XIV. Il gioco della principessa
Mess respinse l'impulso di fare un passo indietro sotto lo sguardo indagatore del principe Richard:
"Suo padre è cento, mille volte peggio e ho sostenuto il suo interrogatorio senza problemi: non mi lascerò certo raggirare da questo damerino!"
Era convinta, infatti, che quella domanda nascondesse un secondo fine, perché il principe sembrava fin troppo interessato alla risposta; decise d'istinto che dire la verità non era l'opzione migliore e anzi avrebbe rischiato di compromettere la delicata missione che il Re aveva affidato a Lyon.
"È meglio che il nome di Cloud Eden rimanga sconosciuto ai più, almeno finché non verrà fatta chiarezza sul traffico di esseri umani!"
«Sono originaria di una piccola città volante che viaggia nei dintorni di Glasgow, Vostra Altezza. Un centro così periferico che di certo non l'avrete mai sentito nominare.»
«Glasgow, eh? Eppure non avete l'accento scozzese!»
«La mia vecchia istitutrice sarebbe molto lieta nel sentirvelo dire: ha passato anni a correggere la mia pronuncia finché non l'ha ritenuta accettabile. Era molto severa.»
«Avevate addirittura un'istitutrice? Perdonatemi, ma mi era parso di capire che foste orfana e che le persone che vi hanno cresciuta avessero pochi mezzi.»
«È così, infatti. Solo... Hanno ritenuto che la mia educazione fosse una priorità.»
«Ben fatto, ben fatto!» mormorò Charles, di nuovo interessato al discorso. «L'educazione è fondamentale per la gioventù d'oggi!»
Messalina lo osservò perplessa: c'erano diversi anni di differenza tra lui e i fratelli maggiori, ma Charles sembrava il più anziano anziché il terzogenito. Non solo parlava e pensava come un vecchio, ma vestiva in maniera più sobria, meno ricercata rispetto ai ricchi abiti di Richard e Margaret; la marcata stempiatura dei capelli rossi, radi e arruffati non faceva altro che accentuare quell'impressione.
Richard continuava a fissarla con ostilità.
«Confido che imparerete ben presto ad apprezzare i piaceri di Londra, miss Seymour» mormorò, con un languido sorriso. «Ma vi consiglio di stare attenta alle sue zone d'ombra. Ci sono luoghi – e persone – che è meglio non frequentare. L'uomo con cui stavate conversando poco fa ne è un esempio.»
«Davvero? Non mi sembrava» replicò Mess asciutta.
«Lyon Blackraven esercita un fascino perverso sulle dame ma, ahimè, altro non è che una disgrazia per questa famiglia: di certo anche nella vostra provincia saranno giunte le dicerie che girano sul suo conto e la sua tremenda reputazione. A volte penso che sarebbe stato meglio se fosse morto quando gli tagliarono le ali!»
«Richard! Vergognati!» sibilò Margaret, lasciando cadere per un attimo la maschera della cortesia che, come il padre, indossava sempre. «Tu e Lyon avrete modo di risolvere le vostre beghe fuori di qui! Fino ad allora non tollererò altre terribili insinuazioni sul suo conto, per di più davanti a un'ospite!»
Sul gruppetto cadde il silenzio e Messalina capì di essere finita in mezzo a un conflitto che durava da anni: i due fratelli continuarono a fronteggiarsi con astio per qualche istante, in una muta prova di forza in cui ciascuno dei due cercava di sottomettere l'altro con occhiate che grondavano veleno.
"Che razza di famiglia! Non mi meraviglia che Blackraven abbia colto al volo l'occasione di andarsene!"
Alla fine fu Richard a interrompere lo stallo in cui erano finiti.
«Bene, allora mi scuso per la mia irriverenza, sorella. Volevo solo dare a miss Seymour un consiglio da buon amico.»
«Non preoccupatevi: è un compito che mi sono già assunta io.»
Il principe si lasciò sfuggire un verso di scherno:
«Oh, immagino quali siano i vostri preziosi consigli: pettegolezzi da salotto e piccoli scandali da gustare insieme alle tartine che vi piacciono tanto! Con permesso!»
