Sai ballare?
Ho scritto sulle note di
Iris - Goo Goo Dolls
per chi amasse leggere
accompagnato dalla musica.
~•~
Ognuno di noi si porta dentro un segreto.
E passa la vita a girarci intorno.
Talvolta se ne parla.
Talvolta lo si sfoggia.
Talvolta lo si nega.
Eppure è sempre quel segreto che spiega tutto quello che si vive... L'amore, in fondo,
è quel segreto che
ci portiamo dentro.
~•~
Hermione aveva gli occhi riempiti dall'immagine di Draco appoggiato ad una colonna, un bicchiere colmo tra le mani e lo sguardo fisso su di lei. Le labbra le si schiusero senza che se ne rendesse realmente conto mentre catturava ogni centimetro di lui e lo imprimeva nella sua memoria. Lo guardava, avvolgendo la sua figura con le sue iridi color miele, il corpo a fremere sotto il vestito verde che aveva scelto di indossare.
Si guardarono in tralice con desiderio, come quando si guardano le cose proibite: di nascosto, in silenzio. Si guardarono sperando che il mondo non li vedesse, che non si accorgesse di loro, come se ci fosse una barriera ad occultarli alla vista di chi di certo non avrebbe capito.
Justin le toccò il braccio proprio dopo qualche istante e la magia si ruppe.
«Sì?» Domandò lei sbattendo le palpebre, come stordita.
«Abbiamo fatto un ottimo lavoro.» Si congratulò con un sorriso, porgendole il gomito.
Hermione lo afferrò annuendo, spostando gli occhi nell'ambiente circostante. Sentiva la stoffa del vestito frusciare ed accompagnarla in ogni suo piccolo movimento, ma cercò di non badarci più di tanto. Un sorriso nacque spontaneo sulla sua bocca rossa non appena contemplò di persona cosa erano stati in grado di realizzare.
Scrutò i divanetti che avevano disperso ai lati di tutta la Sala Grande, occupati dagli studenti, intenti a parlare e godersi gli stuzzichini che offriva l'elevato buffet della serata. Dei tavolini di vetro giacevano davanti a loro, fungendo da porta bicchieri di cristallo ripieni di punch.
Le ghirlande floreali di Neville avevano riscosso un grande successo e la pozione fumogena che lei ed il professor Lumacorno avevano escogitato sembrava funzionare alla grande, dando profondità e presenza scenica al palco che stava ospitando la band.
Nell'angolo vicino all'entrata era stato allestito un piccolo banchetto che permetteva agli studenti di scattarsi delle fotografie. Questa era stata un'idea brillante di Dominik Quince che era stata accolta dalla preside della scuola con grande gioia, nonostante fosse costato ad Hogwarts parecchi galeoni. Tuttavia, non era chiaro come fossero riusciti ad ottenere i soldi, sembrava che qualche donatore avesse esaudito tutti i loro desideri di nascosto.
«Hermione.» Una voce la chiamò alla sua destra.
«Ron! Come sei elegante.» Commentò sorridente.
Il rosso le fece un buffo inchino, presentandole l'adorabile Tassorosso che stringeva il suo braccio.
«Sei incantevole, Herm. Tutto quello che hai fatto è incantevole.» Si complimentò con lei, facendole provare un pizzico di imbarazzo misto ad orgoglio.
«Ti ringrazio, Ron. Sono entusiasta del risultato finale!»
«Hermione? Credo che la Mcgranitt ti stia aspettando vicino al palco. Continua a lanciare strani sguardi nella tua direzione.» Questa volta a parlare era stato Harry, che le aveva indicato un punto preciso davanti a sé, sovrastando la folla con il suo indice.
Era arrivata da circa dieci minuti e già si sentiva stordita. Si sporse con la testa, cercando di individuare la preside parecchi metri più avanti. La vide sbracciarsi e farle un cenno con la mano, come quando si esorta qualcuno ad avvicinarsi.
