Capitolo 1 - Sabbia rovente
Afghanistan, 25 Giugno 2007.
Caldo. Faceva fin troppo caldo. Fortunatamente erano abituati. Sette soldati dell'esercito americano. Erano fieri di portare quella mimetica, quella responsabilità, la loro patria, addosso. Ventiquattro ore su ventiquattro.
Quel giorno doveva essere un giorno come un altro. Ma il capo li aveva mandati in missione, come carne da macello. Erano saliti su quel Humvee blindato dell'esercito e si erano diretti da qualche parte nel deserto afghano, a nord-ovest da Kandahar.
La cittadina era presidiata dagli americani ed era un posto parecchio interessante. La stazione di polizia era un tempo la vecchia casa di Osama Bin Laden, prima di rinchiudersi nel complesso di Waziristan Haveli.
Sette Marines. Avevano scelto loro questa vita, ed infatti non se ne lamentavano, anzi, la amavano.
Quel giorno, Gabriel "Gabe" Holland ed Adam Ryan avevano preso le redini della missione. Erano appollaiati sulla sommità di una duna di sabbia, a qualche metro di distanza dal Humvee. Il primo con un binocolo Steiner 8X30 C LPF in mano, l'altro con un M110 calibro 7.62 x 51 mm della Knight's Armament pronto all'uso. Aspettavano il passaggio del convoglio di pick-up dei talebani. La loro missione era recuperare le quattro studentesse universitarie, volontarie in territorio nemico, ostaggio dei terroristi. Ad attendere un loro cenno, gli altri tre Marines, che erano rimasti presso l'Humvee. Norman Pope era seduto al posto di guida, con la portiera aperta. Nervosamente colpiva il volante con le dita. Al suo fianco, con le cuffie dell'mp3 in testa, i piedi sul finestrino abbassato, a cantare "Till' I Collapse" di Eminem, Elias "Hell" Cousins. Per ultimo, ma non per importanza, Simon R. Thomas, seduto per terra, con la schiena contro la ruota posteriore destra, che faceva l'inventario delle provviste e delle armi. Proprio quest'ultimo, attraverso l'uso di un walkie-talkie, rimaneva in costante contatto con Gabe.
"Holland, qui Thomas. Passo".
"Ti ricevo..." disse togliendo gli occhi dal binocolo e premendo il pulsante per parlare.
"Situazione" continuò Simon, pulendo dalla sabbia i caricatori del suo M4.
"Niente di nuovo. Non vorrei che Keegan ci avesse preso per il culo" disse Gabe ridendo.
Simon si mise a ridere. Riusciva a sentire le risate isteriche di Adam.
"Concentratevi..." li interruppe con tono severo Norman.
Quest'ultimo si girò verso il suo compagno a bordo dell'Humvee. Elias stava con gli occhi chiusi, entrambe le mani sulla testa, mentre la muoveva su e giù, seguendo il ritmo della canzone. Norman gli diede un colpo sulla gamba sinistra. Lui, sobbalzando, si sedette bene sul sedile e si tolse immediatamente le cuffiette. Poi guardando il compagno gli fece un cenno con la testa, come per chiedere "che c'è?".
"Sento che ci siamo quasi" disse Norman.
"Oh... beh se te lo senti tu..." rispose sarcasticamente Elias.
Quest'ultimo scese dal Humvee. Guardò verso la posizione dello sniper e del suo gregario, per poi girarsi verso Simon.
"Hai sentito, volpino?" gli chiese.
"Cosa?" chiese lui alzando la testa.
"Norman se lo sente dentro..." rispose facendo una faccia da pagliaccio. Quello era il lavoro perfetto per Elias. Il pagliaccio.
"Coglione..." rispose ridendo Simon.
Dal secondo Humvee, a pochi metri dal loro, scesero altri due soldati. Idris Myles e Mitchell "Wisi" Wiśniewski. Il primo era un afro-americano, il secondo era di origini polacche.
