Capitolo 18
Il sangue colorava la strada, proprio come il cadavere che aveva trovato in quel negozio di alimentari con Nicole. Sembrava che la pozza non potesse smettere di allargarsi. Da una parte il corpo dell'uomo rilasciava il liquido rosso come un tubo di dentifricio, dall'altra la testa mozzata. Megan si tappò la bocca per non fare rumore con i singhiozzi, piano piano la sua mano si bagnò di lacrime. Fu il tocco della mano di Deanna sulla sua spalla a farla sentire accudita. Si lasciò cadere all'indietro e continuò a piangere in silenzio.
"Shh" la accarezzava Deanna "va tutto bene", poi Megan cadde a terra, i suoi capelli si lasciarono andare sul cemento caldo e i suoi occhi si scontrarono con la luce del sole. In quel momento capì che se non avesse smesso di piangere, le sarebbe venuto mal di testa. Si alzò e si asciugò le lacrime, afferrò di nuovo la spada. Deanna la guardò negli occhi "Stai bene?" Megan annuì con forza, i compagni abbassarono lo sguardo.
"Dobbiamo proseguire, più andremo avanti più ce ne saranno altri" Megan lo ringraziò mentalmente. Per il resto della caccia quel momento fu dimenticato, per quel giorno, Megan smise di uccidere. Tornati a casa, la malinconia che sembrava essere scomparsa per qualche ora tornò. Megan non trovò Nicole in cucina, quindi si diresse verso la camera da letto. La trovò intenta a sistemare i letti e a controllare le coperte nell'armadio. Nicole si voltò di scatto, le sembrò di avvertire qualcosa. Megan era dietro di lei, la spada sporca di sangue legata alla cintura fu facile da notare. Appena Megan scoprì che non avrebbe dovuto pronunciare quelle parole si sentì sollevata, era una cosa che aveva sempre amato di Nicole, per capire le persone le bastava uno sguardo.
"Oddio!" Nicole le corse incontro, e Megan liberò le lacrime stringendola forte, aveva paura che qualsiasi cosa potesse dividerle e lei non voleva lasciarla andare.
Nicole riconobbe quella stretta "Sono qui, non me ne vado".
"Era un anziano" singhiozzò disperata
"Era uno di loro, hai fatto la cosa giusta" la rassicurò Nicole.
"Ora ti capisco. Capisco tutto finalmente, mi dispiace di non essere stata una buona amica. Sono stata stupida ed egoista. Mi perdonerai mai?"
Nicole la guardò negli occhi "L'ho già fatto e lo faccio tutti i giorni"
"Ma non è giusto. Tu hai ucciso tua madre per salvarmi la vita e io non ti ho parlato per giorni, ti ho evitata. Ti sei offerta di cucinare e di fare da domestica per noi solo per non farlo fare a me. Sapevi che non mi sarebbe piaciuto. Credevo di avere ragione su tutto. Sono solo una stronza"
La sua amica pianse "No, non lo sei" le si avvicinò "tu hai distrutto la tua barriera umana per uccidere quell'uomo"
"Sono caduta in ginocchio a piangere davanti a tutti come una bambina capricciosa. È dovuta intervenire Deanna per farmi smettere" affermò Megan piena di vergogna e disgustata dal proprio comportamento.
"È normale. Dobbiamo imparare a vivere in questo mondo, non è più quello dove siamo nate. Le persone che amavamo sono morte e una parte di noi con loro. Se ti senti diversa o in qualche modo non adatta non devi preoccuparti". Nicole si alzò dal letto e raggiunse la cucina, lasciando Megan da sola a pensare.
Poco dopo la raggiunse Deanna, la sua figura decisa si fermò davanti alla porta incerta se proseguire o meno.
"Puoi entrare" le disse Megan timidamente
"Come stai?"
"Ti ringrazio per quello che hai fatto" Deanna alzò le spalle come se non fosse nulla
"Era il minimo. È capitato a tutti"
"Non ci credo, voi siete così coraggiosi e io..."
"È successo, questa era la prima caccia" rise
"Raccontami come è andata la tua prima volta invece, scommetto che avevi i vichinghi dietro che ti annunciavano suonando a suon di corna" la prese in giro Megan.
"Non è andata esattamente così ma forse un giorno te lo racconterò".
Deanna si sedette vicino a lei e la guardò negli occhi "fin dal primo momento che ti ho incontrata non avrei mai immaginato che tu saresti riuscita a fare quello che hai fatto. All'inizio eri spaventata ma poi hai capito qual era la cosa importante, eravamo in gruppo e ci hai protetto uccidendo quello zombie".
"Ho visto un uomo anziano in quel mostro"
"Tutti vediamo delle persone in loro. Un tempo lo sono state, e magari prima che morissero stavano combattendo per le loro stesse vite e per quelle delle persone che amavano" questa volta Deanna si alzò per far capire alla ragazza che la stava ascoltando che era importante "loro avrebbero voluto che tu facessi questo, sono anime che hanno perso la propria battaglia"
"Stai dicendo che sono morti perché volevano che li uccidessimo?"
"Di sicuro diventare degli zombie non era il loro obbiettivo..."
"Gli altri vogliono cacciarmi? Sono rimasti delusi?"
