Prologo
Rockport, un modesto isolotto nello stato del Maine, contava poco più di 60.000 abitanti. Questi vivevano la loro vita immersi nel verde dei boschi e nell'odore di salsedine. Le rocce, che avevano reso famoso quel posto, si innalzavano come mura intorno all'isola.
Migliaia di leggende si sussurravano davanti al camino d'inverno, tramandate da madre in figlio. Quelle miriadi di grotte rocciose, si raccontava, erano in realtà dimore di lupi. I boschi, sempre troppo fitti, erano stati spettatori di molteplici incantesimi. Loro erano invece, territorio delle streghe.
Solo pochi abitanti conoscevano la realtà dei fatti e spesso sorridevano per l'ingenuità degli umani. I lupi non vivevano nelle grotte, e sicuramente non in tane oscure. Su una cosa ci avevano azzeccato però: le streghe amavano i boschi.
In una villetta immersa nel bosco, due sorelle di soli tre e quattro anni, si apprestavano a fare il bagno.
La mamma doveva ogni volta afferrarne una che scappava, mentre l'altra le faceva le smorfie.
Poi si prendevano per mano e scorrazzavano con i loro piedini nudi per tutta la casa. Solo quando le minacciava poi di non farle fare merenda con il pane e la nutella, che le due si imbronciavano, e a muso lungo:"Okaaay mamma" acconsentivano.
Quel giorno non era diverso dagli altri.
Quando finalmente obbedirono ed entrarono in vasca, iniziarono il loro gioco preferito, più di nascondino.
Riempire la vasca di bolle e schizzare come delle forsennate fino a che l'intero contenuto della vasca fosse stato prosciugato.
E fu così che le trovò la mamma che sorrise intenerita dalla scena. S'accorse immediatamente che qualcosa era cambiato.
Al, la più piccola dai capelli lisci e gli occhi smeraldo, aveva creato un piccolo vortice nell'acqua e la sorella, più grande di solo un anno, le faceva levitare delle bolle sul viso.
Sam, capelli ricci, occhi azzurri e un'intelligenza sopra la media, gridava alla sorella:" ancora, ancora Al!" spronandola.
La mamma spalancò gli occhi e pensò con stupore che "il dono" si era presentato fin troppo presto alle sue bambine, di solito lo si attendeva a dieci anni o giu di lì.
Fu con calma che le spiegò cos'erano diventate, quel giorno fresco di aprile.
Con pazienza le istruì sulle regole da seguire, prima fra tutte:" non potete dirlo in giro. Chiaro?"
Sam incrociò le braccine e fece svolazzare i ricci di qua e di là mentre scuoteva la testa.
"Perché mamma?" chiese ingenuamente.
"Perché ci sono persone, figlia mia, che non accettano cosa siamo" le spiegò accarezzandole i capelli.
"Non m'importa..." batté il piedino a terra, Al. "Tanto io ho Sam e te mamma. N-non ho b-bisogno di nessun'altro a cui dirlo" e nel frattempo annuiva convinta delle sue stesse parole.
"Si amore hai ragione... tu hai Sam."
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro