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SEDICI

Quando Ada si fu calmata, Abel finalmente poté concedersi qualche ora di riposo. Tutto il caffè che aveva bevuto nelle ore precedenti non ostacolò di una virgola il tonfo che fece nel letto, dormendo per quasi sei ore consecutive. Una volta sveglio, si concesse persino una colazione abbondante, sotto lo sguardo di rimprovero della sorella che lo seguiva come un'ombra.

-Non hai di meglio da fare che starmi addosso?- le chiese quando, per l'ennesima volta, si alzò dalla sedia per prendere una cosa e si scontrò con lei.

-Ti devo proteggere-

-Perché non vai a far visita ad Hauke? Magari scopate pure e ti rilassi un po'-

-Sai cosa mi rilasserebbe?- domandò lei con fare retorico. -Prenderti a pugni-

-No, non credo-

-Io dico di sì-

-Dopo due pugni, al massimo, finirei al tappeto e tu non ne saresti affatto soddisfatta, te lo assicuro- disse e sua sorella scoppiò a ridere. -Sul serio-

Ada scosse la testa e incrociò le braccia sotto al seno. -Tutta questa storia ti ha reso più insicuro- sussurrò senza guardarlo negli occhi.

Abel si irrigidì e le voltò le spalle.

-Non ti saresti mai buttato così giù, in passato, anzi. Ricordo che ti menavi di continuo con Rudi... Com'è che chiamavate i vostri stupidi giochi?-

-Non lo ricordo. Forse mi stai confondendo con qualcun altro-

-Giochiamo a fare wrestling. E ve le davate di santa ragione, con grande sgomento di mamma a cui poi toccava medicarvi-

Abel si lasciò sfuggire un sorriso triste e scosse la testa. -Adesso non sarei più in grado di tenere testa a Rudi-

-Solo perché hai smesso di seguire gli allenamenti-

-No- sbottò e tornò a guardarla in viso. -Perché lui è un licantropo e io no-

-Non è una novità, era lo stesso allora e lo mettevi al tappeto spesso-

Abel si strinse nelle spalle. -Va bene, avevo più forza allora, e Rudi era meno addestrato e meno pericoloso...-

-No. Eri più sicuro di te. Ti sentivi alla pari con Rudi e riuscivi a tirare fuori una forza sovrumana-

-Ma io sono umano-

Ada tacque e Abel tornò a darle le spalle. Si riempì un bicchiere d'acqua che bevve a piccoli sorsi, nel tentativo di sciogliere il nodo che gli aveva serrato la gola. Si sentì abbracciare da dietro, il profumo di sua sorella gli arrivò prepotentemente alle narici, mentre le sue braccia gli circondavano la vita. Era alta tanto quanto lui – quindi di bassa statura – ma era bello essere abbracciati da qualcuno senza sentirsi, al contempo, sovrastati da quella persona.

-Questo non è un difetto. E tu rimani comunque mio fratello maggiore-

-E ci sei tu a proteggermi-

-Soltanto perché hai smesso di addestrarti e ti sei rifiutato di diventare un soldato del Clan-

-Non ne ero all'altezza-

-Questo lo pensi tu-

-Saul...-

-Ti aveva inserito nel Programma, come ha fatto con me e Rudi. Papà è ancora un po' chiuso mentalmente, ma sta cercando di cambiare le cose. Pure le femmine del Clan ora possono fare parte della Guardia...- lo interruppe.

Abel trasse un profondo respiro. -Aveva inserito me nel Programma solo per fare contenta mamma-

-No, perché credeva in te-

Sciolse il loro abbraccio e si girò a guardarla. -Credeva, appunto. E solo le ragazze del branco possono fare parte della Guardia, non tutte quelle del Clan-

-Il sangue non c'entra...-

-C'entra sempre. Saul mi aveva inserito perché mamma gli aveva rotto le palle insistendo per farlo. Ha inserito te perché sei sua figlia, e Linda ed Else soltanto perché sono sue nipoti, avete tutte il suo stesso sangue, fate parte del branco. Ma le altre ragazze che avrebbero voluto fare parte del Programma non le ha ammesse. È soltanto sceso a compromessi con mamma, non ha affatto... aperto la sua mente-

Ada aprì la bocca – con tutta probabilità per ribattere – ma venne interrotta ancora, quella volta dal cellulare di Abel che emise un suono di notifica, avvisandolo dell'arrivo di un messaggio. Non si fece sfuggire l'opportunità di troncare la discussione con la sorella e recuperò l'apparecchio.

Come stai?
Oggi sembra addirittura una giornata piacevole e sono sicuro che il merito sia tutto tuo! Sono riuscito a dormire un paio d'ore, tu?

Aggrottò la fronte.