"Non possono dirti nulla, considerano la tua reazione normale per la prima volta. Prima di tutto questo eri solo un'universitaria e ora hai dovuto abbandonare i libri per brandire un'arma e sopravvivere. Non è così facile"
Megan annuì ancora piena di vergogna. Quella scenata aveva permesso al gruppo di vedere ciò che nascondeva da giorni. La villa era così grande che poteva riempire ogni stanza con dei pensieri. Era stata colpa sua se erano riusciti a scavare dentro di lei, glielo aveva permesso, avrebbe dovuto stare più attenta. Lei e Nicole erano le più deboli del gruppo e questa cosa doveva essere gestita: niente più scenate durante la caccia quando sentiva paura avrebbe dovuto controllarsi e dare l'impressione di essere più sicura di quanto loro non potessero credere. I pianti e le crisi isteriche sarebbero state trattenute e nascoste ancora una volta nella sua camera da letto, non sarebbero uscite da lì e non le avrebbe mai mostrate a nessuno. Facendo così nessuno avrebbe mai capito che in realtà lei era leggera come una piuma e debole come una lumaca. L'avrebbero guardata con onore e a quel punto avrebbero capito che lei era cresciuta, non era più la ragazza che viveva sui libri ma quella che parlava di sopravvivenza.
Quando Deanna uscì dalla stanza, Megan iniziò a prepararsi per andare a dormire.
Nicole, che era andata in cucina per spegnere le luci, vi incontrò Deanna, la quale era appena scesa dalle scale e si stava dirigendo verso l'armadietto degli alcolici, descritto il pomeriggio stesso da Markus. Mentre vedeva la donna sfilare una bottiglia di whisky e un bicchiere non riuscì a trattenersi.
"Perché l'hai portata con te e con tutti gli altri?" Nicole domandò da dietro il bancone
Deanna sembrò accorgersi della sua presenza solo grazie a quella domanda, rispose con un pigro "scusami?!".
Nicole rimase a guardarla nella penombra aspettando una risposta. Deanna accese la luce.
"Ah, sei tu. Non ti avevo vista mi dispiace" bevve un sorso e poi poggiò il bicchiere sul tavolo del soggiorno accanto a lei "parli di Megan?"
"Si, è tornata molto scossa" Nicole deglutì per cercare di nascondere la rabbia.
"È stata lei a chiederlo. Si è allenata molto e come è giusto che sia voleva dimostrare le sue capacità" si sedette al tavolo e bevve un altro sorso
"Tu sapevi che non era pronta, non ha mai ucciso nessuno" Nicole mise le braccia conserte.
"Ascoltami, tu e Megan a mio parere siete le più vulnerabili in questo gruppo. Eravate due universitarie e le vostre vite erano perfette. I vostri unici dilemmi erano la cancellazione di un programma alla tv o semplicemente una valutazione che poteva in qualche modo abbassarvi la media. Niente problemi in famiglia, nessun dubbio sulla vostra vita. Il massimo a cui avreste potuto ambire sarebbe stata una litigata con il vostro ragazzo per la scelta del ristorante dove andare a mangiare la domenica sera" appoggiò pesantemente il bicchiere sul tavolo.
Nicole si sentì profondamente offesa. Come si permetteva quella ragazza? Pensava che la vita fosse facile per tutti? Lei aveva combattuto, la sua vita era fatta per combattere i pregiudizi. Lei si era fatta da sola, non era figlia di papà, nessuno le aveva detto di fare quello che c'era in programma. La sua vita non era facile siccome sua madre era troppo giovane per esserlo. La giudicavano per questo e le urlavano contro "sei il peccato di tua madre, non hai un padre. Il tuo sangue non è niente in confronto a questo". Sua madre non le aveva mai parlato nello specifico del ragazzo che l'aveva messa incinta. Da lì aveva capito che era dura vivere, se lo doveva guadagnare. Doveva combattere per respirare, così alle superiori mentre le tiravano calci nello stomaco immaginava suo padre in una villa di lusso con una donna perfetta e finta al suo fianco.
"Non è assolutamente vero. Anche se io e lei non abbiamo avuti problemi gravi non significa che non abbiamo vissuto davvero come magari avete fatto voi del resto del gruppo. Non avevamo una famiglia, perché la vera famiglia eravamo noi e ci andava bene così"
"Non puoi lamentarti di tutto Nicole. Spero che tu faccia la scelta giusta per la tua amica e la incoraggi a fare ciò che si sente. Dopotutto uno tra i vostri desideri in questo gruppo è quello di emanciparvi, non le farebbe bene se la sua migliore amica le suggerisse di mollare tutto" rispose Deanna sbuffando
"Pensi di conoscerla meglio di me?"
"Di certo ognuna di noi ha la sua parte, tu conosci la Megan vecchia e io quella di adesso. Non credi possa bastare?"
"Ti chiedo solo di non trasformarla in un mostro, ho dovuto uccidere mia madre per salvarle la vita ed è stato pesante. Non voglio che lei si porti dietro un macigno così grande sulla coscienza".
"Ormai non è più una bambina, sa quello che fa e perché lo fa. È questo l'importante" finì il bicchiere di Whisky e si congedò. Nicole capì che ci sarebbe voluto tanto per convincere Megan a lasciare la caccia. Salì le scale e raggiunse la loro stanza, guardò per l'ultima volta il corpo addormentato di Megan tra le coperte e andò a dormire.
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