"Sabbia, sabbia e ancora sabbia..." continuava a ripetere Idris, togliendosi l'elmetto e cercando di asciugare il sudore sulla fronte con la mano destra.
Faceva ridere, perché probabilmente Myles era l'unico afro-americano a non riuscire ad abituarsi al caldo.
Mitchell, invece, tirò su col naso per poi avvicinarsi a Simon porgendogli una mano come per chiedere qualcosa.
"Vuoi un fazzoletto?" chiese Elias, ridendo.
"Munizioni... mi servono dei caricatori" rispose lui.
Simon ne prese tre dallo zaino che aveva lasciato a terra, affianco alla ruota dell'Humvee. Li aprì uno a uno per controllare che fossero carichi, per poi richiuderli. Con essi si colpì l'elmetto, per rimuovere eventuale sabbia, e poi li diede al compagno.
"Basta chiedere" gli disse.
Adam e Gabriel rimasero in silenzio per qualche minuto, a fissare l'orizzonte. Da lassù si vedeva una distesa infinita di sabbia ed erbacce. Ciò che interessava di più ai due, però, era una stradina, un sentiero, facilmente distinguibile per il colore, un giallo più chiaro rispetto a quello della comune sabbia.
"Mi sta venendo un crampo, a star fermo così" il primo a parlare fu Adam, il cecchino. Tirò su la testa dal cuscinetto del calcio, per poi muoverla a destra e a sinistra, facendo scrocchiare più volte il collo.
Gabriel si alzò in piedi, scrollandosi di dosso la sabbia. Qualcosa attirò la sua attenzione, laggiù, nel panorama.
Delle piccole figure nere e una nube di polvere.
Si gettò subito a terra, prendendo il binocolo.
"Ryan, si balla..." disse.
Lo sniper si rimise in quella scomoda posizione. Controllò l'altezza del bipiede, aggiustò il mirino con gli appositi anelli e aggiunse lo spegni fiamma removibile alla bocca dell'arma.
Gabriel, invece, essendo assaltatore, posizionò il suo fidato Colt M4 5.62 mm, dopo aver sistemato su di esso un mirino red dot Aimpoint CompM2.
Prese il walkie-talkie.
"In posizione, passo".
"Ricevuto, passo" rispose Norman.
"Sapete cosa fare" disse poi Simon a tutti gli altri.
Quest'ultimo salì su uno degli Humvee, a fianco di Norman che guidava. Elias si posizionò sulla torretta, mentre Idris e Mitchell risalivano sul loro veicolo, nei posti davanti.
Con cautela, cercando di alzare meno polvere possibile, si avvicinarono alla posizione del cecchino e del suo gregario. Arrivarono a pochi metri dietro di loro, uno affianco a l'altro. Mitchell scese dal suo Humvee e si sdraio vicino ad Adam, appoggiando l'M16A2 a terra.
"Occhio al sole, e ai riflessi dell'ottica" disse.
Aprì lo zaino del cecchino e prese una coperta color sabbia. Con essa coprì Adam dalla testa ai piedi, coprendo anche il lato superiore del mirino.
Idris, attraverso la radio, contattò i tre.
"Quanto manca all'ingaggio? Passo".
"A occhio e croce..." iniziò Gabriel pensandoci un po' "... direi un paio di minuti".
"Quanti sono?" chiese Elias.
Mitchell prese il suo binocolo e si mise a guardare anche lui.
"Conto quattro pickup" rispose.
"Una ragazza per auto?" chiese Norman.
"Possibile" annuì Mitchell.
"Wisi, rientra. Gabe, sulla torretta. Al segnale di Adam, iniziano le danze" ordinò Idris, prima di girarsi verso sinistra, incrociando lo sguardo con Simon, sul sedile del passeggero dell'altro Humvee.
I due si guardarono per qualche secondo, per poi annuire.
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