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Prologo

Maggio 2018

«Mia cara Iris... Sono desolata, ma è tempo per te di scoprire il mondo davvero, data la tua età».

Questa frase, pronunciata appena mezz'ora prima dalla Suora e Madre Superiora Virginia, bruciava ancora nelle orecchie della giovane Iris che, ad appena diciotto anni, si ritrovava con un ultimatum di solo un mese per lasciare il Convento e Orfanatrofio di Santa Maria Vergine dello Scoglio di Palermo con le sue suore e gli altri orfanelli come lei.

La gente di quel posto iniziava a mancarle più che mai dato costituivano la sua unica casa e famiglia da praticamente sempre.

«E pensare che ieri sera festeggiavo il mio compleanno con serenità... » bisbigliò la ragazza senza accorgersene, mentre guardava nervosamente il coperchio di carta impolverata che copriva la vecchia e ampia scatola di legno, posata davanti a sé sulla scrivania della sua stanza e piena delle sue vecchie cianfrusaglie poco usate e racimolate un po' per beneficenza civile e un po' per dono delle amabili suore nel corso degli anni.

Suor Virginia conservava gelosemente le scatole con gli averi poco usati di ogni ospite abbandonato di quella struttura fino alla maggior età di questi, cioè il momento in cui tutti quegli strani oggetti avrebbero potuto far comodo al destinatario - economicamente o anche moralmente -, secondo l'anziana religiosa.

Tuttavia, gli arnesi all'interno dei pacchi non venivano mai inseriti nei contenitori dalle suore, ma dagli stessi bambini che venivano abituati sin da piccoli a riporli lì dentro, nel caso li trovassero poco interessanti. Le sorelle, in questo caso, si occupavano solo di fornire loro il cofanetto e di scrivervi sopra il nome di colui o colei che poteva mettervi dentro i propri regali.

Da quando Iris era diventata abbastanza grande da iniziare a capire, si chiedeva il senso di quella strana usanza e se lo domandava anche in quel minuto più che mai.

"Come potrebbe essermi utile qualcosa che non ho usato quasi mai e che non ha mai richiamato la mia attenzione?" pensò la diciottenne.

Qualcuno bussò alla porta di soppiatto destando Iris dai suoi pensieri e facendole girare il capo verso la porta dietro di sé.

«Ciao, tutto bene, Iris?» chiese con un gran sorriso la piccola Grazia, un'altra convivente quindicenne che viveva nel complesso e che era la migliore amica di Iris.

Grazia era una ragazzina bellissima tanto nel fisico quanto nel comportamento: i suoi biondi e lisci capelli incorniciavano gli espressivi occhi azzurri che illuminavano spesso i suoi frequenti sorrisi, manifestati nei momenti di più bisogno, subito dopo dei buoni consigli. Dal temperamento dolce e gentile, tutti la consideravano una specie di angelo dell'Orfanotrofio e la sua presenza sembrava una grazia di nome e di fatto.

Iris ancora ricordava che, nel primo periodo della loro adolescenza, si era sentita spesso un po' inferiore all'amichevole coinquilina, per via del suo aspetto selvaggio dovuto ai folti riccioli scuri e indomabili, gli enormi ed espressivi occhi color ambra, il corpo leggermente in carne e le movenze goffe.

In quel momento, ripensandoci, si disse che era stata una grande stupida a pensare cose così futili, in passato.

Grazia, nel frattempo, guardò meglio la stanza sporgendo il capo e notò il vecchio scatolone sul tavolino. Aggrottò la fronte con gran dispiacere «Oh, quindi è vero quello che si dice in giro, per i corridoi... Te ne andrai?» disse, infine.

