Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

pelle contro pelle

ho scritto sulle note di
K - Cigarettes After Sex,
per chiunque amasse
leggere accompagnato
dalla musica.

questo amore che
faceva paura agli altri
e li faceva parlare
e impallidire
-JP

~•~

Attenzione!
Questo capitolo contiene contenuti adatti ad un pubblico adulto.

~•~

«Che ne dite se ci scattassimo una foto?» Fu la voce di Daphne. Ophelia si morse la guancia, osservando le labbra rosse della maggiore delle Greengrass troppo vicine alla testa di Blaise.

Scoccò uno sguardo a Draco, che aveva appeno sollevato le sopracciglia nella sua direzione.

«E dai, Draco!» Disse poi Pansy, poggiando una mano sulla sua spalla nodosa. «Smettila con questa espressione tetra.»

Lui forzò un ghigno sarcastico e Pansy strinse la presa sulla stoffa della camicia, ridacchiando.

«E foto sia.» Commentò Blaise con un sospiro tirato, mentre si alzava dai divanetti di pelle, allontanandosi di conseguenza anche da Daphne.

«Evvai! La banda al completo.» Esultò quest'ultima, lisciandosi il vestito una volta in piedi.

Ophelia emise uno sbuffo. «Non siamo tutti, Theo non c'è.»

Draco a quanto pare fu l'unico ad udirla, infatti si apprestò ad avvicinarsi a suo orecchio e bisbigliare in modo frettoloso: «Gliene spedirò una copia con la dedica, si sentirà meno solo.»

Lei annuì in risposta, ma non parve del tutto convinta. Versò un po' del contenuto della fiaschetta di metallo nel punch e buttò giù un sorso generoso. Sentì la gola bruciare un pochino, ma si abituò velocemente a quel tipo di sensazione.

Blaise aspettò che tutti si avviassero prima di avvicinarsi alla ragazza minuta in modo furtivo. Le diede una piccola gomitata, come se stesse cercando di essere naturale.

«Mi hai fatto male, Zabini.» Fu il ringhio in risposta.

«Me ne dai un goccio?» Chiese, porgendole il suo bicchiere.

Ophelia inarcò un sopracciglio e parlò in tono strascicato. «E così adesso mi parli?»

«Non ho mai smesso di farlo.» Fu la sua risposta risoluta. «Avevo bisogno di tempo.»

«E durante questo tempo cos'hai fatto?» Chiese in un sibilo. «Oh, aspetta.» Rise, ma era un suono piatto. «Lo so io, ti sei fatto riempire il cervello di stronzate dalla barbie.»

«Dalla che?»

«Lascia perdere, Blaise. Non ho alcuna voglia di farmi rovinare la serata da te.» Tagliò corto Ophelia, sventolando la mano davanti a lui, avanzando qualche passo in avanti, dandogli finalmente le spalle. Aveva intenzione di raggiungere gli altri, di raggiungere Draco, che li stava appunto cercando con lo sguardo. Erano rimasti solo loro due indietro.

«Aspetta un attimo.» La tirò indietro per il polso.

Lei si voltò, un impeto rabbioso. «Cosa?»

«Io ti starei rovinando la serata?» Domandò con un sopracciglio sollevato e per nulla intenzionato a darsi per vinto. «Non sei forse tu che mi guardi come se stessi per pugnalarmi da un momento all'altro?»

«Mi innervosisci.» E con uno strattone si liberò dalla sua presa.

«Ti sei ingelosita di Daphne?» Le domandò con voce pulita. Perché questo era il bello ed il brutto di Blaise Zabini, la sua terribile e costante schiettezza. Riusciva a metterti in imbarazzo senza il minimo sforzo, ponendoti senza ritegno davanti alla sua nuda e cruda verità. Quella verità che lui, con i suoi modi criptici, sapeva estrapolare in ogni situazione.

«Che cosa?! No!» Esclamò, facendo un passo indietro, come a voler riacquistare terreno, ma mostrare quel tipo di insicurezza era come dargli ragione.

Lui avanzò a sua volta e si piegò su di lei, fronteggiandola e mettendo ancor più in evidenza la differenza di statura che li separava. Ophelia era minuta e Blaise era imponente.

«E allora-» le disse ad un soffio dal suo naso. «Perché la guardi come se volessi incenerirla?»

Ad Ophelia prudevano gli occhi. Avrebbe voluto trincerarli dietro le palpebre e nascondersi dal suo sguardo indagatore, ma era ostinata e non si sarebbe mai arresa. Lui non l'avrebbe avuta vinta. Si pizzicò il dito indice con l'unghia del pollice, sentendo un piccolo bruciore. Aveva bisogno di contatto con la realtà, doveva mantenere i piedi ben saldi per terra.

«Non mi è simpatica.» Ribatté, sentendo nuovamente l'impulso di allontanarsi, ma decise di resistere. «Lo sai da sempre.»

«Ah si?» Le domandò, il fruscio della sua voce era un sibilo. Si era chinato ancora di più, quasi le sfiorava il naso.

«Sì.» Annuì con forza.

«Solo per quello?»

Ophelia aveva ridotto gli occhi a due fessure. «Solo per quello.»

Blaise stava per aggiungere qualcosa, quando la voce di Draco raggiunse le sue orecchie e il suo corpo venne investito da un'ondata di fastidio. A quanto pare, tutti sembravano avere un tempismo pessimo in occasione della Vigilia di Natale.

«Vi muovete?» Li esortò.

Ophelia lo superò senza dire niente, dirigendosi verso l'angolino delle foto. Draco la osservò camminare e per un secondo ebbe paura che avrebbe potuto aprire dei varchi nel pavimento con i suoi passi tutt'altro che leggiadri.

«Che le hai detto?» Domandò Draco, le braccia incrociate e un sopracciglio sospinto verso l'alto. «Sembra piuttosto arrabbiata.»

Blaise alzò le mani. «Le ho solo chiesto un po' di Whisky.»

Draco sbuffò e lo tirò verso la loro destinazione, non credendogli affatto.

~•~

Dopo aver fatto almeno una decina di foto, a causa di Daphne e Pansy che non sembravano essere mai entusiaste del risultato ottenuto, erano finalmente tornati ad occupare i loro divanetti. Sembrava che in loro assenza dei ragazzini del quarto anno se ne fossero appropriati, ma l'occhiata prepotente di Pansy bastò a far in modo che si alzassero e si dirigessero altrove.

