Violet
"Ma che ti viene in mente?"
Patty sembra furiosa, forse non avrei dovuto confidarmi con lei.
"Perdere quasi la tua verginità con quello lì, senza dirglielo poi, sarebbe stato rude."
Non ho pensato a questo, ma non credo che sarebbe stato tremendo.
"Non capisco, è quello che vuoi davvero? Un ragazzo che subito dopo si riveste e va via?"
La mia mente materializza quell'immagine, Aiden che con il solito sorrisetto vittorioso si infila i pantaloni ed esce dal balcone della mia camera con un semplice 'grazie, fiorellino, ci si vede in giro'.
Un nodo allo stomaco mi fa contorcere.
"Non lo farebbe mai."
Nemmeno io sono molto convinta di quello che ho appena detto, figuriamoci Patty, che mi guarda di traverso.
"Allora, amica mia, ringrazio che tu ti sia fermata, ma non lo capisco proprio, devo ammettere, ahimé, che lui sia un bel bocconcino, appetitoso, e so che ti piace, ma allora che è successo?"
Scosta la sedia del mio ufficio e finalmente si siede smettendola di andare su e giù per via dei nervi.
Mi stava facendo venire il mal di testa.
"Non volevo che vedesse la mia cicatrice."
Ammetto con un filo di voce, non voglio che sappia la verità.
"Violet, non devi nasconderla o vergognartene, e poi, non se ne sarebbe accorto, l'hai coperta."
Non sono molto convinta della tesi della mia amica, coprire la cicatrice con un tatuaggio è ciò che ho fatto non appena me lo hanno concesso i medici.
Non per volerla dimenticare, ma solo per creare un inizio che partisse da lì.
Vedere ogni volta allo specchio quel segno orribile significava ricordarmi che ho una nuova occasione per vivere finalmente.
Ma anche il patto con il diavolo che ho dovuto stringere, e chi ha dovuto perdere, mentre io vincevo.
Invece, il fiore che sboccia da me, da quel punto preciso, sa di rinascita, perché anche io sono rinata quel giorno.
"Sabato andremo ad un altro Speed date, ho già fatto l'iscrizione per entrambe."
Fisso Patty sbalordita, mentre lei, tranquillamente, raccoglie i fascicoli della nuova mostra che abbiamo appena iniziato ad organizzare.
"Avresti potuto almeno chiedermelo, comunque non parteciperò, mi dispiace."
Non amo questo genere di eventi, mi è bastato l'unico al quale sono stata costretta con l'inganno a partecipare.
"Ma ci farà bene, abbiamo bisogno di distrarci e conoscere gente nuova."
Si agita iniziando a piagnucolare come una bambina.
"Ma che fine ha fatto Thomas? Non credo sarebbe felice di questa cosa."
Abbassa lo sguardo e in silenzio, con movimenti sempre più stizziti, raccatta tutte le sue cose, pronta per filarsela.
"Dove credi di andare, forza, rispondi."
Le blocco l'unica via di fuga, cioè la porta del mio ufficio.
"Mi ha seccato, è troppo appiccicoso, ho chiuso con lui."
Mi sfugge un sospiro perché ho vissuto diverse volte questa scena, non appena inizia ad essere coinvolta o vede lui coinvolto, scappa.
Patty , dopo la storia di suo padre, non è riuscita a dare davvero fiducia a nessun ragazzo.
Come darle torto?
Vedere il proprio genitore fuggire e spezzare il cuore, suo e di Consuelo, non è facile da superare.
"Thomas è un bravo ragazzo, non ti avevo mai vista così spensierata e presa da qualcuno, non puoi fuggire da chi ti rende felice."
Intrappola il labbro inferiore fra i denti, in evidente disagio, perché sa che tutto ciò che ho detto è la pura e semplice verità, ma non è facile ammetterlo.
"Ci siamo divertiti, stop, noi ci vediamo domani."
Mi scosta in malo modo e apre la porta per fuggire via.
Guardo l'orologio e decido di andare via anche io, lasciando a domani il lavoro che resta da fare.
La signora Tally, dopo il successo della mostra fotografica, ha stretto accordi con altri artisti e con enti benefiche.
Ma la sua speranza è sempre quella di riuscire a tenere nella sua galleria la prima mostra di Aiden.
