sentirsi morire
mentre affoghi nelle tue lacrime
io ti osservo e capisco
tu sei troppo delicata
per questo mondo
che sa solo distruggere.
~•~
Schiamazzi si agitavano tra gli spalti che circondavano il campo di Quidditch di Hogwarts. Gli studenti gridavano con i volti dipinti dai colori della loro squadra, stringendosi di tanto in intanto nelle loro sciarpe di lana a righe. Novembre si era insinuato nella quotidianità degli studenti, portandosi dietro il vento strisciante e congelato che lo caratterizzava.
Era una giornata insidiosa, ma nessuno si era azzardato a proporre un cambio di giorno per la partita. Ad Hogwarts non c'era pioggia che teneva, il Quidditch era sacro. Per quanto ne sapevano gli studenti, ci sarebbe anche potuto essere il diluvio universale, ma la partita non si cancellava.
Grida sporcavano la quiete di quella giornata nuvolosa, i dintorni illuminati dai colori sgargianti degli impermeabili indossati dagli studenti.
La partita che era prossima nel disputarsi vedeva come protagonisti i coraggiosi Grifondoro e gli astuti Serpeverde. Le due squadre non avevano ancora fatto le loro entrate in campo, ma il precoce calore dei tifosi non faceva altro che gettare benzina sul fuoco della loro sete di vittoria.
«Godric, che giornata terribile!» Gridò Neville, per sovrastare il baccano.
«Non posso darti torto.» Borbottò Hermione, stringendosi nella sua giacca rossa, un ulteriore incantesimo riscaldante ad avvolgerla.
«Ginny è agitata al massimo.»
La riccia annuì. «Stamattina non riusciva a parlare d'altro!»
«Teme che Serpeverde possa vincere.» Neville scosse la testa in un sospiro. «Sinceramente, per la nostra futura sanità mentale, mi auguro di vincere questa maledetta partita... »
Hermione sospirò, trovandosi concorde all'amico.
«Senti un po'... » La voce di Neville le sembrò leggermente tremante, così lo incitò a parlare. «Come va la tua memoria?»
Con gli occhi leggermente sgranati, la riccia strozzò un respiro. Ad essere sinceri aveva cercato di non pensarci. Aveva così tante cose di cui preoccuparsi che qualche pensiero in meno non le avrebbe di certo fatto male, ma si sa, lei è Hermione Granger, la cui mente si trova sempre intrappolata in una rete logica di problemi e mai e poi mai si sarebbe sognata di tralasciarne uno così tanto importante e doloroso.
«Non bene.» Ammise, stirando le braccia davanti a sé. «Il ricordo che ho di loro è un immagine sbiadita, ricordo i loro nomi, ma confondo i lineamenti dei loro volti, dimentico episodi, frasi, raccomandazioni... è frustrante, ma da una parte mi impedisce di pensare al fatto che nemmeno loro ricordino della mia esistenza.» Sospirò, come se si fosse improvvisamente tolta un sassolino che aveva nella scarpa. «Mi sento quasi in colpa.»
«Non devi, Hermione.» Neville le poggiò una mano sulla spalla, come a volerle far sapere che lui c'era, che lui era lì per lei. «Io... mi dispiace, da una parte mi sento responsabile.»
Ma Hermione scosse la testa, rifilandogli un'occhiata ammonitoria, come a volergli dire che non doveva nemmeno azzardarsi ad avere un simile pensiero.
«Io... io ho svolto delle ricerche.» Disse poi, spostando il discorso altrove in un sussurro.
E Neville la fissò con una luce strana negli occhi, come se lui, in fondo, se lo aspettasse.
Hermione aveva usato il buon vecchio metodo che utilizzava da sempre per distrarsi: leggere. Ma la sua lettura, aveva preso delle pieghe sbagliate, non facendo altro che alimentare i suoi pensieri sugli argomenti che aveva contrassegnato come "deleteri".
Non aveva dato peso alle regole da sé stessa imposte e si era defilata in biblioteca, dove aveva raccolto più libri potesse, presentando davanti alla bibliotecaria di Hogwarts una pila talmente alta da nascondere la sua figura. Se li era portati nel suo dormitorio quasi correndo. Poteva contare vari volumi sull'erbologia, tutti contenenti saggi e ricerche avanzate, altri tomi riguardanti le pozioni, con liste di preparazioni complesse, che vedevano l'utilizzo di ingredienti rari.
«Voglio preparare una pozione della memoria, per essere precisi l'antidoto alla rosa dell'oblio.»
Neville sgranò gli occhi. «Scherzi? Quella pozione richiede una preparazione complessissima.»
«Lo so, ma io voglio provare lo stesso.» Continuò, il cuore ostinato.
