Chapter fortyeight-The Prom-
Sirius
Il momento in cui l'ultimo ragazzo del settimo anno uscí dalla Sala Grande dopo aver dato l'ultimo esame fu il momento che segnò la fine della scuola per tutti gli studenti di Hogwarts. Anche se, per quelli dell'ultimo anno, quello era anche stato l'ultimo momento da studente.
Significava la fine di tutto, la fine dell'ansia (anche se io non ne avevo mai) per un compito, la fine delle nottate in dormitorio, la fine delle partite di Quidditch, la fine delle feste, la fine di scappatelle tra una lezione e l'altra. Era semplicemente la fine della mia quotidianità da ormai ben sette anni.
Era tardo pomeriggio ormai, noi del settimo anno eravamo tutti in corridoio ad attendere il momento in cui sarebbe uscita l'ultima persona e quando accadde non potemmo fare a meno di alzarci tutti in piedi, urlare di gioia e lanciare il cappello da mago per aria.
Ci fu un boato di urli di felicità che rimbombò in ogni angolo del castello, contemporaneo agli applausi dei professori e alla comparsa di Silente.
«Le mie congratulazioni ragazzi miei, siete riusciti a compiere il vostro percorso!»seguí un battuto di mani, piedi e risate da noi ragazzi e poi il preside proseguí «per quanto mi piaccia parlare e fare discorsi commoventi, credo che la parte più emozionante la terrò per stasera, durante il ballo di fine anno.»
Ci furono bisbiglii tra tutti i ragazzi presenti, e urletti concitati da parte di alcune ragazze.
«Professore, mi scusi, ma il ballo non era stato annullato per via della situazione in cui siamo? Parlo di Voi-sapete-chi.»chiese la Evans. Essendo la Caposcuola (anche se per solo qualche giorno) doveva accertarsi dei programmi degli studenti.
«Abbiamo avuto un'assemblea tra noi professori e non ci sembrava giusto privarvi di quest'ultimo evento caratteristico della vostra giovinezza, soprattutto perchè appena uscirete da queste mura andrete incontro al pericolo, dovete avere almeno un momento di felicità.»spiegò prima di voltarsi.
Il ballo era stato annullato circa due giorni prima, dopo l'ultimo attacco ai babbani. Non ne avevo parlato con Frannie, tra noi c'era ancora quell'invito ma senza ballo cosa avremmo potuto fare?
Ringrazio il cuore d'oro di Silente per avercelo permesso.
«Professore ma noi studenti non abbiamo organizzato nulla!»urlò James per attirare l'attenzione di Silente che intanto stava camminando lungo la Sala Grande.
Si voltò verso di noi e, con uno schiocco delle dita, fece cambiare radicalmente l'aspetto della sala. Apparirono infatti festoni, candele, luci, un palco, tavoli e cibo ovunque sparso per tutta la stanza.
Noi ragazzi eravamo a bocca aperta. Ringrazio la magia per tutto questo.
«Andatevi a preparare ragazzi, mancano meno di due ore agli inizi.»aggiunse la McGranitt mentre i professori seguivano il preside e si chiudevano le porte alle spalle, in contemporanea di tutti noi che iniziavamo a correre per i corridoi ed arrivare nei nostri dormitori.
«Porca puttana io non ho nemmeno un vestito!»esclamò James una volta entrato nella Sala Comune. C'erano molti ragazzi più piccoli già vestiti con i loro smoking che probabilmente aspettavano le loro damigelle. A quanto pare noi del settimo anno eravamo gli ultimi a venire a sapere del ballo.
«Che ti importa, tanto alla Evans piaci anche nudo.»disse Peter con un ghigno sul viso, che fu contagioso dato che spuntò anche a me.
«Forse le piace più vestito, è una suora quella ragazza.»mi venne da dire spontaneamente ma poi ci riflettei per qualche secondo. James e Lily avevano scopato?
«Non é cosí suora come credi.»ammise James a bassa voce, mentre entravamo in camera. Frank non venne con noi, ci liquidò dicendo che Alice aveva il suo vestito perchè si era scucito in un punto e ci stava pensando lei. Non che gli servisse, dato che avevano la magia.