Con un brusco inchino di congedo si allontanò tra la folla con le ali che fremevano d'indignazione o di disprezzo, forse per andare alla ricerca del fratellastro.
«Richard è un uomo con cui l'educazione ha fallito» commentò Charles con un certo distacco, come se il breve litigio appena avvenuto non riguardasse anche la sua famiglia.
«Davvero!» rispose educatamente Messalina.
Margaret fece scattare due o tre volte il ventaglio e le ali, incapace di contenere il suo nervosismo.
«Quel... Quel... Dire certe cose» borbottò tra i denti. «Ben sapendo quanto lui abbia sofferto... E noi con lui, in quella notte tremenda! A volte mi chiedo se sia davvero mio fratello!»
«Temo di sì, Vostra Altezza: vedo molto di vostro padre in entrambi. In vostro fratello c'è l'inflessibilità e l'arroganza e in voi l'intuito e la sete di giustizia.»
Un po' di colore tornò sui lineamenti delicati della principessa, che distese le labbra in un sorriso sarcastico:
«Ah, non sono molte le persone che oserebbero definire il Re arrogante e inflessibile! Ditemi, è davvero vostra abitudine dire sempre ciò che pensate?»
«Un pessimo tratto del mio carattere, già.»
«Affatto!» rise l'altra. «Ora capisco come mai piacciate tanto a Lyon. Charles, caro, che ne dite di accompagnarci nel salone dove si terrà la rappresentazione di questa sera?»
«Ma lo spettacolo non inizierà prima di un'altra ora almeno!» esclamò l'uomo, adocchiando il suo orologio da taschino.
«È vero, ma io mi sono stancata di tutte queste chiacchiere: nel salone io e miss Seymour avremo un po' di pace e potremo parlare in confidenza senza che nessuno ci disturbi. E poi stamattina mi avevate detto che avreste voluto scambiare qualche parola con il direttore della compagnia...»
Per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, Mess vide il volto di Charles illuminarsi di una gioia quasi infantile, che fece risplendere gli occhi blu e mise in mostra due gioviali fossette agli angoli della bocca. Dimostrava finalmente i suoi ventitré anni.
«Oh, sì! Trovo che la sua resa stilistica dell'Amleto, la stagione scorsa, sia stata superba! Certo, alcune modifiche alla sceneggiatura originale sono discutibili, però...»
Discorrendo quasi fra sé e sé, il principe iniziò a scortarle verso il salone.
«Il teatro è l'unica passione che Charles condivide con nostro padre» spiegò Margaret, prendendola sottobraccio come se fossero vecchie amiche. «In effetti, è la sua unica passione in generale. Potrebbe discutere per ore di Shakespeare e Greene e Marlowe... E il Re sarebbe il solo in grado di tenergli dietro. Povero Charlie: credo che nel suo intimo abbia sempre sognato di essere un attore o un grande drammaturgo, ma essendo un principe al massimo può aspirare a diventare un mecenate.»
«Il Re è un amante del teatro?»
Per qualche motivo le risultava difficile immaginare un uomo così serio e composto nell'atto di ridere davanti alle disavventure di un Falstaff o commuoversi per l'epilogo di una tragedia.
«Oh, sì! Che rimanga tra noi, ma ha un debole per le storie che hanno un lieto fine – una delle poche cose che accomunano lui e mia madre.»
Margaret si fece pensosa mentre prendevano posto in quello che era a tutti gli effetti un piccolo teatro privato realizzato in uno degli ampi saloni del palazzo: c'erano una mezza dozzina di palchetti rialzati per i sovrani e i loro ospiti più intimi, mentre il resto della Corte poteva prendere posto nelle poltroncine della platea; sul palco di legno, ancora vuoto e buio, un paio di attori ripassavano a bassa voce le loro battute e parvero del tutto ignari del loro ingresso. Charles sparì senza un saluto dietro le quinte mentre le due ragazze prendevano posto su uno dei balconcini più vicini a quello del Re e della Regina.
«Vostra madre mi è parsa una donna di buon cuore...» mormorò Messalina, per ravvivare la conversazione.
«Lo è davvero, e questo rende ancora più incredibile pensare che sia stata proprio lei a crescere Richard e a plasmarlo nell'uomo che è oggi.»
«Mi pare davvero difficile credere che la veemenza di vostro fratello sia opera della Regina; di contro, se è come dite voi, comprendo molto meglio la sua ostilità nei confronti di Blackraven.»
«Oh, la questione è molto più complessa di così» ridacchiò Margaret, adagiandosi contro lo schienale di velluto e facendo scorrere le dita sulla gonna per lisciare pieghe invisibili. «Mia madre è buona e caritatevole, miss Seymour, ma è anche e prima di ogni altra cosa un'Asburgo: tutti loro hanno un'indole d'acciaio di stampo germanico che può essere abbellita e nascosta, ma che non s'arrugginisce mai. Lei arrivò in Inghilterra a venticinque anni, quando molte donne sono considerate troppo vecchie per essere in età da marito, con un progetto ben preciso in mente: dare al Re un erede maschio e un rimpiazzo e magari qualche femmina per rinsaldare le alleanze sul continente... Capite bene che le cose non sono andate come sperava, perché non solo dovette fare i conti con un figliastro illegittimo ma primogenito, a peggiorare le cose nacqui io!»
Messalina aggrottò la fronte:
«Ma secondo le leggi di Cambridge sulla successione, emanate dopo il Crollo, il primo erede legittimo eredita senza obiezioni la corona, sia esso maschio o femmina!»
«In Inghilterra, certo. In Austria sono ancora restii ad affidare l'Impero nelle mani di una donna. Così quando arrivò Richard, data anche la nostra vicinanza d'età, credo che per mia madre sia stato naturale pensare che il trono sarebbe andato a lui... Mentre mio padre la pensava diversamente. E negli anni questa spaccatura si è accresciuta, anche perché come avete fatto notare voi prima, alcune questioni di governo sono ostiche per una donna: cosa ne posso sapere io di strategie e di battaglie? Se questa guerra si protraesse ancora per anni e il comando dell'esercito finisse nelle mie mani, cosa potrei fare se non affidarmi ai miei ministri? Mia madre mi vuol bene, ne sono certa: forse è anche per questo che vorrebbe sollevarmi dalle spalle un peso così gravoso.»
«Non angustiatevi: affidarsi agli altri non è necessariamente un male, basta solo sapersi circondare delle persone giuste.» mormorò Messalina.
«Come se fosse facile trovarne!»
«Dunque la Regina non è la sola ad appoggiare vostro fratello?»
«Già. Ma al contrario di quanto lui vorrebbe farmi credere non sono poi così tanti a volerlo incoronare Re e finché mio padre è in salute non si azzarderebbe mai a minare la mia posizione. Mi era giunta voce che volesse reclutare un suo piccolo esercito personale, ma per fortuna Richard ama troppo spendere e al momento è a corto di denaro.»
«Ma questo è un fatto gravissimo!» esclamò Messalina, attirandosi lo sguardo curioso dei primi ospiti che iniziavano a prendere posto in platea. «Vostro fratello potrebbe star tentando un colpo di Stato e voi non ne avete fatto menzione a nessuno? Quanto fidate sono le vostre fonti?»
Margaret parve rasserenarsi e le sorrise con aria complice:
«Quando e se mio fratello tenterà di portarmi via la corona, io sarò pronta. Le migliori spie d'Inghilterra non sono solo al servizio di mio padre, miss Seymour.»
Messalina impiegò giusto qualche istante per comprende appieno il significato di quella frase:
«Blackraven lavora anche per voi! È per questo che prima diceva di dovervi parlare!»
«Molto bene» commentò la principessa, soddisfatta. «Vedo che non ho sbagliato a giudicarvi: avete una mente pronta e sareste una valida risorsa in questo nido di serpenti. Se ho capito qualcosa del vostro carattere, credo proprio che l'idea vi tenti almeno un poco, non è vero?»