«Ma Hermione-»
Ma lei lo fermò con un gesto secco della mano. «Non ho nessuna intenzione di permettere ad una stupida pianta di portarmi via i miei ricordi.»
«Sì, io ti capisco, ma gli effetti sono temporanei, nel giro di qualche mese recupererai tutto e... »
«Sai meglio di me che in alcuni casi questo può non accadere e se io aspetto corro il rischio.» Hermione lo fissò dritto negli occhi, come a chiedergli un favore vitale.
«Hermione! Oh ciao, Neville.» Dominik era comparso proprio davanti a loro, mettendo fine alla loro conversazione.
I due si scambiarono una veloce occhiata prima di ricambiare il saluto del Tassorosso, invitandolo a sedersi vicino a loro.
Un frastuono si alzò intorno a loro, una nube di mantelli verdi stava schizzando al centro del campo, eseguendo con eleganza la coreografia della squadra. Serpeverde aveva fatto la sua entrata, facendo agitare gli spalti. I ragazzi Grifondoro gli gridarono contro frasi poco caste e decisamente non incitanti.
Gli occhi della caposcuola si erano incastrati tra dei capelli nevosi lasciati in disordine, appartenenti a niente di meno che il capitano dei Serpeverde. Lo osservò con gli occhi che bruciavano: Draco Malfoy, composto in quell'eleganza sibilante che si portava sempre cucita addosso.
Era a cavalcioni della sua scopa dal manico lucido, ovviamente possedeva l'ultimo modello. Con maestria guidava la squadra verde argento, che sembrava pendere dalle sue labbra. Hermione non si accorse quasi nemmeno del secondo boato che aveva smosso la tribuna sulla quale poggiava i piedi, che aveva segnato l'entrata in campo dei Grifondoro, capitanati dall'agguerrita Ginny Weasley. Di comune accordo, la squadra dei Grifondoro aveva deciso che quel ruolo spettasse proprio alla rossa.
La partita iniziò con il fischio di Madama Bumb, che lanciò la pluffa in aria, liberando anche bolidi e la palla più piccola e più ambita del gioco: il boccino d'oro.
Mentre il commentatore della partita si slanciava in una descrizione appassionata di tutti i passaggi che venivano svolti, soffermandosi con commenti tecnici sui momenti carichi di tensione, i punti scorrevano e la pluffa attraversava a turno l'anello delle Serpi e quello dei Grifoni. Sembrava non ci fosse alcun modo di uscire da quel tunnel di attacchi che ogni squadra sferrava contro l'avversario.
Bolidi impazziti volavano sul campo di gioco, indirizzati da colpi ben assestati dei battitori, che non si lasciavano intimidire da nulla. Megan Spungens deviò in quel preciso momento un rognoso bolide che era stato indirizzato proprio verso il capitano della sua squadra, che nemmeno se ne era accorto, vista la sua concentrazione puntata alla ricerca della piccola palla volante.
Neville si slanciò in qualche incitazione animata, rivolta verso la squadra della sua casa. Come se l'avessero sentito, qualche secondo dopo Ginny Weasley segnò altri dieci punti, facendo attraversare alla pluffa l'anello centrale della porta avversaria.
«Si, così!» Gridò Neville, un pugno in aria, mentre Hermione e Dominik batterono forte le mani.
~•~
La pioggia imperversava fitta su Hogwarts, bagnando le teste degli studenti e i corpi dei giocatori. Hermione si stringeva nel suo impermeabile rosso, cercando di ripararsi il più possibile dall'acqua che scrosciava sopra la sua testa, ma invano.
La partita era in una fase di stallo, i punti bloccati a 90 per i Grifondoro e 70 per Serpeverde. Entrambe le squadre cercavano di deviare gli attacchi nemici, iniziando a sentire la pesantezza di braccia e gambe, la situazione peggiorata dal maltempo. Tutti speravano che il loro cercatore riuscisse ad acchiappare il boccino al più presto possibile e che riuscisse a mettere fine a quella sorta di guerra combattuta in delle trincee volanti.
Come se le loro preghiere fossero state esaudite una voce amplificata in preda all'esaltazione scosse le tribune.
«Draco Malfoy avvista il boccino d'oro e si lancia al suo inseguimento, ma... ATTENZIONE! Anche Potter lo ha visto e si è lanciato dietro Malfoy ad una velocità impressionante!» Urlò il commentatore della partita e tutti gli studenti si alzano in piedi, iniziando a battere i piedi, a battere le mani, sventolando le bandierine con i colori della loro squadra. «È un testa a testa tra i due cercatori, nessuno dei due si risparmia qualche spallata, sono entrambi molto determinati... » E via di nuovo con un nuovo sproloquio.
