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Dylan Thomas

1914-1953, Galles (Regno Unito)

NON ANDARTENE DOCILE IN QUELLA BUONA NOTTE

Non andartene docile in quella buona notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare quando cade il giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.

Benché i saggi sappiano che la tenebra è inevitabile,
visto che dalle loro azioni non scaturì alcun fulmine,
Non se ne vanno docili in quella buona notte,

Gli onesti, con l’ultima onda, gridando quanto fulgide
le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
imparando troppo tardi d’averne afflitto il percorso,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.

Gli austeri, in punto di morte, accorgendosi con vista cieca
che gli occhi spenti potevano gioire e brillare come meteore,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

E tu, padre mio, là sulla triste altura, ti prego,
Condannami o benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.

1951

Specialmente Se il Vento d'Ottobre

Specialmente se il vento d’ottobre
Con dita gelate punisce i miei capelli,
Artigliato dal sole cammino sulle fiamme
E getto un granchio d’ombra sulla terra,
In riva al mare, udendo il chiasso degli uccelli
E la tosse del corvo sugli stecchi invernali,
Il cuore indaffarato che trema se lei parla,
Sparge sangue sillabico, drena le sue parole.

Rinchiuso dentro una torre di parole,
Traccio sull’orizzonte che cammina con gli alberi
Verbali forme di donne e le file
Dei bimbi nel parco che hanno gesti di stella.
Fatemi farvene alcune con vocali di faggi,
Alcune con voce di quercia, fino dirvi note
Dalle radici di molte spinose contee.
Fatemi farvene alcune con discorsi dell’acqua.

Dietro un vaso di felci la pendola oscilla
Mi dice il verbo dell’ora, il senso nervoso
Sfreccia sul disco astato, declama il mattino,
E annuncia tempo ventoso nel gallo banderuola.
Fatemi farvene alcune coi segni del prato.
L’erba che mi segnala tutto ciò che conosco
Col verminoso inverno spunta ttraverso l’occhio.
Fatemi dirvi qualcosa dei peccati del corvo.

Specialmente se il vento d’ottobre
(Fatemi farvene alcune con sortilegi autunnali,
Lingua di ragno e colle chiassoso del Galles)
Con pugni di rape punisce la terra,
Fatemi farvene alcune con parole senz’anima.
Svuotato è il cuore che, compitando nello zampettio
Dell’alchemico sangue, avvertiva l’avvento della furia.
In riva mare udite uccelli dalle scure vocali.


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