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I'M FINE // STO BENE

Quando gli occhi di Jimin si puntano nei miei vorrei quasi poter scappare, sono così profondi e sembra quasi che mi stiano leggendo dentro. La sua voce esce bassa e riesco a leggere confusione in essa «Sun?» alza un sopracciglio sorpreso di vedermi fuori la porta di casa sua.

«Hey» alzo una mano in modo goffo non sapendo cosa dire o fare. Jimin sposta i suoi occhi su tutta la mia figura e lo vedo cambiare espressione «Ma sei tutta bagnata. Entra in casa prima di prendere un malanno» non mi dà neanche il tempo di rispondere che la sua mano finisce sul mio braccio trascinandomi in casa.

Sono imbarazzata, un po' perché non so per quale motivo io sia venuta da lui e un po' perché sono piena d'acqua dalla testa ai piedi nel salotto di casa sua.

«Cosa fai qui?» chiede puntando ancora i suoi occhi nei miei, ma io li abbasso non riuscendo a sostenere il suo sguardo.

«Yoongi mi ha detto che stavi male» riesco a dire con voce bassa. Mi torturo le mani e quando vedo che non risponde alzo il capo e lo trovo ancora a fissarmi.

«Eri preoccupata per me?» chiede con un filo di voce.

«No -urlo- certo che no» ma che cavolo mi prende?

Jimin sorride appena stringendo le labbra «Sei tutta bagnata -ripete e vorrei dirgli che l'ha già detto ma resto in silenzio- che ne dici di asciugarti prima di finire ammalata?» annuisco poco sicura.

«Vieni, ti mostro il bagno» mi fa strada e decido di seguirlo in silenzio, ci inoltriamo in un piccolo corridoio e vedo Jimin aprire la prima porta sulla destra, seguo ogni suo movimento, il modo in cui si abbassa di poco per aprire il piccolo mobiletto bianco posto sotto al lavello, come prende un asciugacapelli e me la porge e poi un piccolo asciugamani «Inizia ad asciugarti, vado a prendere dei panni asciutti ok?»

«Non ce n'è bisogno Jimin, davvero» lo fermo, ma lui scuote il capo ignorandomi e uscendo dal bagno.

Bene, come sono finita in questa situazione?

Mi guardo intorno, il bagno è piccolo e le piastrelle bianche lo rendono così spoglio, sposto il mio sguardo sulla mia figura allo specchio, i capelli sono tutti bagnati e non sono i soli, caccio uno sbuffo già pentita di essere venuta qui.

Decido di passare l'asciugamano prima sui capelli per tamponarli e solo dopo inizio a spogliarmi appoggiando i miei vestiti sul piccolo mobiletto anche esso bianco. Ma nel preciso istante sento la porta del bagno aprirsi e mi ritrovo Jimin davanti.

«Jimin» urlo come una matta. Ma che cazzo fa?

«Oh cazzo» urla a sua volta, si gira dandomi le spalle «Scusami Sun, io non pensavo ti fossi già spogliata.»

«Ma se mi hai detto tu di asciugarmi» continuo ad urlare, provo a coprirmi con l'asciugamano anche se lui è di spalle e so che non può vedermi.

«Sì, ma pensavo che aspettassi di avere i vestiti prima di farlo» sbuffa sonoramente.

«Jimin dammi questi vestiti e va via» mi avvicino a lui e lo vedo chiaramente con gli occhi chiusi, sorrido appena mentre prova a porgermi i vestiti ma li punta dappertutto tranne che verso me. Rido sommessa e li prendo io, poi con una piccola spinta lo caccio fuori dal bagno.

È carino tanto quanto impacciato.

Jimin's pov

Sento la porta del bagno chiudersi alle mie spalle e solo allora apro gli occhi.

So di avere le guance in fiamme e mi do un piccolo colpetto sul viso per riprendermi, ma perché diamine non ho bussato prima di entrare?

Scuoto il capo provando a scacciare l'immagine di Sun mezza nuda dalla mia testa e decido di andare in cucina a prepararle qualcosa di caldo, magari una cioccolata calda dato che le tisane non le piacciono. Mi avvicino ai fornelli e inizio a preparla, dopo poco sento dei passi alle mie spalle, so che è Sun, perché la nonna non è in casa.