«Cosa vorreste che faccia, esattamente?»
«Oh, nulla di davvero pericoloso: sondare il terreno, raccogliere qualche confidenza, individuare chi ha un animo più favorevole nei miei confronti o necessita di un favore...»
Mess si chiese cosa nel suo aspetto suggerisse che fosse la persona più adatta a diventare una spia, dato che due membri della famiglia reale le avevano fatto la stessa proposta nel giro di poche ore.
"Deve essere colpa di Blackraven. La frequentazione con un noto corsaro dell'aria genera strane associazioni di idee nella mente delle persone."
«Non avete già vostro fratello per queste cose?»
«Ho già chiesto a Lyon di informarsi, durante i suoi viaggi, su chi potrebbe essere una buona scelta per divenire mio marito. Tutti credono che rifiuti i miei pretendenti per uno sciocco timore virginale ma la realtà è che nessuno di essi soddisfaceva i miei requisiti.»
«Che sarebbero?»
Margaret si chinò verso di lei; nella penombra che era calata sul teatro, i denti scoperti in un sorriso confidenziale brillavano come perle.
«Deve essere ricco, perché la Corona è sempre sull'orlo della bancarotta; nobile, ma non di sangue reale, altrimenti verrebbe a mancare il vantaggio dato dal mio rango; straniero, perché degli aristocratici inglesi non mi fido. E ho detto a Lyon che non dev'essere necessariamente giovane o bello, ma che almeno sia un amante discreto, dato che non ho intenzione di passare la mia vita in castità!»
«Oh, Cielo!» sbottò Messalina, tirandosi indietro come se si fosse scottata con una fiamma.
«Suvvia, miss Seymour, non imbarazzatevi: ho visto come vi guardava mio fratello e potrei giurare che sarebbe più che disposto a chiarire i vostri dubbi in merito a certe questioni!»
«Altezza, io... Che dire...»
«Oh, lo spettacolo sta per iniziare: poco male, avremo tempo i prossimi giorni per conoscerci meglio. Ditemi però che almeno prenderete in considerazione la mia proposta, va bene?»
Mess aveva già incontrato donne con idee chiare sul proprio futuro, a dispetto di ciò che i loro padri e fratelli imponevano, ma nessuna di esse era pragmatica e potente come Margaret Hanover. Ebbe il presentimento che la principessa, pur non essendo pratica di eserciti e guerre, avrebbe compiuto grandi imprese una volta seduta sul trono; e molti si sarebbero rammaricati di non aver intuito il gioco che lei portava avanti da anni, nascosta nella sua biblioteca.
"La Regina non è certo l'unica Asburgo della famiglia!"
Nonostante le considerazioni sulla ragazza che le sedeva vicino Messalina riuscì a godersi lo spettacolo. La compagnia scelta dal Re aveva messo in atto una magistrale interpretazione del "Tutto è bene ciò che finisce bene" di Shakespeare e per un paio d'ore la ragazza si immerse nelle vicissitudini amorose di Emma, sposata a un uomo che non faceva mistero di non desiderarla. Ne ammirò l'astuzia e la perseveranza, anche se nel suo intimo era convinta che lo sprezzante Bertram non meritasse tanto impegno e che l'inganno con cui la donna infine raggiungeva i suoi scopi fosse giustificabile.
Quando congedò la serva che l'aveva scortata fin sulla soglia della sua stanza aveva ancora il sorriso sulle labbra.
"In fin dei conti è stata una bella serata!" si disse mentre chiudeva la porta, un attimo prima che un violento colpo alla testa la privasse dei sensi.
Il palazzo reale sembrava un posto tanto sicuro — minacce di Richard a parte — e invece... 🤔😝
Questo capitolo è uscito liscio come l'olio, Margaret in pratica si scrive da sola 😂 e dato che gli altri miei hobby mi sono venuti un po' a noia in questi tempi di quarantena, la stesura di Argon procede alla velocità della luce. Non escludo di finirla entro il prossimo mese, per poi riprendere Kronus, ingiustamente abbandonata... 😅
Enjoy ❤️
Crilu
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