Chapter twentythree-The Christmas Dance-
James
«Ma ve ne dovete proprio andare?»chiesi io, deluso da questo.
Era il ventitré di dicembre e Harry, Ron, Hermione e gli altri loro amici dovevano tornare a casa per le vacanze. Io, sinceramente, avrei preferito rimanessero qui con noi. Sarebbe l'unico Natale che paseremmo insieme nella sua adolescenza, vorrei sfruttare l'occasione.
«Si, James. L'ordine non vuole scuse e non sapremmo che scusa inventare.»disse Hermione per l'ennesima volta, scocciata nel dirlo mentre si alzava dal divanetto della Stanza delle Necessità.
Il mio sguardo, per un attimo, cadde sulla Evans. Ormai erano settimane che non ci parlavamo e nemmeno litigavamo. E per noi, era fin troppo strano.
«Allora, ci dobbiamo salutare. Dobbiamo andare a preparare il baule.»annunció Neville seguendo l'altra. Erano tutti alzati, aspettando i nostri saluti, che ricevettero subito dopo.
«Harry aspetta...»disse la Evans, il moro si voltó e fu travolto dalla folta chioma della ragazza che lo travolse in un abbraccio spacca ossa. Io rimasi a guardarli e, dopo una gomitata nelle costole da parte di Sirius, andai anche io verso di loro.
Attesi che la Evans si staccasse, per abbracciarlo per bene, non so per quale motivo veramente, ma i due, come se si fossero messi d'accordo, mi tirarono per la felpa che stavo indossando. Li abbracciai, avvolgendoli completamente, essendo che entrambi erano un po' più bassi di me. Per un momento, mi sentii improvvisamente a casa.
«Festeggiate un bel Natale.»disse Harry con la voce ovattata dai capelli della ragazza e dal mio braccio.
«Anche voi.»risposi mentre scioglievamo l'abbraccio. Harry ci sorrise dolcemente e poi la rossa gli bació la guancia.
I ragazzi si girarono ed uscirono dalla stanza, lasciando me e la Evans sull'uscio a guardare la porta. Per un attimo mi sentii freddo, come se avessi lasciato qualcosa per strada. Boh, sarà.
«Domani sera facciamo il ballo della Vigilia, no?»chiese ad un certó punto il mio migliore amico. Io annuii, continuando a fissare un punto davanti a me non sapendo cosa fare.
«Sirius, Peter, andiamo un attimo in bagno che c'è una specie di guasto.»disse Remus, facendo la sua solita tattica: voleva lasciare me e la Evans un attimo da soli.
«Non puoi aggiustarli da solo, scusa?»chiese di rimando l'altro mentre li tirava via, il più lontano possibile da noi due.
Rimanemmo in silenzio ancora un po', forse furono secondi o persino minuti, ma comunque sembrarono infiniti.
«Io non so cosa dire e non vorrei rimanere mezz'ora a fissare la porta.»cominció lei girandosi verso di me, mentre feci la stessa cosa.
«Se è per questo neanche io.»le spiegai andandomi a sdraiare sul divano, mettendo le braccia sotto la testa mentre lei si appoggiava al bracciolo della poltrona accanto.
«Balli con me, domani sera?»
Mi accorsi che questa frase l'avevo detta io solo quando vidi il suo sguardo di pietra posizionarsi sul mio viso, rivolto al contrario.
«Che?»chiese lei, forse sperando di aver sentito male.
«Se non vuoi non dev...»cominciai poi ma venni interrotto.
«Si, ci ballo con te, domani sera»
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«Harry mi ha detto che tra i Grifondoro non è rimasto nessuno. Anzi, quasi nell'intero castello non c'è nessuno. Solo un Serpeverde e due Tassorosso, mi pare...»cominciò a dire Sirius dopo che ci fummo risvegliati e dopo esserci scambiati gli auguri di buon Natale. Ormai la Stanza delle Necessità l'avevamo trasformata in una specie di dormitorio, molto simile al nostro ad Hogwarts e scommetto che anche la camera della Evans avesse preso questa forma.
«Quindi potremmo anche andare nella Sala Comune dei Grifondoro a festeggiare, anche se sarebbe stato meglio in Sala Grande...»dice Peter grattandosi la testa.
«E se trasformassimo la Stanza delle Necessità nella Sala Grande? Possiamo farlo!»aggiungo io già immaginando la scena: io e la Evans, che balliamo sotto al vischio e io che, finalmente, la bacio.
«Non è una cattiva idea, si potrebbe fare!»risponde Remus, felice forse per il fatto che è una delle poche volte che ho un'idea sensata, come lui mi ricorda sempre da ormai quasi sette anni.
«Bene, allora possiamo prendercela comoda. Non ci vorrà molto ad esprimere questo desiderio. Io mi rimetto a dormire.»annuncia Sirius tirando la tenda del suo letto e avvolgendosi in essa. Scansafatiche, pff.
«Io anche, suppongo.»aggiunse Peter facendo la stessa cosa e lasciando me e Remus da soli.
«Allora, ti piace Lily?»mi chiede lui di scatto, mentre mi sto alzando diretto al bagno per farmi una doccia. So che è mezzogiorno passato (si siamo riusciti a convincere Remus a svegliarci tardi, finalmente) ma ho bisono di lavarmi.
«Non lo so...io credo di si. Non ho mai provato un sentimento così per altre ragazze. Nessuna mi ha mai detto di no e questa cosa mi è sempre piaciuta. Peró, il fatto che lei sappia tenermi testa non so, mi piace ancora di più, capisci?»comincio a dire a macchinetta tutto quanto, fino a quando rimango senza fiato.
