Arte: prime avanguardie storiche
Avanguardie storiche
La prima guerra mondiale al prezzo di quasi 10 milioni di morti, sancirà definitivamente la fine della belle epoque, il rovinoso crollo degli imperi centrali di Prussia e di Austria Ungheria e il primo affacciarsi sulla scena internazionale della nascente potenza degli Stati Uniti d'America.
Esperienze artistiche dei primi anni del 900, dunque, maturano in un contesto generale più che mai ricco di incertezze e contraddizioni.
Gli studi che proprio in quel periodo Sigmund Freud sta compiendo sulla psicoanalisi, scoperchiando per la prima volta al mondo che ciascuno ha nel proprio inconscio e che, a volte, riesce a manifestarsi solo attraverso i sogni o desideri repressi, contribuiscono ad aprire ulteriori orizzonti di ricerca. L'arte, in altre parole, non deve trovare più le proprie motivazioni solo nella realtà visibile, quella che i filosofi chiamano fenomenica, cioè percepibile attraverso i fenomeni nei quali si manifesta, ma può aprire la propria indagine anche nel campo sconfinato della realtà interiore e del sogno.
Gli anni del 900 sono anche gli anni successi alla nascita della fotografia, considerata come la seconda crisi dell'arte. (Successiva alla prima, quella del manierismo)
L'arte che fin dalla preistoria ha cercato di rappresentare il reale, il verosimile, entra in crisi con la nascita della fotografia.
Proprio questa necessità dell'arte di dover necessariamente trovare un nuovo senso di esistere, nascono le avanguardie storiche. Il cubismo, L'astrattismo, il futurismo, il dadaismo e il surrealismo. Le avanguardie storiche possono essere quindi considerate come quei movimenti artistici che cercano di dare all'arte un nuovo senso di esistere, un nuovo scopo.
DADAISMO
Duchamp
Questo artista si chiama Marcel Duchamp ed è secondo me il grande genio del novecento allora molto spesso ci viene detto che il genio del secolo ventesimo sia Pablo Picasso, ma lui è stato il grande rivoluzionario del novecento per quanto riguarda la forma dell'arte; aveva creato un nuovo modo, una nuova forma di strutturare l'immagine attraverso la prima grande avanguardia che è stato il cubismo. Dal punto invece di vista concettuale/ mentale/ intellettuale il grande genio, colui che ha cambiato completamente la storia dell'arte contemporanea, è il genio irriverente, ironico, sarcastico e tagliente Marcelle Duchamp.
Nasce il 28 luglio 1888 e muore il 2 Ottobre 1968
Lui è conosciuto come il creatore del ready made: del già fatto; dell'oggetto già fatto
Duchamp scrisse molto. Ha realizzato anche una raccolta di tutti i suoi appunti nella famosa scatola verde. Letteralmente una scatola dove ha raccolto pensieri, gli appunti (molto spesso anche fuorvianti e misteriosi di spiegazioni delle sue opere)
Sin dalla preistoria l'essere umano ha sempre cercato di rappresentare il il reale e il verosimile; all'inizio del novecento con la nascita della fotografia questo non ha più senso. Abbiamo la seconda crisi della storia dell'arte la prima è stata il manierismo la seconda proprio questa. A qui quindi nascono le avanguardie le prime avanguardie storiche il cubismo all'astrattismo il futurismo il dadaismo e il surrealismo.
qui lo Duchamp descrive cosa è per lui l'arte: essa deve staccarsi ovviamente dall'arte secolare, dall'arte dei
millenni precedenti. "volevo far sì che la pittura servisse ai miei scopi e volevo allontanarmi dal suo lato fisico a me interessavano le idee, non soltanto i prodotti visivi. Volevo riportare la pittura al servizio della mente la pittura non dovrebbe essere solamente retinica o visiva dovrebbe avere a che fare con la materia grigia della nostra comprensione invece di essere puramente visiva. Gli ultimi cento anni sono stati retinici io ero talmente conscio dell'aspetto retinico della pittura che personalmente volevo trovare un altro filone da
esplorare"
Duchamp quindi ci dice che l'arte per lui non ha più senso se continua a essere puramente retinica, percettiva sull'occhio. L'arte deve muovere la materia grigia dello spettatore, deve essere intellettualmente stimolante, deve essere affascinante, deve porre problemi. Con lui nasce la storia dell'arte contemporanea come la pensiamo oggi. In cui lo spettatore ha il 50% del ruolo, oltre a quello dell'artista, perché lo spettatore deve porsi delle domande, deve chiedersi quale senso ha per lui la storia dell'arte, quale senso all'opera d'arte in sé. Tutto ciò solo superando l'aspetto estetico della pittura e entrando realmente nella mente nella materia grigia nell'intelletto, nel concetto di arte filosofica. concetto mentale misterioso talvolta
complesso è abbastanza fuorviante; ma l'arte per Duchamp ha questo nuovo
valore: quello di stimolare l'intelletto. C'è un richiamo con il rinascimento
perché nel rinascimento avveniva questa cosa. il rinascimento che credeva nell'intelletto credeva nel pensiero dell'essere umano i
dubbi nel vuoto in maniera diversa. Duchamp riporta al centro la mente dell'essere umano e non più solo il piacere retinico
ed estetico.