«Qui qualcuno ha fatto sesso ultimamente!»gridai io saltando dal mio letto al suo e andandogli a prendere la testa per strofinargli i capelli con un pugno.
«Smettila Sirius! James, tu e Lily lo avete, insomma...»domandò Remus con gli occhi spalancati mentre tirava fuori dall'armadio tutti i vestiti che aveva e vedere quale poteva andare bene a James. Remus era alto si, ma era comunque più secco di James, dato che lui faceva anche Quidditch.
«Non dovrebbero essere affari vostri ma si, lo abbiamo fatto.»ammise Ramoso, ringraziando poi Remus quando gli passò un abito.
«E come è stato?»chiese Peter sognante. Povero idiota.
«È la cosa più bella che ci possa essere, fare l'amore dico.»Remus gli sbattè una mano sulla spalla mentre si dirigeva al bagno per lavarsi.
Mi domandai se fosse cosí, se fosse anche meglio del sesso. Non credo lo sia, ma anche James era come me prima di innamorarsi.
Peter disse che sarebbe andato a farsi la doccia nel bagno dei prefetti. Non era un prefetto ma essere amico del caposcuola che inoltre ha un mantello dell'invisibilità poteva permetterti di accedere ovunque.
Rimasi con James in camera, mentre lui cercava di capire se il vestito poteva stargli bene. La domanda che gli feci poi mi venne quasi spontanea.
«Davvero è meglio del sesso? Fare l'amore dico.»lui rimase un po' sorpreso mentre mi guardava attraverso lo specchio.
«Perchè me lo chiedi? Non credo che tu andrai mai oltre il fare sesso.»disse lui con un'alzata di spalle. Io arrossii a mala pena a quell'affermazione. Credo che lui lo notò, perché si girò verso di scatto verso di me con uno sguardo curioso.
«Vuoi sapere cosa si prova ad essere innamorati?»mi domandò. Credo che non passasse inosservata la mia espressione un po' sulle nuvole che avevo iniziato ad avere dopo aver chiesto a Frannie di venire al ballo con me.
Non dico che ne ero innamorato, ma non mi era indifferente, quella ragazza, per niente.
«Non sono innamorato di Frannie.»dissi subito sbuffando. Non lo ero. Non potevo esserlo. Giusto?
«Sirius io non l'ho nemmeno nominata. Il fatto che tu abbia subito pensato a lei mi fa credere l'esatto contrario di quello che hai appena detto.»spiegò lui sedendosi.
«Cazzo. James non riesco a levarmela dalla testa. Non posso esserne innamorato però, non posso sul serio.»dissi, buttando la schiena sul letto e passandomi la mano sulla faccia.
«Perchè no? Hai 17 anni, sei giovane, sei bello, lei ne ha 14, è carina, ti pisce, tu piaci a lei, cosa vuoi di più? È anche legale!»mi disse James dandomi uno schiaffo sullo stomaco.
«E se dovessi rovinare tutto? Voglio dire, io rovino sempre tutto.»dissi. Il fatto che io sembrassi sempre il ragazzo più sicuro della terra era per nascondere le mie insicurezze. Fin da quando ero piccolo mi era sempre stato ripetuto che rovinavo tutto. Non volevo rovinare anche lei.
«Non succederà se tu non vuoi e se nemmeno lei non vuole, ok?»mi disse cercando il mio sguardo, che io prontamente evitavo. Tirò un sospiro, si alzò e mi prese le braccia, tirandomi su.
«Va bene ascoltami. Comportati bene stasera, non guardare altre ragazze. Falle i complimenti e offrile da bere. Poi magari fai qualche battutina giusto per farla magari ingelosire un po' e vedere se prova qualcosa per te. Falla ridere tutto il tempo e a fine serata, quando la stai riaccompagnando in camera, PERCHÉ SARÀ QUELLO CHE FARAI, NON LA LASCERAI DA SOLA NEMMENO UN ATTIMO, dille quello che provi e basta.»disse lui guardandomi.
Annuii concentrandomi su tutti quei consigli e poi Remus uscii dalla doccia. Fu il mio turno a lavarmi e feci in più fretta possibile per entrare nel box-doccia, sciacquarmi, uscire, vestirmi, improfumarmi e, cosa più importante, sistemarmi i capelli. Una volta finito fu James a doversi lavare, mi auguró buona fortuna e poi entrò in bagno. Mentre io scesi le scale per arrivare in Sala Comune.
