Capitolo 19
Aveva fatto fatica ad accettare che era di nuovo mattina. Gli uccelli canticchiavano come al solito, e naturalmente il letto di Megan era vuoto, come di abitudine da qualche settimana. Le lenzuola erano disfatte, doveva avere avuto fretta. La cucina era luminosa, il gruppo allegro. Scoprì che non erano ancora partiti per la caccia, erano tutti a fare colazione tranquilli. Dove era stata Megan? Quasi come se le avesse letto nel pensiero, spuntò dalla porta che dava sulla parte dietro della casa. Si sedette da sola, il viso perso nel sonno. C'era qualcos'altro nascosto in quella espressione. Nicole pazientò ancora un po' prima di fare colazione, decise di andare a parlarle "Buongiorno" mormorò cercando di non disturbarla
"Mmh, ciao" si stropicciò gli occhi
"Dov'eri?" chiese Nicole mentre si alzava per andare a prepararsi qualcosa da mangiare. Megan la seguì.
"Volevo ripulire la mia mente con un po' d'aria fresca"
"Se fossi rimasta fuori di più, avresti rischiato di prenderti qualcosa" Nicole era preoccupata, sapeva che Megan era uscita per non dormire, la notte la sentiva rigirarsi continuamente tra le coperte.
"Devi essere riposata per la caccia. Niente fughe mattutine, la prossima volta che uscirai ti prenderò per le orecchie e ti riporterò in camera" la riprese Nicole ironica. Deanna le stava ascoltando "ha ragione la tua amica, devi essere riposata" Megan annuì devastata dal sonno. Nicole ripensò alla conversazione della notte scorsa con Deanna, ce l'aveva a morte con quella donna. Chi si credeva di essere?
Megan non sapeva della discussione tra la sua migliore amica e Deanna della sera prima, e Nicole non volle dirglielo per evitare di creare problemi tra le due. Chissà se gliene avrebbe parlato Deanna. Forse no.
"Beh se sei troppo stanca puoi anche rimanere ancora a letto se vuoi, ma domani dovrai essere in piedi e arzilla" propose Deanna.
"Non preoccuparti, uscire mi farà bene. Mi stancherò e stasera starò così stanca da addormentarmi presto. Mangio qualcosa e vado a cambiarmi" fu la sentenza di Megan, prese e salì le scale fino al piano di sopra.
Dopo che ebbe mangiato, Nicole la seguì fino in camera, sentiva di doverla controllare, non capiva se la sua amica stesse davvero bene.Si fermò davanti al letto mentre Megan cercava i vestiti nell'armadio
"Tutto bene?" strinse le braccia al petto pronta a riempire di domande la sua migliore amica.
"Si" rispose ancora insonnolita mentre sistemava delle coperte.
"Non è vero".
Nella sua testa quell'affermazione risuonò fastidiosa come dei graffi sulla lavagna. Non capiva perché Nicole si ostinasse tanto a farle sempre le stesse domande. Come avrebbe potuto risponderle? Aveva passato una notte in bianco. Dormiva, e se dormiva continuava a fare incubi e se si svegliava spaventata cercava di riaddormentarsi dopo qualche minuto sperando di dimenticarsene, ma quella sensazione non spariva mai. Aveva deciso, così di uscire e sentire il freddo sulla propria pelle come le aveva detto qualche minuto prima. Non era ancora riuscita a far comprendere a sé stessa che uccidere gli zombie era il suo dovere, e che non avrebbe dovuto tirarsi indietro davanti agli altri, del resto non avrebbe potuto farlo se continuava ad andare a caccia. Questo cosa significava? Voleva ritirarsi e far capire al resto del gruppo che era debole e che non poteva proteggere i suoi amici? Non poteva, doveva assicurarsi che Nicole stesse bene. Aveva deciso, di uscire e far uscire fuori con la forza il dubbio che la sottraeva al sonno. Il suo corpo gelava talmente tanto che aveva paura che il freddo potesse raggiungere il suo cuore e renderla una creatura di ghiaccio con grossi artigli, senza voce. Avrebbe voluto sentire le voci dei suoi genitori e tornare a quella che era sempre stata la normalità per lei. E ora? Cosa le avrebbe risposto?
Si girò sorridendole "Va tutto bene" e l'abbracciò. Sapeva che a Nicole piacevano gli abbracci, dall'altra parte la sua amica era caduta in preda alla confusione e non seppe più riconoscere la ragazza che stava abbracciando. Si staccò e uscì dalla stanza dicendo "ci vediamo dopo".