-Tutto okay? Cattive notizie? Qualche altro morto?-

-Non sei divertente-

-Non volevo esserlo. Lo stronzo sei tu, mica io-

Abel roteò gli occhi e sbuffò. -È il poliziotto con cui ho fatto sesso-

-Wow! E che ti dice?-

-Che mi ha fatto delle foto osé a tradimento e adesso vuole ricattarmi-

-Cosa?!-

-Sto scherzando-

-Tu!- tuonò la ragazza e prese a dargli pugni a un braccio.

-Basta!-

-Non ti sto facendo male- borbottò Ada e incrociò le braccia sotto al seno, mettendo il broncio.

Abel le rivolse un'occhiataccia e si massaggiò il braccio offeso – solo per fare un po' di scena e non darle ragione dato che, effettivamente, non gli aveva fatto male per niente. -Mi ha mandato un messaggio strano, però-

-Non ti credo- Abel glielo mostrò. -Che c'è di strano? Te lo sei conquistato-

-Dici?-

-Sicuro-

-Mah- borbottò e ripose il cellulare in una tasca dei pantaloni, senza rispondere al messaggio.

-Cosa non ti convince?-

-È un poliziotto-

-Magari è un bravo poliziotto-

-Detto da te è agghiacciante-

-Stronzo-

-Sì, questo è ormai assodato-

Ada scosse la testa. -Non tutti i poliziotti sono corrotti-

-Fino a stamattina dicevi che erano di più quelli di cui non fidarsi...-

-E se tu avessi avuto culo e beccato quello di cui fidarsi...?-

-Cosa è cambiato? Che mi sono perso mentre dormivo?- la interruppe.

Ada si morse un labbro e distolse gli occhi lui. Arrossì. Abel percepì decine di campanelli d'allarme trillare in simultanea.

-Avete indagato su di lui- disse con voce tagliente.

-No, per niente-

-Stai mentendo-

La ragazza sbuffò. -Sai che non so dire bugie! Di certo papà sta indagando su di lui...-

-Cosa?! Come ha fatto a sapere...-

-In quanto poliziotto che ti ha trascinato in questo brutto guaio- lo interruppe.

-Ah-

-E scoprirà sicuro che ci hai fatto sesso-

-Bene-

-Non proprio-

-Ero ironico- Abel trasse un profondo sospiro e si passò una mano tra i capelli. -Che mi sono perso?-

-Tra poco ci sarà la luna piena... tipo domani-

-Tipo-

-Papà ha delle ipotesi riguardo tutta questa storia...-

-Fammi indovinare- disse, alzando una mano davanti al suo viso. -Uno: il cattivo è qualcuno che appartiene a qualche specie che gli sta sul cazzo. Due: i cattivi sono umani-

-Tre...- Ada rimase senza parole per qualche istante. -La prima ipotesi- ammise infine.

Abel si premette due dita sugli occhi, strofinandosi le palpebre con una certa irruenza. Bruciavano. -Spiegati-

-Un mannaro o qualcuno che punta a far vacillare il suo potere-

-Come no...-

-Resta di fatto che ne è convinto ed è riuscito a convincere Magda-

-In che senso?-

-Anche lei sospetta che possa trattarsi di qualcuno che fa parte della comunità-

Lo penso anch'io.

-Credevo che Magda fosse intelligente-

Ada gli diede una spintarella e sbuffò ancora. -Magda teme che possa trattarsi di qualcuno intenzionato a non mischiarsi tra gli umani. Un puritano. Non per forza un lupo. Stanno tirando in mezzo il Clan perché siamo quelli che già da soli, lo scorso anno, avevamo attirato troppe attenzioni da parte dell'A.S.S.S.-

Abel si portò entrambe le mani tra i capelli, intrecciando le dita sulla nuca. Si sentiva esplodere di informazioni inutili. Nessuna delle ipotesi che si stavano accavallando intorno a quella storia si basava su fatti concreti. Su prove. Nulla. Era come trovarsi in mezzo a una guerra fredda, tra due fazioni opposte che si accusavano a vicenda, basandosi solo ed esclusivamente su pregiudizi e odio reciproco.

Ma c'erano delle vittime.

-Quindi cosa mi aspetta?- domandò con tono rassegnato, sicuro che la sorella non gli avesse ancora rivelato tutto quello che sapeva.

Ada scrollò le spalle. -Magda ha acconsentito a una delle richieste di papà e domani andremo a caccia di mannari. In cambio, però, papà ha lasciato le redini dell'indagine interna a lei, con la scusa che su di lei non pende nessuna segnalazione...-

-Magda sta cercando di spodestarlo?-

-No. Di togliercelo dalle palle e permetterci di indagare con più obiettività-

-Sicuro Saul non resterà in panchina a lungo- Ada si strinse nelle spalle e sorrise tesa. -Caccia al mannaro che esiste solo nella testa di Saul?-

Sua sorella annuì con fare titubante. -Beh, non è che siamo proprio certi che non esista-

Solo perché non vuoi ammettere che Saul sta delirando...

-Wow- disse Abel con scarso entusiasmo e decise che era arrivato il momento per un altro caffè.

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