Lí ci trovai Peter, Remus e Frank intenti a parlare. Mi fermai con loro che mi chiesero tutto su Frannie e sulle mie intenzioni. Rimasi un po' sulle mie, non volendo apparire come uno stupido dodicenne con una cotta.
Quando James scese in contemporanea scese anche Lily in un vestito lungo e verde che le faceva risaltare gli occhi.
James aveva quello sguardo quando la guardava e non potevo fare a meno di chiedermi se avevo lo stesso sguardo anche io.
«Evans, sai se c'è qualcun'altro in dormotorio?»le domandai ansioso.
«Ehm, no non mi pare, forse solo qualche matricola. Stai aspettando qualcuno?»mi chiese ma io fui innervosito da quella notizia che nemmeno risposi.
Perfetto. Mi aveva dato buca.
Stavo risalendo le scale per tornare in dormitorio con l'intento di cambiarmi e mettermi una tuta quando mi sentii chiamare.
«Black?»la sua voce mi fece girare di scatto. Avevo paura che non si sarebbe presentata, ne ero quasi sicuro.
Mi voltai e quando la vidi rimasi un po' interdetto. Indossava un vestitino nero, stretto in vita con delle bretelline semplici e una scollatura curva, mentre per la parte di sotto rimaneva ampio e le arrivava a metà coscia, lasciandomi tutto lo spazio possibile all'immaginazione.
Era, per la prima volta in cui la vedevo, truccata. Non so come si chiamasse quella roba, ma aveva le guance più rosse e le ciglia più scure, mentre alcuni punti del viso erano luccicanti e un rossetto rosso le dipingeva le labbra. Aveva degli orecchini tondi molto grossi e una catenina d'oro in tinta a quelli.
Ció che mi stupì davvero furono le scarpe. Infatti aveva una scarpa dal tacco nero semplice e l'altra era un anfibio con delle stringhe dorate.
«Frannie, ciao.»dissi scendendo i gradini che avevo percorso andandole incontro. Arrivammo entrambi sul pianerottolo che univa le scale dei dormitori maschili e femminili e quando me la ritrovai di fronte era più alta del solito grazie alla scarpa che aveva, mi arrivava sotto al mento mentre solitamente mi arrivava sotto la spalla: era bassina ma comunque rimaneva una bella ragazza.
«Ciao Black. Scusa il ritardo ma non avevo ancora deciso che scarpe mettere. Pensavo avresti invitato un'altra perciò mi sono sbrigata a scendere ma penso sia stato anche peggio dato che sono con due scarpe diverse e probabilmente sto anche facendo una grandissima figura di merda perchè non penso che qualche altra ragazza abbia mai avuto il coraggio di presentarsi così davanti a te e...»stava parlando troppo per i miei gusti.
«Sei bellissima.»le dissi all'orecchio avvicinandomi a lei per darle un bacio sulla guancia, annusando anche un po l'odore della sua pelle. Mi allontanai un po' e la vidi arrossire e sorridere mestamente.
«Grazie, ehm, vogliamo andare?»disse poi guardandomi in faccia, ma non mi guardò negli occhi, probabilmente in imbarazzo.
Annuii indicando i miei amici e la Evans fu la prima ad avvicinarsi a noi e a presentarsi, poi fu il turno degli altri, tranne Remus dato che si conoscevano già. Si mise l'altra scarpa col tacco prima di prendere una borsetta che aveva lasciato sul gradino prima di lei e metterci l'altra scarpa. Probabilmente si portò quella borsa nel caso le facessero male i piedi.
Giungemmo in Sala Grande tutti insieme e molti furono sorpresi di vedermi accanto ad una ragazza. E che ragazza.
«Buonasera a tutti ragazzi e buona fine delle lezioni! Per alcuni di voi questo sarà l'ultimo anno, per altri è il primo mentre per la maggioranza è solo un ballo di passaggio. Quest'anno abbiamo avuto alcune problematiche, chiediamo venia a voi studenti ma chiediamo la comprensione assoluta dato che noi desideriamo soltanto la vostra protezione. Non mi dilungherò molto, il discorso vero toccherà l'ultimo giorno. Perciò divertitevi stasera!»annunciò Silente e ne seguì un lungo applauso.
