XXVIII. L'ultima cena dei peccatori
Nelle ultime ore Messalina aveva imparato a convivere con la paura, anche se non avrebbe saputo dire cosa le avesse ispirato più timore – se il marinaio che, dopo aver ferito Wes con un colpo di spada, si era gettato su di lei con il chiaro intento di violentarla o quello che l'aveva salvata, affermando con un ghigno che solo il comandante della flotta poteva decidere a chi appartenesse il suo corpo.
Oppure i due uomini che l'avevano trascinata sovraccoperta urlante e scalciante e l'avevano messa a tacere con un calcio nello stomaco che le aveva tolto il respiro; o ancora quelli che avevano tentato di buttare Joey fuoribordo, dato che nel suo stato debilitato non riusciva a percorrere la passerella che li avrebbe portati sull'altra aeronave.
Il viaggio fino all'Heaven's Gate, la nave ammiraglia della flotta, era stato fin troppo breve: erano stati spintonati su passerelle di legno cigolanti e ponti di corda fino al cuore del Regno dei Cieli, l'aeronave privata di James York.
Ora che stavano per essere scortati davanti a lui dopo la loro breve, coraggiosa e inutile resistenza, Mess avrebbe tanto desiderato uno stiletto da tenere nascosto sotto gli abiti, alla maniera di Sylvia Bouyer. Non si era mai resa conto di quanto la sua inesperienza con le armi fosse uno svantaggio, sull'Argon: tutti gli altri membri dell'equipaggio erano più o meno in grado di difendersi da soli, mentre lei, una volta che i cannoni si erano rivelati inutili, era stata costretta a nascondersi dietro le spalle dello scozzese.
Lanciò un'occhiata piena di rammarico al marinaio, che stava premendo un panno già zuppo di sangue sulla spalla ferita:
"Deve ricevere cure più adeguate, in fretta!" pensò, aggrottando la fronte. "Anzi, tutti loro ne hanno bisogno!"
Old Tom zoppicava vistosamente, mastro Bell sanguinava da più ferite e Trix e Bart avevano il volto massacrato dai colpi ricevuti. Tutto sommato, il bruciante dolore al diaframma che provava ogni volta che incamerava aria non le sembrava più così grave. Il suo sguardo si soffermò sul reverendo Lloyd, più pallido e incurvato del solito: si era battuto con una ferocia inadatta a un uomo di chiesa e l'inquietudine aveva scavato nuove rughe sul suo viso.
"Sa più cose di quante ne abbia date a intendere" realizzò la ragazza con un moto di rabbia, ma prima che potesse avvicinarlo il capitano della flotta pirata uscì sul ponte.
York aveva un viso piccolo e affilato come quello di un topo, in cui brillavano due occhi grigi e intelligenti, mentre la bocca larga e sottile era aperta in un sorriso raggiante. Aveva una vistosa chioma corvina lunga fino alle spalle e a malapena contenuta da un laccio di cuoio; qua e là si intravedevano ciocche striate di bianco, unico segno della sua età non più giovanissima. Indossava l'abito pastorale, che però si tendeva in modo grottesco sulla schiena, dove un tempo si trovavano le ali. Li scrutò assorto per un tempo che parve non terminare mai; poi il suo sguardo si soffermò su padre Lloyd e, dopo aver scrollato il capo con una lieve risata, andò loro incontro con le braccia aperte, zoppicando con l'andatura priva di equilibrio dei senza-ali.
Come se fosse stato il signore di una qualche corte medievale, un gruppetto di persone gli si accodò, avvicinandosi ai prigionieri in religioso silenzio, fermandosi quando York incespicava e chinando il capo quando lui iniziò a parlare.
«George! Il mio buon vecchio amico George! Ah, quanto tempo è passato... Bentornato sull'Heaven's Gate! Udite, fratelli miei, e gioite: se un uomo ha cento pecore e una si smarrisce, non lascerà egli le novantanove sui monti per cercarla? E se gli riesce di ritrovarla, in verità io vi dico ch'ei si rallegra più di questa che delle novantanove che non si erano smarrite...»
«Non avevo alcun desiderio di tornare al tuo ovile, James» ringhiò il reverendo Lloyd. «E l'avevo messo bene in chiaro durante il nostro ultimo incontro!»
«Le vie del Signore sono misteriose, come ben sai. Ora ti sembra di odiare questo luogo di pace, ma una volta vivevi con tutti noi in armonia: ti ricordi di quel sentimento? Ti ricordi l'entusiasmo con cui predicavi il Vangelo con me?»