Draco si versò altro champagne e si appoggiò sulla pelle della poltrona, in modo da rilassare finalmente la schiena. Alcuni dei suoi amici si erano gettati in mezzo alla pista, scatenandosi. Lui era rimasto seduto un altro po', dichiarando di aver bisogno di un'ulteriore e cospicua dose di alcol prima di poterli raggiungere.

Estrasse dalla tasca della giacca la foto che aveva scattato insieme a Blaise ed Ophelia. Ritraeva gli ultimi due che si voltavano per guardarsi storto e Draco nel mezzo che cercava di non mettersi a ridere per la situazione. Durante la breve durata della foto, non riusciva a trattenersi e gli scappava una piccola risata. Le labbra gli si piegarono involontariamente, increspandosi in un sorriso. Pensò immediatamente che a Theo quella foto sarebbe piaciuta moltissimo.

Dopo Champagne Supernova degli Oasis, la band cambiò le note della serata, suonando un ritmo decisamente più lento. Ripose con cura la foto nella tasca e alzò gli occhi quasi istintivamente sulla pista da ballo, scrutando gli studenti che si stavano posizionando al centro per ballare.

Tra questi ne individuò una in particolare, la riconobbe dallo spacco del vestito, risalendo con lo sguardo fino ai suoi capelli, individuando il fermaglio che le era stato regalato proprio da lui.

Le sue mani erano intrecciate alle dita di qualcun altro, qualcuno che non era lui, e Draco non si risparmiò dall'affilare gli occhi nella sua direzione. Un fuoco verde gli si accese nel petto e la presa sul bicchiere si fece maggiormente salda. Lo sguardo non vacillò nemmeno per un istante, nemmeno quando incrociò gli occhi di lei, che lo fissarono da lontano. La vide distoglierli da altra parte e soffocare una risata quando Dominik Quince fece un goffo inchino di fronte a lei, come se Hermione non lo avesse visto guardarla solo un istante prima.

Si alzò dalla poltrona, svuotando il contenuto del bicchiere nella sua gola. Sentì un leggero bruciore risvegliarlo. Sembrava una sorta di ironica caratteristica che apparteneva a tutto il suo gruppo di amici, annegare i fastidi nell'alcol. Dopo la guerra sembravano tutti ostinarsi a pensare di essere incapaci di risollevarsi dal fango, limitandosi ad annaspare in cerca di aria, soffocati dai ricordi.

«Dove vai?» Gli domandò Blaise, scattando in piedi e seguendo il suo sguardo.

«Ho deciso che è arrivato il momento di far vedere a tutti questi incapaci come si balla.» Borbottò avanzando in direzione opposta a quella dell'amico.

«Cosa hai intenzione di fare? Dare spettacolo?»

Draco si voltò verso di lui, con tanto del famoso ghigno made in Malfoy. Scrollò le spalle come se niente fosse. «Dopotutto, Blaise, è quello che mi riesce meglio.»

Zabini rimase interdetto, fermo con alle spalle i divanetti di pelle. Vide Draco afferrare Ophelia per un braccio e trascinarla nel mezzo della pista da ballo che, dopo qualche scenografica lamentela, decise di lasciar perdere e assecondarlo.

Il giovane Malfoy, d'altro canto non aveva nessuna intenzione di demordere. Trascinò l'amica nel bel mezzo della pista, che provvide di incolparlo anche di avergli spettinato la pettinatura.

La band aveva cambiato nuovamente le note, iniziando a suonare una canzone stramba, decisamente ritmata. Individuò immediatamente che si trattava di un insolito ballo di gruppo dove il tema principale sembrava essere gli scambi di coppia.

«Draco, ma sei sicuro di aver capito in cosa consiste questa danza?» Chiese incerta Ophelia, le mani sul fianco ed i piedi ad un passo dalla pista da ballo.

Lui annuì, risultando stranamente convinto.

«Ma sei proprio sicuro?» Insistette. «Hai bevuto?»

«Si, Ophelia, sono sicuro.» Pestò il piede. «E no, sono sobrio se è a quello che ti riferivi.»

Forse fu solo allora, quando lei gettò uno sguardo nella direzione in cui vagava quello di Draco che si rese effettivamente conto del suo intento. Sempre la dannata Granger.

«Maledetto bastardo ingegnoso.» Digrignò i denti lei, nascondendo un piccolo sorriso divertito.

Draco le rivolse un sorrisetto a sua volta, porgendole la sua mano che lei accettò in malo modo. Perché, dopotutto, nonostante tutto quello che fosse successo tra loro in quei mesi, i loro cuori erano sempre dalla stessa parte con il mondo contro.

Draco la guidò in mezzo alla pista da ballo con gesti fluidi e lei lo seguì, riuscendo a non pestargli i piedi. Era sempre stato un ottimo ballerino e lei quasi lo odiava per questo.

La musica cambiò ritmo, si fece maggiormente veloce, segno che iniziavano le giravolte.

Dominik ed Hermione erano alle prese con una lunga serie di giravolte, talmente veloci che la giovane strega credette di poter dare di stomaco. Si riprese giusto in tempo, per prendere parte al passaggio sotto le braccia. Era una figura del ballo di gruppo che veniva fatta nel seguente modo: le dame ed i cavalieri si posizionavano di fronte, accanto alle altre coppie che avevano fatto lo stesso; l'ultima coppia invece aveva il compito di iniziare a passare sotto tutti gli altri, che nel frattempo avevano unito le braccia. Sembrava come passare sotto ad un tunnel infinito, dove colori si mescolavano insieme alle risate avvolte dalle note musicali della canzone.

Una volta che tutti i ponti fatti di braccia furono smantellati, la musica cambiò nuovamente e iniziò la terza parte della coreografia: lo scambio delle coppie.

Hermione salutò Dominik con un sorriso, mentre la faceva volteggiare tra le braccia di Seamus Finnigan, che sorrideva come un idiota. Ad Hermione sembrò leggermente brillo, ma di certo non avrebbe avuto il diritto di infierire, date le sue condizioni. Si limitò a riderci leggermente su, mentre si faceva trascinare dal Grifondoro in un ottava di passi intricati. Fu la volta poi di Michael Corner, seguito da un Serpeverde che non riuscì ad individuare.