Io, i Malandrini, Frank, la Evans, Alice e Frannie avevamo preso un tavolo tondo da otto posti e mi ero messo tra Frannie e James. Il mio migliore amico mi gettava qualche occhiata per farmi capire di agire e io ogni volta cercavo di creare una conversazione con lei. Mi sentivo piuttosto in soggezione con lei accanto.
«Ti va di ballare?»le domandai ad un certo punto, quando partì un ballo lento. Lei quasi si strozzò con il vino-grazie Lumacorno-che stava bevendo ma poi annuì con un sorriso.
Mi alzai e le porsi la mano. Lei fece una risata e la ignorò, dirigendosi verso un angolo della sala, distante da tutti gli occhi delle ragazze infuriate e invidiose.
A quel punto mi avvicinai come avevo fatto prima sulle scale e le misi le mani sui fianchi. La sentii irrigidirsi e poi rilassarsi al mio tocco, che lei ricambiò mettendomi le braccia intorno al collo.
Non ballammo in realtà, ma ci dondolammo su noi stessi, parlando a bassa voce nonostante la musica alta. Stavo bene con lei, e mi sentii ancora meglio quando appoggiò la testa sulla mia spalla. Dio, che bella sensazione.
Purtroppo non durò molto, dato che dopo qualche secondo, quel ragazzo biondo con cui l'avevo vista tempo prima passò accanto a lei e notai benissimo che le palpò il culo con la mano.
«Bel culo, Tylor.»disse lui ridacchiando mentre lei si girò di scatto. Sentii il sangue arrivarmi al cervello e la mano formicolare quando lei si staccò da me e andò verso di lui. Mi incazzai ancora di più quando lo vidi andarle incontro e posarle una mano sul seno e l'altra sul di dietro, andando a stritolare entrambe le parti e provocando un verso di dolore della ragazza.
«NON TOCCARLA PORCA PUTTANA!»gridai io tirandogli un pugno sullo zigomo e facendolo finire a terra. Mi ci misi sopra e iniziai a colpirlo in faccia ripetutamente mentre sentivo Frannie gridare il nome di James.
Fu una questione di secondi che mi sentii tirare da James e Frank, mentre Remus e Peter andavano verso il biondo a tenere lui, che a sua volta era incazzato quanto me.
«STAI AL TUO POSTO, BLACK!»mi sputò addosso lui con il sangue che colava dal labbro. Cercai di divincolarmi dalla presa dei miei amici ma mi tennero ancora più stretto.
«Io ti ammazzo, giuro che ti ammazzo!»gli dissi contro. A quel punto guardai a destra e vidi Frannie con le lacrime che le rigavano le guanche e la Evans e Alice al suo fianco, mentre quest'ultima cercava di sistemarle il vestito che quel porco aveva strappato.
In quel momento arrivarono la McGranitt e Lumacorno, dopo aver sentito quel baccano. Nessuno aveva visto troppo fortunatamente.
«Black, che diavolo hai fatto!»gridò la mia professoressa guardando tutti quanti.
«Io che cosa ho fatto? Lo chieda a lui che ha palpato e strappato il vestito di Frannie!»dissi liberandomi poi dalla stretta dei miei amici e girandomi, iniziando a correre fuori la Sala Grande, mentre sentivo un "10 punti in meno a Serpeverde".
«Black!»sentii urlare mentre mi accostavo alla parete vicino la nostra Sala Comune. Girai la testa e vidi Frannie con gli anfibi che avvea messo nella borsetta poco prima, il vestito un po rovinato e il trucco che ormai era sparito.
«Che cazzo ti è saltato in mente?!»mi urlò contro lei piazzandomi davanti a me e dandomi uno spintone. Spalancai la bocca prima di replicare:
«Porca puttana quel Serpeverde di merda ti voleva scopare davanti ai miei occhi! Cosa dovevo fare? Starmene fermo?!»gridai a mia volta staccandomi dalla parete e andandole incontro.
«Si, potevo risolverla anche io! Era una cosa tra me e lui!»ribatté lei incazzata.
