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DUE

-Ti ha dato il permesso di scoparmi?- chiese Abel con un filo di voce.

Florian ritirò la propria mano, incrociando le braccia sul petto. Sedette con la schiena rigida, allontanandosi da lui.

Affascinante, tremendamente affascinante e sensuale.

-Reik sa delle tue inclinazioni...-

-Ma io non ti amo e lui potrebbe offendersi-

-No. Ne abbiamo parlato-

-Quando?-

Florian si strinse nelle spalle. Un gesto misurato, elegante, che gli causò l'ennesima contrazione al basso ventre. -Spesso, negli ultimi tempi. Lui non se la sente ancora di avere rapporti con te...-

-È in convalescenza. E io non sono così ninfomane-

-Mai pensata una cosa del genere. Però io ti amo, lui ti ama e vogliamo il meglio per te-

-Siete diventati amici-

-Una specie- ammise il vampiro a denti stretti e distolse gli occhi da lui.

Abel si tirò a sedere e gli strinse una spalla, cercando di richiamare la sua attenzione. -Che cosa mi state nascondendo?-

-Nulla- mormorò Florian, così piano che a stento riuscì a sentirlo.

-Bugiardo- Abel provò un sottile fremito di piacere nel pronunciare quell'unica parola, la stessa che l'altro gli aveva rifilato spesso, in passato, soprattutto quando si era trovato in situazioni complicate per il suo cuore, decidendo di tacere mentre tentava di fare chiarezza dentro di sé.

Florian lo aveva sempre compreso, guardando oltre i suoi segreti, le sue frasi a metà, e gli suscitava un ché di sadico entusiasmo nel trovarsi al suo posto, nel comprendere che i ruoli si erano invertiti – almeno per una volta.

Florian trasse un profondo respiro ed espirò piano, girandosi di nuovo nella sua direzione. -Ci siamo legati molto, negli ultimi tempi-

-Vi siete legati molto o ti sei legato a lui per colpa mia?- chiese, mentre la sua voce assumeva delle sfumature che risultarono spiacevoli persino alle sue stesse orecchie.

-Che cosa cambia?-

-Cambia, dannazione! Tu sei legato a me e non voglio vederti legare a qualcun altro solo per riflesso dei miei sentimenti per quel qualcuno!-

-Devi accettare che io sono questo: un succubo. Un mostro che si nutre di sentimenti, di sangue, un parassita che vive di riflesso delle vite e dei sentimenti altrui-

-Non parlare così, per favore...-

-Ho cercato di fartelo capire con la buone, ma tu continui ad umanizzarmi. Io non sono umano, Abel. Sono un vampiro. Ho smesso di essere umano più di un secolo fa. Adesso è questa la mia natura-

-Sì, ma...-

-Non ci sono ma!- lo interruppe Florian e alzò la voce, sconvolgendo Abel che, mai prima di allora, lo aveva sentito urlare. -Io sono questo. Mi vuoi bene, non mi ami, perfetto. Puoi anche accettarmi per quello che sono?-

-Sì-

-Ricordati bene di quest'unica parola. Perché vuol dire che la dovrai smettere di prenderti pena dei miei sentimenti, del mio modo di pensare e di agire. Io sono felice di essere quello che sono, sono in pace con me stesso, non ho bisogno di avere in cambio la tua pietà-

-Non è pietà...!-

-Sì che lo è!-

-Io sto in pensiero per te!-

-Se tu fossi nato sotto un cielo viola, per te sarebbe stato strano? Anche se fosse arrivato qualcuno a dirti che il cielo è blu e che era dispiaciuto di saperti a vivere sotto un cielo viola?-

Abel aggrottò la fronte. -Ma questa cosa non ha senso-

-Perché no?-

-Sono nato all'interno di un clan di licantropi, umano in mezzo a uomini-lupo. E loro sono chiusi mentalmente, bigotti e stupidi. Ho cercato di meglio per me, una vita senza stupide costrizioni sociali e mentali...-

-Sono due cose diverse-

-No-

-Invece sì!- e Florian prese il suo volto tra le mani, mentre la sua espressione si faceva esasperata. -Non stiamo parlando di culture o costrizioni sociali. Di scelte. È la mia natura, sono fatto così. Tu sei testardo, attaccabrighe, stronzo, sboccato. Eppure io ti amo lo stesso, ti accetto con tutti i tuoi difetti e pregi-

-Sono pure diversamente alto-

-E hai degli incantevoli occhi azzurri- continuò Florian, e il suo tono di voce si fece più morbido. Gli accarezzò le ciglia di un occhio con un polpastrello, un tocco così delicato ed effimero, qualcosa di impalpabile, come se stesse sfiorando la cosa più preziosa al mondo. Abel si commosse e ricacciò indietro il nodo che gli aveva serrato la gola, deglutendo sonoramente. -Dei preziosi capelli bruni, un visino delicato, delle labbra che sono la dannazione di ogni essere vivente. La mia dannazione. Sei coraggioso e colmo di un senso di lealtà che è cosa assai rara al giorno d'oggi-

Abel gli si fece vicino, desideroso di interrompere quel litigio con un bacio, ma Florian glielo impedì.