«La mia accompagnatrice.» La salutò Justin, afferrando le sue mani.

«Eccoti.» Ridacchiò Hermione.

Lui la avvicinò e poi la allontanò di nuovo. La fece passare a destra e poi a sinistra con gesti sinuosi che lei si limitò a seguire.

«Sembra che il mio tempo sia scaduto. Ci vediamo dopo.» Le disse, mentre le faceva fare una piroetta e si dirigeva a passi decisi verso la studentessa successiva.

Hermione girò su sé stessa più volte. Si sentiva come stordita dalle note giocose di quella canzone. Credeva si essere immersa nel miele, i suoi movimenti erano pieni, rallentati ma, allo stesso tempo, riuscivano ad essere in qualche modo anche sinuosi.

Volteggiò un altro paio di volte, prima che due braccia accolsero le sue in una salda presa. Quasi riemersa dalla trance, alzò gli occhi, le labbra semichiuse.

«Ciao.» Sussurrò Draco vicino al suo naso.

La Grifondoro non seppe cosa rispondere, si limitò a fissarlo, mentre indirizzava i passi decisi e guidava entrambi a svolgere i passi della coreografia.

«Dominik Quince? Sul serio, Granger?»

Lei scoppiò a ridere e lui inarcò un sopracciglio. Il pistone dei suoi freni inibitori sembrava impazzito. Sentì delle parole vibrarle nella gola, le sentì risalire calde lungo la lingua che non esitò nemmeno per un secondo a farle sgusciare fuori.

«Sei geloso, Malfoy?» Gli domandò, leggermente impastata.

Draco strinse la mano attorno alla sua vita, assaporando la morbidezza della sua pelle che si mescolava con la seta del suo vestito. Le fece fare una piroetta e la tirò nuovamente a sé. Sapevano entrambi che era arrivato il momento del cambio dell'accompagnatore, ma Draco non aveva nessuna intenzione di lasciarsi scappare quella ragazza dalle braccia. La girò dalla parte opposta, lasciando che uno studente di Tassorosso sbattesse il naso contro la sua schiena.

«Potrei esserlo.» Le sussurrò vicino al naso, mentre guardava il confuso ragazzo dirigersi oltre. Scombinò tutte le coppie, ma non sembrò importargli più di tanto.

Hermione lo osservava quasi sbalordita, gli occhi limpidi e accesi di una qualche luce strana, intensa. Non rispose alla sua ammissione, sembrava che le labbra si fossero intorpidite.

«Ci stanno osservando.» Bisbigliò lei, dopo aver lanciato occhiate circospette.

Effettivamente, il comportamento di Draco, poteva dirsi tutto tranne che in incognito. Era più evidente di una parete rossa accesa circondata da bianco.

«Ti importa?» Le domandò, osservandola con un cipiglio incomprensibile.

«Stranamente no.» Scosse la testa lei, gli occhi socchiusi.

«Stranamente no.» Ripeté Draco in un bisbiglio, sentendo un sorrisetto che cresceva sulle sue labbra.

Eseguirono il resto delle figure della coreografia ed Hermione dovette ammettere a sé stessa che Malfoy fosse un ottimo ballerino, di gran lunga migliore di lei. Non appena la canzone terminò, lui la trascinò di soppiatto verso il banchetto dei drink, non sentendola opporre resistenza.

Le riempì un bicchiere di acqua fresca e prima di porgerlo nella sua direzione, ci versò dentro il contenuto di una piccola fiala.

«Bevi.»

«Che ci hai messo dentro? Veleno?»

Draco sbuffò, spingendo il bicchiere nuovamente verso di lei. «Per tua informazione, è l'ultima fiala che mi rimaneva della pozione chiarificatrice, serve per-»

Hermione sbatté le ciglia e lo interruppe. «So a che cosa serve.»

Lui si limitò a scuotere la testa, divertito dal suo comportamento. «Bevi, avanti.»

«È una minaccia?» Inarcò un sopracciglio, solitamente era lei a dettare legge.

«Prendila come tale.» Borbottò, insistendo. «Credo che tu abbia bevuto troppo.»

«Da che pulpito.» Rispose, buttando giù un sorso della soluzione, che fu come un anestetico per il dolore lancinante che le stava trafiggendo la testa come un pugnale.

«Prego?»

«Ti ho scoperto a bere molte più volte di quanto abbia fatto tu con me, non credo che dovresti giudicarmi.»

«Non ti sto giudicando, Granger.» Quasi sbuffò. «Sono solo contrariato.»

«Più che contrariato, il termine giusto è incoerente.» E bevve un altro sorso generoso, una mano poggiata sul fianco.

«Sei sempre così da ubriaca?» Le domandò con un sopracciglio inarcato. «L'alcol dovrebbe attenuare questo tuo lato saccente, non accentuarlo.»

«Non sono una grande esperta di alcol.» Dichiarò, con le guance che si tingevano leggermente. «E non sono saccente.»

Draco scoppiò a ridere ed Hermione si appoggiò al tavolo con una mano, sentendo i suoi talloni pungere.

«Oh, eccome se lo sei. Un puntiglioso essere saccente.»

«Essere?» Contrasse i muscoli facciali nell'espressione più sconvolta che riuscì a tirare fuori. «Meglio che essere uno spilungone pomposo e arrogante.»

«Stai flirtando con me, Granger?»

«Ti piacerebbe, Malfoy.»

Lo fissò con occhi fintamente offesi, per poi scoppiare in una risata.

«Quanto credi che ci metterà a fare effetto?» Gli domandò, seguendolo in direzione di un divanetto libero e in disparte dalla folla degli studenti. Hermione posò il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, scivolando di fianco a Draco, sentendo la pelle nera che aderiva alle sue gambe.

«A giudicare dalla tua lingua biforcuta, poco.»

«Ma certo che sei incredibile! Hai iniziato tu!»

Draco tirò su le mani in segno di resa, non riuscendo a trattenersi dal ridere.

«Che c'è di così divertente?» Gli domandò, indispettita.

Il caposcuola si passò una mano sulle palpebre, cercando di attenuare la sua risata. «Niente, niente.»