«Ah quindi non era una cosa nuova, vero?»dissi facendo una risata sarcastica per poi vedere nei suoi occhi un velo di lacrime.
Porca puttana avevo ragione: non era una cosa nuova.
«Che cosa ti ha fatto quel maiale?!»dissi io a denti stretti guardandola. Lei ancora una volta non mi guardò negli occhi e mi accorsi in quel momento che non l'aveva fatto in tutta la serata.
«Niente di cui non si sia pentito, o almeno non è riuscito a farmi niente perchè l'ho conciato per le belle tutte le volte che cercava di...di toccarmi.»spiegò lei guardando in basso e allontanandosi da me. La vedevo sofferente e non ero capace di agire. Ora capisco perchè non voleva avere niente a che fare con me.
Le andai vicino e le presi i polsi tra le mani. Lei se lo lasciò fare, continuando a guardare però il pavimento.
«Mi dispiace per quello che ha fatto lui e mi dispiace per come mi sono comportato io. È che il fatto che ti abbia toccata mi ha fatto andare fuori di testa. Scusa.»le ammisi. Ci fu un momento di silenzio rotto soltanto dalla musica di sottofondo che proveniva dalla Sala Grande.
«Puoi guardarmi negli occhi, per favore?»le dissi poi, andando a metterle un dito sotto al mento per alzarle il viso verso di me. Alzò lo sguardo e feci un sospiro quando le guardai quegli occhi profondi che aveva. La feci appoggiare di schiena alla parete e tolsi la mano che avevo attorno al suo polso per mettergliela sulla guancia.
«Mi dispiace davvero, scusa. È che non pensavo di poter provare qualcosa di così forte in così poco tempo. Per te.»dissi io a bassa voce anche se non c'era nessun altro nel corridoio.
Lei aprì la bocca e io non potei fare a meno di guardargliela. Ciò che mi sorprese fu che anche lei buttò un'occhiata sulle mie labbra. Si morse quello inferiore e poi, come presa da un sentimento nuovo, mi gettò le braccia al collo e mi baciò.
Non mi aspettavo mi baciasse ma quando lo fece fui felice come non mai. Le passai una mano dal mento al fianco e le accarezzai tutta la schiena. Inizialmente si trattò di una cosa dolce e delicata, solo un lento assaporarsi reciproco, ma poi lentamente divenne sempre più insistente. Mi spinsi contro di lei che mi stava iniziando a torturare i capelli mentre mi baciava passandomi la lingua intorno alla mia. Posai le labbra sul suo collo e lei sospirò inarcando la schiena contro di me e facendo toccare i nostri bacini. Ovviamente io ero eccitato e penso se ne accorse dato che sospirò rumorosamente.
Le passai le mani sul sedere e pensai me le togliesse ma in realtà mi spinse verso la porta della Sala Comune. Ci staccammo per qualche secondo solo per dire la parola d'ordine al quadro e poi per salire le scale verso la mia camera. Quando fummo davanti alla porta ci misi un po' a cercare le chiavi nelle tasche, che per fortuna avevo io, e in quel frangente l'appoggiai alla porta mentre lei iniziava a sbottonarmi la camicia e a baciarmi il collo.
«Cosí non mi aiuti.»le dissi e lei ridacchiò prima di iniziare a lasciare anche dei morsetti sulla mia pelle, cosa che mi fece letteralmente impazzire. Mi venne spontaneo smettere di cercare la chiave e toccarle il sedere prima di stringerlo con poca delicatezza tra le mani, cosa che la fece sospirare.
Appena riuscimmo ad entrare mi tolsi la cravatta e l'appesi alla maniglia della porta cosí gli altri non ci avrebbero disturbati.
«Appendi la cravatta alla porta ogni volta che ti porti una ragazza a letto?»mi chiese facendo una risatina lei, ma la feci tacere subito premendo di nuovo le labbra sulle sue e sollevandola con un braccio, mentre con una mano le accarezzavo una coscia nuda avvolta attorno al mio bacino.
«No ma lo fa sempre James quando è con Lily. Solitamente non mi interessa se ci sono anche gli altri quando sto scopando, ma se sono con te non voglio che nessuno mi disturbi.»le dissi mentre lei riprendeva a baciarmi e a succhiarmi la pelle del collo. Sentendo quelle parole smise e mi guardò negli occhi. Sciolse le gambe dal mio bacino e la feci scendere. Iniziò a slacciarsi la cinghia degli anfibi e io la spinsi verso il letto, portandola a sedere.
«Inizi a piacermi, lo sai?»mi disse lei mentre mi levava giacca e camicia, poi si alzò e la feci voltare per abbassarle la zip del vestito che si fece passare poi attorno e lasciammo cadere a terra, ritrovandomi lei con solo un reggiseno e le mutandine nere. Iniziai a lasciarle dei baci sulla spalla e ad accarezzarle lo stomaco con una mano mentre lei gettava la testa sul mio petto.
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Mi sbottonai i pantaloni e me li abbassai insieme ai boxer, mi avvicinai a lei e le strusciai contro il sedere la mia intimità facendole sentire quanto la desiderassi. Lei sospirò e poi mi fece cenno di levarle il reggiseno iniziando ad abbassarsi una spallina e io non esitai a sganciarglielo.
«Io inizio ad amarti.»le sussurrai facendola sdraiare sul letto e mettendomi sopra di lei che teneva le gambe allargate per farmi stare più comodo mentre io mi reggevo sui gomiti. Le accarezzai il mento mentre le dicevo queste parole e lei mi guardò ad occhi spalancati e poi sorrise. Mi strinse a sè e lo presi come un cenno di affetto. Mi fece impazzire sentire la mia pelle incontrare la sua e fece impazzire anche qualcos'altro, non so se mi spiego.
«Forse anche io.»mi disse prendendo una mia mano e portandosela sulla sua intimità. Era così audace che mi era difficile credere al fatto che aveva declinato i tocchi di quel biondo. Non le stavo dando della puttana, ovviamente, solo che il fatto che avesse detto di no a quello e di sì a me, mi faceva sentire, non so, speciale.
Le infilai una mano nelle slip e andai subito incontro al suo punto del piacere. Le baciai il collo e poi il seno mentre iniziavo a massaggiarla dall'esterno e mentre lei iniziava a sospirare rumorosamente sotto di me, fino a quando cercai di infilare un dito al suo interno.
«Io...non ho...mai...»mi sussurrò imbarazzata facendomi fermare.
«Vuoi che...lasciamo perdere?»le domandai staccandomi dal suo petto, guardandola negli occhi e tirando fuori la mano dalle mutandine mostrandogliela in segno di resa.
«No solo che, vorrei andare piano, per stanotte non vorrei, sai, fare sesso.»disse lei guardando da ogni parte tranne verso di me.
«Oh, ok. Allora mi...mi rivesto?»le domandai sperando che mi dicesse di no. Non l'avrei obbligata a fare niente ma ero davvero eccitato in quel momento.
«No! Cioè, se non ti va...però potremmo fare, non so, altro? Tutte le mie amiche hanno detto che fa male quando, sai, succede, e vorrei essere, ehm, pronta...»mi disse, e quando capii cosa intendesse tornai di nuovo a baciarla con più insistenza di prima. Era troppo innocente persino da dire che voleva che la toccassi e che lei voleva toccare me ma senza andare troppo oltre.
Passai dal baciarle le labbra al baciarle il collo, poi il petto, il seno, lo stomaco e poi rimisi la mano sulla sua intimità. Non la misi nelle slip ma rimasi a toccarla attraverso il tessuto, facendola muovere sotto di me.
«Però queste le togliamo.»le dissi mentre scendevo con la bocca fino alle mutandine, prendendone il tessuto tra i denti e portandole verso il basso. La sollevai per farle passare attraverso le gambe e poi, essendo seduto, iniziai a baciarle la gamba destra. Le lasciavo dolci e umidi baci sulla pelle e notai alcune macchie che aveva, probabilmente erano segni dell'abbronzatura che non se ne erano mai andati. Aveva la pelle macchiata ma non so per quale motivo mi sembrava più bella di moltissime altre ragazze che avevo visto nude nel mio letto.