Il vampiro poggiò un dito sulle sue labbra e premette piano, per poi scivolare dentro la sua bocca, osservandolo incantato mentre Abel iniziava a succhiarlo. -E ti accetto, per tutto quello che sei, per come sei. Puoi fare altrettanto per me, anche senza amore?-

Abel gli prese la mano tra le proprie e allontanò il suo dito dalla bocca. Rimase a fissarlo in silenzio, stringendolo ancora a sé, avvicinandolo di più al proprio petto. -Ti sei innamorato di Reik?- gli chiese in un sussurro e Florian annuì. -Perché lo amo io- e il vampiro sgranò appena gli occhi, ma Abel non gli permise di ribattere. -Va bene. Tu sei questo. E questo non ti fa soffrire perché è nella tua natura-
Florian sorrise e annuì. -E avete parlato di me alle mie spalle!- esclamò e l'altro si fece di colpo preoccupato.

Abel mise da parte l'emozione colma di soddisfazione che stava provando in quell'istante e tentò di portare avanti quel gioco, fingendosi indignato.

Non gli dispiaceva affatto che Reik e Florian fossero entrati abbastanza in sintonia da darsi a confidenze tra di loro.

Erano settimane che litigava con Reik perché aveva iniziato a vedersi brutto, non all'altezza di "stare con lui". Non stavano neanche ufficialmente insieme. Si amavano. Avevano fatto sesso – ed era passato così tanto tempo da allora che Abel aveva cominciato a guardare a quei ricordi con estrema nostalgia.

Nonostante tutto, nonostante i sentimenti che li legavano, Reik non si confidava con lui – forse proprio perché non avevano ancora iniziato una relazione ufficiale? Non lo sapeva, non riusciva a darsi spiegazioni soddisfacenti, ma sapere che almeno sfogava il proprio malessere emotivo con Florian lo rincuorò.
Anzi, ne fu proprio contento: Florian era sicuramente un amico più attento, calmo e pacato di quello che avrebbe potuto essere lui per Reik.

-Sei geloso?- chiese il vampiro, accarezzandogli il collo, lasciandosi scivolare un paio di ciocche dei suoi capelli tra le dita.

Abel si morse un labbro. -Affatto- ammise con un sospiro e si sentì arrossire, mentre gli si faceva più vicino, desideroso di riprendere da dove si erano interrotti.

Florian gli aveva assicurato che non ne avrebbe sofferto.

Reik ne sarebbe pure stato sollevato.

Era anche arrivato il momento di porre fine alle paranoie.

Si avventò su di lui, desideroso di interrompere le parole e di circondarsi di lui. Per gli istanti successivi non voleva altro che concentrarsi su di lui, spegnere i pensieri e cedere alle tentazioni.

E la tentazione più grande, in quel periodo della sua vita, portava senza ombra di dubbio il nome del vampiro.

-Florian- sussurrò sulle sue labbra e gli leccò quello inferiore per poi scivolare dentro la sua bocca.

L'altro gli accarezzò la schiena, partendo dal basso, sfilandogli la maglietta mentre gli sfiorava la pelle con le unghie, facendolo rabbrividire. Abel si lasciò cadere sul materasso e Florian ritornò con le mani sui suoi pantaloni, rimuovendoli con gesti sbrigativi. -Sei ancora troppo vestito- borbottò, sentendosi vulnerabile – per la prima volta in vita sua – nel trovarsi nudo dinanzi a un uomo con cui si apprestava a fare sesso.

Sicuramente c'entravano i sensi di colpa, le sue convinzioni, le idee che – nonostante ciò che aveva affermato poco prima – lo spingevano a pensare di stare per approfittarsi del suo cuore innamorato.

Il vampiro, però, prese a spogliarsi a sua volta e Abel rimase incantato dai suoi movimenti, spegnendo di colpo la mente, catturato dai suoi gesti colmi di febbricitante erotismo. Si sentì arrossire, il fiato venne meno, mentre Florian gli si mostrava in tutto il suo splendore mascolino.

Aveva litigato con suo padre, non molto tempo prima, proprio perché gli aveva destinato in sposa una donna e lui aveva protestato asserendo che le mancava un requisito fondamentale per poter stare con lui.

-Non ha il cazzo-

Ma non era solo una questione di cazzo. Lineamenti, muscoli, consistenze, tensioni, forme. Tutto, amava tutto del corpo di un uomo. Le mani, soprattutto la sensazione delle mani di un uomo sul proprio corpo lo mandava in visibilio.

Ridacchiò nervoso e Florian sollevò un sopracciglio, fissandolo con un certo scetticismo. -Sono eccitato e tu mi stai facendo invecchiare-

-Il tempo sembra dilatarsi quando la situazione si fa piacevole-

-Temo che sia esattamente il contrario- ribatté.

-Non dubitavo del fatto che non saresti stato d'accordo-

Abel lo mandò a quel paese e Florian riprese a baciarlo, ponendo fine alle parole. Accarezzò il suo corpo, con dita tremanti, rendendosi conto di quanto gli fosse mancato il contatto intimo con un altro uomo – più di quanto avesse immaginato.

Troppo tempo. Così tanto che decise di mandare a 'fanculo l'omino della ragione e di lasciarsi andare. 

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