Per lui diventa interessante il senso del movimento quella che lui chiamerà la quarta dimensione ovvero quello che si vede quando siamo sul treno su un oggetto in movimento. In treno e guardiamo dal finestrino vediamo il movimento, vediamo il dinamismo, vediamo il tempo che passa, vediamo gli oggetti che passano. Riuscirà a rappresentare tutto ciò nell'opera d'arte la quarta dimensione.
Sono gli anni in cui sta nascendo il cinema e sono gli anni in cui anche
la fotografia si è resa conto che non si può accontentare di rappresentare il
reale. Si è resa conto che per vivere, per essere interessante, per essere affascinante
deve seguire l'arte, deve sperimentare e infatti sono famose gli studi del cavallo in movimento.
È famosissimo l'aneddoto degli spettatori di fronte al alla prima proiezione dei fratelli lumière del treno in arrivo alla stazione. Si dice che gli spettatori sono scappati dallo spavento; era difficile riuscire a staccare la finzione dalla realtà e quindi il movimento era visto come una magia
Nel1913 lui si rende conto che con la pittura non può rappresentare
veramente il movimento, è un'illusione. Non si può rappresentare qualcosa che si muove in qualcosa di fisso. Si chiede come fare. Nasce il ready Made: prende una ruota di bicicletta la posizione su uno sgabello e si rende conto che ecco nel movimento la quarta dimensione esiste esiste nella realtà può essere creata con l'oggetto è perché questa ruota di bicicletta si muove si muove da sola non deve essere dipinta non deve essere non deve essere creato un movimento finto c'è nel movimento vero.
La sua prima grande rivoluzione in realtà è: fontana, 1917 siamo all'armory show a new york la più grande e importante fiera d'arte contemporanea. All'epoca Duchamp porta questo orinatoio capovolto firmato r mood, il nome ricordava il nome dell'azienda che aveva prodotto l'orinatoio ciò non porta l'armory show ovviamente i critici, le persone all'epoca lo butteranno.
Riconosciamo che questo è un orinatoio riconosciamo l'oggetto però se tu mi dici che è una fontana allora immagino questo oggetto in un altro ruolo ovviamente noi riconosciamo l'oggetto come tale e lo riconosciamo in base al ruolo che l'oggetto ha nella sua quotidianità, nella nostra quotidianità; l'oggetto può avere un'altra sembianza, un'altra verità
Il grande vetro 1915-1923
Il grande vetro: lui stesso afferma che il grande vetro sia la più importante opera singola che abbia mai fatto. Partiamo subito da dire che è un enigma: è un un'opera che lui ha in qualche modo tradotto per cui lui ha lasciato dei punti dei pensieri dei ragionamenti nella famosa scatola verde.
Il primo elemento interessante è la rottura del vetro: in un viaggio per essere esposto a Brooklyn, quando arrivò a destinazione si ruppe. A quel punto Duchamp disse che l'opera era finita (prima non lo era ancora)
In realtà dopo questa rottura casuale sente che l'opera trovato il senso vero di esistere
L'opera è divisa in tre parti: nella parte superiore una donna che sta come librandosi in cielo volando. Tre finestre, 3 numero della trinità quindi la Marie che potrebbe essere anche Maria; quindi un significato religioso, spirituale collegato alla protagonista che si libera in cielo.
