Capitolo 27 - Non riesci neanche a guardarmi
Influenza, questo è ciò che dico di avere da ormai quattro giorni, ho saltato le lezioni, non ho visto nessuno al di fuori di India, Josh e Cara, cosa più importante non ho risposto alle chiamate e ai messaggi di Kaden, è stato anche tanto audace da venire qui, India però gli ha riferito ciò che le avevo detto di dirgli, ovvero che avevo l'influenza, non posso nascondermi per sempre però, così come non posso mancare ancora alle lezioni e soprattutto non posso lasciare che Kaden influenzi tanto la mia vita.
A India non ho detto tutta la verità sul perché ho avuto quel crollo, le ho solo detto che non stavo bene già da prima e che ho visto Kaden con un'altra ragazza, non ho potuto dirle però che la ragazza in questione è la quasi moglie di suo fratello o fratellastro, come direbbe lui.
Io mi sento a pezzi, moralmente, sentimentalmente e fisicamente a pezzi, non credo di essere stata così male prima d'ora e non credo che una persona mi abbia delusa tanto quanto ha fatto Kaden, perché si, mi ha delusa e non poco.
Oggi torno a lavorare, devo, prima di tutto perché ne ho bisogno, poi perché ho bisogno di stare a contatto con altre persone, di distrarmi, non posso poltrire nel letto, anche se non mi dispiacerebbe farlo.
«Bentornata Lily.» mi ha detto Marilyn non appena mi ha vista, la stessa cosa le ho detto io, dato che neanche lei ha lavorato visto che il locale era chiuso.
«Ci sei mancata, nanerottola.» mi hanno detto invece Pinco e Panco, inutile dire che mi sono mancati molto anche loro.
Sono due ore che non faccio altro che servire clienti, molti cercano anche di fare conversazione il che è uno svago in più per me, soprattutto fare conversazione con i clienti abituali, Theo per esempio mi ha raccontato che sua moglie ha partorito un bel bambino di nome Wyatt, mi ha anche mostrato delle foto, Milton invece è stato licenziato, Kate ha conosciuto un ragazzo al college che frequenta e Linda è andata a vivere da sola, nonostante tutto questo però non ho fatto altro che pensare a Kaden.
Si, i miei neuroni si sono fusi.
«Lily, il capo vuole che portiamo questa bottiglia nella sala privata.» mi dice all'improvviso Marilyn.
«Io non posso.» dico subito, perché col cavolo che voglio andarci.
«Puoi, sei l'unica libera.» ribatte Marilyn.
«Puoi andare tu, prendo io il tuo posto.» cerco di convincerla ma lei mi guarda come se fosse un po' nel panico.
«Lily, non mi va di avere a che fare con il capo, tu ci vai d'accordo, siete amici.»
Beh, in questo momento mica tanto.
Non posso rifiutare ancora di farlo, è il mio lavoro, devo, perciò prendo il vassoio che mi porge Marilyn e con l'entusiasmo di una condannata a morte, mi dirigo verso la sala privata, prima di entrare respiro pronfondamente.
«Lily!» la voce allegra di Willow mi tranquillizza un po', subito si alza per venirmi incontro, noto poi che seduti al tavolo ci sono Harvey, Jillian, Konnell e Kaden, «Grazie mille, dallo pure a me, ci serviamo da soli, le mani non ci mancano mica.» mi dice, prendendo il vassoio dalle mie mani, poi lo mette sul tavolo.
«Di niente.» mormoro, non riesco a guardare Kaden, pur volendolo non ce la faccio proprio.
«Piccoletta, fatti abbracciare, non ti vedo da un po'.» quando Konnell si avvicina per abbracciarmi io mi sento la persona peggiore del pianeta terra, ricambio l'abbraccio in modo goffo e con le lacrime agli occhi.
Come fanno Kaden e Jillian a fingere?
«Ciao Lil.»
«Ciao Harvey.» lo saluto con un sorriso che di vero non ha niente, «Se è tutto, torno a lavorare.» dico poi, in realtà è riferito a Kaden ma lo dico a Willow.
«Puoi restare per qualche minuto?» mi chiede Konnell ed io lo guardo confusa, però faccio come mi dice, «Volevo chiedere qualcosa di importante a mio fratello.» guarda Kaden che a sua volta lo guarda come se non capisse cosa sta succedendo, poi Konnell sgancia la bomba e sia io che Willow sussultiamo, «Vuoi essere il mio testimone?»
Nella stanza cala un silenzio imbarazzante, Kaden sembra perso, Jillian ha il volto paonazzo e so che questo dipende dalla mia presenza, Willow ha gli occhi spalancati dallo shock, Harvey è l'unico che sembra rilassato.
