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Capitolo 7




"Ciao ragazze" esclamò Finn, il bibliotecario, non appena le vide.

Al e Kam, pochi giorni dopo, erano ritornate alla routine, se così si poteva definire adesso. La routine interrotta da continue domande da parte della sua amica curiosa.

"Al ti prego fammi vedere... Al sei mai stata con uno stregone?... Al sono più bravi a letto?... Al fammi prendere un po' d'aria sto soffocando..." E Al Al Al... di continuo.

Vedete che la verità fa male? Qualche dose di sana bugia... ecco cosa le serviva.

Sorrisero entrambe a quel ragazzo che ignaro, anche lui si era ritrovato nell'occhio del ciclone.

"Ciao Finn." rispose Kam civettuola.
Al gli fece solo un occhiolino, che sembrò farlo imbarazzare tantissimo.

"Ci sono dei posti per le donzelle, tenuti dal vostro fedele servitore in disparte per voi" disse Finn. Era stato davvero carino, e Al sospettava fortemente di quell'interesse.

Che le piacesse Kam? o lei? Facendogli un gesto che voleva dire "grazie" nel suo gergo, Al varcò la porta e subito un brivido freddo le salì lungo la schiena.

Si guardò intorno, ispezionando le varie zone e non vide nessuno. Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

Quei pochi giorni lontano da quel casino le erano serviti per calmarsi.

Si sedettero alla solita scrivania, si stravaccarono come delle camioniste in un pub e tirarono fuori i libri.

***

Se ne stava con le gambe divaricate sulla sedia girata al contrario e annuiva a tutto ciò che Kam le spiegasse.
La penna ormai consumata in bocca, e quella dell'amica a ticchettare di continuo.
E quando Al la fissava severa, Kam si giustificava :" mi rilassa."

Nel bel mezzo di un'importante spiegazione una voce le interruppe.

"Al, ciao" un sussurro in realtà.

Si girarono all'unisono, Kam sbalordita e Al nervosa. Si mosse sulla sedia all'improvviso divenuta scomoda.

Larah, in tutto il suo splendore sorrise.

"Ciao Larah."
Al iniziò a guardarsi intorno alla ricerca degli altri, che fortunatamente non vide.

"Non vi ho presentate. Kam lei è Larah."

Kam allungò la mano, Larah la strinse, e Al si divertì a notare quanto Kam stesse facendo l'indifferente. Ma continuava a lanciarle occhiate sbigottite come a dire: è un lupo, ho appena toccato un lupo!

"Vuoi sederti? Stavamo studiando" propose Al.

Ma lei scosse la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli castani.

" Possiamo parlare un attimo?" e lanciò un'occhiata di scuse all'amica.

"Lei sa tutto" chiarì Al con un gesto.

"Ah okay... allora in questo caso" si sedette con le braccia incrociate sul banco.

"Devi aiutarci " esordì cosi.

Al la guardò indurendo la mascella.
Larah si passò la lingua sul labbro inferiore lanciando un'occhiata a Kam e poi continuò:" siamo stati attaccati di nuovo ma questa volta c'erano anche delle streghe."

"Streghe?" domandò scettica.

"Si streghe. Controllavano soprattutto l'aria, ne erano almeno sette."

La lasciò comprendere fino in fondo.
Al nel mentre si grattava pensierosa la fronte non riuscendo a capire.

"E cosa volete da me?" e ci fu una pausa e un gioco di sguardi tra le due.

Al sapeva la risposta, ma voleva rimandarla al più tardi possibile.

"Vogliamo che ci proteggi" Al scoppiò in una risata folle praticamente in faccia alla lupa.

Quella aspettò pazientemente che si calmasse per chiedere risoluta, "Allora? lo farai?" ma Al stava già scuotendo la testa.

"Non se ne parla proprio. Davvero ragazzi scusatemi, ma me ne tiro fuori."

Larah un po' se l'aspettava quella risposta. Aveva capito che la strega che le sedeva di fronte non voleva guai.
"Okay... io ci ho provato."

"Ma scusami," la interruppe Al, "non mi avevate detto che eravate molto forti? Anche contro le streghe il vostro Alpha non si scompiglierà neanche i capelli."