Nella parte inferiore gli uomini, rappresentati totalmente al contrario, contrastanti dal protagonista femminile che sembra quasi la Nike di Samotracia. Nella parte inferiore invece la visione del mondo maschile totalmente diversa. C'è una macchina al centro e a questa macchina sono attaccati dei vestiti come delle divise delle divise senza uomo, senza esseri umani è il principio secondo diverse letture dell' onanismo; quindi della creazione del piacere maschile indipendentemente dalla donna.
infatti a questa macchina a cui sono attaccate le diverse le diverse divise rappresentano proprio l'onanismo il meccanismo autoreferenziale, egocentrico assolutamente distaccato dalla sensibilità. Di come il maschio percepisce vive la sessualità il piacere sessuale.
Non c'è comunicazione tra i due mondi perché il mondo maschile rimane collegato a se stesso mentre il mondo femminile assolutamente libero di potersi esprimere.
Ogni avanguardia ha capito che doveva rappresentare l'arte per quella che si sentiva e allora ogni avanguardia ha trovato il suo modo:
Il cubismo: destrutturando e ricomponendolo sul piano dall'alto dal basso a destra e sinistra, il cubismo ci dice dobbiamo imparare a guardare la realtà da diversi punti di vista.
L'astrattismo: l'astrattismo ha tolto la figura e ha portato la poesia della musica e del colore e delle forme.
Surrealismo: ha detto non ha più senso rappresentare la realtà allora racconta la realtà del sogno
◦L.H.O.O.Q. 1919
La Mona Lisa di Leonardo Da Vinci è l'opera in assoluto più studiata, indagata della storia dell'arte. Critici, storici, filosofi, posologia, psicanalisti, hanno analizzato la Gioconda.
Le domande intorno alla Gioconda sono state infinite: perché sorride? È un uomo o una donna? Ha le mani gonfie, è incinta? Che paesaggio è, Veneto o Lombardo?
A tutte queste serie di domande, Duchamp decide di intervenire realizzando, nel 1919, L. H.O.O.Q., ovvero un Ready Made rettificato, cioè sul quale l'artista è intervenuto apportando anche qualche piccola modifica.
L.H.O.O.Q si tratta infatti di una riproduzione della Mona Lisa di Leonardo da vinci alla quale Duchamp aggiunge baffi e pizzetto.
In questo caso però la provocazione è doppia, in quanto non solo dissacra uno dei miti artistici più consolidati della storia, ma utilizza oltretutto come titolo le lettere L.H.O.O.Q che, se sillabate secondo la pronuncia francese, danno origine a una frase volgare che suona come: Ella ha caldo al sedere, in francese. Così Duchamp risponde ai dubbi inutili e superficiali degli estimatori con i baffi dicendo che è un uomo e spiegando nel titolo perché sorride.
Così facendo Duchamp non vuole negare l'arte di Leonardo, ma, a suo modo, onorarla.
Egli mette infatti in ridicolo gli estimatori ignoranti attaccati alle apparenze e alle convenzioni.
ASTRATTISMO
KANDISKY
Per Kandinskij i colori sono capaci di comunicare con noi uomini e possono suscitare in noi due diversi effetti: un effetto fisico, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro ed un effetto psichico prodotto dalla vibrazione dello spirito che il colore determina quando incontra l'anima.
Kandinskij sperava che i suoi dipinti, oltre ad essere visti, potessero anche essere ascoltati ed aspirava ad una pittura che fosse anche una "composizione musicale".
Nell'artista russo era dunque forte la combinazione tra suoni ed immagini, come in Mozart, che, insieme al loro suono, vedeva il colore delle note: si tratta di un fenomeno conosciuto con il nome di sinestesia (dal greco syn=con e aisthanomai=percepisco, comprendo), ovvero percepire insieme più sensazioni.
Nel quarto capitolo del suo libro "Lo spirituale nell'arte", Vassily Kandisky scrive Che in tutte le arti, soprattutto in quelle dei suoi tempi, è avvertibile una tendenza all'antinaturalismo, all'astrazione e all' interiorità.
• Vassily Kandinsky
Riflessioni sui rapporti tra pittura e musica convincono Kandisky che la pittura deve essere sempre più simile alla musica e che colori devono assimilarsi quanto più possibile ai suoni. La musica, infatti, è pura espressione di esigenze interiori e non imita la natura: dunque è di per sé astratta. Anche la pittura, secondo Kandinskij, deve essere astratta, abbandonando la minesis, cioè l'imitazione di un modello, di ascendenza classica greco romana. Solamente una pittura astratta, dove le forme non hanno attinenza con alcunché di riconoscibile, liberata dalla dipendenza con l'oggetto fisico, può dare vita alla spiritualità.