«Justin, mi allontano un attimo, torno subito.» Lo avvisò Hermione, mentre respirava aria a pieni polmoni, prima di lanciarsi in una camminata pericolosa, visto le scarpe che indossava.
Le rispose con un cenno, aggiungendo che avrebbe preso qualcosa da bere per entrambi.
Attraversò la sala, con gli occhi grandi colmi di meraviglia e il cuore di bambina che scalpitava, eccitato. Si fece largo tra tutti gli studenti che le poggiavano mani sulle spalle e che si complimentavano con lei per la bellissima iniziativa. Qualcuno le aveva perfino detto che era stato il miglior ballo che Hogwarts avesse mai organizzato. Lei provvedeva a dispensare sorrisi ovunque, parole di ringraziamento. I suoi occhi sbirciavano ancora il soffitto, mentre si mordeva la guancia per non rivelare le ulteriori sorprese che era riuscita ad organizzare in occasione del grande ballo di Natale.
Dopo aver rischiato di inciampare circa due volte nelle crepe del pavimento e aver pestato un piede a Neville che si era avvicinato per salutarla, in compagnia di Luna, aveva finalmente raggiunto la parte sinistra del palco, dove l'aspettava la professoressa Mcgranitt in veste da cerimonia.
«Mi cercava, professoressa?»
Minerva parse accorgersi solo allora della presenza della ragazza. Le riservò un sorriso caldo, che la avvolse.
«Oh, signorina Granger! È davvero carina e complimenti per il lavoro svolto, sono orgogliosa!»
«La ringrazio, professoressa, è stato un onore.» Rispose, stringendosi le braccia intorno al busto.
La Mcgranitt annuì, un sorriso a fior di labbra. «La cercavo per-» Si interruppe subito, volgendo gli occhi oltre la sua esile figura. «Oh, ecco anche lei, signor Malfoy. Ottimo, ci siete entrambi.»
Hermione sentì la mano formicolare quando lui le si fermò accanto, sfiorandole le dita fermando il tempo. Per lei, quel tocco nascosto, era ormai familiare, ma era comunque un qualcosa a cui non si sarebbe mai abituata. Mentre la preside ricominciava a muovere la bocca, lei sentì solo le sue sinapsi bruciare e battiti sordi nelle orecchie. Cercò di calibrare la sua concentrazione, chiudendo e aprendo gli occhi con calma.
«Complimenti anche a lei signor Malfoy per questo bel risultato.»
Draco tirò su un angolo della bocca. «La ringrazio, ma il merito è tutto di Hermione, io mi sono limitato a seguire le sue direttive.»
La preside lo fissò, non lasciando trapelare nemmeno un briciolo di sorpresa, ma Hermione lo sapeva benissimo che era rimasta interdetta.
«Ad ogni modo, visto che avete preso parte entrambi al comitato del ballo e visto che siete entrambi caposcuola, sarebbe consono che foste proprio voi due ad aprire le danze.» Gli disse, quasi come se li stesse mettendo alla prova. «Che ne pensate?»
La Grifondoro sentì i battiti opprimerle la gola, mentre si sforzava di non tossire e si affrettava a chiedere con affanno: «Noi?»
Draco rimase immobile, la postura statuaria, infilato in modo millimetrico nel suo elegante completo. Era una rovina per gli occhi. Hermione non si azzardò nemmeno a guardarlo con la coda dell'occhio, non così da vicino.
«Sì, trovo che sia un'ottima idea, non pensate?»
Lei deglutì, mentre Draco forzava un sorriso quasi sarcastico e annuiva.
«Bene! Allora salirò sul palco per annunciarvi, tenetevi pronti.»
Quando Minerva non fu più a portata d'orecchio, Draco le si parò davanti con fluidità, lo sguardo che non lasciava alcuno scampo di respiro.
«Sai ballare?» Domandò Hermione con le braccia incrociate.
Draco alzò un sopracciglio e per poco non scoppiò a ridere. «Sono un purosangue, discendente di un'antica casata. Secondo te, Granger, non so ballare?» Le domandò retorico, storcendo leggermente il naso, non per la domanda di lei, che al contrario lo divertì.