«A me non sembra niente.»

«No è che... sei buffa.»

«Sono... buffa?»

«Quando ti arrabbi lo sei.»

«Che faccia tosta che hai, lo sai, Malfoy?»

Draco rise di nuovo, vedendola incrociare le braccia al petto.

«Che fine ha fatto il tuo accompagnatore?» Le chiese poi.

Hermione fece vagare lo sguardo tra la pista, ma non trovò traccia di Justin Fadford.

«Non ne ho idea. Yasmine Vince lo avrà trascinato in uno sgabuzzino.»

«Ah si?» Le domandò, un ghigno sulle labbra. «E non ti dà fastidio?»

Hermione scosse la testa.

«Perché?»

«Non sono interessata a lui.» Scrollò le spalle.

«Ha provato a baciarti?»

Hermione sgranò gli occhi. «Che cosa? No! Ma che razza domanda sarebbe?»

«Una domanda.»

Lo vide scrollare le spalle con tranquillità come se le avesse chiesto di passargli un bicchiere d'acqua.

«Sinceramente, non ti credevo così geloso.»

«Sinceramente, non mi credevo così geloso nemmeno io. È colpa tua.»

La fissò dritto negli occhi e lei ricambiò lo sguardo, sentendo il respiro incastrarsi tra lingua e denti. Quando la guardava in quel modo, era sicura che lui riuscisse ad accedere ad ogni suo pensiero più profondo, come se i suoi occhi avessero una chiave universale in grado di aprire ogni tipo di porta e per penetrare nella sua testa con facilità estrema.

«In che modo sarebbe colpa mia?» Chiese con una nota di ingenuità nella voce. Hermione lo osservava come se non l'avesse mai visto prima, così aperto e disposto a parlare con lei.

«Io non lo so.» Confessò. «So solo che non mi piace quando gli altri ti stanno vicino, non riesco a sopportarlo.»

Lei rimase in silenzio a fissarlo, le labbra dischiuse e la sensazione che ancora Draco non avesse terminato.

«Le persone scompaiono costantemente dalla mia vita. Credo che questa cosa... questa gelosia, ecco, che sento sia dovuta alla paura che questo fatto si concretizzi anche con te.»

E l'istante si congelò nel tempo. Il rumore del mondo le arrivava sordo alle orecchie, tutto era stato zittito da ciò che Draco le aveva confessato. Lui aveva paura che lei se ne andasse, aveva paura di perderla. Lui si era aperto con lei a tal punto da dirle una cosa del genere.

Gli occhi le brillarono di una luce particolare, mentre quelle parole come un'infezione si disperdevano lungo le sue sinapsi, attraverso tutto il suo sistema nervoso, convergendo al cervello che pareva in tilt.

Hermione in quale momento non sembrò curarsi più di nulla. Non le importava più di coloro che la stavano circondando, non le importava più che i suoi amici avrebbero potuto vederla. Semplicemente il cuore aveva preso il sopravvento.

Si sporse in direzione di Draco che parve quasi preso alla sprovvista. Curvò le labbra in un sorriso caldo che si stampò precisamente in direzione delle labbra pallide di Draco.

Lui, dopo un attimo di indecisione, ricambiò il bacio, circondandole la schiena con un braccio, tirandola maggiormente verso di sé.

Fece scivolare la sua lingua tra le pieghe della sua bocca, aspettando che lei le permettesse l'accesso. Le stuzzicò il labbro inferiore con i denti, incapace di aspettare. Accolse nella sua bocca il sospiro pesante che lei rilascio.

«Draco... » Sussurrò nella sua bocca. «Ti va se-»

«Sì.» Annuì lui con il fiato corto.

«Ma non sai neanche cosa stavo per dire.»

«Qualunque cosa sia, se ci sei tu mi va. Andiamo.»

La prese per mano con un sorriso e, sotto alcune paia di occhiate curiose e decisamente sconvolte, uscirono dalla Sala Grande.

~•~

Hermione entrò quasi in punta di piedi nella stanza in penombra. Osservò i giochi di luce che creava la finestra che separava l'alloggio di Draco dall'acqua del Lago Nero. Sembrava che qualcuno avesse messo delle piccole fiaccole impermeabili vicino ad ogni finestra tramite un incantesimo molto complesso.

Gli occhi le si posarono involontariamente sulla figura del ragazzo, trovandolo a fissarla a sua volta. Si scambiarono quella loro solita occhiata che dice tutto e che, al contempo, era muta di parole. L'aria sembrava arrivarle densa nei polmoni, quasi fosse fatta di miele e le fosse impossibile respirare. I suoi occhi chiari le facevano quell'effetto, ora tanto placidi, gli stessi che un tempo l'avevano guardata con freddezza.

I polmoni sembravano essere vuoti, trincerati. Stava annaspando pur rimanendo immobile. Un paradosso.

La bocca le si dischiuse e la realtà piombò sul suo corpo. Mentre osservava la larghezza delle sue spalle, credeva di essere fatta di elettricità e quel tipo di eccitazione non era di certo dato dall'alcol, che sembrava aver abbandonato il suo corpo grazie alla pozione.

Si ritrovava di fronte a lui, vestita ma messa a nudo di tutte le sue fragilità. In silenzio, ma con gli occhi che non smettevano un secondo di parlare. Di colpo sobria, ma ubriaca della sua presenza. Lui riempiva i suoi occhi, la sua testa, il suo cuore. Per non parlare del suo profumo che stava invadendo il suo spazio vitale, insinuandosi tra le sue narici, avvolgendole le braccia, chiudendola in una bolla. Draco era come un'infezione.

Le labbra fremevano a lei, formicolavano a lui. Quando Hermione fece un passo avanti, anche Draco non riusci a trattenersi, lasciando cadere la giacca del completo a terra e accogliendola tra le sue braccia fasciate dalla camicia bianca. La avvicinò e la strinse, inebriato dal calore del suo corpo.

Prese le sue labbra, catturandole con le sue. Un bacio lento, intriso di tante parole, quelle che non si possono dire. Le morse il labbro inferiore, non riuscendo a trattenersi e sentì sgusciare fuori un sospiro di Hermione.