Il termine astratto deriva dal latino e significa prescindere da qualcosa, nel caso specifico, prescindere dal mondo sensibile, dalla realtà conosciuta e conoscibile.
La bellezza, assieme alla perfetta espressione del mondo interiore dell'artista, viene raggiunta per il tramite dei colori e della sola forma colorata, senza connessione con nessun oggetto esistente.
• composizioni
• Impressioni
• Improvvisazioni
◦Giallo, rosso, blu, olio su tela, 1925
La musica (internet)
Partendo da questo primo tentativo, Kandinskij costruisce un percorso d'ascolto attraverso la musica moderna che include Debussy e arriva fino ai primi esempi di musica dodecafonica di Arnold Schoenberg. Il filo che unisce questi musicisti è l'emancipazione del suono e la capacità di quest'ultimo di assecondare ciò che il pittore chiama "il bello interiore", vale a dire "il bello che, mettendo in disparte il bello consueto, viene adottato per imposizione di un'interiore necessità". E' chiaramente Schoenberg a conquistare il primato tra i compositori più vicini alle idee di Kandinskij: "La musica di Schoenberg ci conduce in una regione nuova, dove le esperienze musicali non sono di ordine acustico, ma puramente psichico. Qui comincia la musica dell'avvenire"
il 2 gennaio del 1911, a un concerto del compositore austriaco Arnold Schönberg (Vienna, 1874 - Los Angeles, 1951). Il pittore rimase profondamente colpito dalla estasiante musica che ebbe modo di ascoltare al concerto, che si tenne a Monaco di Baviera, la città in cui viveva: tanto che decise di dar forma alle sue impressioni in un dipinto destinato a diventare uno dei suoi più celebri capolavori. Si intitola Impressione III: Concerto, e fin dal titolo possiamo notare come Kandinskij avesse la propensione a utilizzare, per i suoi dipinti, termini tratti dal lessico della musica: impressione, improvvisazione, composizione.
L'idea era quella di trovare una "nuova armonia": Kandinskij avvertiva che la sua ricerca era totalmente conforme a quella di Schönberg, che con la sua atonalità aveva sovvertito le regole della musica classica. La musica atonale di Schönberg, si poneva l'obiettivo di non seguire più le gerarchie tonali della tradizione: i brani musicali fino ad allora erano stati costruiti attorno a una tonica, ovvero una nota principale, che dettava il ritmo di tutta la composizione, dando luogo ad armonie sottoposte a un sistema che seguiva certe regole affinché il risultato finale appaia gradevole. Schönberg aveva messo in discussione questa tradizione: nella sua musica non esistevano note principali, ognuna aveva pari importanza, e non esistevano gerarchie invalicabili. L'importanza maggiore era conferita all'ispirazione del compositore, libero di seguire il suo istinto.
La ritmica è assolutamente libera e l'ottava non costituisce un limite nel procedere della melodia.
Musica atonale (Wikipedia)
Per comprendere il fenomeno dell'atonalità, dobbiamo considerare lo stile di scrittura musicale che esso mette in discussione: . Musica occidentale nel suo complesso si basa, dal , un "vocabolario" e "grammatica" comune musicale: il . È questo sistema che permette di scrivere melodie e semplici armonie sulla base di accordi classificati, un sistema che, per due secoli, si è affermato nelle abitudini musicali, al punto da sembrare perfettamente naturale per la maggior parte di loro ascoltatori, per assuefazione. e inculturazione. In altre parole, la pratica e la composizione della musica in Occidente è stata ampiamente sottoposta all'osservanza di un sistema di regole codificate che hanno forgiato il modo in cui si ascolta e si concepisce il "modo giusto" di fare musica. Questo sistema è quello che ha attirato molta della musica classica al xx ° secolo. È anche quello con cui componiamo la maggior parte della musica popolare (varietà, pop, blues, jazz, soul, rock, metal, reggae, funk, ecc.), Sebbene alcune delle sue regole siano state talvolta allentate.