«Predicare il Vangelo? È così che chiamate la vostra opera, padre?»
Messalina impiegò qualche istante per realizzare che era stata lei a parlare; a giudicare dalle espressioni orripilate dei suoi compagni, si stavano tutti chiedendo come le fosse venuto in mente.
York si chinò verso di lei, strizzando gli occhi per osservarla meglio, e il sorriso benevolente si allargò:
«Quanta animosità per una fanciulla così esile! Sbaglio o voi sembrate un poco fuori posto su un'aeronave disalberata, miss? Il vostro incarnato chiaro, i vostri lineamenti nobili... Non fate parte dell'equipaggio, nevvero? Sono propenso a credere che voi siate cresciuta su una città di uccellini: tutto considerato, non si può farvene una colpa, se siete così ignorante sulla parola di Dio»
«Quale Dio?» lo sfidò Messalina, muovendo d'istinto un passo verso il predicatore. Subito due guardie armate si frapposero tra lei e York, che non smise un attimo di sorridere – aveva un'espressione colma di sincera sollecitudine che le dava la nausea.
«Quale Dio vi spinge ad abbordare altre aeronavi e a imprigionare uomini e donne per poi tagliar loro le ali?»
York allargò le braccia con un gesto teatrale e sfilò dalla tasca un'edizione vecchia e consumata della Bibbia: il crocefisso che campeggiava sulla copertina di cuoio un tempo doveva essere stato rosso, ma ora si intravedeva a malapena e macchie d'umido avevano corroso i bordi del libro.
«È qui. Tutto qui» esclamò l'uomo con voce rotta per l'emozione.
Lanciando un'occhiata attorno a sé, Mess si rese conto con un fremito d'inquietudine che i senza-ali pendevano dalle sue labbra: solo l'equipaggio dell'Argon sembrava immune al suo fascino e il reverendo Lloyd, in particolare, stava schiumando di rabbia. Aveva le guance così rosse e i pugni così serrati che la ragazza temette potesse essere colpito da un colpo apoplettico: sembrava che ascoltare la voce di York gli provocasse un dolore fisico.
"Eppure sembrano conoscersi bene. Stando alle parole del pazzo, un tempo erano perfino amici!"
Dopo qualche istante di silenzio York riprese a parlare, consapevole e soddisfatto dell'attenzione bruciante che tutti sull'Heaven's Gate gli stavano rivolgendo:
«È scritto nella Genesi: nell'anno seicentesimo della vita di Noè, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e si aprirono le cateratte del cielo... E cadde la pioggia per quaranta giorni e quaranta notti. Le acque si ingrossarono e si innalzarono, fino a sommergere le sommità dei monti più alti della Terra e ogni animale vivente fu spazzato via! Il Crollo, fratelli miei, altro non è che la Storia che si ripete secondo il volere di Dio!»
Cenni e mormorii di approvazione risuonarono attorno ai prigionieri, mentre York si faceva così vicino a Mess che lei poté sentire la puzza di incenso misto a sudore che si alzava dai suoi abiti.
Con uno scatto repentino, il reverendo le afferrò un'ala, serrando tra le dita un paio di piume d'acciaio: schegge di dolore saettarono lungo i nervi biomeccanici di Messalina, che inarcò la schiena e si lasciò sfuggire un gemito spaurito.
Provare a sottrarsi a quell'assalto fu inutile perché anche se i bordi affilati delle piume aprirono ferite profonde sulle sue mani, York non mollò la presa.
La sua voce risuonò metallica e vibrante di lucida follia:
«Novant'anni fa gli uomini peccarono e furono puniti. Nessun'arca questa volta, nessuna alleanza... Tanto era grande l'ira del Signore. E noi come rispondemmo al Crollo? Ci cospargemmo forse il capo di cenere chiedendo perdono? No! La superbia del genere umano era ormai cresciuta oltre ogni immaginazione, tanto che alcuni pretesero di sostituirsi al Creatore... Modificando il corpo che era stato creato a Sua immagine e somiglianza. Profanandolo con pezzi di metallo. Reclamando il dominio sui cieli e sulle acque – dominio, fratelli miei, che Dio non ha mai avuto intenzione di darci!»
«Se tentare di sopravvivere è superbia, pretendere di conoscere così bene il volere di Dio vi farà finire dritto all'inferno!» mormorò Mess tra i denti, stringendo gli occhi con una smorfia sofferente.