Ancora mi chiede se io abbia contatti con lui.
Mento, con l'intento di farla desistere.
Non appena scendo le scale e mi ritrovo alla reception, il ragazzo che vedo, ha gli occhi rivolti al cielo, con fare annoiato, mentre la mia amica lo intima di tenerlo d'occhio, o almeno credo, e va via.
Affretto il passo verso di lui.
"Che ti ha detto Patty?"
Chiedo allarmata, ma in risposta lui mi sorprende schioccandomi un bacio sulla guancia, che prolunga un po'.
Quando si scosta da me, per un attimo, incrociando i nostri occhi, sento un brivido lungo la schiena.
"Ciao, fiorellino, non preoccuparti di questo, preoccupati di dove ho intenzione di portarti."
Il suo sguardo birichino e le sue parole mi confondono, come se già non lo fossi abbastanza nel trovarlo dove lavoro, alla fine della mia giornata.
"Forza, andremo con la mia auto."
Afferra la mia mano e mi trascina, letteralmente fuori dalla galleria.
Inutile dire che per tutto il tragitto io abbia continuato a chiedergli dove fossimo diretti, senza ricevere nessuna risposta.
Di sicuro non avrei mai immaginato che la meta potesse essere proprio il parco acquatico, soprattutto non a quest'ora.
Ormai sono le ore diciotto e questo posto infatti è deserto, considerato il cartello all'ingresso che riporta l'ora di chiusura un'ora fa, non mi sorprende.
Quello che non capisco è perché siamo qui, davanti un cancello chiuso.
"Aiden, perché mi hai portata qui?"
Mi volto verso di lui che ha la mano tesa verso l'alto per salutare qualcuno, quel qualcuno è una ragazza, con la muta avente lo stemma del parco, che scuote la testa.
"Mi farai licenziare."
Apre il cancello per farci entrare, Aiden afferra la mia mano e mi incita a seguirli.
Spesso sono venuta qui, osservavo la vita aldilà del vetro, sentendomi proprio come quei pesci, intrappolata in una vita che non avevo scelto, senza via d'uscita.
Eppure, osservandoli bene, loro, a differenza mia, in qualche modo, riuscivano a vivere molto più di me.
Ci fermiamo davanti una porta con affisso il cartello "ingresso autorizzato solo al personale " e mi sorprendo quando Aiden ringrazia quella ragazza e apre la porta.
" Vi aspetto di là."
Lensy, almeno è così che credo si chiami grazie al tesserino che aveva appeso al collo, sparisce dietro l'angolo ed io seguo Aiden nella stanza.
" Avanti, metti la muta, io ti aspetto fuori."
Indica la poltroncina nera accanto allo specchio per poi lasciarmi sola e senza altre spiegazioni.
Perplessa, seguo l'istino e faccio come mi è stato ordinato, con difficoltà riesco ad infilare la muta blu e gialla, improvviso una treccia laterale e sono pronta.
Non appena apro la porta, Aiden fa scorrere i suoi occhi lungo tutto il mio corpo, l'imbarazzo mi fa agitare, ma il suo sguardo mi piace su di me.
" Avrei preferito un bikini striminzito, visto che qui ci sono solo io, però devo dire che con questa muta stretta non stai male."
Lecca le sue labbra come se stesse pregustando un momento che, per adesso, è solo nella sua mente.
"Andiamo, la tua sorpresa ti aspetta alla fine di questo corridoio."
Il capo accenna un movimento verso destra.
Ad ogni passo, cerco di capire cosa ci sarà dietro quella porta mangia fuoco, ma quando lui spinge la maniglia rossa ciò che appare mi sorprende.
La vasca dei delfini.
Il sole sta tramontando, il cielo è colorato di rosso, proprio come tutti i sedili destinati agli spettatori, disposti in circolo di fianco una vasca tonda colma di acqua.
Mi avvicino, con occhi sognanti quando vedo l'increspatura vicino il bordo.
Un passo, un altro, gli occhi fissi in quel punto.
Eccolo.
Un meraviglioso delfino sbuca fuori dall'acqua ed inizia a salutarci con il suo verso gracchiante.
"Ti aspetto una bella nuotata in compagnia fiorellino."
Aiden indica la vasca ed io , incredula, esplodo di gioia.
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