«Ti sto preparando una cioccolata calda» le dico voltandomi, ma il fiato mi muore in gola non appena la vedo con i miei abiti addosso, sembra ancora più piccola del solito, il suo viso è abbassato e le sue mani si torturano per poi nascondersi nei polsini della felpa grigia. Sorrido appena e mi appoggio al bancone.

«Senti freddo?» le chiedo dato che si stringe nella felpa.

«No» alza lo sguardo su di me, la vedo mordersi le labbra e decido di concentrarmi sulla cioccolata calda, la verso in due tazze e poi mi siedo porgendone una a lei.

Sun mi sorride per ringraziarmi e avvicina la tazza alle labbra, faccio lo stesso prendendone un piccolo sorso «Allora?» chiede poi.

«Allora cosa?» non capisco.

«Come ti senti?» perché le interessa così tanto? Neanche parliamo io e lei.

«Perché sei qui Sun?» le chiedo ignorando la sua domanda. La vedo alzare gli occhi verso me confusa.

«Te l'ho detto, volevo...»

«...Non mi dire che volevi sapere come stavo, neanche mi rivolgi la parola.»

Si sta agitando e lo capisco dal modo in cui appoggia la tazza sul tavolo e da come respira in modo irregolare.

«Jimin volevo semplicemente sapere se stavi bene, ora che tu mi creda o no, non mi interessa» sputa fuori in modo acido.

Mi schiarisco la gola «Sto bene» annuncio passando una mano tra i capelli.

Sto davvero bene, semplicemente non mi andava di uscire e quindi ho detto ai ragazzi di sentirmi poco bene, solo così mi avrebbero lasciato in pace.

«Quindi io mi sono fatta una doccia per nulla?!» chiede più a se stessa che a me. Ma decido di rispondere ugualmente, perché il suo tono acido mi ha irritato.

«Non mi pare di averti chiesto di venire» le dico con il suo stesso tono.

Spero stia scherzando, si presenta a casa mia perché pensa che io stia male, poi una volta che le dico di stare bene si incazza per ciò? Avrebbe preferito trovarmi morente o cosa?

Sun inarca le sopracciglia e appoggia la tazza sul bancone per poi alzarsi infastidita «Io ora devo andare» annuncia.

La guardo non capendo, perché si sta comportando così?

«Già vai via?»

«Sì, sono venuta a vedere come stavi e ora che so che stai bene posso anche andare» mi dà le spalla e si incammina.

Ma è seria?

«Sun, aspetta» si ferma e si vota a fissarmi «Perché ti comporti così?»

«Così come?» chiede brusca.

Mi mordo le labbra in modo isterico «Così Sun -ribatto- mi ignori per giorni interi, poi dal nulla ti presenti a casa mia dicendo di essere preoccupata per me...»

«...Io non ho mai detto di essere preoccupata per te, questo l'hai detto tu» mi interrompe incrociando le braccia.

La guardo alzando un sopracciglio, devo restare calmo, faccio un lungo respiro e continuo il mio discorso «Dicevo -la fisso pregandole di stare zitta e di farmi finire- vieni da me a chiedermi come sto, poi il minuto dopo mi rispondi male e sembra quasi che ti dia fastidio la mia presenza.»

«Non dire cazzate, non mi dà fastidio la tua presenza» la vedo schiarirsi la voce «Yoongi mi ha detto che stavi male quindi sono semplicemente venuta a vedere come stavi.»

«Sì, ma perché? Non mi parli da giorni, eviti anche un mio sguardo e poi vieni fin qui?»

«Perché ero...» si morde le labbra bloccandosi a metà frase.

«Perché eri preoccupata per me» continuo io sornione.

«No, perché io volevo solo sapere come stavi» ribatte con voce bassa. La guarda alzando un sopracciglio.

«Ok sì, forse ero preoccupata per te» ammette con uno sbuffo.

«Toglierei il forse» le dico prendendola in giro.

Batte i piedi per terra come una bimba e poi si scosta i capelli scuri che le sono finiti davanti agli occhi, mi soffermo su di essi e noto che sono ancora un po' bagnati «Perché non finisce la tua cioccolata calda prima di andare?» le dico provando ad essere più gentile possibile.