«Allora? Dovresti rispondere.» dice Konnell a Kaden.
Ora, dopo quello che ho scoperto su Kaden e Jillian non dovrei pensarlo ma Konnell è proprio stronzo, rubi la fidanzata a tuo fratello e poi gli chiedi di farti da testimone al matrimonio?
Diamine quanto è complicata questa famiglia, l'unica normale sembra Willow.
«Si.» risponde Kaden dopo diversi secondi di silenzio stampa.
«Frena l'entusiasmo romanticone.» gli dice ridendo Konnell, poi gli da una pacca sulla spalla ed io capisco che è il momento di andare per me.
«Non so cosa si dica in questi casi, congratulazioni forse? Nel dubbio congratulazioni, ora devo tornare a lavoro.» mi viene quasi impossibile cercare di non arrossire vista la situazione assurda che si è venuta a creare.
«Va pure tesoro, in questi giorni dovremmo vederci però.» mi dice Willow ed io annuisco perché voglio senz'altro vederla.
«Va bene.»
«Ovviamente sei invitata al matrimonio piccoletta, vero amore?» Konnell guarda Jillian che con nonchalance mi sorride, anche se negli occhi le si legge quanto è nervosa.
«Certo.» dice alla fine ed io annuisco.
Cosa dovrei rispondere, col cazzo che ci vengo?
Guardo di sfuggita Kaden e sembra uno che sta per dare di matto o che sta per annegare nel suo dolore, la cosa non dovrebbe importarmi, invece mi importa.
Esco dalla stanza e resto ferma qualche secondo indecisa su cosa fare, poi maledicendo me stessa, mi volto e rientro nella stanza.
«Kaden, ti vogliono di là.» lo guardo di sfuggita ma lui sembra capire che in qualche modo sto cercando di salvarlo da questa situazione imbarazzante e si alza.
«Torno subito.» dice alla sua famiglia.
«Quando torni brindiamo.» gli dice Konnell e Kaden lo guarda inespressivo, perciò faccio la prima cosa che mi viene in mente di fare, lo prendo per mano e lo trascino fuori da quella stanza.
Lo porto nel suo ufficio, lontano da occhi e orecchie indiscreti.
Restiamo per qualche secondo in silenzio, non un silenzio imbarazzante però.
«Perché l'hai fatto?» mi chiede poi ed io lo guardo per un secondo solo.
«Cosa?» gli chiedo perché non capisco a cosa si riferisce di preciso.
«Perché mi hai aiutato?» e sembra un bambino quando me lo chiede.
«Perché è questo che si fa quando si tiene a qualcuno.» rispondo perché è la cosa più ovvia del mondo, tutto ciò che è successo non cambierà il fatto che lo amo e che non vorrei vederlo soffirire per nulla al mondo, «Stai bene?»
«Davvero lo stai chiedendo a me?» mi chiede e sembra sorpreso.
«Perché a chi altro dovrei chiederlo?» ribatto confusa.
«Tu come stai?» mi chiede avvicinandosi di qualche centrimetro, io faccio qualche passo indietro.
«Sto bene.» rispondo con un sorriso finto.
«Lily.» mi richiama lui ed io lo guardo, giusto il tempo di vedere i suoi occhi seri.
«Che c'è?»
«Non riesci nemmeno a guardarmi in faccia.» mi fa notare, come se non lo sapessi.
«Si che ci riesco.» mento a fatica.
«Lo so che ti disgusto, credi che io non provi ribrezzo per me stesso?» ciò che dice mi colpisce dritto al cuore, tanto che mi costringo ad alzare lo sguardo e guardarlo dritto in faccia.
«Tu non mi disgusti, Kaden.»
«Mi dispiace per ciò che hai visto ma voglio che tu sappia che ho deciso di chiudere con Jillian.» dice, ignorando ciò che gli ho appena detto, «E so che non mi giustifica ma lui ha fatto lo stesso a me, durava da mesi.»
A maggior ragione avrebbe dovuto fare tutto il contrario di ciò che invece ha fatto, ma non sono nessuno per dargli lezioni di vita o giudicarlo più duramente di quanto lui già non faccia con se stesso.
«Non c'è bisogno che tu mi dica niente.» gli rispondo.
Non posso negare che la cosa che mi ha appena detto non mi faccia piacere, sono felice della sua decisione e spero sia la verità.
«Pensavo l'avrebbe lasciato, mi aveva detto che l'avrebbe fatto.» si sta giustificando con me e contro ogni aspettativa io sospiro e sto ferma qui ad ascoltarlo, a cercare di aiutarlo.
«Invece vuole avervi entrambi.» esprimo il mio pensiero ad alta voce e lui annuisce.