«Ciao... Già, sembra proprio che mi trasferirò molto presto» rispose Iris con tono triste, per poi aggiungere con un mezzo sorriso «Beh, almeno Suor Virginia mi ha dato più tempo rispetto al normale a cui siamo abituati. Voglio dire, di solito appena qualcuno compie diciotto anni, gli dà una settimana e mezzo di tempo per sloggiare, dopodiché tanti cari saluti e ci si rivede nelle cartoline con le foto, se tutto va bene. Invece a me ha dato un mese per organizzarmi e prendere le mie cose. Non so ancora dove andrò, ma il fatto di avere più settimane mi fa sentire fortunata».

«Wow, quindi tra le brutte notizie ce n'è anche una buona! Che bello, ci vedremo ancora per un po'!» enfatizzò l'altra ragazzina, abbracciandola, nonostante dentro di sè provasse già un pò di nostalgia al solo pensiero che l'amica si stava lentamente allontanando da lì.

Dal canto suo, Iris cominciava a non riuscire ancora a controllare le lacrime e, una volta staccatosi dall'abbraccio, anche Grazia se ne accorse e si preoccupò «Cosa? No dai, non piangere Iris».

«Scusa, sarà il nervosismo» chiarì piagnucolando Iris.

La quindicenne la riguardò preoccupata e poi sorrise, cambiando discorso «Su, adesso ti aiuto a sistemare tutta quella vecchia roba, insieme al resto nel tuo zaino e nella tua valigia e poi, da buona Suor Graziella che sono, ti porto al Mc e mangiamo una di quelle hamburger che ci piacciono tanto» scherzò, chiamando sé stessa con il nomignolo che le aveva affibiato Suor Rita, la sorella minore della Madre superiora, quando la ragazzina aveva ipotizzato anni prima di una sua possibile vocazione ecclesiastica poi divenuta uno stupido pensiero da bambini poco cresciuti.

La battuta sembrava aver riscontrato successo dato che Iris scoppiò subito in una fragorosa risata.

In poco tempo le ragazze si misero al lavoro, parlando del più e del meno mentre svuotavano la cassetta.

«Seriamente c'è un pacchetto di assorbenti della Lines qui dentro?» chiese a un certo punto Grazia meravigliata, mentre si sbellicava dalle risate e teneva l'oggetto citato intetto in mano, appena tirato fuori dalla vecchia scatola.

«Oddio, dà qua!» esclamò Iris, riprendendosi la confezione velocemente e disse, nel frattempo che l'amica la guardava ghignando «L'ho ricevuto quando avevo solo nove anni, se non erro, all'epoca non sapevo neanche cosa fosse e... Aspetta, perché stai continuando a sogghignare? Insomma, ce l'hai una volta al mese anche tu!».

«Non è tanto per il ciclo o per gli assorbenti in sé, in realta. È solo che immagino la faccia di Suor Virginia o qualche altra sorella quando l'hai posato nel tuo guardaroba personale delle cose inutili. Caspita, deve essere stato troppo divertente» affermò Grazia, continuando a ridere a crepapelle.

«Beh, in effetti non ricordo quale suora fosse, ma mi pare che mi ha guardata in maniera molto strana» rimembrò Iris, ridacchiando anche lei.

«Chi regala una cosa del genere a una bambina in orfanotrofio, ripensandoci?» aggiunse sempre lei, esterefatta.

Le due risero di gusto insieme altri cinque minuti, fino a quando Grazia non riprese fiato e tirò fuori qualcos'altro. Sta volta si trattava di un vecchio libricino nero e sottile con un'allegra fantasia di gufi dorati che riempivano l'intera copertina - sia davanti, sia nel retro; l'unica cosa che sembrava interrompere questa decorazione era uno sticker bianco ingiallito con una particolare scritta del numero 1 posto in alto su quella che sembrava la copertina di davanti.

«E questo cos'è?» domandò Grazia a Iris, mentre sollevava il libro per farlo vedere bene a quest'ultima.

«Non ne ho idea e, sinceramente, penso sia la prima volta che lo vedo. Sembra un diario» ribadì la ragazza «Sicura che sia mio?» aggiunse.

