Le lame risplendevano sotto i raggi lunari, il sangue della quale erano ricoperte brillavano sotto la luce delle stelle, la stessa luce che risplendeva nel volto della ragazza che, affannata, guardava i corpi dei giganti intorno a lei sparire piano piano

Riprese fiato e con l'aiuto del Movimento tridimensionale salì sull'albero più alto di quella foresta, girò il viso e scrutò le mura, barriere di cemento che sembravano sbucare dal suolo e tenere al loro interno chissà quale tesoro, ma non era così

All'interno di quelle mura si trovavano: soldati, contadini, allevatori, nobili....

Si trovavano persone

La ragazza abbassò lo sguardo, i capelli corvini oscillarono leggermente accarezzandole le guance mentre le lacrime iniziavano a scivolare giù dai suoi occhi argentei

Cos'era lei? Un soldato? Una persona?

No

Lei era una macchina da guerra

Aveva la forza di 100 soldati, era fredda, solitaria, apatica

Lei era una macchina

Eppure... In quel momento... Vorrebbe solo non essere mai esistita...

In quel momento la corvina piangeva lacrime amare, il cuore le si faceva sempre più pesante nel petto, urlò la sua frustrazione a quella piccola foresta dove solo gli animali notturni e i giganti dormienti potevano sentirla

Si, giganti

Era scappata, scappata da quelle mura, scappata da quella vita

Era pazza? Chi avrebbe mai abbandonato la sicurezza delle mura?

No, lei non era pazza

Era stanca

Almeno per stanotte, almeno per ora, voleva sentirsi libera

Libera dai giudizi

Libera dalla falsità

Libera dalle voci

Libera dall'essere considerata una macchina

Chiedeva troppo?

Forse...

Una come lei, che non ha mai provato a relazionarsi con qualcuno

Che non ha mai provato ad addolcirsi

Che non aveva mai provato a fidarsi

Chiedeva troppo

Chi le avrebbe dato fiducia se lei non sarebbe stata la prima a dimostrarla?

Piangeva

Piangeva e urlava, singhiozzava e si stringeva da sola

Voleva solo un abbraccio

Solo una carezza

Solo una parola

Solo un po' di affetto

Ma per le macchine non viene riservato affetto