Sotto il regime nazista, la musica atonale fu attaccata ed etichettata come arte " " e catalogata come " "
È una poetica del movimento, del divenire. Il divenire delle forme, un sottofondo come di ritmo musicale. Si può cogliere come una sorta di ritmica come se fossero delle battute musicali, come delle forme che si inseguono. Visualizzazione della musica.
Il dinamismo della vita e dell'universo
Non c'è niente da capire
ESPRESSIONISMO
Munch
L'urlo 1893-1910
Passeggiando sul ponte e ha un attacco i panico, persone indifferenti
Come si sente lui. Solo la natura lo accoglie
Urlo di una persona ma anche urlo dell'epoca
Dove il linguaggio espressivo di Monk si fa più maturo il suo messaggio più angosciante e nel grido, una delle opere più inquietanti di tutto il secolo. Il dipinto fa parte di una grandiosa narrazione ciclica intitolata il fregio della vita composta da numerose tele, a loro volta suddivise in quattro temi con forti risvolti psicologici: la nascita dell'amore, la fioritura e la dissoluzione dell'amore, la paura di vivere, la morte. Il grido appartiene al soggetto della paura di vivere. Il senso profondo del dipinto realizzato nel 1893 E successivamente riproposto anche in altre versioni, lo troviamo descritto dall'artista stesso in alcune pagine di un suo diario.
"Camminavo volevo la strada con due amici, quando il sole tramonto, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue, mi fermai, mi appoggiai stanco morto recinto, sul fiordo nero azzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco, i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura, e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura."
La scena, fortemente autobiografica, e ricca di riferimenti simbolici. L'uomo in primo piano esprime, nella solitudine della sua individualità, il dramma collettivo dell'umanità intera. Il ponte, la cui prospettiva si perde all'orizzonte, richiama i 1000 ostacoli che ciascuno uomo deve superare nella propria esistenza, mentre gli stessi amici che continuano a camminare tranquillamente, incuranti dello sgomento individuale, rappresentano concluda disillusione la falsità dei rapporti umani.
Come sempre in Monk la forma perde qualsiasi residuo di verosimiglianza diventando preda delle angosce più profonde dell'artista. L'uomo che leva, alto e inascoltato, il suo urlo è un essere serpenti nato, quasi senza scheletro, fatto della stessa materia Del cielo infuocato, composto da onde sovrapposte di giallo e rosso inframmezzati da sottili lingue di bianco e d'azzurro, o il mare vischioso del fiordo
CUBISMO
Picasso
Les demoiselles d'Avignon, 1907
Nel 1906 Picasso incomincia lavorare alle "Les demoiselles d'Avignon" un dipinto di grandi dimensioni che, corretto, cancellato, riaggiustato e ridipinto innumerevoli volte, vedrà la luce solo verso la fine del 1907.
Partendo dalle solide volumetrie di Caselle Cézanne, Picasso semplifica le geometrie dei corpi (Che in liquidazione definitiva rappresentano cinque prostitute all'interno del bordello di via Avignon a Barcellona) e coinvolge in tale semplificazione anche lo spazio.
Quest'ultimo, infatti, invece di essere inteso come una serie di rapporti tra le varie figure, viene esso stesso materializzato e dunque diviene un oggetto al pari degli altri, da scomporre secondo i piani geometrici che lo delimitano.
Lo stesso procedimento viene applicato anche dalla natura morta con frutta e tovagliolo, posta sul tavolino al centro in basso.
Anche in questo caso non si percepiscono più dei rapporti spaziali coerenti.
Le stesse figure femminili non risultano più immerse nello spazio ma adesso compenetrati e, a parte il colore rosato dei nudi, sembrano essere costituite dalla stessa materia solida, cosicché ogni differenza tra contenuto, i personaggi, e contenitori, spazio, viene automaticamente annullata. Mentre nella realizzazione dei volti delle figure centrali Picasso si ispira alla scultura iberica, quelli dei due personaggi di destra risentono dell'influsso delle maschere rituali dell'Africa nera.
In un caso e nell'altro vengono stravolte non solo tutte le regole della prospettiva ma anche quelle del senso comune, che sottintende sempre un punto di vista unico.