«Delle volte dimentico quanto sei pomposo.» Borbottò.
Draco rise e lei si sciolse.
«Pomposo?»
Hermione annuì con forza, un sorrisetto furbo ad incresparle le labbra.
«E tu, Granger?»
«Io?» Chiese con il fiato corto, notando che la sua testa si stava abbassando.
«Sì.» Rimarcò. «Tu sai ballare?»
Hermione si trattenne per non pestargli il piede di proposito. «Certo che so ballare!»
«Allora qual è il problema?»
Aspettò qualche secondo, un sopracciglio alzato. «Noi non abbiamo mai ballato insieme... Insomma, non abbiamo mai provato e-»
«Basta con tutte queste regole, stasera lasciati andare.» Le disse, fissandola dritto negli occhi, mostrando i suoi come laghi limpidi e puliti. Non le fu impossibile notare quanto i suoi occhi fossero chiari e tremendamente vicino ai suoi, Draco si era chinato su di lei lentamente. «Smettila di pensare, Hermione.» Le soffiò sul naso.
Prima che lei potesse dire qualsiasi altra cosa, prima ancora che riuscisse a formulare una frase di senso compiuto nella sua testa, la voce della Mcgranitt risuonò per tutta la lunghezza della Sala Grande e tutte le teste si voltarono nella sua direzione ad esclusione di Draco, i cui occhi rimasero ancora qualche secondo a scrutare le lentiggini della caposcuola.
«Buonasera a tutti, voglio darvi ufficialmente il benvenuto al ballo di Natale di Hogwarts.» Uno scrosciò di applausi si levò, rimbombando tra le pareti e coprendo la sua voce. Minerva sorrise, invitandoli a tacere, così avrebbe terminato il suo breve annuncio e sarebbero potuti tornare a divertirsi. «Ci tenevo a ringraziare il comitato del ballo per aver organizzato tutta questa meraviglia nel poco tempo fornitogli, il caposcuola Malfoy per aver aiutato nei preparativi e per aver versato una cospicua donazione che ci ha permesso di ingaggiare un fotografo e infine, ultima non per importanza, la caposcuola e organizzatrice ufficiale dell'evento di stasera: Hermione Granger.» Altri applausi la acclamarono, si sentì perfino qualcuno che gridò il nome di Hermione. Quest'ultima, nel sentire le parole della Mcgranitt si voltò completamente verso Draco, le labbra dischiuse.
Lui scosse leggermente la testa, con fare interrogativo. Le morì il respiro in gola nel vederlo così elegante. I suoi occhi si fissarono sul pomo d'Adamo, poco sopra il nodo del papillon nero. Deglutì.
«Non sapevo che avessi fatto tu la donazione.»
«Tecnicamente è stata mia madre, sotto la mia richiesta.» Spiegò rimanendo atono.
Gli regalò un sorriso dei suoi, uno di quei sorrisi tanto grandi che risaltavano le sue fossette. «È stato molto gentile da parte tua.»
«Volevi che fosse tutto perfetto.» Le disse solamente, gli occhi puliti ed i lineamenti rilassati. Hermione sentì le labbra prudere dalla voglia di baciarlo. «Ho cercato di fare la mia parte.»
Non riuscì a rispondere, ma Draco notò i suoi occhi rilucere.
«Saranno proprio loro due ad aprire le danze. Prego, signorina Granger e signor Malfoy, recatevi pure al centro della Sala. Buon divertimento a tutti!» Esclamò il capo della casa Grifondoro, scendendo le scalette del palco. I due caposcuola si guardarono di sbieco, le labbra incurvate verso l'alto, come quando si conosce un piccolo segreto che nessun altro sa. Si diressero nel cerchio di spazio che era stato lasciato vuoto appositamente per loro dal resto degli studenti, che li fissavano sorpresi e incuriositi.
«Ci stanno guardando tutti.» Bisbigliò Hermione, le gote in fiamme.
«Ti stanno guardando tutti.» Replicò Draco, porgendole il braccio.
Hermione lo afferrò, si sentiva avvampare sempre di più. «Che intendi?»
«Intendo-» Ricalcò, «che stanno guardando tutti te, sei bellissima.»
Draco la tirò più vicino, posizionandole una mano aperta sulla parte bassa della schiena, mentre l'altra era intrecciata a quella della strega. Una piccola scossa lì colpì, mentre i loro sguardi si incrociavano.
Hermione fece un piccolo sorriso misterioso, mentre poggiava le dita sulla spalla di Draco. «Anche tu non sei male.»
Lo fece ridere, un suono cristallino che scoprì piacerle un sacco. «Ti ringrazio, nel caso fosse stato il tuo tentativo di farmi un complimento.»
Non staccò gli occhi dai suoi, quando rispose semplicemente: «Lo era.»
Le note di Iris dei Goo Goo Dolls si librarono nell'aria a scandire i secondi. Hermione sentiva quelle parole come dolci echi lontani che cullavano i battiti assordanti del suo cuore. La presa di Draco si fece stretta sulla sua vita e lei finalmente alzò gli occhi per guardarlo.
And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now
I due giovani iniziarono a muoversi volteggiando, le mani e le pupille incatenate all'altro. Come se nessuna delle tante teste di studenti fosse voltata nella loro direzione, ad osservarli con occhi spalancati e mascelle che toccavano terra. Draco la guidava fluidamente, la sua presa era salda e allo stesso tempo morbida. Manteneva il suo tocco su di lei come se avesse paura di romperla.
'Cause all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
So and sooner or later, it's over
I just don't wanna miss you tonight
Hermione assaporò quel momento come se fosse una piccola briciola di normalità che l'universo stava regalando loro. Come se lei e Draco Malfoy, mano nella mano al centro della pista, fosse un evento canonico che poteva mostrarsi tranquillamente davanti agli occhi di tutti. Come se quello che c'era tra due giovani che erano stati per tanti anni su fronti opposti, fosse esponibile alla luce del sole.
«Non ti stai rilassando.» Le bisbigliò Draco all'orecchio quando le fu più vicino grazie ad un piccolo casquet. La tenne in equilibrio, mentre era piegato con il volto sul suo.
«Sì invece.»
La tirò su.
«Sento gli ingranaggi del tuo cervello stridere.» La prese in giro, facendole fare una piroetta. La osservò volteggiare elegantemente, prima di tararla nuovamente vicino al suo petto. «Chiudi gli occhi e metti a tacere tutte quelle voci. I fantasmi del passato non possono toccarti adesso, Hermione.»
E come un eco lontano, svanì, coperto dalle parole della canzone, insieme ai fantasmi del passato, che si staccarono dalle sue braccia e la lasciarono libera, come se la richiesta di Draco fosse stata da loro esaudita.
And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
Hermione chiuse finalmente gli occhi, concedendo a Draco una fiducia muta, lasciandosi guidare ed abbandonandosi completamente alle capriole del suo cuore.
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am
Lui le afferrò la vita con entrambe le mani e, dopo averle fatto fare un'altra piroetta, la sollevò a mezz'aria. Le scappò una risata fatata, che si affrettò a soffocare. Aprì gli occhi, incontrando quelli di Draco e li trovò già fissi su di lei. La tenne sospese per un paio di secondi che a lei sembrarono infiniti, mentre dalla cerchia di studenti che li osservavano si levavano sospiri e mormorii. Ma loro non potevano sentirli, no, loro erano sordi ad ogni rumore che non fosse il battito assordante che risuonava nella cassa toracica.
Ballarono sulle note della canzone fino alla fine, interpretando alla grande quella che a molti sarebbe potuta sembrare una parte, una finzione. Ma la verità è che nessuno dei due ragazzi stava fingendo. Esattamente come un grido di verità, le parole della canzone bussarono alle porte dei loro cuori, investendoli.
