Capitolo 34
Jack
"Va via Jack!"
"Almeno ora mi parli..."
"Ho detto vai via".
Mi allontano da lei piazzandomi al centro della stanza, voglio farle capire che non ho nessuna intenzione di andare via.
La fisso mentre lei tiene la porta aperta, ha la mano che trema, vorrei vederla in faccia ma si ostina a guardare a terra.
Decido di avvicinarmi lentamente, sembra una gatta pronta a graffiare.
"Mi dispiace". Le dico piano.
"Ah, ti dispiace." Sbotta e poi continua con una risata amara. "Non è vero. Non prendermi in giro. Ti senti fiero per avermi salvata... compiaciuto di non avere sbagliato a giudicare Vincent è questa la verità."
Gesticola furiosa, e lasciando la porta aperta si sposta verso il letto dove si ferma incrociando le braccia al petto.
Approfitto del suo spostamento per chiudere la porta, staranno dormendo tutti e non voglio svegliarli con le nostre discussioni.
"Questo dovevi dire per essere credibile. Dovete lasciarmi in pace!"
"Ma che ti prende? Se non ci fossi stato io quello ti avrebbe baciata contro la tua volontà."
"Ne sei certo?"
"Certo, ti stava avvicinando a lui ed era inequivocabile il motivo per cui lo facesse."
"Non intendevo questo."
Resto un attimo zitto incredulo.
"Ti ho vista divincolarti e allontanarti".
"E se l'avessi fatto apposta."
"Tu non stavi fingendo."
Urlo anche io ormai. Sono sicuro che lei non volesse, al ricordo delle carezze di quell'uomo la rabbia mi assale.
"Finiscila! Sono certo che non volessi quelle mani addosso, conosco il tuo corpo... conosco te".
"E se ti dicessi che mi conoscevi. Che sono cambiata."
Ora mi fissa negli occhi come a sfidarmi.
"Direi che sei impazzita." Le urlo contro al limite. "Tu non puoi volere lui, sono certo che non sono le sue mani quelle che vuoi".
"Sentiamo, quali dovrei volere?"
Le mie! Penso disperato.
"Ma che cazzo di domanda è?"
Esplodo e mi allontano passando una mano fra i capelli, mi giro verso la finestra e guardo il riflesso della luna sul mare.
"Devi accettare... anzi dovete accettare che non sono più una bambina, anche io ho le mie necessità"
"Necessità con quello... Bea ma che dici. Non ti permetterò mai di buttarti via."
"Ma cosa vuoi da me Jack. Tu invece ti puoi buttare via?"
"Cosa c'entra questo?"
"C'entra. Ti ho visto baciare quella stasera e non penso tu l'abbia fatto per amore." Pronuncia disgustata.
"A parte che è stata lei, io non ci pensavo neanche..."
"Se non lei sarebbe stata un'altra..." dice lei con le lacrime agli occhi. "Perché tu puoi farlo e io no?" Mi chiede debolmente.
La guardo è vedo il peso della sua tristezza nelle sue esili spalle incurvate, la mia rabbia, il mio malumore svaniscono all'istante, non resisto oltre, e mi avvicino a lei prendendola tra le braccia.
"Perché tu sei preziosa". Le mormoro tra i capelli mentre inalo quel dolce profumo floreale.
"Lo sei anche tu". Dice lei poggiando il volto sul mio petto, e alzando le braccia a cingermi la vita, mi rilasso quando lei mi ricambia e lascio andar via tutto il brutto della serata. Ora siamo solo io e lei.
"No. Io non valgo niente. Mentre tu... tu..." la stringo a me mentre mi abbasso ad annusare la sua pelle del collo. La voce mi si affievolisce non credo di aver parole per spiegare quanto lei sia unica.
Si aggrappa alla mia camicia disperata.
"Io non posso continuare così..."
"Shhhh, ti prego basta per questa sera."
La supplico, non voglio più parlare, vorrei solo stringerla a me per tutta la notte.
"Dormi con me." Le dico d'impulso, la sento irrigidirsi, mentre continuo a stringerla, mi godo il suo calore, come un ladro, nell'attesa della sua risposta.
Vorrei di più... vorrei molto di più. Lascio scivolare la mia mano sulla sua schiena per far aderire i nostri corpi, cerco di trattenermi con tutto me stesso, sto facendo più di quello che dovrei.
"Non posso."
Mi sussurra sul collo, divincolandosi dalle mie braccia per poi allontanarsi.
"Sarà meglio che tu vada."
Osservo la sua schiena fare su e giù e nonostante tutto il mio corpo mi supplichi di prenderla, nuovamente, tra le braccia, mi giro e vado via.
Prima che sia troppo tardi. Prima che non riesca più a farlo.
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