Le apparenti incongruenze sono però finalizzate a una nuova e diversa percezione della realtà, non più visiva, come era sempre stato fino ad allora, ma mentale: cioè volte a rappresentare tutto quello che c'è e non solo quello che si vede. In questo senso non deve dunque meravigliare se di un personaggio si vedono contemporaneamente due o più lati: è come se vi vi si girasse attorno tentando poi di ricostruire la varie vedute sovrapponendole l'uno all'altro.
◦Guernica, 1937
Il 26 aprile 137, nel pieno della guerra civile spagnola che i franchiste, sostenuti dalle forze nazifasciste di Germania Italia, avevano scatenato contro il legittimo governo del paese, Picasso è sconvolto dalle notizie sul bombardamento della cittadina basca di Guernica.
All'ottusa furia sterminatrice di quell'azione terroristica, rivolta soprattutto contro la popolazione inerme, nel giorno del mercato, l'artista, allora a Parigi, risponde realizzando in appena due mesi l'enorme tela intitolata appunto Guernica, vero e proprio atto d'accusa contro la guerra e la dittatura. La posizione politica di Picasso, Ernesto, è sempre stata convinta mente democratica e antifascista, tanto che nella Germania nazista alcune sue opere vennero pubblicamente bruciate sulle piazze come esempio negativo di arte degenerata. L'opera, le cui fasi di esecuzione furono tutte documentate fotograficamente da dora mar, venne simbolicamentePresentata nel padiglione spagnolo dell'esposizione universale di Parigi del 1937 in tutto il mondo libero destò uno scalpore è una commozione pari solo all'indifferenza derisoria con la quale venne invece giudicata nella Germania di Hitler e nell'Italia di Mussolini. Guernica, che già nelle sue dimensioni denuncia la propria funzione di manifesto ideologico e politico, fatto per essere contemporaneamente osservato dal numero di persone più grande possibile, costituisce uno dei punti di sintesi più alta ispirata di tutta l'arte picassiana.
Dipinto rappresenta il drammatico momento del bombardamento. Il colore, sinonimo di vita, viene abbandonato in favore di un'omogenea gamma di grigi e azzurri su fondo antracite; le figure appaiono come spettri urlanti, illuminate all'improvviso dei bagliori sinistri delle esposizioni. È la composizione, apparentemente caotica, è invece organizzata in tre fasce verticali: le due laterali sono più strette, fra loro uguali e simmetriche rispetto a quella centrale; in quest'ultima, molto più larga, è ammassatoIl maggior numero di personaggi, nella disposizione dei quali prevalgono allineamenti fortemente geometrizzati, attorno alla figura gigantesca di un cavallo ferito che fugge impaurito.
L'ambientazione è contemporaneamente interna, come si deduce dal lampadario appeso in alto, quasi al centro del dipinto, ed esterna, come invece suggerito dagli edifici in fiamme all'estrema destra.
Questa contemporaneità divisione non è solo cubista, ma vuole rendere con violenta immediatezza la spiaggetta del bombardamento, che all'improvviso sventra e demolisce interi palazzi sparpagliando impietosamente all'aperto anche gli oggetti più intimi di ogni famiglia. In questo spazio caotico e indifferenziato uomini e donne e animali fuggono e urlano come impazziti, sovrapponendosi e compenetrandosi, accomunati dallo stesso dolore dalla stessa violenza.m
L'opera – realizzata nel 1937 e nata per rappresentare il bombardamento della città basca di Guernica – è diventata infatti nel corso degli anni un simbolo di denuncia contro gli orrori della guerra e le orribili conseguenze che ogni genere di conflitto procura all'umanità.
FUTURISMO
Nasce nel 1907 grazie a Marinetti
Parole chiave: futuro, velocità, motore, dinamico, Milano, colore, energia, distorsione
Esponenti: Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severino, Carlo Carrà
Il tema principale è il movimento, il dinamismo universale.
Realtà: continua trasformazione. Cronofotografia uguale foto intervalli molto brevi, pellicola di film, sensazione di dinamicità. Dinamismo universale
Umberto Boccioni
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882.
Nel 1900 si stabilisce a Roma e stringe amicizia con Severini, con cui frequenta lo studio del già affermato Giacomo Balla, dal quale apprende la tecnica divisionista è il gusto per la pittura del vero. Nel 1910 l'artista conosce Marinetti e poco dopo già collabora alla stesura del Manifesto dei pittori futuristi.
Muore nel 1916, richiamato alle armi per la Prima Guerra Mondiale.