Perché per loro era esattamente così. Desideravano ardentemente scomparire dinanzi al mondo, perché nemmeno loro stessi sapevano come interpretare quella sensazione di ansia, di tremolio e di palpitazioni. Volevano nascondersi in qualche angusto angolino, lontani da tutti, troppo spaventati che qualcuno avesse potuto capire ciò che realmente stava dentro, nella profondità dell'apparenza.
Quando la canzone terminò entrambi sorrisero, come da copione, e si allontanarono dalla pista da ballo, lasciando che tutto il resto degli studenti prendesse il loro posto. Si mescolarono tra la folla, dove la Grifondoro riuscì a mascherare il suo rossore.
«Ti sta molto bene.» Fece Draco, indicando con un cenno di capo l'oggetto che Ginny aveva infilato tra i suoi capelli, sopra il morbido chignon. Si erano appena fermati in un angolo, vicino ad un divanetto vuoto.
«Non ti ho ancora ringraziato.» Si riscosse Hermione, toccandosi istintivamente il pettine argenteo. «Sul serio, Draco, non -»
«Hermione.» La richiamò una voce sovrastando la musica. Lei si interruppe e vide gli occhi di Draco, posati oltre la sua testa, farsi affilati, i laghi che venivano congelati di nuovo in stalattiti pungenti.
«Fadford, che piacere.»
Hermione si rese conto che Draco non stava facendo assolutamente niente per mascherare il suo fastidio.
«Sfortunatamente temo di non poter dire lo stesso, Malfoy.» Scherzò l'altro, affiancando Hermione e porgendole un bicchiere di spumante. Lei lo afferrò, leggermente titubante. «Temo che tu abbia sequestrato la mia accompagnatrice.»
Hermione intervenne nell'immediato secondo, vedendo le labbra di Draco aprirsi pronto per dire qualcosa che sicuramente non sarebbe stato carino.
«Oh, Justin! Perdonami, la professoressa Mcgranitt ha organizzato tutto questo a nostra insaputa, non ho avuto nemmeno un momento per avvertirti. Diciamo che è stata tempestiva.»
«Non preoccuparti, Hermione.» Le sorrise, nonostante ne uscì una smorfia piuttosto forzata. Lei ricambiò, non potendo evitare di guardare anche Draco di sbieco. «Andiamo?» le chiese poi.
«Veramente lei-» Si intromise Draco, il tono prepotente e l'espressione di ghiaccio, prima che qualcuno gli artigliasse il braccio. Ringraziò l'autocontrollo che aveva acquisito, che gli permise di evitarsi un'imprecazione a voce alta.
«Draco, andiamo.» Era stata Ophelia Spungens a parlare. «Ho bisogno di bere un bel po' prima di ballare.»
«Un secondo.» Ribatté, tornando a guardare Hermione. Draco voleva bene ad Ophelia, ma in quel momento desiderava tanto trasformarla in una mosca.
«Malfoy.» Fece eco Justin. «Non vorrai far aspettare la tua di accompagnatrice.» Lo esortò con voce melensa e un sorriso di scherno.
Draco pensò che non sarebbe stato tanto male tirare fuori la bacchetta e vedere quanto avrebbe riso a quel punto. Aveva già la mano nella tasca nei pantaloni, a stringere il legno, quando Ophelia gli dette un altro strattone, come se fosse un avvertimento.
«No, infatti.» Scoccò, freddo come il ghiaccio, arrendendosi al braccio dell'amica.
Hermione osservò la sua mascella tirata e si domandò cosa stesse pensando in quel preciso momento. Aveva imparato a captare il suo stato d'animo, ma non riusciva mai a figurarsi quali fossero i suoi reali pensieri.
Senza aggiungere altro, la coppia di Serpeverde si allontanò dalla parte opposta della Sala Grande, in direzione dello stand con le bevande. La Grifondoro li osservò allontanarsi, focalizzando la sua attenzione sulla schiena di Draco. Guardò con attenzione i muscoli che si flettevano sotto la giacca nera e in un attimo, buttò giù tutto il contenuto del bicchiere.