«No, bambina mia. Voi finirete all'inferno, se vi ostinate a continuare su questa strada di perdizione. Per vostra fortuna avete incontrato me: io vi libererò da queste catene d'acciaio e ripulirò i vostri corpi dall'impronta dell'uomo. Solo allora potrete entrare a far parte della nostra comunità benedetta!»
York aprì le dita e alzò il braccio sopra la testa, per mostrare a tutti il sangue che colava lungo il palmo e le dita:
«Sia reso grazie al Signore!» urlò, gioioso. «Egli ha condotto nuovi fratelli e sorelle nel Regno dei Cieli, per essere purificati nel sangue e nel dolore!»
E quando gli abitanti della flotta risposero in coro a quell'invocazione, Messalina capì che la situazione era ancora più grave di quanto avesse immaginato.
Non appena furono lasciati soli nella stiva dell'Heaven's Gate, mastro Bell afferrò il reverendo Lloyd per il collo, imprecando e bestemmiando.
«Così lo ucciderai!» sbottò Old Tom, costringendo il timoniere a mollare la presa.
Messalina, esausta, si lasciò cadere su una panca tra Trix e Bart: le sembrava di galleggiare in un curioso stato di torpore, che né la rabbia né il terrore riuscivano a penetrare. Muovendo con cautela l'ala ancora dolorante, si chinò su Joey, che si era accasciato su un tavolaccio di legno lì accanto, nel tentativo di trovare sollievo alle protesi in via di guarigione. La sua fronte era bollente al tatto, ma il ragazzo era cosciente e vigile.
«Riesci a muoverle?» domandò Mess, ansiosa.
La conseguenza peggiore di una lesione alle ali era la perdita di sensibilità: i pezzi e gli ingranaggi danneggiati potevano sempre essere sostituiti, ma se i nervi biomeccanici non venivano riparati in tempi brevi, le protesi diventavano solo un ingombrante peso morto.
Joey stiracchiò le labbra in un pallido sorriso:
«Non fa molta differenza a questo punto, no? Ehi, Bart, pensa: da domani saremo davvero due gemelli!»
«Non dire assurdità!» sbuffò il fratello, con voce rotta.
Nei suoi occhi Mess vide riflesso il suo stesso timore:
"Joey non sopravviverà al taglio delle ali, è troppo debole!"
Voltò il capo verso il reverendo Lloyd, che si era seduto a distanza di sicurezza da mastro Bell, che ancora lo guardava torvo, e dal resto dei prigionieri.
«È arrivato il momento in cui fareste bene a spiegarci cosa vi lega a questa nave e al suo proprietario»
«A che pro? Non c'è modo di sottrarsi alla punizione di York!»
«Credo che tutti vogliano sapere a cosa stiamo andando incontro, esattamente!»
«Cosa c'è da capire?» ringhiò il reverendo, passandosi le dita tra i capelli grigi e spettinati. «Domani all'alba vi condurranno sul ponte e vi taglieranno le ali... I macellai di York sono bravi, non serviranno molti colpi!»
«È questo che hanno fatto a voi?»
«In un certo senso. Io, però... Io lo volevo»
«Siete pazzo quanto York!» strillò Trix, mentre le lacrime, scendendo lungo le sue guance, tracciavano sentieri chiari sulla pelle ancora sporca di fuliggine. «Come avete potuto chiedere asilo a Blackraven, tra tutti? Il capitano si fidava di voi, vi ha sempre difeso! E voi invece vi eravate fatto tagliare le ali di proposito!»
«Lui sapeva» la interruppe Lloyd. «Gli raccontai ogni cosa la sera stessa in cui mi prese a bordo, dopo avermi salvato da una scialuppa alla deriva.»
Furono interrotti da delle donne che in pochi istanti bandirono un magnifico banchetto sui tavoli della stiva: c'erano pesci affumicati e uccelli marini fatti arrosto, frutti di mare e zuppe di vario tipo... Mess sgranò gli occhi quando vide un enorme vassoio di verdura e frutta fresca, un lusso che chi viaggiava per mare non poteva permettersi.
«Ah, l'ultima cena dei peccatori!» mormorò Lloyd. «Il meglio che il Regno dei Cieli e i suoi orti volanti hanno da offrire. Non è cambiato proprio nulla!»
«Non siete poi stato via così tanto tempo, padre!»
Si fece avanti una ragazza che non poteva avere più di diciannove, vent'anni e nel voltarsi verso di lei il reverendo perse quel poco di colore che gli era rimasto sulle guance.
Messalina realizzò di averla già vista nel corteo alle spalle di York, nel pomeriggio, ma da quella distanza non aveva potuto notare le somiglianze col predicatore folle: aveva lo stesso visetto appuntito e le stesse iridi grigie e intelligenti in cui però brillava una luce selvaggia. Indossava un pesante velo di merletto nero sul capo, come se fosse a lutto, e solo un paio di ciocche brune sfuggivano alla crocchia appuntata alla base della nuca. L'occhio di Mess scivolò sull'orlo dell'abito liso e informe: era stato scucito e allungato più volte, ma anche così le lasciava scoperta una generosa porzione di polpaccio.
Eppure quella trascuratezza sembrava essere dovuta ai dettami di frugalità e modestia imposti da York piuttosto che a una mancanza di vanità: qualcuno – probabilmente la ragazza stessa – aveva invano tentato di abbellire il corpetto del vestito con vecchi nastri scoloriti.
«Tre anni» sibilò la sconosciuta, che aveva occhi solo per padre Lloyd.
Una a una le altre serve lasciarono la stanza come mosche spaventate mentre lei si avvicinava al reverendo con il viso distorto dall'odio. Gli abiti scuri, la figura magra e la schiena deforme la facevano somigliare a un gigantesco ragno che si avvicinava famelico alla propria preda; e Lloyd stesso, pallido e sudato, sembrava paralizzato come un insetto in una tela.
«Sei qui per uccidermi, Mary Jane?» sussurrò l'uomo con un tono che era solo una fiacca imitazione dei suoi modi aggressivi.
Un sorriso dolce e sognante illuminò il volto della ragazza:
«No, credo che a quello ci penserà mio padre. È molto preoccupato per la vostra anima, teme sia stata contaminata dal prolungato contatto con i peccatori... Ha riflettuto a lungo oggi ed è arrivato alla conclusione che voi non siate più degno di vivere nel Regno dei Cieli e di predicare la parola di Dio. Un bel salto giù dal ponte dovrebbe purificare il vostro spirito!»
«Immagino che il tuo desiderio di vedermi morto non abbia giocato alcun ruolo nelle riflessioni di James!» celiò il reverendo.
Messalina chinò il capo di lato, studiando i due senza-ali:
"Per quanto suoni strano, il reverendo non ha paura di morire. O per lo meno, la presenza di questa Mary Jane sembra inquietarlo molto più dell'idea di essere buttato fuori bordo!»
«Il mio signor padre tiene in considerazione i miei consigli tanto quanto presta ascolto all'abbaiare di un cane alla catena» replicò Mary Jane, senza alcuna inflessione nella voce, anche se un lampo violento le deformò per un istante i lineamenti.
«Ho solo accennato al fatto che così vuole la legge, la stessa che avete fatto applicare voi prima di fuggire. L'unica differenza è che le due donne che avete ucciso erano innocenti!»
«Beh anche noi lo siamo!» sbottò mastro Bell, incapace di trattenersi. «Se avete tanto a cuore la giustizia, ragazza mia, perché non aiutate noi invece di accanirvi contro il reverendo?»
Quasi fosse stata colpita da un colpo di frusta, la ragazza sussultò e piegò la schiena deforme per lanciare una lunga, silenziosa occhiata al resto dei presenti: non parve soffermarsi su nessuno di loro, ma sotto il suo scrutinio Mess si sentì comunque messa a nudo.
«Voi?» sibilò, divertita. «Ma a me non interessa di voi, come non mi interessa della crociata di mio padre. Che vi tagli pure le ali e le appenda nella sua sala dei trofei! Io voglio solo la mia vendetta!»
E con un ultimo cenno in direzione del reverendo se ne andò.
La stiva piombò nel silenzio, rotto solo dal lieve sfrigolio delle lampade ad olio e dai passi dei marinai sopra le loro teste; le pietanze della loro ultima cena da peccatori, come l'aveva definita il reverendo, giacevano intoccate sui tavoli.
Fu Bart il primo a parlare:
«Che voi non foste un brav'uomo l'avevamo capito tutti il giorno stesso in cui siete arrivato sull'Argon. Durante i turni di notte a volte ci divertivamo anche a ipotizzare le nefandezze che avevate compiuto. Ma assassinare delle donne insieme a un fanatico come York... Per Dio, vi avevamo dato troppo credito, reverendo! Siete un uomo di gran lunga peggiore delle nostre più audaci fantasie!»