Draco poteva sentire i suoi pensieri scorrere veloci, uscire dalle gabbie in cui lui stesso li aveva tenuti rinchiusi tanto a lungo. Li sentiva sfondare i muri di pietra, che si sgretolarono a causa del suo cuore, che sembrava star sparando su di loro delle bombe tanto batteva forte.

Le strinse il volto tra le mani chiuse a coppa, tirandola maggiormente verso di sé. Le mani si Hermione si aggrapparono alle sue spalle, mentre si alzava in punta di piedi a guadagnare terreno.

Draco fece scendere la mano destra, accarezzandole il lato del busto, il fianco, stringendo debolmente le dita, un gesto che lasciò trapelare ogni goccia di desiderio. Hermione tirò il colletto della sua camicia ormai sgualcita per farlo abbassare maggiormente.

Hermione ringraziava il fatto che Draco non avesse acceso nessuna luce, sapeva benissimo di avere il volto arrossato, le labbra gonfie ed i capelli in disordine. Ringraziò che non ci fosse luce anche quando, presa da un'audacia improvvisa, tirò leggermente Draco verso il piccolo corridoio adiacente al salotto, pensando che la sua camera si trovasse proprio in quella direzione.

Lui spalancò gli occhi, come se si fosse improvvisamente svegliato da una trance.

«Hermione.» Mormorò contro le sue labbra, con voce sofferente. La allontanò bruscamente, gli occhi che brillavano nel buio e non si staccavano da lei. «Aspetta.»

Per un attimo un flash di immagini le passarono davanti agli occhi, mentre si portava una mano davanti alla bocca e si tastava le labbra umide. Lo fissò, come imbambolata. Credette per un attimo che lui l'avrebbe mandata via, che quello che stavano facendo fosse uno sbaglio, lei aveva fatto uno sbaglio. Ma Draco non fece niente e non disse niente che potesse darle ragione.

«Non voglio fare qualcosa che non desideri.» Disse nell'ombra, ma Hermione riuscì lo stesso a captare la sua espressione, dato che i suoi occhi si erano abituati al buio. «O che ti senti obbligata a fare.»

«Io... » tentò.

«Hai bevuto un po'. Se e quando succederà, vorrei che fossi tu.»

«Ma sono io.» Ribatté, facendo un passo avanti.

«Hai capito cosa intendo.» E un sospiro.

«Sì, ho capito.» Lei posò una mano sopra il suo petto, altezza cuore. «Ma io sono perfettamente in me e so cosa voglio.»

Si avvicinò al suo collo con lentezza calcolata e ci poggiò sopra le labbra dopo averle inumidite. «Non mi sento obbligata.» Diede un altro bacio, risalendo lenta sulla linea dura della mascella liscia. Baciò tutti quei lineamenti spigolosi che la mandavano in tilt. «Lo desidero.»

Scacciò via la punta di timidezza che si stava facendo largo nella sua testa. Girò due volte la chiave nella serratura della porta che racchiudeva le paranoie e le insicurezze e le spinse in un angolo remoto, dove non sarebbero più state in grado di disturbarla.

Draco lasciò andare un sospiro pesante e con una mano le catturò il mento. Fece pressione, incontrando finalmente i suoi occhi quando tirò su il volto. Si guardarono per un istante che sembrò infinito, prima che lui si decidesse a parlare.

«Che cosa desideri?» La voce melliflua riempì la stanza ed Hermione sentì le gambe farsi molli all'improvviso. Lo sentì stringere la presa sul suo fianco, prima di scendere con la mano e accarezzarle la coscia. Si fermò precisamente quando arrivò all'altezza dello spacco del vestito, rimanendo immobile a bruciare la sua pelle attraverso la stoffa.

Il cuore scalciava impazzito, udiva quei battiti sordi ovunque. Il sentimento bruciava dentro di lei, raschiandole la carne e le ossa, mentre racimolava tutto il coraggio possibile per rispondere alla domanda che le era stata posta. Deglutì.

«Te, Draco. Desidero te.»

Negli occhi del Serpeverde sembrò scattare qualcosa. Con un mormorio basso catturò nuovamente le sue labbra e si piegò verso di lei. Le sue mani raggiunsero finalmente le sue cosce nude. Il vestito le si stropicciò e venne alzato per la troppa foga del momento. Fece pressione sulla sua pelle e la tirò su, senza abbandonare nemmeno per un secondo la sua bocca.

Lei intrecciò la lingua a quella di Draco, stuzzicando poi il suo labbro inferiore con i denti. Gli diede un piccolo morso, come se fosse curiosa, ancora timida.

Lui raggiunse a tentoni la sua camera da letto, tenendola saldamente stretta a se. Le mani bruciavano per il contatto con la pelle morbida di Hermione.

Spinse con la schiena la porta, mentre sentiva le mani della giovane farsi strada tra i suoi capelli ormai disordinati. Poteva sentire che ogni tanto tirava le sue ciocche nivee per affondare meglio nella sua bocca.

Si staccarono, con il fiatone, solo quando raggiunsero il letto a baldacchino di Draco, dove adagiò Hermione con estrema delicatezza. La raggiunse pochi secondi dopo, quando passandole una mano tra i capelli estrasse il pettinino, sciogliendo la sua chioma di ricci. Posò l'oggetto d'argento sul suo comodino, coricandosi sopra di lei, sorreggendosi facendo leva sugli avambracci.

Affondò il volto vicino al suo collo, inspirando il forte odore di pesca che emanavano i suoi riccioli e che lui adorava. Sentì i ciuffi morbidi solleticargli il naso e tirò su un angolo delle labbra, che finirono stampate sul collo di Hermione un istante dopo.

Risalì lentamente verso il suo orecchio, soffermandosi sul suo lobo. Le sistemò i capelli dietro l'orecchio, mentre con l'altra mano le carezzava il fianco. Ad Hermione sfuggì un ansito.

Si tirò maggiormente su e le sue mani si spostarono sulla cerniera del vestito verde smeraldo. La fissò negli occhi con uno sguardo penetrante.

«Posso?» Soffiò, la voce roca.

Hermione annuì, sentendo irrompere nella quiete della stanza il solo meccanico suono della cerniera che scendeva man mano sempre più in basso.