«Veramente no, non sono mai stato innamorato...»dice lui con una nota nostalgica nella voce, quella nota che ha ogni volta che parliamo di ragazze.
«Non sono innamorato, almeno credo. Mi piace, mi piace il suo modo di fare, il suo essere stronza e gentile al momento giusto (tranne con me, ovvio), mi piace quando mi tiene testa, mi piace il suo corpo, mi piace tutto di lei.»spiego io, puntualizzando quella parola anche se, non lo ammetteró mai, ogni volta che la sentivo pronunciare mi si attorcigliava lo stomaco e pensavo subito a lei.
«Con questo mi hai appena confermato che ne sei innamorato.»mi derise lui, alzandosi e passandomi oltre chiudendosi in bagno a farsi la doccia, lasciandomi da solo, con due morti viventi addormentati.
Alla fine della sua doccia entro io, saltando il pranzo, e piano piano il tempo passa fino a quando arriva il momento del ballo. Che poi ballo è un parolone, saremo solo in cinque.
È tutto il giorno che non vedo la Evans e in un certo senso mi sento un po' trascurato, ma non vedo l'ora di vederla fra qualche minuto.
E infatti è così, quando sento bussare alla porta della stanza. Mi alzo e di fretta, senza la giacca addosso, vado verso la porta spalancandola e ritrovandomi uno spettacolo davanti agli occhi.
Lei è qui, davanti a me, con un magnifico vestito verde sgargiante che le arriva sulla coscia e che le fa risaltare gli occhi, i capelli rossi e boccolosi che le ricadono sulla schiena morbiti e le scarpe con un po' di tacco mache comunque la fanno risultare più bassa di me.
«Buon Natale.»mi dice lei con un sorriso sulle labbra rosse e facendo risaltare le guance rossicce.
«Anche a te, entra.»dico io facendole spazio per entrare nello stesso momento in cui chiedo alla stanza di trasformarsi nella Sala Grande addobbata con le luci natalizie e l'albero alto.
«Wow, sembra proprio quello di Hogwarts!»esclama lei sorridendo a Sirius e Peter e abbracciando Remus, cosa che mi rende un po' più geloso.
«Mangiamo?»dice Peter, ovviamente, indicando il tavolo rotondo. Noi tutti quanti ci dirigiamo intorno ad esso e io mi siedo tra la Evans e Sirius. Mangiamo tutto, io mangio anche qualcosa della rossa, senza farmi scoprire, e poi io la invito a ballare, con il cuote che batte a mille per la paura che mi dica di no.
«Certo.»invece mi risponde lei, prendendo la mia mano che le avevo porto prima, alzandosi e facendosi dirigere in un punto della "Sala Grande".
Le misi le mani sui fianchi, un po' titubante mentre lei agganciava le sue intorno al mio collo. Eravamo così vicini, avevo persino paura che sentisse che i battiti del mio cuore fossero aumentati a dismisura quando appoggió la testa sulla mia spalla.
«Mi dispiace...»mormoró ad un certo punto, facendomi riportare al mondo della realtà dopo che mi fui perso nell'odorare i suoi capelli.
«Per cosa?»alzai un po' la testa e la guardai, anche se lei faceva fatica a lasciare i suoi occhi incastrati nei miei per più di due secondi.
«Di tutto, di come ti ho sempre trattato. Forse avrei dovuto darti prima una possibilità, invece di rifiutarti continuamente.»aggiunse lei e quelle parole ebbero un effetto sul mio cuore che probabilmente non dimenticheró mai.
«Anche a me dispiace, per averti sempre presa in giro solo per attirare la tua attenzione.»le dissi prendendo una ciocca dei suoi capelli tra le dita ancora appoggiate sulla sua vita e giocandoci un po'.
«Scusato.»disse alleggerendo la tensione che ricomparve solo dopo alcuni minuti.
«Potter, guarda...»disse alzando la testa dalla mia spalla e guardando un punto fisso sopra di noi. Alzai gli occhi e vidi del vischio sopra le nostre teste.
«Cavolo, Luna mi aveva detto che portano i nargilli!»dissi allentando l'ansia che si era creata tra noi, tornando a fissarla in volto con una voglia matta di baciarla, come se fosse l'unico obiettivo della mia vita.
«Nargilli?»chiese lei un po' confusa ma allo stesso tempo divertita da quel termine.
«Si, non so esattamente cosa siano, ma dice che portano sfortuna, chissà...»dissi alzando una mano e mettendogliela sulla guancia, dove poco dopo sentii dei brividi comparire. Eppure, la mia mano non era fredda...
«Beh, se portano sfortuna non ti bacio!»disse con un ghigno malandrino, cosa che non mi sarei mai aspettato di vedere sul suo viso.
«Ma no dai! Ti prego, ti prego, ti preeego!»dissi facendo il labbruccio mentre lei si allontanava da me al termine della canzone.
«Se portano sfiga non ti bacio, mi spiace.»aggiunse girandosi e andando verso Remus, lasciando me come un rimbambito in mezzo alla sala.
«Luna, io e te facciamo i conti quando tornerete...»dissi tra me e me, seguendola e andando verso i miei amici.
Spazio me!
BUON NATALEEEEE AAAAAA
Spero stiate passando delle buone feste perchè io si muahah. Non aspettavo altro.
Tornando alla storia si, sono perfida e non li ho fatti baciare ma voi mi amate lo stesso u.u
Domanda del giorno:
Qual è stato il più bel regalo di Natale di quest'anno?
A me hanno regalato dei cuscini su cui uno c'era la stampa di Hogwarts sopra e sull'altro c'è lo stemma di Grifondoro.
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