Capitolo 11 - Emily
Emily
Un piccolo portico adornato da una grande aiuola piena di fiori coloratissimi, margherite lilla, gigli bianchi, calle rosse, ma ciò che attira la mia attenzione sono delle splendide dalie gialle.
Il portoncino verde si apre ed esce una signora dai capelli biondi chiarissimi, legati in una treccia alta, dietro di lei noto un ragazzo dallo sguardo stupito varcare la soglia e bloccarsi.
"Emily che bella sorpresa."
Riccardo viene subito a salutarmi e mi fa davvero piacere rivederlo, questo abbraccio diminuisce un po' l'ansia della serata e il discorso appena avuto con Alex in macchina.
Flashback
Posa una mano sul mio ginocchio sinistro, mi volto verso di lui.
"Sei ansiosa?"
Sorride lo stronzo, non ho neanche avuto modo di prepararmi psicologicamente.
"Si nota?"
Chiedo sarcastica.
Resto a fissare la torta che ho in mano, continuo a pensare alla sua ex, devo sapere, è più forte di me.
"Quanto è durata con Chiara?"
Sputo la domanda all'improvviso, cerco di scrutare la sua reazione, mi sembra solo sorpreso, non se lo aspettava.
"Quasi un anno e mezzo."
Mi guarda con la coda dell'occhio.
"Non sapevo fosse del tuo paese natio, ho dato per scontato fosse di Roma o dintorni."
Non risponde alla mia constatazione.
"È stata una storia importante immagino. Mi hai detto di aver sofferto."
Noto il suo sospiro.
"Che io sappia sta ancora a Roma, non l'ho più vista o sentita dopo la nostra rottura prima dell'altra mattina.
Perché ora parliamo di questo?"
Si muove sul sedile nervosamente.
"Considerato che l'abbiamo già incontrata due volte ed è venuta a cercarti, le domande sorgono spontanee."
Mi sembra infastidito, il suo sguardo si è indurito e ha tolto la mano dalla mia coscia.
"Abbiamo tutti un passato, lei è il mio, quello sbruffone il tuo."
Dice con una smorfia.
Arrivati davanti casa dei suoi spegne il motore, ma resta fermo, lo osservo perplessa.
Non vorrei si fosse pentito della decisione di presentarmi ai suoi.
Ad un tratto si volta verso di me.
" Dopo cena credo sia il caso di discutere di alcune scelte del mio passato. Ora godiamoci la cena."
Fine Flashback
Alex saluta calorosamente questa signora con un grande abbraccio e uno stupido scappellotto al cugino.
Gli uomini, eterni bambinoni.
"Mamma, ti presento la mia ragazza, Emily."
In lei vedo gli stessi occhi di Claudio e le stesse labbra e sorriso di Alex.
"È un piacere Emily, io sono Elena."
"È un vero piacere signora."
Si avvicina al figlio e tira uno scappellotto anche a lui, resto un attimo sorpresa ma poi tutto acquista un senso.
"Perché non mi hai detto che portavi la tua nuova ragazza a cena? Avrei cucinato altro, mi sarei vestita meglio."
Dice guardando il suo semplice pinocchietto nero di cotone e la sua maglietta rosa antico.
Mi volto sconcertata verso Alex, non posso credere che mi abbia portata qui a sorpresa.
" Ti ho detto che sarei venuto con una persona che tenevo a presentarti."
Tenta di giustificarsi massaggiandosi la nuca dolorante.
L'intervento di Riccardo smorza gli animi.
"Zia, hai visto che bella ragazza che ti ha portato Alex?"
Poi si rivolge a me.
"Emily, sono più bello e più muscoloso, scappa via con me."
Prende la mia mano e ne bacia il dorso.
Così facendo si becca un doppio scappellotto da madre e figlio, è un vizio di famiglia allora.
Rido di gusto dimenticando un attimo questa imbarazzante situazione, farò i conti con Alex dopo.
Entriamo in casa, un piccolo ingresso abbellito da un mobiletto con sopra uno svuota tasche e due orchidee, e alcune foto dove riconosco i ragazzi sulla neve, al mare, e con i genitori in barca.
Il salotto ha muri bianche e uno parete color bronzo dove padroneggia un enorme divano beige e due poltrone, il caminetto nell'angolo e mobili mogano.
Mi presenta al padre, un uomo dai capelli brizzolati e l'aria seria, mi sembra di vedere Alex fra cinquanta anni.
Mi ha parlato una volta del padre, era un sergente nell'esercito e spesso anche in casa, per questo era scontro aperto con entrambi i figli.
Alla fine è rimasto anche Riccardo a cena, ci ha accolti una tavola inbandita piena di prelibatezze.
Il padre non ha fatto altro che riempirmi di domande, su di me, sul mio lavoro, sulla mia famiglia, sui miei amici.
Sembrava un interrogatorio, mancava solo una lampada puntata negli occhi come nei film.
Difficile non notare la mano di Alex tamburellare nervosamente sulla propria gamba e Riccardo sbuffare di tanto in tanto.
La madre invece mi ha fatto sentire proprio a mio agio e di famiglia, abbiamo chiacchierato di cucina e giardinaggio.
Alla sua domanda "come vi siete conosciuti?", noi istintivamente ci siamo guardati ed entrambi, complici, stavamo per scoppiare a ridere al ricordo del nostro primo incontro poco convenzionale.
Alla fine ha risposto il cugino dicendo che sono la vicina di casa di Claudio salvandoci, non so come avrebbero potuto reagire nel sapere che ho quasi cercato di fare fuori il figlio.
Sto per rientrare in salotto dopo aver aiutato la madre in cucina, quando sento il padre dire qualcosa al figlio che mi gela sul posto.
" Sembra una brava ragazza senza grilli per la testa, non come l'altra. Vedi solo di non precipitare le cose anche con lei, o vuoi un'altra convivenza andata male sulle spalle?"
Un'altra convivenza?
In quel momento il suono del mio telefono fa voltare Alex, i suoi occhi incontrano i miei, terrore verso delusione.
Non so descrivere quello che sento, non provo neanche rabbia, quella passa, ma ciò che invade il mio petto è delusione, resta, difficilmente va via.
Distolgo lo sguardo e mi congedo scusandomi per andare a rispondere al telefono.
Mi rifugio in bagno chiudendo la porta a chiave, poggio le spalle a questa e fisso davanti a me l'immagine allo specchio quadrato del mobiletto bianco,
Il lato destro caratterizzato da intagli che formano dei rombi, la mia immagine in quel punto è spezzettata, proprio come mi sento io ora.
Ognuno di noi ha un passato, certo, ma perché non dirmi che ha convissuto con l'ex?
Perché deve sempre avere questi comportamenti?
Lei lo rivuole, è palese, ma non so lui come si senta al riguardo dopo averla incontrata.
Non posso rivivere ciò che ho vissuto con Paolo.
Rispondo finalmente a questa telefonata.
"Emma, hai chiamato nel momento migliore."
"State facendo un po' di palestra sul letto? Scusa..."
Interrompo le sue stupide battutine.
"Ho appena scoperto che Alex ha convissuto con l'ex."
"Che cosa?"
Urla dall'altro capo del telefono.
Sento bussare alla porta.
"Emily puoi aprire?"
È lui.
"Amica mia, vai e fallo fuori."
Mi incita Emma.
Apro questa dannata porta, ma non prima di tirare un enorme respiro.
Leggo in quel verde candido tutte le sue emozioni, è preoccupato della mia prossima mossa.
Cerco semplicemente di oltrepassarlo, lui mi lascia fare, apprezzo da un lato questo comportamento perché non so fino a quando riuscirò a gestire la delusione che pian piano si sta trasformando in rabbia.
Indosso una maschera abbellita da un sorriso una volta arrivati in salotto, non mi sembra il luogo ideale per avere con lui uno scontro.
Non appena ci raggiunge, per quanto io voglia strozzarlo, lo ringrazio tacitamente per ciò che dice.
"Noi andiamo."
"Non ho capito perché non possiate restare a dormire qui, le stanze ci sono."
Cerca di convincerci la madre.
"No, mamma. Fra due giorni torniamo a Roma."
Salutiamo e finalmente usciamo da quella casa, non avrei retto ancora questa finzione.
La brezza estiva avvolge il mio corpo accaldato, non so come affrontare il discorso, non so cosa dire, cosa pensare.
Lui è dietro di me e non accenna a fare un passo, ne a parlare, noto solo che fissa ogni mio gesto, ogni movimento del mio viso, forse cerca di capire come io mi senta.
"Il tuo passato appartiene solo a te ovviamente, ma perché non dirmi una cosa così importante? Stiamo insieme o sono un passatempo?"
L'espressione del suo volto indica fastidio e anche il tono.
"Se fossi un passatempo ti avrei portato a conoscere i miei?"
Mi incammino verso la macchina, andrei a piedi a casa se non fosse che non so assolutamente la strada.
Riesco solo a pensare a tre cose;
hanno convissuto, lei palesemente lo rivuole, io mi ritrovo in mezzo.
Ancora.
Il tragitto silenzioso sembra infinito, come siamo riusciti all'andata ad arrivare in dieci minuti ed ora, al ritorno, ad impiegarcene minimo il doppio?
Entro in casa e poggio la borsa sul divano, vado direttamente in camera, lego con l'elastico che porto sempre al polso i capelli in una crocchia bassa e disordinata.