Nel frattempo Ron riuscì a parare con maestria un lancio operato con una precisione millimetrica da Blaise Zabini, provocando l'innalzamento del famoso coro "Perché Weasley è il nostro Re", gridato a squarcia gola tra le file dei tifosi di Grifondoro. Ron rise con soddisfazione, mandando un bacio volante a tutti i suoi compagni. Dominik guardò con aria interrogativa gli studenti intorno a sé, mentre Neville si univa al coro ed Hermione sbocciava in una risata.
Harry e Draco intanto si stavano spintonando, mentre le loro scope facevano le giravolte intorno al campo. Ogni volta che passavano sopra le teste dei ragazzi febbricitanti seduti sulle tribune, si levavano nell'aria gridi di incoraggiamento e di entusiasmo.
Hermione fissava con attenzione l'oggetto dorato che sfuggiva dalle quattro mani che tentavano di imprigionarlo in una presa salda fatta del cuoio dei loro guanti.
Fu forse l'unica che riuscì a scorgere con la coda dell'occhio un bolide farsi strada tra i giocatori, puntando proprio nella direzione dei due cercatori.
«Harry attento!» Non riuscì a trattenersi dal gridare.
Tutti rimasero come in apnea a fissare quella scena, ansiosi di capire verso chi fosse diretto. Draco ed Harry se ne erano accorti, mentre volavano gomito contro gomito, sentendo la sua corsa furiosa farsi sempre più vicino.
Draco diede prontamente uno strattone alla propria scopa, come a voler verificare che quella disgrazia arrivasse nella sua direzione e si sorprese nel vedere che il suo avversario non fosse stato altrettanto previdente. Harry infatti non fece in tempo, perdendo la concentrazione quando Malfoy si allontanò da lui. Quell'attimo di caos fu abbastanza per permettere al bolide, che era destinato proprio a lui, di raggiungere la coda della sua scopa e colpirla con violenza, scaraventando Harry contro il telo a bordo campo.
«Draco Malfoy conquista il boccino d'oro, SERPEVERDE VINCE LA PARTITAAA!» Il gridò del commentatore scatenò gli studenti di Serpeverde, che iniziarono a battere le mani ed i piedi.
Draco ghignò, aprendo il palmo del guanto che copriva la sua mano, mostrando l'oggettino alla sua squadra, con fare vittorioso.
Hermione nemmeno sentì le due imprecazioni che volarono via dalla bocca di Neville, tanto era impegnata a cercare un percorso pratico che le avrebbe permesso di scendere dagli spalti in fretta. Si precipitò verso le scale, spintonando alcuni ragazzini del terzo anno che le stavano ostruendo il passaggio.
«Ma insomma, spostatevi!» Loro le aprirono un varco, come terrorizzati. Lei volò giù per le scale con il cuore in gola e in un attimo stava toccando l'erba del campo con le suole dei suoi anfibi..
Si precipitò al fianco di Harry, dove si era radunata tutta la squadra dei Grifondoro.
«Harry, come va?» Chiese con il fiato incastrato in gola, facendosi spazio.
«Hermione, tranquilla. Credo solo si sia rotto il braccio.» Disse Ginny, posandole la mano sulla spalla, l'espressione delusa dalla sconfitta. «E forse si è slogato la caviglia.»
«Dobbiamo portarlo in infermeria lo stesso.» Disse decisa, mentre si affrettava a controllare i danni che il giovane Potter si era procurato.
«Quel piccolo bastardo deve sperare di non incontrarmi nei corridoi.» Fece la rossa, livida di rabbia, alludendo chiaramente a Finch Spungens, colui che aveva scaraventato il bolide fatale contro Harry, il colpo che aveva segnato le sorti della partita.
«Ginny, è solo un ragazzino e fa parte del gioco. Lascia perdere, sono sicura che la prossima partita andrà meglio.» le disse Hermione, cercando invano di rassicurarla. «Andrà sicuramente meglio.»
«È stato sleale come un perfetto Serpeverde... » Borbottò di nuovo, gli occhi incendiati contro il ragazzino biondo situato dalla parte opposta del campo.
«È stata colpa mia, mi sono distratto.» Harry finalmente parlò, sistemandosi gli occhiali sul naso.
«Non dire sciocchezze, Harry, hai avuto sfortuna.» Hermione gli porse la mano, un sorriso caldo che avvolse il suo migliore amico, senza perdersi l'espressione che aveva messo su Ginny.