«Si e io non sono disposto ad andare avanti così.»
«Ti meriti qualcosa di più dell'essere l'amante di qualcuno.» gli dico guardandolo dritto negli occhi.
Ed è la verità, Kaden è una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto, si merita il meglio.
«Lo so, l'ho capito adesso, quello di Jillian non è amore, è un capriccio e credo che neanche il mio sia amore, è abitudine.» ciò che dice mi sorprende abbastanza.
«E come l'hai capito?» gli chiedo.
«Sei stata tu.» mi risponde, il suo sguardo fisso nel mio.
«Io?» esclamo sorpresa.
«Tu mi hai dimostrato il vero significato dell'amore, del voler bene a qualcuno, continuo a fare errori su errori ma tu ci sei sempre e mi rendi migliore Lily, più di quanto abbia mai creduto di poter essere, mi ascolti, mi vedi, vedi il vero me e credo che questo sia amore, che così dovrebbe essere l'amore.» le sue parole mi fanno tremare il cuore.
«E' così che sono, non conosco altro modo di essere, quando voglio bene a qualcuno do tutta me stessa, metto al primo posto la persona alla quale tengo.»
«Tu sei pura Parker, non credo che esistano altre persone come te e sono dannatamente fortunato ad averti nella mia vita.» mi dice ed io potrei piangere da un momento all'altro ma non lo farò, non posso farlo.
«Mi hai delusa Kaden, non posso negarlo, vederti con Jillian è stato devastante, non credevo che un uomo buono e intelligente come te sarebbe cascato in una cosa del genere ma è stata colpa mia, nella mia mente avevo creato un immagine di te perfetta, forse tutti noi l'abbiamo creata, però dobbiamo ficcarci in testa che sei umano anche tu e fai degli errori, li facciamo tutti.» dico perché è ciò che penso e credo sia la pura verità, non posso giudicare Kaden per le sue scelte, nessuno può farlo perché chiunque di noi potrebbe fare la stessa identica cosa.
Siamo umani e come tali commettiamo errori, anche se alcuni più di altri e sicuramente di peggiori.
«Te l'avevo detto.» mi dice poi ed io lo guardo un po' confusa.
«Che cosa?»
«Che prima o poi deludo tutti.» dice, «Non voglio perderti, Parker.» continua poi ed io vorrei tanto abbracciarlo adesso, mi sembra così triste, così solo.
«Non mi perderai, solo che ho bisogno di un po' di tempo e spazio, non è facile per una come me contenere i propri sentimenti e devo salvaguardarmi in qualche modo.» decido di essere al cento per cento sincera, «Però tornerà tutto come prima, ne sono sicura.» o almeno ci proveremo.
«Come può tornare come prima se a stento riesci a guardarmi in faccia?» mi chiede ancora una volta ed io decido di rispondere in modo più sincero possibile.
«Accidenti Kaden, non lo capisci che non è perché mi disgusti? Si, certo, non posso negare che quando ti guardo rivivo la scena a casa tua e ci sto male, ma il novantanove percento delle volte non ti guardo in faccia perché non voglio rischiare di baciarti come l'altra volta.»
Non ho paura di esporre i miei sentimenti, non più ormai, tanto peggio di così...
«Puoi farlo.» e per la millesima volta in questa serata sono più confusa di un turista in una città che non conosce.
«Cosa?»
«Puoi baciarmi, Parker.» mi dice così seriamente che arrossisco fino alla punta dei capelli.
Trattentermi mi costa più di quanto vorrei ammettere però devo essere coscenziosa e ragionare, devo decisamente ragionare.
«In un'altra circostanza non me lo sarei fatta dire due volte ma adesso sei confuso Kaden e io ho bisogno di schiarirmi un po' le idee, non voglio essere il rimpiazzo di nessuno e soprattutto non voglio essere usata per ricoprire lo spazio lasciato da qualcun'altra, il giorno in cui ci baceremo di nuovo –se e quando succederà- sarà per le ragioni giuste, sarà perché lo vorrai anche tu sul serio, non solo io e non per chissà che cosa.» gli dico e sono davvero fiera di me in questo momento dato che per l'imbarazzo che provo non credevo sarei stata in grado di fare un discorso del genere, «Ora devo andare a lavorare o il capo mi prenderà a calci in culo.» dico poi per smorzare la tensione.
«Il capo sono io.» risponde come se non lo sapessi, io faccio una smorfia.
«E come capo sei davvero stronzo, perciò si, devo proprio andare.»
Prima di andare via però gli lascio un bacio veloce sulla guancia, sperando che da domani le cose vadano meglio, sia per lui che per me.
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