Nicole si era seduta sul divano a fissare il pavimento credendo di poterci cogliere delle risposte. Stava pensando all'umore di Megan che ormai non era più la sua migliore amica di un tempo, la stava solo sostituendo.
"A che pensi?" una voce da dietro la fece spaventare, era Markus che appena svegliato sembrava più pimpante del solito.
Lei si voltò di scatto e lo guardò come da bambini si guarda l'adulto da cui si viene sgridati.
"Mi hai spaventata"
"Scusa, ti ho distratta da una cosa molto importante"
"Non è divertente" gli rivolse un'espressione accusatoria e lui le chiese scusa.
"Posso sapere cosa non va?"
Nicole scosse la testa "ti è mai capitato di assistere al completo cambiamento di una persona? Un processo che trasforma in individui diversi"
Lui alzò le spalle "no". Nicole capì che a lui non interessava niente di tutto questo, non era abituato a certe conversazioni, del resto non lo era neanche lei. Megan non si era mai comportata così. Annuì e si abbandonò tristemente sull'altro lato del divano.
"Puoi parlarne con me se vuoi, in fondo sei condannata a rimanere con me per tutta la mattina e per il resto delle mattine della tua vita" qualcun altro stava scendendo le scale in quel momento.
Markus accolse sua sorella e dopo averle chiesto come stava, la riprese dolcemente sul fatto che siccome non stava bene non poteva sbucare fuori così all'improvviso. Lei gli rispose che non doveva preoccuparsi e lui la invitò a prendere il suo posto sul divano. Nicole si accorse della sua presenza solo quando sentì un altro peso sul divano. La ragazza era troppo infreddolita per girarsi verso di lei, pensò Nicole, e poi non sarebbe stato il massimo mostrarle le sue lacrime. Dopo qualche secondo invece si girò e si presentò
"Ciao, sono Dolly"
A Nicole quel nome fece un po' ridere, pensava che solo i cani si potessero chiamare a quel modo.
"Lo so, è un nome orribile ma è stata colpa di nostro padre. Secondo Markus era strafatto quando ha deciso di chiamarmi in questo mondo"
"Scusami" sussurrò Nicole.
"Tranquilla, hai tutto il diritto di ridere, e poi mi fa piacere non mi sembri tanto allegra"
Nicole la prese come un'offesa, ma successivamente comprese che Dolly voleva essere simpatica.
"Lascia stare mia sorella, certe volte è davvero stronza" disse Markus
"Non è vero, volevo solo essere amichevole" ribattè Dolly
"Comunque, visto che non mi volete e che mi sta tornando il mal di testa me ne torno in camera" si alzò dal divano trascinando la coperta di lana che indossava come un grande mantello.
"Di già? Sei appena scesa ti fa bene prendere un po' d'aria" esclamò Markus mentre sua sorella stava ormai salendo le scale.
"L'abbiamo persa" disse lui con una risatina.
"A parte gli scherzi, perché stai male?" sulle prime Nicole continuò a rimanere girata e nascondersi prima o poi avrebbe accettato la sua resistenza e non le avrebbe chiesto più niente come aveva fatto sua sorella prima. Non accadde. Lo sentì sedersi accanto a lei, il suo sguardo indagatorio e protettore a scrutarla, ciò la costrinse a parlare.
"Non è niente"
"Non sono stupido, se fosse davvero stata una cosa da niente mi avresti risposto subito. Tu sei rimasta in silenzio, significa che è una cosa importante, quindi parla".
"Hai mai avuto paura di perdere una persona molto speciale? Qualcuno che ti conosce davvero? Io si e la sto perdendo"
"Megan..." sospirò lui. A Nicole suonò come uno sbuffo
"Mi dispiace che tu debba subirti una come me alle nove di mattina"
Lui girò il corpo completamente verso di lei "non devi scusarti con me. Sono io che ho chiesto a Dave di rimanere in casa mentre gli altri sono a caccia"
Nicole corrugò la fronte confusa,
"Non è perché non mi fidi di te, tranquilla" le accarezzò delicatamente la lacrima sulla guancia destra "se fossi così insopportabile non mi sarei mai preoccupato di domandarglielo, non credi?" le sorrise e se ne andò. Nicole sia abbandonò di nuovo a piangere sul divano e ripensò a quello che Markus le aveva detto.
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