Draco si chinò sul suo petto, iniziando a decorare la sua pelle con una distesa di bruciature a forma di bocca. Seguiva con le labbra le forme del suo corpo, assaggiava con la lingua la sua pelle bollente, mentre faceva scivolare il suo vestito fino alle caviglie. Le baciò le spalle, le clavicole, le braccia, in modo lento, come se insieme al vestito la stesse spogliando di tutti i suoi dolori.

Le mani di lei scattarono in avanti, come se si volesse coprire. Draco le chiuse dolcemente nelle sue.

«Non vergognarti con me.» Le disse.

Lei riaprì le palpebre, accennano un piccolo sorriso quando si rese conto che la stava guardando con le pupille dilatate. Sentì l'aria fredda della stanza sferzare la sua pelle e constatò che gli alloggi dei sotterranei fossero maggiormente freddi rispetto a quelli situati nelle torri.

Draco si chinò su di lei, lasciandole un bacio casto sulla bocca e le disse all'orecchio quanto era bella, mentre con le mani separava i bottoni dalla propria rispettiva fessura.

Hermione sentì che il cuore le batté più forte per un istante, mentre il fiato le moriva in gola. Gli occhi incapaci di staccarsi dal torace di Draco, purché poco visibile. Indugiò sul suo petto con gli occhi poi ci poggiò una mano sopra, la sua pelle chiara era bollente, e per un attimo le sembrò quasi di star toccando il sole.

Lasciò andare un sospiro pesante e sentì il muscolo cardiaco che non gli apparteneva battere forte contro le sue dita.

Lui scese nuovamente verso di lei, sentendo delle mani piccole e calde che lo tiravano giù dalle spalle, come se lo desiderasse maggiormente vicino. Il tocco della giovane scivolò di nuovo più in basso, a sfiorare lo spazio sotto i pettorali, esplorando la sua pelle diafana. I palmi aperti vagavano anche lungo la schiena, lo circondavano, dove i muscoli di Draco erano contratti per sostenersi e non schiacciarla con il suo peso.

Draco respirò pesantemente e in maniera più veloce quando gli sfiorò l'elastico dei pantaloni e sentì qualcosa nel suo stomaco annodarsi. Il basso ventre stava esplodendo di calore.

Le mani di Hermione risalirono, raggiungendo i capelli scompigliati di Draco e lo tirò ancora più vicino, con un pizzico di coraggio. Lo voleva lì, sopra di lei, la pelle contro la sua.

Mentre le loro labbra producevano schiocchi sempre più accesi, la stanza si riempiva di respiri pesanti sempre più accelerati, con le loro mani che non la smettevano di cercarsi nel buio.

I pantaloni di Draco qualche secondo dopo erano stati abbandonati ai confini del letto e si erano ritrovati entrambi quasi del tutto spogliati di quelle loro debolezze.

Con le dita calde e rilassate, fece scivolare entrambe le spalline del reggiseno di pizzo verde di Hermione verso il basso, chiedendo il permesso con gli occhi per poterlo rimuovere.

Lei diede il suo consenso con un gesto della testa fugace, mentre inarcava la schiena permettendogli di sganciare le due estremità e premendo di sfuggita il bacino contro quello di Draco, sfiorandolo in un contatto che non passò inosservato.

L'indumento venne appoggiato accanto al suo fianco nudo e si sentì più esposta che mai.

Draco si allontanò leggermente, la distanza giusta per osservarla. Anche i suoi occhi si erano abituati alla poca luce che penetrava dalla sua finestra stregata, ma poteva benissimo distinguere i suoi contorni, le sue curve, le sue espressioni e il taglio definito dei suoi occhi. La guardava con i suoi occhi bellissimi di serpente ammaliatore, ma sentiva che le sue iridi non erano più cristallizzate, non erano più stalattiti appuntite e non sembravano più in grado di diventarlo. In quel momento erano solo laghi placidi, bollenti, passionali, che desideravano più di ogni altra cosa sentirsi più vicini possibile a quella creatura che appariva a lui come una sorta di fata. Non sembrava reale.

Osservava quella ragazza che aveva tanto detestato stare immobile e nuda a fissarlo nell'oscurità. Il fiato corto, i capelli disordinati e gli occhi accesi, nonostante non ci fosse luce. Più la guardava e più metabolizzava quanto fosse bella e quanto lui fosse stato stupido durante tutto quel tempo. La circondava con le sue pupille, riservandole uno sguardo languido che le colò addosso come se fosse cera bollente.

Ma non importava quello che era stato. In quel momento niente aveva importanza. Quel momento era diverso. Lui era diverso e la guardava con gli occhi del cuore.

Quando si chinò su di lei, in un esplosione di sensi, fu lei a bloccarsi. Sembrava incerta, forse imbarazzata.

«Che succede?» Le domandò, accarezzandole il braccio. Per un attimo il terrore di aver corso troppo o di aver fatto qualcosa di sbagliato lo pervase.

«Io-» Ma si interruppe di nuovo.

Draco rimase pazientemente in attesa, il peso corporeo sospeso.

«Io non ho mai... ecco... »

E fu allora che lui capì, capì perfettamente a cosa lei si stesse riferendo.

«Oh.» Mormorò con un sorriso dolce. «Non c'è problema, se non te la senti possiamo anche stare solo-»

«No.» Lo bloccò subito lei, sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio. «No, io me la sento. Io ti voglio, Draco.»

Il giovane Malfoy sentì un brivido scuoterlo da dentro. «Hermione.» Mormorò e rilasciò il fiato pesantemente, quasi come se stesse soffrendo.

Lei lo tirò più vicino, fino a che lui non si stese nuovamente sopra di lei. Lui soffiò sulla sua bocca e le sussurrò: «Rilassati, se c'è qualcosa che non va, qualcosa che non ti mette a tuo agio, dimmelo.»

Hermione annuì e gli diede un bacio veloce sull'angolo della bocca. «Io mi fido di te.»

Draco le sorrise e una nuova luce sembrò illuminare i suoi occhi chiari, ma ancora non sembrava del tutto convinto.

«Io voglio che mi tocchi in quel modo, Draco.» Vide i suoi occhi farsi più intensi, il pomo d'Adamo che si alzava e si abbassava mentre deglutiva. «Voglio che mi tocchi come nessuno ha mai fatto.»