~•~
Un paio d'ore dopo, Hermione si ritrovò in pista, con i piedi doloranti e la testa che vorticava. Sembrava che i suoi occhi non riuscissero a mantenersi fissi in un preciso punto ed erano più le volte che le immagini le apparivano sfocate, piuttosto che nitide. Si chiese se avesse bevuto un po' troppo. Ingoiò quella domanda nella sua testa, spingendola dietro muri invalicabili, nello stesso modo con cui buttava giù altro spumante.
Si voltò alla sua destra e trovò una Ginny scatenata, che tentava di coinvolgere in ogni modo anche Harry che invece era piuttosto impacciato. Le sgusciò dalle labbra una risata tutt'altro che normale, i suoi toni erano diventati cantilenanti, i suoi movimenti erano rallentati. Era come se fosse stata immersa nel miele. La lingua atrofizzata sul palato le impediva di parlare come avrebbe dovuto.
L'unica cosa che sembrava funzionare a dovere, era la sua testa, che continuava a macchinare pensieri ad una velocità impressionante.
Aveva ignorato le occhiate che le lanciava Draco, appollaiato sul divano di pelle di fianco a Blaise Zabini. Non le aveva detto nulla quando si era allontanato, si era lasciato trascinare via come una foglia dal vento, il braccio artigliato tra le mani della sua amica.
No, ad Hermione non importava assolutamente. O almeno pareva esserne convinta. Justin, dal canto suo, ballava di fianco a lei, ignaro di tutti quei dubbi che la scuotevano.
«Hermione.» La richiamò Ginny ridendo. «Sei sicura di sentirti bene?»
Lei fece una giravolta su sé stessa, dandosi della stupida per non aver imparato un maledetto incantesimo stabilizzante. Stava seriamente iniziando a pensare di trasformare i tacchi in dei calzini, di nuovo.
«Sto alla grande.» Rispose, la testa che traballava da una parte all'altra. Lo chignon si era leggermente ammorbidito.
«Hermione, ma quanto hai bevuto?» Strillò Harry, sporgendosi verso di lei.
«Quanto avresti dovuto bere anche tu.» Borbottò Hermione, squadrandolo. «Sei un paletto.» E scoppiò a ridere, facendo ridere anche Ginny a ruota, che non sapeva se ridere per il suo tono o per quello che aveva detto.
«Ha ragione.» Le diede man forte l'amica.
«Sei indifendibile, Potter.» Si aggiunse Fadford, circondando le spalle di Hermione con un braccio.
Hermione si scostò leggermente, sentendosi a disagio. Scrutò la sala con la vista appena offuscata, alla ricerca di Draco. Lo vide ridere seduto su un divanetto di pelle e al suo fianco c'era Pansy Parkinson. Un moto implacabile le si agitò nel petto, mentre si voltava verso Justin.
«Granger, ti spiace se lo prendo un attimo in prestito?» Le chiese la Vince, tenendo il braccio di Justin con una mano.
Hermione rispose con uno sventolio del palmo. Nonostante non sopportasse Jasmine Vince, le stava facendo quasi un favore. «Fa' pure.»
Li vide allontanarsi con la coda dell'occhio, ritrovandosi in un secondo in mezzo alla sala da sola. Cercò di riflettere su dove fossero spariti i suoi amici, domandandosi se fosse possibile che si fossero allontanati tutti senza dirle niente. Il suo cervello vorticante arrivò alla risposta prima del previsto, ipotizzando che molto probabilmente le era stato detto, solo che lei non aveva prestato un briciolo di attenzione. Le venne quasi da ridere.
Mosse dei passi traballanti in direzione del banchetto delle bibite. Aveva bisogno di acqua, tanta acqua. Sentiva la bocca secca e la lingua molle, come atrofizzata.
Per poco non cadde, inciampando sbadatamente su un paio di scarpe di pelle. Le fissò, interdetta, la testa chinata e un paio di ciuffi che sfuggirono allo chignon.
«Hermione?»
