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Capitolo 14 - Alex ✔️

Alex

Apro la porta di casa, è stata una giornata pesante al lavoro, voglio solo farmi una doccia e sprofondare nel letto.

Sono due notti che dormo male, penso e ripenso a lei e non mi piace questa cosa.

Nessuna donna dovrà più fottermi il cervello.

<<Finalmente sei tornato, devi farmi un favore.>>
Mi accoglie mio fratello.

<<Cla, non rompermi le palle, sono stanco.>>

Sono consapevole di avergli risposto male senza motivo, ma sono due giorni che sono nervoso.

<<Devi prepararti per accompagnare Emily fra due ore ad un compleanno al quale non può mancare, ci sarà anche Paolo e tu dovrai fare la parte del fidanzato, ancora una volta.>>

Questa storia inizia ad infastidirmi!

<<Ora stai esagerando, non sono il fidanzato di nessuno e non ho intenzione di continuare questo gioco.>>
Gli dico duro.

Mi si sta ritorcendo contro questa messinscena, devo stare lontano da quella ragazza.

<<Dai fratellone, scommetto che non ti pesa poi così tanto.>>
Risponde con tono strafottente.

Continua a smanettare sul telefono senza neanche guardarmi, come se non avessi detto nulla, poi si alza e mi dà una pacca sulla spalla con stampato in faccia un sorrisino malizioso.

Al contrario io sono irritato.

<<Invece sì, mi pesa, vacci tu con Emily, lei è amica tua , non mia.>>

<<Sei nervoso Alex? Perché?>>

Non rispondo, me ne vado semplicemente, è più facile non dare spiegazioni, non sono pronto a capire cosa mi spinge verso quella testolina rossa.

Mi infilo sotto la doccia per scaricare la frustrazione, spero che l'acqua calda scorrendo sulla mia pelle porti via anche i pensieri e queste emozioni che non capisco.

Metto una tuta e mi butto a letto sprofondando sulla trapunta blu scuro; guardo l'orologio sul comodino, il tempo passa, le lancette si rincorrono, vado in ansia.

Cosa dovrei fare?
Cosa voglio fare?

I minuti scorrono ed io non posso non pensare che lei andrà a quella festa e ci sarà anche l'ex , dovrei ripetermi che non sono affari miei invece sento solo fastidio crescere alla bocca dello stomaco .

Quella ragazza mi sta fottendo il cervello, questa è la realtà dei fatti che cerco di rifiutare, non posso permettere che accada di nuovo, nessuna mi spezzerá come ha fatto Chiara.

Picchietto il dito sul materasso dove sono ancora steso, continuo a ripetere come un matra che non andrò.
Più recito queste parole e più si insinua nella mia testa l'immagine vivida del coglione che cerca di parlarle, di sfiorarla.

Guardo di tanto in tanto l'ora... Accendo la tv sul comó difronte al letto per distrarmi, il telegiornale, un talk show, una vecchia replica di Friends; nulla attira la mia attenzione come quel ticchettio che mi perfora i timpani.

Vaffanculo...

Mi alzo e mi vesto.
Non bado molto al mio look, un semplice jeans scuro e una maglietta chiara, infondo è un compleanno .
Giubbotto di pelle o giacca?
Vada per la giacca nera sportiva.

Prendo le chiavi della moto e sto per uscire quando Claudio mi ferma.

<<Tieni.>>

Mi lancia le chiavi della sua auto.

<<Sicuramente Emily avrà un vestito, è più indicata l'auto.>>

Fá un sorrisino e se ne va in camera.

Che nervi, prima o poi glielo tolgo con un pugno.

Esco e suono alla porta accanto, mi apre la fonte dei miei guai e mi pento amaramente di non essere rimasto nella mia stanza, su quel letto.

Cazzo, non riesco a pensare ad altro, quel vestito bronzo chiaro che le arriva fino alle ginocchia, quella leggera scollatura a delineare il décolleté, quei tacchi...peccato che quel giacchino di pelle non copra nulla.
Mi sorride imbarazzata, devo avere una faccia da ebete.

Svegliati.

<<Alex, mi dispiace che ti abbiano messo in mezzo a questa storia, io non volevo disturbarti ulteriormente e non c'è bisogno di un accompagnatore.
Scusa. >>

È palesemente imbarazzata e lo capisco dal fatto che sia arrossita, oltre dal fatto che posa lo sguardo ovunque tranne che su di me.

