangeva poi??
Non era certo la prima volta che li vedeva in quegli atteggiamenti....
《Ah!!! Dio!!!》gemette appoggiandosi di schiena al tronco di un albero. Scivolò a sedere, si portò le ginocchia al petto e posò la fronte su di esse,
dando libero sfogo a quel marasma di sentimenti che stava provando, ormai arresa.
Rimase lì a singhiozzare per quelle che le sembrarono ore, finché non sentì qualcosa di umido toccarle la mano.
Sorpresa alzò lo sguardo di scatto scontrandosi con un paio di occhi bluastri che la guardavano curiosa.
Era una sirena.
Aveva dei tratti delicati, anche se un po squamosi, e lunghi capelli biondi.
"Perché piangi??"
Sentì dire, ma si rese poi conto, che le parlava direttamente nella testa.
Aveva una voce così delicata....
"Ti senti male??"
Continuò a chiedere la sirena
《I-io....》fece Jessica, ancora sorpresa, non sapendo cosa dire
"Sembri molto triste"
Continuò la sirena con tenerezza e compassione, osservandola con curiosa attenzione, Jessica si pulì le guance abbassando appena il viso
《Non è niente》mormorò mordendosi l'interno guancia
"A ridurti in questo stato non sarà stato un niente"
Le disse la sirena con tono materno, Jessica chiuse gli occhi rivedendo Theo e la Lewis che si baciavano
《È così invece, lui non è niente per me》mormorò poi, quasi con rabbia, la sirena le sorrise con uno strano luccichio negli occhi acquosi
"Shhh, tranquilla"
Sussurrò delicata, allungando poi la mano e sfiorandole appena la tempia, Jessica la guardò sentendo nel contempo come una specie di canto nella testa.
Era un canto così dolce, ammaliante, quasi rassicurante.
"Se vuoi posso aiutarti io"
La sentì sussurrare, mentre le circondava il viso con entrambe le mani, le punte delle dita a sfiorarle entrambe le tempie.
Jessica si sentì strana, come se un tepore la stesse piano piano avvolgendo.
Occhi negli occhi, cullata da quel canto, si sentì attirare verso il viso della sirena che nel frattempo si stava immergendo nell'acqua.
Se fosse stata più attenta nelle lezioni di Cura delle creature Magiche, avrebbe riconosciuto la specie della sirena, che apparteneva a quelle chiamate sirene ammagliatrici, pericolose non solo perché ammagliavano le loro vittime con il loro canto, ma anche perché poi le portavano sul fondo del lago, le facevano annegare ed infine.....se le mangiavano.
E le vittime che preferivano erano quelle con il cuore infranto, più facili da manipolare e più propense a lasciarsi morire.
Non seppe in che momento ma si ritrovò circondata dall'acqua verdognola del lago, continuando a sprofondare sempre più in profondità, sentiva che finalmente avrebbe raggiunto quella pace che tanto bramava con disperazione.
Le labbra della sirena sulle sue le succhiavano via via l'ossigeno dai polmoni, mentre un sonno leggero iniziava chiuderle le palpebre.
Prima di lasciarsi andare al oblio le sembrò di vedere un fascio di luce rossa passarle vicino e colpire la sirena, che la lasciò immediatamente, poi qualcosa afferrarle il braccio.
Ma forse, se lo stava solo immaginando.
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