La città che sale
Uno dei dipinti più significativi e che segna una tappa fondamentale nello sviluppo di Boccioni è la Città che sale.
Protagonista della grande tela, alla quale l'artista lavoro a lungo, è un turbinoso affollarsi di figure di cavalli e di uomini, dal cui intrico emergono sullo sfondo le alte impalcature di account edifici in costruzione.
Lo scenario è dunque quello della periferia urbana in espansione, con ciminiere fumanti, in alto a destra, e tram elettrici, in alto a sinistra.
E non a caso, in un diario del 1907 Boccioni aveva già annotato: "sento che voglio dipingere il nuovo, frutto del nostro tempo industriale".
La lettura del dipinto richiede un tempo lungo di perlustrazione, muovendosi tra forme centrali in primo piano che alludono a dei cavalli da tiro condotti a fatica da alcuni operai, e quelle più lontane e periferiche della città in costruzione, in uno scambio tra percezione cromatica, quindi puramente emotiva, e interpretazione razionale.
Questo rende la scena estesa e prolungata, restituendo all'osservatore un senso di durata nel tempo.
La grande profondità di campo, prodotta dalla forte differenza tra oggetti e personaggi vicini e altri molto lontani, oltre ad aggiungere densità alla visione, che così può contenere un numero maggiore di eventi, agisce nei confronti del punto di vista dell' osservatore stabilendo la sua posizione nello spazio e collocandolo vicino agli avvenimenti descritti.
Un tentativo riuscito di realizzare quel principio di portare l'osservatore al centro del quadro, che Boccioni considera essenziale nella pittura futurista.
In un primo momento lo sguardo viene attratto è quasi assorbito dall'intensità dei colori, così vibranti e filamentosi, è solo successivamente anche le forme, pur prive di contorni riconoscibili e fuse le une con le altre, emergono dall'insieme .
Cavalli, uomini, mezzi, azioni, tutto sembra unificarsi percettivamente,
La città che sale emerge dunque da questo fondersi di fatti diversi ma dotati dello stesso significato.
Con quest'opera Boccioni segna un passo decisivo nel processo di disgregazione delle leggi della rappresentazione. Il suo obiettivo è andare oltre la pure raffigurazione degli oggetti e dei personaggi, per approdare a un livello comunicativo più alto, quello dell'espressione diretta di un'emozione, di uno stato d'animo.
Carlo Carrà
Va in guerra, ma non per combattere. Era considerata città dei matti al tempo perché per il recupero post guerra. Carlo Carrà parte come pittore futurista, considerato movimento di esaltazione della guerra (Marinetti interventista). Erano convinti che con le tecnologie e grazie al futuro si poteva ristabilire l'ordine nel mondo. La guerra era considerata eroica e cavalleresca. L'obiettivo era la quarta dimensione in un'immagine ferma si voleva creare il tempo il movimento. La rivoluzione fu la fotografia che in pochi decenni cercò l'innovazione. A Ferrara Carrà incontra de Chirico.
Il cavaliere rosso 1913
Ideali del futurismo, cerca del movimento. Contrapposizione dei colori, vuole esprimere forza, colore. Nazionalismo. Idea di guerra rimarca prima della guerra
Un pino sul mare
Giorgio De Chirico
Le muse inquietanti 1916-1918
Nelle sue opere viene rappresentato il silenzio, ma in un silenzio di rispetto. Ritorno all'ordine. Tornare alla tradizione. Guerra che porta il silenzio... reazione alla realtà circostante. Si ha la percezione di essere in una città che è appena stata devastata da un naufragio. Le muse, quindi l'antichità, la perfezione della classicità, guardano l'orrore della guerra contemporanea.
Sculture classiche. Sullo sfondo una piazza. Prospettiva inquietante. Sembra scivolare verso di noi. Le teste sono come dei manichini la seconda statua e la testa per terra. Rappresentazione della perdita di identità umana. Vuol dire che non ci sono. Antichità vede l'esplosione della guerra. Anche gli accenti perdono identità. Oggetti messi insieme comunicano in modo diverso, hanno diversa identità. Gli oggetti prendono il senso del luogo in cui si trovano.
Nietzsche eterno sospeso. Einstein: relatività: è tutto relativo: persone, oggetti, tempo.