Un respiro strozzato si bloccò nella trachea di Draco, che abbassò la testa e posò nuovamente le labbra sulla sua pelle. Le sfuggì un piccolo suono, un suono che rimbombò nelle orecchie del ragazzo e che lo spinse a continuare. Non era più delicato come prima, sembrava che qualcosa fosse stato acceso in lui. Era vorace, bisognoso, desiderava consumarsi.

Scese lentamente sul suo petto, disegnando pensieri astratti sul suo corpo tramite l'utilizzo della bocca. Passò sulle zone in rilievo, accarezzandone la morbidezza. Draco sapeva esattamente quali nervi giusti toccare, i punti più nascosti, più caldi, i punti che la facevano sentire bene.

Hermione intrecciò le dita nei suoi capelli, chiudendo gli occhi quando lo sentì arrivare all'ombelico. Le mani di lui rimasero a vagare sul busto, soffermandosi sul seno. Le sue carezze erano leggere ma bollenti e lei tirò i suoi capelli senza accorgersene.

Le sussurrò di nuovo di rilassarsi e di fidarsi di lui. Hermione si concentrò sul suo tocco delicato delle dita, sui baci precisi che le lasciava sulla pelle del fianco, la zona più sensibile. Non sussultò quanto sentì che era arrivato all'orlo degli slip. Lo sentì attendere, segno che le stava di nuovo chiedendo il permesso. Aprì gli occhi lentamente e si sporse quel poco che bastava per vedere i suoi occhi densi che la scrutavano. Fece di sì con la testa e abbandonò i riccioli nuovamente sul cuscino, gli occhi immobili sul soffitto, in attesa.

Scrutò le ombre sul soffitto, proiettate dall'acqua del lago che illuminata dalla luna sembrava produrre giochi di luce minimi. Analizzò il battito del suo cuore, che aveva paura che stesse per esploderle nel petto.

Un calore si agitò nel suo basso ventre, quando sentì un paio di labbra posarsi di nuovo nell'interno coscia e salivano internamente, in modo lento e sinuoso che la fece tremare. Con le dita tiepide lui disegnava dei cerchi sulla sua coscia, come se volesse farla rilassare. Le abbassò gli slip con una lentezza estenuante, che la fece fremere. Hermione spinse il bacino verso l'alto senza accorgersene, in una richiesta muta. Lui le bloccò il fianco con una mano, dandole un bacio dolce sull'anca.

Draco studiava ogni suo movimento. Ogni spostamento delle sue mani, della sua bocca e della sua lingua era di un tempo calcolato.

Hermione chiuse di nuovo gli occhi, cercando di non pensare a nulla e concentrarsi solo sulle sensazioni che si agitavano dentro di sé. Lo sentì esplorarla con le mani, con la lingua, che schiacciava tutti i tasti giusti e allontanava piano piano le sue sicurezze. Lo sentì andare piano piano più a fondo, spingersi sempre più lontano con una delicatezza che le aggrovigliò la mente. Sentì le sua dita ruotare e farla sua in un modo in cui nessuno mai aveva fatto.

Contrasse i muscoli delle gambe, mentre stringeva tra le dita il lenzuolo verde del letto di Draco. Sospiri le uscivano dalle labbra ma era come se non li sentisse, come se fosse sorda a se stessa. I suoi sensi si erano come spenti, concentrandosi solo sulla percezione del tatto.

Lui la toccava come se fosse di cristallo, come se temesse di poterla rompere da un momento all'altro. Fu delicato con lei in un modo che le stava facendo scoppiare le arterie.

Quando un altro sospiro sgusciò fuori dalle labbra di Hermione, lui respirò pesantemente e cambiò il ritmo, spostandosi con il corpo di fianco a lei. Le baciò le labbra con voracità, come se volesse fondersi con esse. Le baciò le guance, le tempie, gli occhi e il naso.

Non facevano altro che perdersi e ritrovarsi, in preda ad un'emozione nuova, scalpitante che li aveva investiti, respiri strozzati che si perdevano nella stanza, risucchiati dagli angoli bui.

Hermione si ritrovò a contrarre i muscoli delle gambe senza rendersene conto. Draco continuò a muovere le dita sulla sua pelle, precisamente sul suo punto più debole e caldo. Lei tremava, il respiro accelerato e le guance in fiamme.

«Draco... » Mormorò Hermione, aggrappandosi di nuovo alle lenzuola.

Lui le baciò le labbra, prendendo tutti i suoi respiri nella sua bocca, affondando con i denti nelle sue labbra, provocandole un ulteriore scintilla di desiderio, prima che finalmente si lasciasse andare, con la testa abbandonata sul materasso ed i muscoli delle gambe che finalmente si distendevano.

Draco ritrasse lentamente la mano, lisciando la pelle dell'anca con una carezza lasciva. Era disteso al suo fianco e la osservava da dietro le sue ciglia bionde, con quei suoi occhi chiari e misteriosi, la testa poggiata sul palmo della mano. Un sorriso esplodeva sulla sua bocca e la guardava come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto.

Rimasero qualche minuto in silenzio, a contemplarsi, incatenati.

Hermione si avvicinò poi di nuovo alla sua bocca, trascinandolo sopra di lei tramite le spalle.

«Draco.» Mormorò, richiamandolo.

I suoi occhi chiari si accesero di nuovo, come ogni volta che lei chiamava il suo nome. «Si?»

Hermione deglutì, racimolando ogni briciolo di coraggio presente nel suo corpo. Lo richiamò con un impulso cerebrale, come se avesse bisogno di qualsiasi stimolo possibile per far sì che dalla sua bocca uscissero cinque semplici parole. E lei aveva paura, una paura tremenda a dire ciò che stava per dire.

I mille dubbi e le infinite insicurezze la mangiavano, sentiva i loro denti aguzzi morsicare la sua corteccia cerebrale, le sentiva fare a brandelli il suo cuore con i loro artigli. L'insicurezza non mostrava pietà per nessuno.

Sapeva benissimo che dopo che avrebbe parlato, si sarebbe spinta oltre un punto di non ritorno. Era rischioso, terribilmente da incosciente dire ciò che stava per dire, chiamare quel qualcosa come lei lo stava per chiamare, ma non ne poté fare a meno. Dopotutto, non era una caso che il suo cuore appartenesse a Grifondoro.

