3. Lucilla, amore, pazzia
C'è sempre un filo di sottile pazzia, in chi ama.
Io sono pazzo di Lucilla – anche oggi che lei non c'è più, e l'argento spento sono diventato io. Lucilla era pazza di me, come lo era del mondo.
Sì, c'è pazzia nell'amare e nell'essere amati.
Ma c'è anche logica, rigore, nella pazzia: Lucilla era pazza di vita. Viveva proprio perché era pazza. E a furia di vivere, ha finito per contagiare tanti con quella sua pazzia.
Io sono tra questi. Io sono pazzo. Pazzo di vita, pazzo di lei, pazzo d'amore, pazzo dentro anche se spento fuori.
La pazzia e l'amore non sono così diversi: alla fine, si tratta solo di diventare folli per qualcosa. Amare trasforma in esseri pazzi, disposti a qualunque cosa per amore dell'altro. Essere pazzi significa amare qualcosa così spasmodicamente da non vedere altro.
Sono immensamente felice di aver imparato da Lucilla – con Lucilla – a essere pazzo. Mi ha insegnato ad amare meglio. Senza limite alcuno. Spingendomi ovunque volessi. Vivendo ogni secondo assieme a lei.
Follemente. Come argento vivo.
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