Continuai a baciarle la gamba e poi passai all'interno della coscia sinistra fino a quando non arrivai nel suo punto di piacere. Le circondai le gambe con le braccia e le posai le dita sulla sua entrata mentre la iniziavo a vedere contorcersi quando cominciai a strusciarle i polpastrelli sulla pelle sensibile.
Le diedi dei baci sul monte di venere e poi sul punto più intimo dove passai anche per un attimo la lingua. Mentre iniziavo a sentirla sciogliersi e rilassarsi le infilai un dito al suo interno e a leccare la sua entrata, cosa che la fece gemere più forte di quanto avesse fatto fino ad ora.
Quasi urlò quando, dopo circa un minuto, infilai un secondo dito, cosa che mi permise di inserire anche la lingua al suo interno.
«Dio, Black...»gemette lei portando le mani sulla mia testa e iniziando a tirare e a torturare i miei capelli, e questo mi fece eccitare ancora di più.
Capii che stava finendo quando sentii che le sue gambe si irrigidissero sotto ai miei tocchi e assaporassi il sapore dei suoi umori. Mentre veniva disse più volte il mio cognome ma, alla fine, pronunciò "Sirius".
«Mi hai chiamato per nome?»le chiesi sbalordito. Non lo aveva mai fatto fino ad ora.
«Beh a quanto pare si...»disse mettendosi a sedere e posando una mano sulla mia intimità facendomi mugolare «ma ora ti farò chiamare il mio di nome.»
Dio, come faceva ad essere così audace durante la sua prima volta?
«Sei sicura?»cercai di dire ma le parole mi rimasero in gola quando la sentii stringere e far fare alla sua mano su e giù per la mia lunghezza.
«Stai zitto, mi sto concentrando.»disse prima di abbassare la testa su di me e di mettere tra le labbra la punta della mia erezione. Gemetti e buttai la testa all'indietro andando a prendere automaticamente i suoi capelli in un pugno.
«Dio, ma sei sicura di essere vergine?»le dissi quando iniziò ad andare più veloce e ad alternare i movimenti con le carezze della mano e con baci sulla mia pelle calda.
Non ci misi nemmeno molto a raggiungere l'orgasmo nella sua bocca. Credetti sputasse ma invece lo ingoiò e poi mi fece un timido sorriso.
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«Come fai ad essere così tremendamente eccitante ma al contempo così dolce?»le dissi sdraiandomi poi sul letto e appoggiando la schiena alla testata, mentre lei si stendeva su di me e poi poggiava il mento sopra al mio petto, dandomi una visuale perfetta del suo corpo nudo e permettendomi di annusare i suoi capelli.
«Quindi ti è piaciuto?»mi domandò guardandomi negli occhi e arrossendo timidamente. Solo lei poteva prima farmi impazzire con la bocca e poi diventare la persona più timida del pianeta.
«Frannie, l'ho amato. Sul serio. Anche se non siamo andati oltre i preliminari mi è piaciuto tantissimo. E mi piaci tantissimo anche tu.»le dissi lasciandole un bacio tra i capelli e la sentii sorridere sui miei pettorali, mentre mi iniziava a fare delle carezze con le dita.
«Anche tu mi piaci. Mi piaci tanto.»mi confessò e io non potei fare a meno di tirarla verso di me e stamparle un bacio sulle labbra.
Probabilmente ero pronto anche per il secondo round ma sapevo che lei era fin troppo stanca. Per essere la sua prima volta ha fatto anche abbastanza.
In poco tempo si addormentò e tirai su le lenzuola su di noi, prima di cadere io stesso tra le braccia di Morfeo.
Spazio me!
Raga lo so che è super lungo, sono 30000 parole in più rispetto le solite per capitolo, ma era da tantissimo che non scrivevo e credo che mi stia facendo proprio bene.
Mi è piaciuto un sacco scrivere questo capitoli, non vedevo davvero l'ora. Come vi avevo detto mi ero dedicata il personaggio di Frannie perciò non vedevo l'ora di farlo evolvere, anche solo se in qualche capitolo.
Domanda del giorno:
Seguite il Kpop?
Io ho iniziato da nemmeno un anno ma sono innamorata ormai degli Ateez, ve li consiglio un sacco. Premetto che a me non piaceva il kpop ma appena li ho sentiti me ne sono innamorata.
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