C'è tanto di più oltre a quello che si vede
SURREALISMO
Il surrealismo è un movimento artistico tipico del Novecento che ha finito per influenzare tutta la cultura di quel periodo. Nasce come evoluzione del Dadaismo, movimento che creava arte per andare contro l'arte. Ha coinvolto tutte le arti visive, anche la letteratura e il cinema. Ebbe come principale teorico il poeta Andrè Breton che fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud.; dopo averlo letto arriva la conclusione che era inaccettabile il fatto che il sogno e l'inconscio avessero avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico in cui il sogno e l'inconscio avessero un ruolo fondamentale.
Salvador Dalì
Nasce nel 1904 a Figueres, e muore nel 1989 a Figueres.
Due anni prima era nato un altro salvador dali, il suo fratellino morto dopo un anno. Dopo 9 mesi nasce Dali.
Nato per coprire il vuoto lasciato dal primo figlio morto. Questa presenza ed ombra del fratellino è stata molto opprimenti, anche da parte dei genitori. A 5 anni l'hanno portato davanti alla tomba dicendogli che era la sua reincarnazione.
Hanno tappezzato la camera di foto del fratellino. Da lì ha reagito in maniera estrema al dolore. Non dormiva la notte, aveva degli incubi. Reagito forzando la sua eccentricità, per sottolineare che lui non era il suo fratellino, lui era un'altra persona. Ha avuto problemi per tutta la vita dal punto di vista dell'integrazione.
Lungo amore di tutta la vita con la sua gala, quasi del tutto platonico, così come l'amore che ha avuto con tutte le sue amanti.
Gala è una donna più grande di lui di circa 11 anni, e la conosce all'età di 20 anni.
Aveva un ego smisurato, ma anche un animo fragile che esprimeva con la sua Gala.
Vive tutti gli avvertimenti del secolo breve, del 900.
Vive la guerra civile spagnola, le due guerre mondiali, la guerra fredda.
Surrealismo - salvador dali
"Non sono del gruppo del surrealismo, sono il surrealismo" - "siamo la droga non siamo drogati" - Marracash.
Voleva raccontare una arte entrando nei meandri dell'inconscio, raccontando qualcosa di non razionalmente comprensibile. Semplicemente seguendo la linea della psicoanalisi di Freud dell'inizio del 900.
Dali collaborò con Luis Bunuel e "un Chien Andalou" del 1929 - film surrealista. Viene aperto l'occhio di una donna, si fa finta di tagliarlo (occhio di un agnello), proprio come sacrificio, poi sguardo alla luna, per sottolineare che l'inconscio è legato alla notte, al sogno, all'onirico. Ribellarsi alla tradizione, all'accademia, alle convenzioni, ogni avanguardia a suo modo.
Il simbolismo nel suo surrealismo ci sono elementi che ritornano, le formiche, le locuste (cavallette), da cui lui era terrorizzato, l'orologio molle, simbolo del tempo relativo, dalla relatività di Einstein, le stampelle, simbolo positivo, viste come appoggio, solidità, sicurezza, gli elefanti, che lui vedeva come animali affascinanti nel movimenti, un corpo robusto che sembra danzare graziosamente sulle lunghe zampe sottili (in un'opera le lunghe zampe sottili sono le zampe degli insetti), i cassetti, da freud, corpo umano riempito da cassetti, pensieri nascosti che solo la psicoanalisi poteva aprire e comprendere, le lumache, durante il primo incontro tra freud e salvador Dali
La persistenza della memoria 1931
Magritte
Questa non è una pipa
Questa non è una pipa" opera famosissima di René Magritte.
Viene rappresenta perfettamente una pipa e sotto una scritta con una grafia impeccabile, scolastica che dice letteralmente: questo non è una pipa. Questo nel senso di questo oggetto che vedi rappresentato non è una pipa; ed effettivamente non lo è, perché è una rappresentazione.
È un'idea di arte che sottolinea l'illusione di arte nei millenni. Il reale non è reale. Quello rappresentato non è reale.
Questa è un'immagine tipica che si può trovare nei libri dei bambini alle elementari con l'immagine della casa sotto quesa è una casa. Duchamp gioca anche su questa idea, su questa voglia di ribellarsi al concetto tradizionale razionale e questa voglia di raccontare un nuovo alfabeto che è quello dell'inconscio che è quello del subconscio; spiegato da Freud perché i surrealisti raccontano il mondo del sogno.
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