Ed effettivamente era così, ma Way l'aveva quasi costretta a chiederglielo. E poi sette streghe erano sempre un pericolo. Non per l'Alpha magari, ma per il resto del branco si.

"Si, anche se speravamo non solo nella tua protezione..."

"Speravamo?" chiese Kam.

"Si, il mio branco ed io. Dicevo... volevamo sapere," e ancora la interruppe Al.

"Per amor di Dio parla al singolare lupa!" sbuffando.

"Volevo sapere, va bene così? Bene! Volevo sapere se conosci delle streghe d'aria, o comunque delle streghe nere."
A quell'affermazione Al la guardò stupita.

"Streghe nere?" chiese agitandosi.

"Cosa sono le streghe nere?" chiese ingenuamente Kam alternando lo sguardo tra le due.

"Le streghe nere sono cattive, ovviamente. Hanno un potere che non è legato agli elementi, ma... agli spiriti ecco!" spiegò brevemente Al.
"Che ne sai che erano nere?" si rivolse di nuovo alla lupa.

"Sette erano d'aria sicuro, ma crediamo ne bazzichi una o due nere attorno a loro, che non si sono fatte vedere l'altra sera al pub."

Ah...quindi era avvenuto al pub il terzo attacco.

"Non ne conosco nessuna mi dispiace" disse con serietà.

Ed era vero, lei si era sempre tenuta lontana dalla stregoneria nera. La lupa si alzò e sorrise ad entrambe.

"Vabbene allora... se dovessi ripensarci sai dove trovarmi" si congedò gentilmente.

"Larah" la richiamò. "Sul serio mi dispiace, ma non voglio, anzi non posso, immischiarmi in cose che non mi riguardano."

"Ma io TI riguardo." Quella voce sussurrò nel suo orecchio.

Quella dannata voce non gli era mancata per niente.

Si girò e incontrò gli occhi del proprietario troppo vicini. Si alzò con calma dalla sedia e gli si parò di fronte.
Gli puntò un dito sul petto e "no, non mi riguardi affatto. Anzi per cortesia, quando e se mi incroci, gira a largo... aspetta, m-ma che fai lupo ?" l'aveva strattonata di nuovo sulla sedia e" dicevi?" le domandò sarcastico.

Allargò le narici e espirò quanta più aria possibile mentre, quasi scodinzolando, Way si sedeva di fronte a lei. Larah lo seguì subito dopo accomodandosi con eleganza.

Dio, lo odiava! Quel suo fare da maschio Alpha era di quanto più eccitante ed irritante esistesse sulla terra. Anzi no, nell'intero universo.

"Smettila di toccarmi o giuro su..."

"Cosa...eh? Cosa fai?" la sfidò alzando il mento.

"Quel piercing che hai sul labbro te lo strappo bast-"

"Okay basta!" intervenne Larah.

"Ma è possibile che litighiate sempre? Qualcuno rischia di farsi male così."

Kam sorrise, ma Larah era seria, fin troppo e quando se ne accorse spalancò gli occhi ancor di  più.

"In-In c-che senso scusa?" chiese incerta.

"Guarda tu stessa" gli propose Larah.

Wayland, gambe aperte e braccio destro appoggiato al tavolo, aveva il busto sporto in avanti come per attaccare, un ringhio perenne sul volto e gli occhi così scuri da sembrare addirittura neri.
Dall'altra parte Al che tentava di controllare le mani impazzite, anche lei con una smorfia sul volto sembrava voler distruggere tutto.

"Okay ragazzi... calmiamoci. Al?" disse Kam rivolgendosi all'amica.
"Al guardami" sfiorò la sua mano contratta.

Al distolse gli occhi da Way di malavoglia e li puntò sull'amica.
Subito si calmò.
Sciolse le spalle e prese dei respiri profondi.

Perché? Perché le stava succedendo tutto quello? Perché reagiva anche alla minima provocazione con lui? Di solito gli era tutto indifferente, di solito era sì menefreghista, ma riusciva a mantenere sempre la calma.

E come se quel dannato lupo le attivasse qualcosa nel cervello, e il pensiero stesso di non potergli fare del male, faceva male a lei.

Si alzò come se avesse una molla al posto delle gambe e "torno subito" disse rivolta all'amica.