Non risponde ma mi sorpassa andando in cucina, sorrido appena e la seguo. La guardo mentre si accomoda sullo stesso sgabello di qualche minuto fa e come finisce di bere la sua cioccolata.

Io invece decido di sedermi al suo fianco, appoggio le braccio sul tavolo e la guardo provando a memorizzare nella mia mente ogni suo particolare del viso, il naso piccolino e all'insù, le labbra rosee e piccole, gli occhi che sono fissi nel vuoto e qualcosa mi dice che stia pensando alla sua famiglia.

L'altra sera mi ha detto che le mancano davvero tanto, non riesco a capire perché sia venuta qui. Io sono dell'opinione che non bisogna mai scappare dalle proprie sofferenze, ma bisogna affrontarle, solo così poi staremo bene. Quindi non so quanto possa aiutarla questa permanenza qui a Seoul. Ma ciò che so è che se lei lo vorrà io sarò qui ad aiutarla.

E forse è ciò a farmi parlare adesso «Che ne dici se una di queste sere andiamo nel mio posto speciale?» Sun punta il suo sguardo su me e sembra quasi sull'orlo delle lacrime.

Ho detto qualcosa di sbagliato?

«Ma mi hai detto che quello è il tuo posto speciale e che non lo mostri a chiunque.»

«Lo so» so perfettamente cosa ho detto.

«Quindi perché vuoi mostrarlo proprio a me?»

Onestamente non so perché voglio che lei lo veda, ma da quando parlammo la prima sera ho sempre pensato che fosse giusto così «Perché so che ti piacerà molto» passo la mano dietro al capo in imbarazzo.

Quel posto ha aiutato me tante di quelle volte, mi aiuta a distrarmi dai problemi della vita e forse riuscirà ad aiutare anche lei.

La vedo abbassare i suoi occhi sulle mani che sono intente a giocare con la tazza, sento il suo respiro diventare irregolare e potrei dire di riuscire quasi a sentire il suo cuore battere ad una velocità assurda, ma forse mi sbaglio ed è solo il mio di cuore a farlo.

Passano i secondi, la cioccolata ormai è diventata fredda, io ho smesso di guardare Sun e ho spostato la mia attenzione al vuoto, non so cosa stia pensando, ma so che se la sua risposta sarà un "no" io ci rimarrei davvero male. Sembra così assurdo il modo in cui io mi stia legando a lei nonostante la conosca da solo qualche giorno, nonostante io non sappia praticamente nulla di lei. Ma è come se qualcosa dentro di me spingesse verso di lei, come se qualcuno mi stesse quasi spronando ad avvicinarmi a lei e a lasciarla entrare nella mia vita.

E quando la voce di Sun arriva alle mie orecchie, quando dalle sua labbra esce un «Potremmo andare domani sera» in quel preciso momento capisco che non importa se ci sia qualcuno a spingermi verso lei o no, quello che conta è che io sento quasi il bisogno di lasciarla avvicinare a me.

🍀🍀🍀

SCIAO!

Ho aggiornato prima questa volta quindi per favore apprezzate anche se il capitolo fa abbastanza caigare.

Allora, in questo capitolo ci è stato anche il punto di vista di lui, spera vi sia piaciuto. I due si stanno avvicinando pian piano. Sembra quasi che qualcosa li spinga a farlo, ricordiamo i piccoli dettagli, le parole del mago, date peso ad ogni piccola cosa.

Io ci sto mettendo tutta me stessa in questa storia, come per qualsiasi cosa che ho scritto e sto scrivendo. Premetto che mi risulta un po' difficile perché all'inizio doveva essere una storia d'amore ma poi mi è diventata una ff quindi mi sta venendo più difficile, diciamo che non sono brava nelle ff.

Spero solo che il capitolo e la storia stessa sia di vostro gradimento e grazie a tutte le persone che la stanno leggendo, per me è importante.

Ps: la foto a inizio capitolo l'ha appena pubblicata e io sto avendo un mental breakdown scusatemi quindi la sto mettendo praticamente ovunque.

Instagram: iamsaravincenti

I Purple You 💜

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