«Se non lo sai tu, non so che dirti, amica mia» rispose l'altra. Iris le prese il diario dalle mani e lo aprì scrutando l'interno della copertina e la prima pagina.

Nell'interno della copertina vi era scritto a mano e in corsivo con inchiostro nero una frase che fece sobbalzare la protagonista di questa storia:

"Per la piccola Iris a cui voglio un mondo di bene."

«Se vuoi, chiamo Suor Virginia» suggerì Grazia.

«No, ti ringrazio, tesoro. Piuttosto, scusami, ma credo di dover fare un'altra cosa. Mi spiace per l'uscita, ma forse è meglio rimandare» dichiarò Iris, mentre leggeva la prima pagina cercando di concentrarsi, dato che sembrava riguardarla molto.

«Ah. Ok, dovrei lasciarti qui da sola?» chiese Grazia, sentendosi tagliata fuori.

«Ecco, in effetti vorrei stare da sola al momento» disse Iris.

Grazia uscì dalla stanza senza proferire parola e chiudendo la porta.

Nel frattempo Iris leggeva pietrificata questi pochi primi righi:

"Ciao, cara Iris,
Innanzitutto ti annuncio che chi scrive su questo diario è una donna ed è una tua parente molto stretta; tuttavia non posso rispondere a tutte le tue domande subito, perché dovrai capire tutto al suo tempo. Perciò, mi firmerò con un nome di un personaggio letterario famoso che spero apprezzerai.
Ti invito a girare pagina: le prossime due saranno l'inizio del racconto della nostra famiglia, ma tra queste ci sarà un foglio stropicciato dove troverai la traduzione italiana di una profezia della terra da cui entrambe provieniamo: La Tierra de Arco iris o, come la chiamiamo semplicemente noi siciliani e anche gli italiani dal 1800, Archinuè. Lo so che detta così, una leggenda può sembrare insignificante, ma, fidati: io credo ti debba importare eccome.
Detto ciò, buona lettura e ricorda di fare attenzione anche a quel pezzo di carta!

Con affetto,
Snow White."

Iris, fece ciò che c'era scritto meccanicamente, senza credere molto ai propri occhi: sembrava tutto uno scherzo di cattivo gusto.

Trovò davvero un foglio piegato in due; chiunque fosse Snow White, sembrava fare sul serio.


Aperto il foglio, si ritrovò davanti questo testo scritto a mano e molto strano:

"Ad Archinuè, l'isoletta semi sconosciuta e poco lontana dalla Trinacria (Sicilia) che si trova in mezzo ad altre due ed è circondata dall'azzurro mar, nascerà una città omonima dalla struttura fisica in croce. Seguendo la stessa struttura cittadina, nasceranno quattro nuclei familiari fondatori: Arcòs, De Iris, Roso e Iente. Essi andranno d'amor e d'accordo, fino a quando, un giorno molto lontano, un componente di queste creerà confusione fra loro che andrà in eredità. Quando tutto sembrerà perduto, l'erede di terza generazione sconosciuto metterà tutto a posto come prima."

Iris lasciò cadere a terra foglio e diario.

Spazio autrice:
Salve a tutti! Come state? Passate bene le feste? Spero di sì. Chiedo scusa se ci ho messo tanto a pubblicare, ma spero ne sia valsa la pena.

Cosa ne pensate del prologo? Di cosa pensate parlerà la storia familiare di Iris? Come pensate potesse prenderla?
Vi lascio esprimere le vostre opinioni fra i commenti.

Piccola cosa prima di andare: non so se avete visto l'aggiornamento della trama, ma scrivo anche qui che aggiornerò questa storia ogni domenica sera tranne in alcuni periodi in cui, avendo meno impegni, potrei pubblicare un capitolo bonus. Spero ne siate felici!

Alla prossima domenica sera, quando pubblicherò il primo capitolo!

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