Doveva seriamente prendersi una camomilla, o un tè, o un caffè...insomma qualcosa! Bastava che QUEL lupo non le respirasse neanche a cento metri di distanza.

Si avviò fuori e scorse Finn che sfogliava le pagine di un libro.

"Ehi Finn che fai?" Il ragazzo in questione, sentendosi preso alla sprovvista, quasi lanciò il libro in aria.

"Al...ciao. No niente, sto leggendo un...ma cos'è stato quel suono?" chiese impaurito.

Oh povero Finn! Si aggrappò con una mano alla t-shirt di Al e l'altra se la piazzò davanti agli occhi per difendersi.
Caspita Finn quanto sei coraggioso! pensò Al con un pizzico di tenerezza.
Finn, mio caro e dolce Finn quello era un ringhio di lupo, anzi un super-lupo maledetto!

"Cosa? io non ho sentito niente. Ora vado a prendermi da bere..." continuò quando già era lontana.

Si sentì il diavolo alle calcagna quella volta.

"Chi è quello?" talmente che la voce era tuonante Al fece fatica a capire subito la domanda.

Mentre praticamente, correva su per le scale gli lanciava delle occhiate storte.
"Ma che t'importa? E poi ero uscita per disintossicarmi da te" chiarì Al.

Il lupo, con una mossa fulminea la trattenne per un braccio, costringendola a fermarsi nel bel mezzo del corridoio e strattonandola la portò così vicino da riuscire a contare le pagliuzze nei suoi occhi.

"Chi.era.quello? la domanda era semplice Al."

Due cose la colpirono in quell'istante.
Uno: il suo nome per la prima volta era stato pronunciato da quella voce.
Secondo: era geloso? Di cosa poi? Loro non si conoscevano neanche!

"Lasciami."

Ma Wayland rimase fermo, quasi immobile. E come sempre, quando la toccava Al avvertiva un formicolio continuo in quel punto.
"E' solo un amico..." si ritrovò a dire.

Non capiva perché sentisse d'improvviso il bisogno di giustificarsi con lui.
"Sul serio, lupo" continuò.

Way la lasciò andare ed annuì contraendo la mascella.

Camminarono fianco a fianco in silenzio. Al avvertì per tutto il tempo del percorso parecchi sguardi addosso.

E per la prima volta nella sua intera vita, non era convinta fossero diretti a lei.

Gli sguardi lascivi delle ragazze, i loro seni spinti più in su o ancora i loro sorrisi dolci, erano diretti ovviamente al fottuto modello dark che gli camminava di fianco.
Al allargava le narici o stringeva i pugni. Poi si domandò se fosse gelosia la sua.
E si sentì doppiamente male.
Aveva dichiarato pazzo il ragazzo alla sua destra e pochi minuti dopo faceva i suoi stessi pensieri. Eppure la coerenza di solito era una sua qualità.

Si prese finalmente la sua agognata camomilla, in quel momento inutile, e ritornarono giù.
Con un po' di cattiveria, perché Al non era una santa, sorrise al povero Finn esclamando:" A dopo" e si sentì trascinare all'interno da quell'energumeno.

Si fiondarono sulle sedie e all'unisono assunsero la stessa posizione: gambe aperte e gomiti sulle stesse.
A tratti sembravano inquietanti... "Allora vi siete calmati?" sbuffò Larah

"No." affermò con durezza Way.

"Bene che bella notizia... Ora vogliamo un attimo parlare del VERO problema? Gli attentati alla nostra vita" e si indicò ma Way la interruppe: "non c'è niente di cui parlare. Se loro si avvicinano un pò troppo alla mia famiglia, io li uccido."

Kam emise un urlo isterico e si portò le mani tra i capelli.
Fu l'unica ad esserne impressionata. Al dal canto suo, rimase immobile non accennando a nessun movimento.
Perché lo sapeva, lo sapeva che il lupo fosse serio.

E per una volta concordò con lui... chiunque si fosse avvicinato a Sam,a Kam o alla mamma, sarebbe incappato nella sua furia.

Way la osservò a lungo con il labbro inferiore stretto fra i denti. La vide concorde e si meravigliò. Era già pronto alle sue contestazioni, aveva anche già preparato nella sua testa almeno due ragioni valide.

Fu la primissima volta che tra i due quel sentimento anomalo, quel legame strano, si rafforzò. Divenne più doppio, più spesso.

A quelle parole sembrava calato un gelo su tutti i presenti, ed era strano vedere quel via-vai di giovani ignari lì, proprio in quella stessa stanza, dove si stava parlando di omicidio come si può parlare del tempo in un bar. Al fece spallucce e Kam solamente in quel momento capì cosa intendeva l'amica quando parlava di due realtà, di due mondi completamente diversi.

"Davvero non li aiuterai?" domandò Kam appena si separarono dal duo.

"Davvero" confermò Al continuando a camminare.

Raggiunsero il portone e ad attenderle trovarono Sam.

"Aaaah, la mia sorella preferita. Che ci fai qui? Anche tu vuoi essere spettatrice della pazzia di Al?" domandò Kam sogghignando.

La sorella le prese a braccetto e fece finta di pensarci.

"Si, decisamente si. Allora...dov'è quel bestione sexy?" continuò guardandosi attorno.

Al le tappò la bocca con una mano sussurrando :"ma sei pazza? Lo sai che hanno il super-udito o qualcosa del genere. Ci manca veramente che si convinca che mi piace e..." e fece il gesto di una bomba che esplode.

"Kam vieni a casa?" le domandò Sam.
"Ho preparato un polpettone con i fiocchi giuro. Io-"  e s'indicò con alterigia,"-la vizio troppo a questa qui" e indicò Al.

Kam annuì con già il languorino in bocca, erano famosi i polpettoni di quella ragazza.

Si arrestarono tutte e tre quando sentirono un motore di una motocicletta in lontananza e poi sempre più vicino.
Frenò davanti a loro tagliandole la strada, e su quella motocicletta chi poteva esserci?

Ma perché le giornate erano diventate così lunghe? si domandò Al frustata.

Sesso-fatto-in-persona allungò la mano verso Sam che sembrava presa in contropiede stranamente.

"Tu devi essere la sorella di Al. Io sono Way piacere!" e si strinsero la mano.

A quel contatto Al chiuse gli occhi in due fessure... smettila di fare il carino con mia sorella!
Way, Way, ah, alla sorella era permesso chiamarlo con il nomignolo. Sam non lasciarti ingannare! Con un sorriso la sorella annuì.

"Sam. Piacere mio."

Al lo fissò come un cane di fronte ad un osso, pronta a sbranarlo. Ci mancava solo che entrasse nelle grazie della sorella e addio sanità mentale.

"Si okay... noi andiamo. Addio!"
Costrinse le due ragazze a seguirla con un soffio di vento fortissimo, che ovviamente non smosse neanche un capello a quel dannato Alpha.

Al, nonostante fosse persa nei suoi pensieri, quando aprirono la porta di casa non potette fare a meno di sentire i commenti delle sue due compagne.

Kam stava aggiornando Sam di tutti i pettegolezzi e di tutti i dettagli della mattinata. Sam annuiva di continuo, ma come la sorella, era poco propensa ad interessarsi agli altri.

"Allora è lui eh?" sogghignò la sorella.

Lo faceva apposta, lo sapeva, voleva punzecchiarla un pò.

"Guarda che adesso Kam sa tutto, quindi non ci metto due secondi a stenderti Sam" la minacciò spingendola malamente.

Con una pacca sulla spalla Sam la lasciò perdere e si rituffò nella conversazione con l'amica.

Nel frattempo una miriade di pensieri passavano per la mente alla strega dai capelli d'avorio.

Chi erano quelle streghe?

Indubbiamente era preoccupata per il branco, e no! non per Wayland.

Così tante streghe contro i lupi... non ricordava avesse mai sentito qualcosa del genere.
Si passò ripetutamente l'indice sul labbro inferiore pensierosa.

Non poteva assumersi nessuna responsabilità, non poteva aiutarli anche se lo avesse voluto. Non era propensa in genere a lasciare le persone in difficoltà, se poteva aiutare lo faceva sempre entro i suoi limiti.

Ma non poteva mettere a rischio la sua famiglia, sua sorella in primis.
Se lei avesse attaccato, Sam l'avrebbe seguita ciecamente a rotta di collo.