«Bart, non è da te infierire su un uomo già sconfitto» lo rimbrottò Old Tom e Messalina dovette mordersi l'interno delle guance per non replicare e aizzare gli uni contro gli altri.
"Cosa ne può sapere lui, che è un terrestre? Lui non ha niente da perdere da questa situazione!"
«Il ragazzo ha ragione, invece» borbottò Lloyd, incrociando le mani dietro la schiena e voltandosi ad osservarli. Il volto, alla luce incerta delle lampade, appariva scavato da un dolore profondo e inestinguibile e Mess ne ebbe pietà.
«Perché fuggiste da questo posto, se eravate così convinto di essere nel giusto?» domandò mastro Bell, mentre con la mano rovistava per abitudine nella tasca alla ricerca della fiaschetta che gli avevano confiscato.
«Perché, perché, perché!» ringhiò il reverendo, serrando la mascella.
«Perché quelle donne erano mia moglie, Anna, e Lilibeth, mia figlia! Io le amavo! Le amavo! E James York mi costrinse a condannarle e a ucciderle!»
Tremava e ansimava violentemente, ma nessuno si azzardò a sfidare la sua tremenda ira per aiutarlo: erano tutti tramortiti dalle verità che, una dopo l'altra, gettavano luce sul passato di quell'uomo.
«York e il suo sogno malato, York e la sua utopia di un mondo libero dal peccato! Volli credere che fosse la soluzione alla corruzione della società moderna e che la salvezza risiedesse nel dolore; costrinsi mia moglie e mia figlia a pagare il mio stesso tributo di sangue, rinunciando alle ali e a una vita di privilegi nelle civiltà volanti. Per anni pregammo e tagliammo le ali a decine, centinaia di prigionieri... E se mai la mia anima aveva un sussulto di ribrezzo davanti a tanta violenza, lo mettevo a tacere senza esitazione. Ma una mente folle è anche diffidente, sospetta di ogni foglia e filo d'erba: arrivò il giorno in cui York rivolse l'attenzione non contro nemici esterni, ma verso la mia famiglia.
A nulla valsero i giorni passati al suo fianco come fedele amico e collaboratore, o il fatto che Lilibeth fosse l'unica e la più cara amica di Mary Jane e avesse solo quattordici anni! Il diavolo si è impossessato dei loro corpi, mi disse, sacrificali finché sei ancora in tempo, preserva le loro anime immortali... Come potevo salvarle, se la massima autorità del Regno dei Cieli le riteneva colpevoli? Le leggi che avevo contribuito a scrivere mi obbligavano a processarle e a emettere una sentenza di morte!»
«E quindi siete stato a guardare mentre le gettavano nel vuoto?» gracchiò Mess, orripilata. La pietà di qualche istante prima era svanita, sostituita da un violento moto di bile. Fino a quel momento aveva ritenuto i Seymour dei cattivi genitori, egoisti e superficiali com'erano; ma né sua madre né suo padre, per quanto pavidi, sarebbero mai rimasti a guardare mentre la loro unica figlia precipitava verso una morte orrenda.
«Sì.»
«Come avete potuto farlo? Davvero non è rimasto un briciolo d'umanità in voi?»
«Ci avevate visto giusto, durante il nostro primo incontro: nel profondo dell'animo io ero, e sono, un codardo. Non ebbi né il coraggio di combattere per loro, né quello di seguirle nel loro triste destino; non riuscii neanche a convivere con la mia scelta e fuggii. Ah! La vita ha un certo senso dell'umorismo nel presentarci il conto, non è vero? Proprio ora che ero disposto a rischiare la pelle per rendere a Blackraven il favore ricevuto! Ma non importa più, ormai. Domani all'alba salterò giù dal ponte della nave e le acque del Mediterraneo inghiottiranno il mio corpo.
È finito.
È tutto finito.»
Ho realizzato che se voglio iscrivere questa storia ai wattys devo darmi una mossa a scriverla e pubblicarla 😝😂🙈
Quindi dalla prossima settimana gli aggiornamenti diventeranno due — e forse più in là anche tre!
Nel frattempo godetevi l'angoscia della storia del reverendo, uno dei personaggi forse più complicati a bordo dell'Argon 🤩
Enjoy ❤️
Crilu
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