"È di questo che volevo parlarti dopo cena."
È fermo davanti la porta della stanza da letto.
"Mi dispiace che tu l'abbia saputo così."
Sembra rammaricato, ma non riesco a non esplodere.
"Perché non dirmi già da quella mattina chi era quella ragazza?
Perché non dirmi in questi mesi che hai una convivenza alle spalle con lei?"
Forse il mio tono è fin troppo duro, ma non ho più il controllo di me.
"Non abbiamo mai parlato della mia ex, te lo avrei detto ovviamente. Non puoi prendertela perché ho un passato."
Dice allargando le braccia.
Ovviamente non ha centrato il punto.
"Alex, sono arrabbiata e delusa non perché hai avuto una storia importante, ma perché hai avuto una esperienza importante con la tua ex che si è presentata qui, ed io ho dovuto scoprire di questo per caso. Fai sempre così."
"Per me è una storia chiusa, te ne avrei parlato, volevo focalizzarmi su noi, non il nostro passato. C'era già il tuo ingombrante che cercava di riaverti. Bastava."
Sbuffa nervoso per poi avvicinarsi e cercare di accarezzare il mio braccio.
Mi scanso istintivamente.
"C'era anche il tuo passato, pesante e grande quanto una casa, ogni volta che scappavi da me, e anche ora con queste omissioni.
Io non posso rivivere la storia con Paolo, essere la seconda scelta."
"Emily, quale seconda scelta? Non sai di cosa parli."
Mi volto e mi accingo a cambiarmi, tolgo il vestito restando in intimo davanti a lui, immobile e silenzioso, il suo sguardo mi ustiona lo sento sulla pelle bruciare.
"Cosa hai provato rivedendola?"
Subito mi maledico per la domanda posta, di certo non mi dirà la verità.
Invece mi spiazza.
"Confusione. Non me lo aspettavo, non la vedevo da quando sono andato via di casa, lei era stanca della convivenza, durata quattro mesi.
Tra l'altro forzata da lei, io non mi sentivo pronto."
Si siede sul letto e passa una mano fra i capelli.
"Ho provato rabbia e altre emozioni che in quel momento non ho saputo capire."
Il mio cuore accelera al suono di questa verità che fa male, un enorme senso di vuoto si apre al centro del petto per poi espandersi allo stomaco.
" Ma è bastato entrare in casa, vederti addentare uno stupido cornetto e vederti sporca di nutella per far letteralmente scomparire tutto."
Incastra i suoi occhi nei miei.
"Anche quando l'ho accompagnata a casa, mi ha abbracciato, ed io non ho provato nulla se non fastidio. Ho ripensato a noi, a quell'anno e mezzo passato insieme, ero confuso ma non capivo."
Sembra quasi che stia riflettendo ad alta voce con sé stesso.
"Forse devi fare chiarezza in te Alex."
Detto questo esco quasi di corsa dalla stanza, voglio a tutti i costi evitare che veda la lacrima solitaria che scorre sulla mia guancia.
Mi raggiunge con poche falcate arrestando la mia piccola corsa, afferra il mio braccio e mi costringe a girarmi.
Lo faccio a mala voglia ma non lo guardo, fino a quando lui non mi obbliga ad alzare il volto con due dita sotto il mento.
"Mi arrendo all'amore, mi arrendo a te e a noi, un noi che si è radicato in me in profondità.
Ho provato ad estirparlo, ho provato a lottare contro questo sentimento che si chiama Amore.
Io e le mie paure siamo stati sconfitti ed è la sconfitta più dolce che ci sia."
Accenna un dolce sorriso mentre io ho difficoltà anche solo a respirare.
"Ti amo Emily.
Niente e nessuno potrà cambiare questa verità.
Posso scappare, rinnegare ciò che sento, e ci ho provato, ma non voglio più farlo perché la verità è che mi sei entrata dentro e sei diventata ossigeno per me."
Mi tremano le gambe, le mani, il cuore a causa dell'intensità di ogni parola, dei suoi occhi nei miei.
Poggia la fronte sulla mia chiudendo gli occhi.
" Non respiro se non sei nella mia vita. Non respiro se non ti stringo prima di dormire, non respiro se non faccio l'amore con te guardandoti negli occhi, leggendoci amore.
Sono sempre stato solo tuo e vorrò esserlo per il resto dei miei giorni."
Trattengo il respiro, mentre lacrime d'amore sgorgano dai miei occhi, l'emozione che invade ogni cellula di me, è troppa, il mio corpo non riesce a contenerla.
Poi senza aprire gli occhi incastra le sue labbra alle mie ed è quello il loro posto, lui è il mio posto.
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Ciao a tutti, spero vi sia piaciuta la dichiarazione e il primo Ti Amo.
💋💖
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