E dopo cosa sarebbe successo? Cosa sarebbe accaduto se qualcuno avesse anche solo sfiorato la sua metà?
Sarebbe impazzita, si! Per forza.
Sarebbe esplosa, BOOM come una bomba, come una pistola troppo carica.

In cambio però poteva cercare informazioni su quelle streghe. Magari... "Sam conosci qualche strega nera?" domandò.

La sorella si passò pensierosa una mano sul viso spostandosi una ciocca fastidiosa. Ci pensò su e scosse la testa.

"No. Kam mi ha raccontato tutto e non so proprio... ma forse potremo cercare al Grove. Sai che lì è un covo per creature sovrannaturali." Geniale.
La sorella era geniale.

"Ma certo! Il Grove, come ho fatto a non pensarci?"

"Ci sono anch'io" s'immischiò l'amica alzando la mano.

"No tu non vieni. E' un vero covo di psicopatici quello."

"Ma voglio venire Al... sono curiosa. Dai, dai lasciami venire... ti preeeego" piagnucolò congiungendo le mani in preghiera.

Al guardò la sorella, spettava a lei l'ultima parola. Sam si girò verso il bancone sfuggendo il viso.

"No. Magari la prossima volta Kam."
E alle parole di Sam, dette con quel tono, nessun essere umano o sovrannaturale avrebbe potuto contestare.

Kam s'imbronciò ma non disse nulla, in fondo sapeva che era pericoloso per lei, un'umana in un covo di non-umani.
Sarebbe potuto succedere di tutto, e poi le amiche dovevano fare delle ricerche, con lei tra i piedi si sarebbero dovute preoccupare anche della sua incolumità.
Con quelle considerazioni tornò a sorridere e stringendosi nelle spalle cacciò la sua voce più dolce:" allora, questo polpettone?"

When everyone you thought you knew,
Desert your fight, i'll go with you.
You're facing down a dark hall,
I'll grab my light, And go with you.

Twenty one pilots, my blood.

Camminavano mano nella mano, le due sorelle, su una strada isolata. Non erano spaventate, era una sorta di rito il loro.
Ognuna di loro era persa nella sua testa, quella frustata di Al e quella piena di meccanismi di Sam.

Le mani unite dondolavano seguendo un ritmo che era solo loro.

La luna era quasi piena, nascosta dalle nuvole, l'aria fresca della sera le accarezzava il viso e le faceva svolazzare i capelli.

Con gli stessi tatuaggi, lo stesso stile e lo stesso modo di camminare -sicuro-, le si poteva scambiare per gemelle.

Ogni tanto si guardavano intorno per seguire bene il sentiero, che le portò in una radura abbandonata.
Tutto era contornato dagli alberi, che con i loro rami ricurvi rendevano l'ambeinte più suggestivo.

In silenzio si posizionarono l'una di fronte all'altra e Al creò una barriera protettiva. Muovendosi all'unisono come in una danza, eseguirono le stesse mosse, gli stessi movimenti. I passi sincronizzati, a piedi nudi, se ne stavano tra la natura, nei loro elementi sacri. Ogni tanto una delle due attaccava, l'altra rispondeva con prontezza non lasciandosi toccare.

Quella notte, gemella a tante altre, sentì ancora i loro respiri affannati, la loro fatica, ma soprattutto la loro costanza nell'accarezzare quella che era la loro natura.

Spesso le altre streghe si chiedevano perché le sorelle Stone fossero così forti, così imbattibili.

Bhe la risposta era proprio lì, lanciata in quella serata di metà stagione.
Le sorelle si allenavano, instancabili, esercitavano tutto il loro potere sempre di più spingendolo al massimo. Non davano niente per scontato, e anche se erano consapevoli del fatto che i loro poteri superassero di gran lunga quelli delle streghe anche più anziane, non si accontentavano mai.

E ancora colpo su colpo rispondevano, si giravano attorno modellando, scansando, muovendo le dita. Ore passate così, al chiaro di luna fino a che la stanchezza non le avesse sopraffatte. E così successe anche quella notte. I gradi erano scesi di parecchio quando decisero all'unisono di farsi un inchino l'un l'altra e avviarsi di nuovo verso casa, di nuovo in quella normalità che mai, grazie alla presenza dell'altra, gli era stata stretta.

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