<<Per me è un piacere farti da cavaliere.>>

Lo so, sono contraddittorio, ma cavolo, averla qui davanti con quel vestito e quel sorriso imbarazzato...

Wow!

È riuscita in un secondo ,a mandare a puttane tutti i discorsi che mi sono fatto in questi giorni, dove mi autoconvincevo a starle alla larga.

È bastato così poco, sono un cretino.

Una volta arrivati alla festa mi presento subito come suo fidanzato, lei ne resta sorpresa, è palese data la sua espressione con occhi sbarrati e le labbra aperte a disegnare una perfetta "o" di stupore.

È così buffa che nasce un sorriso sulle mie labbra.

Sto chiacchierando con il suo collega Daniele, mi sta simpatico, non posso pensare che l'altra mattina vedendoli insieme mi sia infastidito.
Questo ragazzo mi sembra a posto, soprattutto dopo aver scoperto i suoi gusti personali.

Davanti ad un enorme tavolo rettangolare, abbellito da una tovaglia rosa confetto con stampata sopra ripetutamente la scritta "happy birthday", io e Daniele fra una risata e l'altra, ci ingozziamo di ogni ben di dio che troviamo.
Questo è il tavolo del salato.
Nella parte opposta della stanza invece lo stesso tavolo, ma con i dolci.

Emily e il suo amico hanno curato ogni dettaglio di questa serata, scegliendo la location in questo antico casolare subito fuori Roma per i trentanni della festeggiata.
Il soffitto è contornato da palloncini gonfiati ad elio, rosa e bianchi, alle pareti delle foto della festeggiata durante i momenti importanti e buffi della sua vita.

Ad un tratto vedo entrare Paolo quindi raggiungo Emily e le cingo le spalle con il mio braccio, lei mi guarda con espressione sorpresa.

<<È arrivato Paolo, devo fare il tuo fidanzato.>>

Annuisce un po' in imbarazzo, mi volto e vedo il suo ex fulminarmi con gli occhi e questo si ripete in più di un'occasione durante tutta la serata, ma non si avvicina mai.

Quindi il piano sta funzionando.

Dopo la torta però perdo di vista la mia dama, la cerco con lo sguardo in tutta la grande sala e poi chiedo a Daniele.

<Hai visto Emily?>>
<<Ti sei perso quel bocconcino?>>

Rido mentre vado verso i bagni sia per la sua espressione e sia per il nomignolo usato.

Passo davanti una porta che da sul giardino e sento per caso la sua voce, il momento di ilarità è decisamente finito.

<<Devi lasciarmi vivere la mia vita.
È cambiato tutto Paolo, devi accettarlo. >>

<<Só che mi ami ancora, piano piano ti fiderai di nuovo di me, sai anche tu che è così. >>

Resto in attesa, voglio sapere quale sarà la sua risposta.

<<Forse.>>

Stringo i pugni dalla rabbia, lo ama.
Poi ciò che sento mi destabilizza.

<<Ma ora c'è Alex, provo qualcosa per lui.>>

Non mi aspettavo queste parole da lei, il mio cuore accelera inaspettatamente, poi mi ricordo che stiamo solo fingendo.

<<Non può essere paragonabile a quello che provi per me.>>
Ribatte il coglione.

Lei non risponde e io sinceramente non voglio sentirle dare ragione a quell'idiota, decido di farmi avanti.

<<Paolo, lasciala stare.>>

Lo fisso minaccioso e mi avvicino a lei, con fare possessivo la stringo a me.

<<Davvero credi di portarmela via? >>
Mi dice lui rabbioso.

<<L'ho già fatto!>>
Rispondo determinato e sicuro di me.

Quello che succede dopo è tutto confuso ed inaspettato anche per il sottoscritto.

Mi volto verso di lei e faccio una cosa che sorprende tutti.

La bacio!

Poso le mie labbra sulle sue, appena queste vengono in contatto con le mie, una serie di brividi mi invadono.
Si tratta di un semplice bacio casto, uno sfioramento di labbra, ma non so perché allora mi senta così scombussolato appena la sua bocca morbida incontra la mia.

Il cuore che pompa velocemente, brividi alle mani che le stringono delicatamente il viso, stomaco in subbuglio.
Sento lei presa alla sprovvista ovviamente, ma trema nelle mie mani e non credo sia per la sorpresa.
Mi stacco e la vedo ancora con gli occhi chiusi, quando li apre ci perdiamo l'uno negli occhi dell'altro.
Il mio verde intenso si scontra col suo verde scuro in una battaglia.

Non lo so che cazzo sta succedendo ma in questo momento ho una paura fottuta di questa ragazza.

Con uno scatto allontano le mie mani dal suo viso come se la sua pelle fosse veleno e il mio istinto è fuggire.
Non riesco a fare un passo e soprattutto non riesco a staccare i miei occhi dai suoi, almeno fino a quando non interviene Paolo che mi spinge via ed è pronto a prendermi a pugni.

Emily lo percepisce e si mette davanti a me come se volesse farmi da scudo.

<<Paolo va via, io sto con Alex.>>

<<Davvero credi che lui voglia te? Che possa amarti quanto me? Vuole portarti a letto, poi si stancherà!>>

Detto questo se ne va.

Il silenzio incombe su di noi, probabilmente lui ha ragione e visto che nessuno dei due parla, lo sappiamo entrambi.

In fondo cosa siamo?
Niente!

Il resto della serata e il tragitto in macchina lo passiamo muti, ognuno perso nei propri pensieri.
Una volta arrivati davanti casa parlandoci a monosillabi, ripenso alla cazzata che ho fatto, cerco di non guardarla mentre mi scuso.

<<Scusa se prima ti ho dato quel piccolo bacio, non ne avevo il diritto.
Ti ho offesa, ma non ho resistito perché lui continuava a dire quelle cose, continuava a dire che eri sua.
Ho agito d'istinto, ero infastidito e... e.......>>

Non so cosa sto farfugliando,
non finisco la frase e questa volta è lei che agisce peggiorando questo grande casino.

In un attimo le mie labbra vengono catturate dalle sue e mi ritrovo lì come un deficiente immobile per la sorpresa, un bacio leggero che lascia un solco profondo dentro me.

Si stacca subito dopo e mi guarda come se si fosse resa conto di ciò che ha fatto.
Leggo panico nei suoi occhi sbarrati ed è lo stesso panico che ho provato io in quel giardino due ore fa.

Si sta complicando tutto, dovrei scappare, invece la razionalità mi ha completamente abbandonato.

Mi butto sulle sue labbra come se fossero la mia salvezza e finalmente la assaporo.

Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, si accarezzano con passione, gusto per la prima volta il suo sapore ed è buonissimo maledizione.
Le mie mani la tengono stretta a me e mi piace questo contatto mentre le sue mi accarezzano il viso.

Sento brividi ad ogni tocco.

Non so dopo quanto tempo ci stacchiamo per riprendere fiato, siamo visibilmente storditi dall'accaduto.

Lei mi augura la buonanotte frettolosamente senza guardarmi e va via, lasciandomi lì, confuso, terrorizzato e di sicuro molto eccitato.

Che cavolo è successo?

Sono ancora qui, davanti la porta di casa, più scombussolato che mai, sento ancora il suo sapore nella mia bocca e il cuore che martella nel mio petto.
Ciò che mi manda in ansia è una strana sensazione alla bocca dello stomaco che mi mette in allerta.

Il problema è che tutto questo è un gran casino, ma un casino che mi piace così tanto da farmi credere che sia fottutamente giusto.

Perché io nel stringerla mi sentivo bene, perché io nella sua bocca mi sentivo a casa.
Questo non ha senso e non ho intenzione di cadere di nuovo nella trappola di una donna, devo essere più furbo, non posso farmi comandare dagli ormoni come se fossi uno stupido ragazzino.

Come un segno divino che evidentemente vuole salvarmi e dà ragione a ciò che ho appena pensato, ecco il mio telefono suonare.

Sì, lei mi aiuterà.

Mi giro e scendo di corsa le scale del palazzo con le chiavi dell'auto ancora in mano, pronto a lasciarmi alle spalle questa assurda serata, questi assurdi pensieri e soprattutto lei.

*******************

Eh bacio fù......
Piaciuto?
Spero vi abbia emozionato almeno un po'.
Peccato che Alex come al solito scappi..
Cosa succederà ora?

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