Tirò su la testa troppo velocemente e sentì il piede destro barcollare. «Ehi, Dominik.» Lo salutò, sistemandosi i capelli ribelli dietro l'orecchio.
«Tutto apposto?» Le domandò con un sopracciglio inarcato.
«Sì.» Annuì con forza. «Ho solo bisogno di un po' d'acqua.»
«Ti accompagno se vuoi, ma non eri con Fadford?» Le chiese, porgendole il braccio.
Hermione lo afferrò senza tanti preamboli. «Jasmine Vince lo ha trascinato non so dove ma, se devo essere sincera, la cosa non mi dispiace più di tanto.»
«E come mai?»
Lei scrollò le spalle, non badando alla sua indiscrezione. «Non so nemmeno come mai ho accettato di venire qui con lui.» Borbottò. «Forse questo non avrei dovuto dirlo, ma a quanto pare il mio filtro cervello-bocca non è attualmente in funzione.»
«C'entra il ragazzo di cui mi parlavi ad Hogsmeade?»
Hermione sembrò bloccarsi per un altro. Lo guardò da dietro le lunghe ciglia, ad un passo dal banchetto dei drink. «Forse.»
«Deduco sia un sì.»
Hermione non rispose e raggiunto il tavolo apparecchiato, si sciolse dal braccio di Dominik, riempiendosi un bicchiere d'acqua e ghiaccio. L'acqua fredda le avrebbe sicuramente fatto bene, dato che sentiva calda come se un incendio le stesse divampando nel petto.
«Ma tu con chi sei venuto?» Domandò, mentre buttava giù un sorso generoso.
«Ho seguito il tuo consiglio ed ho invitato Daphne Greengrass.» Rise.
«E lei dov'è?»
Dominik indicò un punto alle sue spalle e lei lo seguì con gli occhi. «A quanto pare preferisce i suoi coetanei.»
Hermione osservò Daphne parlare vicino ad un granitico Blaise Zabini che ascoltava ciò che aveva da dirle con una smorfia che assomigliava più ad un ghigno che ad un sorriso. Le gambe erano accavallate e sospinte in avanti per evitare di prendere troppo posto.
«Il covo dei Serpenti.» Fece la voce di Hermione come un eco, non appena i suoi occhi si posarono sul caschetto nero della Parkinson che si appoggiava sulla spalla di Draco tramite una mano.
«Balliamo?» Chiese di getto verso il Tassorosso.
Lui le sorrise, non dando a vedere di aver notato lo sguardo di Hermione farsi più scuro quando aveva intercettato Malfoy. «Certo.»
La condusse al centro della sala, facendo un regale inchino che la fece ridere. Intrecciò una mano con quella di Dominik, lasciando che lui la guidasse. La testa vorticava di nuovo, ma non ci diede peso. Chiuse gli occhi, felice che i fili dei suoi pensieri minatori si stessero ingarbugliando fino a perdere ogni minimo significato.
Lasciò andare il peso che le gravava sul petto, seguendo la musica. Il suo cuore batteva ad un ritmo regolare, il fiato non era corto, era come se le mancasse un pezzo del puzzle per essere completa. Il caso volle che tale pezzo mancante la stesse osservando dall'altra parte della sala, un'espressione gelida e i pugni stretti.
~•~
Nota autrice
Ciao a tutti/e, finalmente dopo oltre due settimane sono tornata sulla piattaforma dopo una sessione devastante. Vi regalo questo capitolo, ammetto che la scena del ballo è un frammentino del mio cuore, spero che sia stato evocativo e che si sia percepito tutto.
Sono felice di tutti i traguardi che questa storia sta raggiungendo e allo stesso tempo triste perché questa grande e meravigliosa prima avventura sta per finire, ma sono convinta che sarà la prima di molte altre.
Spero che stiate bene, io ho avuto un periodo così così, ma ora tutto assolutamente okay e mi sto piano piano risollevando. Sono tornata a scrivere e sono determinata a terminare la storia presto.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, ci sentiamo presto su instagram per ulteriori info per i prossimi aggiornamenti.
Bacini, W <3
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