«Draco.» Lo richiamò di nuovo, le labbra umide. «Fai l'amore con me.»

~•~

Silenzio. Alle orecchie di Draco non arrivava alcun rumore. Sembrava non sentire gli scricchiolii dei mobili, il rumore dell'acqua del lago che ogni tanto gorgogliava da dietro la finestra. Le sue orecchie erano sorde al resto del mondo, se non al tamburo che batteva corpi mortali nei suo petto.

Draco, fai l'amore con me.

La sua testa ripeteva quella frase fino a non capire più che cosa significasse. La ripeteva, la faceva scorrere, riavvolgeva il nastro e la risentiva dall'inizio, mentre i suoi occhi non si spostavano dalla figura nuda che lo osservava poco sotto il suo corpo.

Cosa gli stava facendo? Draco non sapeva affatto rispondersi. L'unica cosa di cui era a conoscenza era del bisogno muto e travolgente che lo stava scorticando da dentro. Le sue labbra prudevano affinché si unissero nuovamente a quelle di Hermione, che sembrava un angelo caduto ai suoi occhi. Si domandò cosa avesse fatto per meritarsi tutto questo. Gli sembrava impossibile che tra tutti, lei desiderasse proprio lui.

Si chinò con la testa, scacciando quei pensieri, sentendosi completamente ubriaco di quella visione. Era come se, per un momento, lui fosse risalito dal suo inferno personale, scalando le scogliere nere e appuntite create dai suoi demoni.

La sua testa non era razionale, formulava pensieri veloci, senza senso. E i suoi occhi vedevano solo lei.

Le sorrise, le sorrise e le sorrise di nuovo. Hermione assaporò il sapore del suo sorriso nello stesso istante in cui lui si avvicinò maggiormente sulla sua bocca.

La stanza era densa di desiderio. Nell'oscurità si notavano due corpi chiari e caldi aggrovigliati. Si stringevano, si sussurravano cose, si baciavano il corpo e l'anima.

Draco scostò le coperte del letto, permettendo ad entrambi di entrarci dentro. Poi, baciò il collo di Hermione un'ultima volta prima di ritrarsi a sedere. Si alzò velocemente per prendere la bacchetta da dentro la tasca dei pantaloni che erano stati abbandonati sopra il tappeto di fianco al letto e sussurrò un incantesimo che lei non riuscì a sentire, talmente presa dal momento.

La raggiunse, sistemandosi sopra di lei di nuovo. Le accarezzò la testa e le baciò la fronte.

«Sei sicura?»

«Mai stata più sicura di così.» Sussurrò contro le sue labbra.

Draco annuì, modellando le sue labbra su quelle di lei. Si prese un ultimo secondo per guardarla e poi si fusero nel contatto più intimo, lentamente, consumandosi a vicenda come il fuoco con la candela.

Hermione si aggrappò alle sue spalle, trattenendo un gemito spezzato. Sentiva un dolore pungente travolgerla nel basso ventre. Strinse le dita intorno alla pelle di Draco. Lui si chinò a baciarle il collo, lentamente, lasciando una scia umida fino all'orecchio. Le morse delicatamente il lobo, strappandole un sospiro rumoroso.

Era come se Draco stesse camminando in punta di piedi, aspettando che lei si abituasse a lui, che si prendesse tutto il tempo necessario per rilassarsi ed accoglierlo.

Quando lei sentì le gambe che finalmente si rilassavano e il dolore che scompariva, circondò con esse il bacino di Draco, ricambiando il suo bacio.

Hermione sentiva il desiderio crescere nel suo petto. Il respiro di entrambi si fece pesante, si fusero insieme, corpo e anima.

Il mondo non esisteva più.

Il mondo si era tramutato per entrambi in un paio di occhi.

Hermione inarcò la schiena, spingendo il bacino verso l'alto. Draco le bacio la tempia, aumentando leggermente la profondità, con un movimento lento che la fece mormorare qualcosa.

Si aggrovigliarono ancora, ancora e ancora, sempre più stretti, le fronti poggiate l'una sull'altra. Gli occhi si incatenavano, si studiavano, si osservavano continuamente, facendosi sempre più scuri, man mano che entrambi i ragazzi iniziavano a perdersi sempre più lontano. Schiocchi di baci continui attecchivano nelle loro orecchie. Il tempo era scandito solo dai battiti del loro cuore, acceso, impazzito.

Si persero poco dopo l'uno nell'altro, senza mai smettere di guardarsi.

Draco le baciò le labbra, non riuscendo a dire niente. Le cinse la vita con le sue braccia, lasciando che la sua schiena aderisse alla propria. Se la strinse contro il petto, annusando i capelli che sapevano del suo solito shampoo. Ci strofinò il naso dentro e la sentì ridacchiare.

Se la strinse contro i petto e forse, fu proprio in quell'istante che capì di essersi irrimediabilmente innamorato.

Se la strinse contro il petto e la sentì che si addormentò poco dopo.

Se la strinse contro il petto e si addormentò anche lui, cuore contro cuore, pelle contro pelle.

~•~

Nota autrice

Non so bene come iniziare questo commento post-capitolo. Vi dico solo che scriverlo è stato difficile.

Non avevo mai descritto una scena del genere, è la prima volta che lo faccio. Penso che non ci sia niente di male a descrivere scene di intimità tra due personaggi, però non nascondo che inizialmente ero molto molto indecisa e non sapevo nemmeno da dove e come partite.
Poi, come se fossi stata un fiume in piena, le parole sono arrivate e quindi eccomi qui.

Ho cercato di renderla più realistica possibile e di dar anche la precedenza alle emozioni e alle sensazioni, che hanno il loro giusto peso.

Vi ho fatto aspettare due settimane ma spero che ne sia valsa la pena e di essermi fatta perdonare con queste 7200 parole :)

Ci sarebbe molto da dire ma al momento mi mancano le parole e devo ancora finire di studiare il programma che mi ero fatta per oggi quindi credo che lascerò a voi i commenti.

Fatemi sapere cosa ne pensate, magari le vostre impressioni e se vi è piaciuto. è un capitolo importante per me e ci tengo moooolto.
Ci sentiamo presto su Ig, vi mando un bacio grande ❤️‍🔥

W

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro