Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

XLI. Il prezzo del peccato

Mess lasciò andare il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento, tornando a respirare normalmente mentre attorno a lei la rabbia si sostituiva allo stupore e alte grida di sgomento e indignazione riempivano la stanza.
Intercettò lo sguardo vacuo di Lyon e agì senza pensare: si gettò in avanti, tra lui e il flamine floreale che stava per attaccare.
Lo scontro contro il suo petto non fu piacevole, ma Mess strinse le dita sul tessuto della sua camicia e puntò i piedi sul pavimento, aprendo le ali per frenare il suo impeto; poi appoggiò la fronte contro il suo collo, dove poté avvertire il battito tumultuoso e affannato del suo cuore.
«Lyon, ti prego» sussurrò, in modo che nessun altro la udisse. «Non fare qualcosa di cui poi ti pentiresti.»

Lo sguardo che lui le rivolse fu tanto amaro da farle spuntare le lacrime ai bordi degli occhi, ma le sue parole sembrarono avere effetto, perché l'uomo rilassò i muscoli e se l'attirò al fianco senza dire una parola; con la coda dell'occhio, Mess vide che i Floriani semi nascosti tra i macchinari allentarono la presa sui fucili.
«Parla» abbaiò Blackraven.

Il flamine assentì:
«Vi dirò i fatti e proverò anche a spiegarvi le ragioni di quel gesto estremo, ma so già che non sarete in grado di comprenderle. Solo chi ha dedicato la vita al culto della madre terra può capire.»

«Credevo che adoraste divinità pagane» s'intromise Ventadour.

«Cerere e Flora sono solo nomi che gli esseri umani hanno dato alla Natura, il cui mistero non saremo mai in grado di penetrare completamente. Ci è stato concesso un certo dominio su di essa, nella misura in cui questo poteva garantire la nostra sopravvivenza; tuttavia non avremmo mai dovuto sfidare i limiti della nostra condizione, come invece è accaduto.
Correva l'anno 1760 quando il mio predecessore e maestro terminò la costruzione dell'alternatore, basandosi sugli studi pubblicati da un illustre studioso e inventore – quel Benjamin Franklin che dieci anni dopo sarebbe diventato famoso come uno dei padri fondatori degli Stati Uniti.
Subito fu chiaro a tutti che si trattava di un'invenzione magnifica quanto pericolosa e si aprì il dibattito su come dovesse essere usata; e infine ebbero la meglio coloro che decisero di sfruttarla per spaventare gli uomini.
Non fu una decisione presa a cuor leggero, ma il nostro primo dovere è sempre stato venerare e custodire il mondo che ci è stato donato.»

Mess si voltò a osservare Old Tom – il cuoco doveva aver ascoltato quella storia molte volte, ma a giudicare dalla sua espressione affascinata doveva avere un grande effetto su di lui; le erano infatti tornate alla mente alcune frasi del loro primo incontro, che ora assumevano una valenza diversa.

«La terra non muore mai.»

«Sono belle parole.»

«Ben presto saranno qualcosa in più, ragazza.»

«Il mondo stava cambiando, troppo e troppo in fretta. I motori a vapore e altre strabilianti invenzioni spuntavano da ogni dove; e poi armi sempre più efficaci e tante guerre che si profilavano all'orizzonte... La missione dei Floriani iniziava a farsi difficile, mentre l'uomo perdeva il contatto con la Natura e le diventava sempre più ostile, finché ci fu chiaro che nulla avrebbe potuto invertire questo processo, a meno che l'uomo, ecco, non si fosse nuovamente reso conto di cosa stava sfidando...»
Gli occhi vuoti del vecchio si alzarono verso l'alternatore e a Mess quell'espressione – un po' triste e un po' soddisfatta – fece scendere dei brividi lungo la schiena.
«Non volevamo certo distruggere il mondo» mormorò poi, in tono di scuse. «Ma sottovalutammo la furia di cui Cerere è capace, specialmente quando viene disturbata. E noi facemmo qualcosa in più che stuzzicare la bestia dormiente, sì...»

Rimase in silenzio così a lungo che Messalina iniziò a temere si fosse addormentato lì, appoggiato al suo bastone. Allora Old Tom si fece lentamente avanti e li squadrò uno a uno con sguardo indecifrabile prima di iniziare a parlare, soffermandosi più a lungo su Lyon – la ragazza lo sentì irrigidirsi e di riflesso intrecciò le dita alle sue.

«Furono costruiti trenta alternatori, posizionati poi all'interno di altrettanti vulcani attorno al mondo. Non erano, però, come quello che vedete qui: l'energia che questo alternatore produce viene incanalata verso i suoi utilizzi finali, mentre quei macchinari avevano, come dire, un difetto di fabbrica. Non potevano rilasciare l'energia che producevano e questo ne causò l'esplosione, con tempistiche che erano state accuratamente calcolate in modo che le eruzioni avvenissero più o meno allo stesso momento.»

«Per fortuna, non tutto andò come previsto» intervenne il flamine. «In cinque casi – il Krakatoa, l'Unzen, il monte Pelee, l'Etna e il Galeras – lo scoppio dell'alternatore non indusse l'eruzione e temo che se così non fosse stato, oggi la Terra sarebbe una landa ghiacciata e deserta.
Perché sì, furono le eruzioni a causare i violenti cambiamenti metereologici che prima raffreddarono il pianeta, scacciando per sempre l'uomo da questi luoghi; poi, per un effetto che ci è tutt'oggi sconosciuto, le temperature si alzarono e con esse i mari.
Nessuno l'aveva previsto, nessuno l'aveva voluto... Ma ormai non potevamo cambiare ciò che avevamo causato.»

Fece una breve pausa in cui parve riflettere molto accuratamente su ciò che voleva dire.
Nonostante tutto, Mess non poteva che essere incuriosita da quello strano individuo: parlava di eventi che avevano cambiato la Terra per sempre con noncuranza quasi blasfema; non aveva un nome, identificandosi solo con la sua fede e la sua missione. Pareva un tutt'uno con Baltia, antico come la sua cittadella, misterioso come l'energia elettrica che scorreva tra le pietre della montagna.

«La Storia e il mito hanno uno strano moto di ripetere sé stessi, così che nulla appare davvero nuovo per una mente colta... E sebbene gli errori dei miei predecessori siano uno degli scherzi più crudeli che il destino ci abbia mai giocato, ho sempre pensato che fossero adeguati al mondo che hanno cancellato. Secondo i Cristiani esso era nato con il peccato originale. Dunque è stata un'incredibile ironia che sia stato un altro peccato – il nostro – a mettervi fine. Anche se temo che l'umanità sorta dal Crollo non sia di molto migliore da quella che lo ha preceduto.»

«Fu allora che decideste di condividere l'elettricità con il resto del mondo? Per costruire le protesi?»
domandò ancora Smokey, le labbra strette in una linea severa.

Il Flamine annuì.
«Le acque si spostavano in fretta, inghiottendo terre e città. Gli umani erano alla disperata ricerca di un modo per sopravvivere e noi, grazie all'elettricità, fummo in grado di fornirglielo.
Fu piuttosto facile, in realtà: seminammo informazioni un po' in Inghilterra, un po' in America, un po' tra gli scienziati al lavoro nelle colonie... Quando l'idea delle protesi prese finalmente corpo, nessuno avrebbe potuto dire con sicurezza da dove fosse originata.»

«Perché non rivelare l'esistenza dell'alternatore, allora?» intervenne Trix, arrabbiata. «Avete idea di quanto sarebbe stata d'aiuto questa macchina dopo il Crollo? Di quante vite avreste potuto salvare? Se cercavate un modo per sgravarvi la coscienza, questa sarebbe stata la cosa più giusta da fare!»

«Un giuramento è un giuramento» replicò il flamine con dolcezza, ma nella postura rigida delle spalle Mess colse una profonda vergogna. «Dovevamo proteggere il nostro ordine, dato che la nostra maggiore sicurezza deriva dall'anonimato. E poi, mostrare al mondo l'alternatore significava ammettere il nostro ruolo nella catastrofe, qualcosa che il mio predecessore non ebbe il coraggio di fare. Alla fine si suicidò, sapete? Immagino non riuscisse più a vivere con il peso di tante decisioni epocali sulle spalle.»

La sua voce squillante si era stemperata in un mormorio indulgente, che percorreva a ritroso i ricordi di quella che Mess immaginava essere stata una vita molto lunga e ricca anch'essa di compromessi difficili da stringere. A differenza di chi l'aveva preceduto, però, il flamine floreale non sembrava volersi nascondere ai loro occhi accusatori.
"Forse perché non può vedere il disgusto, lo sconcerto e la furia che animano le nostre facce."

«Avevo vent'anni quando assunsi questa carica e mi impegnai a proteggere i Floriani e Baltia per tutta la vita. Penso di aver assolto bene il mio compito, ma la minaccia più grande si è presentata proprio ora, quando di anni ne ho novantaquattro e le forze mi hanno abbandonato da tempo.»

Mess udì una risata soffocata al suo fianco e voltandosi vide che Lyon aveva arricciato le labbra in un ghigno amaro:
«È per questo che siamo qui, allora. Avete piantato una spia sulla mia nave solo per attirarci fin quassù a combattere la vostra guerra!»

«Questa guerra è di tutti, Blackraven. E in quanto al buon Tom, qui, dovreste ringraziarlo: se non avesse fatto ricorso ai nostri mezzi per avvertire i fratelli di stanza a Granada, voi ora non sareste tra i vivi.»

«Quanta generosità, per un uomo pronto a pugnalarmi alle spalle!»

«Questo non è vero!» esclamò Old Tom, che strinse i pugni e socchiuse gli occhi, sinceramente colpito da quell'insinuazione. «In tutti questi anni ti ho servito lealmente e con grande dedizione. Ti ho insegnato tutto ciò che ho potuto e nel vederti crescere – come capitano e come uomo – il mio cuore si riempiva d'orgoglio. Non ti ho mai mentito...»

«Giusto. Hai solo omesso di far parte di una setta di monaci folli che custodiscono un'arma in grado di distruggere il mondo!» commentò Bart – subito zittito da una Trix accigliata, che aveva compreso che quella era una questione privata tra il capitano e il cuoco.

«Non ti ho mai mentito» ripeté Old Tom, le iridi scure e tristi fisse su Lyon. «E mai lo farò. Ho taciuto alcune cose del mio passato, è vero, ma sono cose che prima di questa missione non avevano nulla a che fare con te, o con l'Argon. Fu solo dopo che avevamo iniziato a indagare sulla tratta degli schiavi che ricevetti l'ordine di tenere d'occhio Raymard.»

«E grazie a questa soffiata mi suggeristi di andare a Cloud Eden. Che piano ben congegnato, davvero, ci sono caduto dentro come lo sciocco che sono. Ma ancora non capisco perché abbiate scelto proprio la mia nave.»

Il flamine si strinse nelle spalle:
«Anni fa pensai che potesse tornare utile tenere d'occhio uno dei corsari più famosi d'Inghilterra. Se qualcuno avesse tentato di avvicinarsi a Baltia avrebbe sicuramente smosso le acque nel mondo di spie e segreti di cui fate parte. Potete stare tranquillo, però: Tom non ha mai rivelato nulla dei vostri viaggi e delle altre vostre missioni, dato che non ci riguardavano personalmente.
Quando scoprii che Raymard stava sfruttando degli schiavi per costruire una novella Baltia nell'antica Scandinavia e che, allo stesso tempo, voi vi eravate messo sulle sue tracce – beh, non potei che rallegrarmi della buona scelta che avevo fatto.