Lo aiutò ad alzarsi e, a giudicare dal dolore che provava alla caviglia, doveva essersela slogata per bene. Aveva subito una brutta caduta. Ron si passò il braccio di Harry sopra le spalle e insieme agli altri ragazzi della squadra si diressero verso gli spogliatoi, le espressioni funeree a causa della sconfitta subita.
Il chiasso che la squadra dei Serpeverde stava facendo di certo non aiutava. Mentre si avvicinavano alla marmaglia di studenti, Ginny continuò a borbottare sottovoce epiteti poco carini che avrebbe voluto rivolgere contro ognuno di loro, soffermandosi su Finch in particolare.
Hermione concentrò lo sguardo sulla folla di persone che si era radunata intorno ai giocatori. Stavano sollevando il loro capitano per aria, mentre intonavano una canzone alquanto ridicola che lo stava facendo ridere sommessamente.
Draco mostrò a tutti le file dei suoi denti bianchissimi, esplodendo in una risata sincera, un suono cristallino che ammaliò le orecchie di Hermione che, dal canto suo, non l'aveva mai sentito ridere così. Sembrava felice, veramente felice.
Lui nemmeno si accorse che lei era lì a fissarlo, nemmeno quando i suoi compagni lo fecero scendere. Non se ne accorse, frastornato da tutte le pacche di congratulazioni che stava ricevando dai suoi compagni. Non se ne accorse nemmeno quando Pansy Parkinson si slanciò nella sua direzione e lo afferrò per il lembi del suo mantello verde, scaraventando le sue labbra rosse sulle sue, pallide e fredde. Solo in quel momento lui sembrò aprire gli occhi e ripiombare con i piedi per terra, immobilizzandosi, del tutto preso alla sprovvista da quel gesto impulsivo e insensato.
Fischi di approvazione si levarono dalla cerchia di persone che si era radunata dinanzi a loro. Fischi e frasi che come frecce affilate colpirono il cuore di Hermione senza alcun briciolo di pietà.
Le gocce di pioggia si incastrarono nelle sue ciglia, costringendola a sbattere gli occhi, costringendola a rimanere incollata lì sul posto. Gocce di acqua piovana rigavano il suo viso ed Hermione annaspava respiri strozzati, incastrati nella sua bocca dischiusa. Si sentiva come se stesse affogando.
Non seppe nemmeno con quale coraggio rimase lì, immobile, a fissare la scena quasi come se non ci credesse, gli occhi che pizzicavano e il cuore che pulsava, doloroso, come se fosse stato morso e inesorabilmente avvelenato dai denti affilati di un Serpente. E, per certi versi, era proprio così.
Si sentì frantumata dalla testa ai piedi, schegge di sé stessa sparse sul prato bagnato, la sua fiducia stropicciata dalle suole con cui Draco Malfoy l'aveva calpestata.
Hermione era sempre stata un'anima fuori posto in quel mondo doloroso nel quale era capitata. Un'anima trasparente, di cristallo, in un mondo sempre pronto a stralciare, spezzare e distruggere ogni centimetro di cuore.
Un'anima delicata che poteva contare fin troppi squarci, fin troppe cicatrici.
Distolse lo sguardo, stordita dai fischi, decidendo di aver visto abbastanza.
I secondi scorsero veloci, quasi come se si stessero rincorrendo, furono istanti interminabili, prima che le mani di Draco si chiudessero intorno alle braccia della Parkinson per allontanarla dal suo corpo e dalle sue labbra, mostrandole una faccia naturalmente sconvolta. Lei gli rivolse un sorrisetto malizioso, come se si stesse divertendo.
Forse fu il rumore dei cocci del suo cuore che fecero finalmente voltare Draco nella sua direzione, forse furono le imprecazioni della squadra Grifondoro che gli passava di fianco in quel momento, o del fulmine che colorò il cielo. O, semplicemente, fu la gomitata fulminea che Blaise gli scaraventò contro le costole che gli fece scattare la testa.
Nessuno seppe dirlo, ma gli occhi di Draco si piantarono nella figura minuta di Hermione a pochi passi da lui. La consapevolezza che lei lo avesse visto gli piovve addosso insieme all'acqua congelata e si sentì morire.
~•~
Nota autrice
Prima di dire qualunque cosa, vi prego di non odiarmi per questo capitolo, ma questo era necessario! (O forse mi diverto a scrivere questi intrighi... ahahah)
Allora, serpeverde vince la partita, Ginny ed Harry sembrano momentaneamente in crisi e per di più c'è Pansy che si diverte a creare scompiglio.
Il prossimo capitolo è in fase di scrittura, quindi temo che dovrete aspettare un pochino per leggerlo, ma intanto fatemi sapere se questo vi è piaciuto <3
Ps: stasera in tv danno il primo film di twilight, si vede che è autunno :)
Bacini
W
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