Come vi dicevo poc'anzi le cose non sono andate come speravo: desideravo che voi rimaneste all'oscuro del segreto di Baltia e portaste Raymard davanti alla giustizia inglese prima che la sua opera fosse completata. A quel punto, se anche foste risaliti alla fabbrica che stava costruendo, non sareste riusciti a capire a cosa servisse e dubito che lui ve l'avrebbe svelato di sua sponte.
Invece Raymard sarà qui in una settimana, dieci giorni al massimo, e noi siamo troppo pochi per fermarlo. Se l'alternatore cadrà nelle sue mani, avrà il potere di scatenare un nuovo Crollo, o anche decine, e temo che non si farà scrupolo di usare questa minaccia per piegare il mondo al suo volere!»

Mess inorridì a quelle parole:
«Distruggetelo, allora!» si sentì strillare, quasi senza essere cosciente del tremolio che aveva invaso le sue membra.
"Raymard padrone non di Cloud Eden, o dell'Inghilterra, ma del mondo intero! Tutta l'umanità ai suoi piedi, con la minaccia di una nuova catastrofe che pende sulle loro teste e che potrebbe spazzar via in un attimo tutto ciò che abbiamo faticosamente ricostruito dopo il Crollo!"
«Mi avete sentito?» ringhiò, facendo un passo verso il flamine floreale e scandendo bene le parole. «Distruggete quell'affare!»

Il vecchio aggrottò le sopracciglia cespugliose come un barbagianni colto di sorpresa:
«Chi siete voi?»

«Messalina Seymour.»

«Ah!» esclamò l'uomo, ancora più sconcertato. «La giovane promessa sposa di Raymard!»

Mess fece una smorfia:
«Beh, sì, anche se preferirei essere ricordata per qualcos'altro. Ciò che non capisco è perché non abbiate fatto saltare in aria questa stanza il giorno in cui avete saputo che Raymard voleva l'alternatore: sarebbe stato tutto più semplice!»

Il vecchio scosse la testa con fermezza:
«Ogni azione, anche la più semplice come dite voi, ha un prezzo. Senza l'elettricità, Baltia non potrebbe sopravvivere: è l'energia dell'alternatore che ci permette di scaldarci e sfamarci. Senza, ben sessanta Floriani e le loro famiglie sarebbero costretti a emigrare altrove; non fraintendetemi, questo sarebbe un sacrificio che tutti di noi saremmo disposti a fare, se solo fosse davvero utile. Ma distruggere l'alternatore non fermerebbe Raymard, lo renderebbe anzi più feroce e spietato. Tornerebbe a darci la caccia per estorcerci i dettagli della macchina e tutto il resto dei nostri studi. Capite, ora, perché non posso accogliere il vostro suggerimento?»

«E voi capite cosa ci state proponendo in cambio?» replicò Lyon. La sua voce aveva perso la sfumatura feroce – forse acquietata dal breve confronto con Old Tom – ma era comunque piena di rabbia e amarezza.
«Ci state chiedendo di morire per voi, degli sconosciuti che hanno condannato a morte l'umanità intera senza pensarci due volte, dei fanatici, dei folli! Questo luogo è malato, i suoi segreti sono malati! Dovremmo bruciare tutto e andarcene! Se non lo faremo è perché nutro ancora un briciolo di affetto per te, Tom, anche se hai perso tutto il mio rispetto. Quanto a voi altri, vi ringrazio per il grand tour e le confessioni che ci avete regalato, ma l'Argon salperà stasera stessa!»

«No.»

Era stata Smokey a parlare, posizionandosi con passi leggeri e lenti tra Lyon e la porta.

«No?» ripeté il corsaro, spiazzato.

«No. Questa non è una decisione che spetta a te.»

«Buon Dio, sono io il capitano dell'aeronave!»

«Ma non è dell'Argon che stiamo parlando. Se voltiamo le spalle a questa gente – per quanto atroci siano stati i loro errori – voltiamo le spalle al mondo come lo conosciamo.»

Illuminato dalle strane lampade della stanza, che Mess sospettava essere elettriche anch'esse, il volto di Smokey brillava di una pallida luce innaturale:
"Sono lacrime quelle scintille che intravedo sulle sue guance?"

«Tu sei il mio capitano e io ti devo obbedienza, è vero» continuò la donna con voce un po' rotta dell'emozione. «E in qualsiasi altro caso ti avrei spalleggiato senza esitare. Lo sai, lo sai che ti seguirei in capo al mondo, Lyon! Però non puoi chiederci di seguirti adesso, quando un pericolo così grande minaccia non solo noi, o i monaci, o questo luogo, ma anche persone a cui teniamo! Diamine, non hai paura di cosa potrebbe accadere a ciascuno di noi o alla tua famiglia se si verificasse un secondo Crollo?»

«Non pretendere di capire ciò che provo!» scattò il corsaro.
«Tu te ne sei andata! Non sai nulla – nulla! – dell'inferno che abbiamo passato in questi mesi! Tu ti professi leale ma quando avevo bisogno di te eri dall'altra parte del mondo a scoparti un francese!»

Smokey scrollò le protesi, che sibilarono minacciose mentre la donna faceva un cauto passo indietro.
«Se la tua rabbia vale più della vita di milioni di innocenti, allora non sei migliore di questi monaci.» sibilò, fredda.

Sulla stanza cadde un silenzio pesante come la montagna che li sovrastava, denso di sofferenza e cose non dette. Messalina esitò, lacerata tra l'istinto di dar ragione a Smokey e il bisogno di difendere Lyon dal tumulto di emozioni che stava annebbiando il suo giudizio; ma con sua grande sorpresa, Bart la precedette.
Il ragazzo si schiarì la voce per richiamare l'attenzione di tutti e fissò Lyon in volto con una serietà e un'autorevolezza che non gli erano abituali.

«Quando mi imbarcai insieme a Joey ci prometteste cose che nessun altro capitano di aeronave si sarebbe mai degnato di concedere ai suoi sottoposti – rispetto, comprensione, cure. E in un'altra occasione ricordo che mi chiedeste addirittura un mio parere sulla missione che stavate svolgendo; allora ero troppo inesperto e intimorito per rispondere. Con il vostro permesso, voglio farlo ora, riguardo a ciò che abbiamo scoperto qui.»

Lyon non mutò l'espressione cupa e arcigna che aveva dipinta sul viso, ma annuì con un brusco cenno.

«Io vi chiedo di non costringerci a ripartire. Vedete, non c'è posto per uno come me – e neanche per un mezzo storpio come Joey – in un mondo in cui disastri come il Crollo sono all'ordine del giorno; saremmo tra i primi a morire e sono sicuro che se fosse qui anche mio fratello vorrebbe rimanere e combattere. Quindi, per favore, non fateci scegliere: come Smokey, non ho mai contravvenuto a un vostro ordine, ma in questo caso... In questo caso, sento che potrei disobbedire.»

Lyon sgranò un poco gli occhi e socchiuse le labbra senza sapere bene come replicare a quella supplica accorata.
«E sia» disse infine. «La metteremo ai voti.»

Mess si portò le dita alle guance accalorate e le ritrasse bagnate; in fretta, senza farsi notare, cercò di asciugare le lacrime che non si era accorta di aver versato.

No, non mi sono rincitrullita di colpo: lo so che la guerra d'Indipendenza è iniziata nel 1775, nel nostro mondo. In questo, invece, è stata "ritardata" dall'arrivo del Crollo.

Premettendo che non è il mio campo, ho tentato di non viaggiare troppo con la fantascienza: le eruzioni indotte in un prossimo futuro potrebbero essere realtà ed è provato che anche singoli vulcani possono causare disastri meteorologici che si trascinano a lungo (basti pensare al 1816 che in Inghilterra è noto come "l'anno senza estate" o "eighteen and froze to death"). Quanto al riscaldamento globale, lì ho lavorato un po' di fantasia, lo ammetto 😝🙈

Spero che il capitolo non sia troppo pesante, ma purtroppo la notizia in sé è un bel colpo per i protagonisti — e non tutti la digeriranno bene.

Enjoy ❤️

Crilù

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro