Capitolo XI ° La mia ombra- parte prima
Gabriel e Juan si erano allontanati, subito dopo la funzione.
Mentre io dovevo esplicare le ultime faccende.
I saluti, le firme, i ringraziamenti dovuti...
Appena terminai, presi il libro.
Quello che, per me, rappresentava la speranza e la salvezza.
Lo avvolsi, con delicatezza e rispetto, in un panno di lana rossa, e lo riposi in fondo allo zaino.
Giunsi alla scuola, in un momento in cui erano ormai andati via tutti gli studenti, perché la biblioteca stava per chiudere.
Pregai ad alta voce:
"Speriamo che Juan sia venuto qui, dopo il funerale della zia Margie, che non sia già andato a casa!".
Entrai nella scuola e, per fortuna, lo vidi, chino sui compiti di storia, nell'atto di correggerli.
Appena mi vide, lasciò cadere la penna, stupito e mi guardò come non aveva mai fatto prima di allora.
"Angie...
Hai bisogno di qualcosa?
Posso fare qualcosa per te?".
E così dicendo si alzò e mi venne incontro, con aria seria.
Si mosse lentamente.
Era come se lo guardassi per la prima volta.
Anche perché non sembrava più nemmeno lui.
Chi mi stava di fronte non era il solito professore imbranato, impacciato.
Non mi ero accorta che potesse essere, perfino... affascinante.
Era un uomo responsabile ed affidabile.
"Che cambiamento!".
Riflettei, sorpresa.
Mi chiesi, con meraviglia, quale fosse il vero Juan.
La persona timida, che avevo conosciuto...
Oppure quello che vedevo ora?
Stavo provando la stessa attrazione, che avevo avuto, nei suoi confronti, il giorno del nostro primo incontro, alla stazione.
Chi era davvero Juan?
Immagino che, in ognuno di noi, ci siano diverse identità, pronte a venir fuori quando meno te lo aspetti, quando lo richiede il momento.
Era capitato anche a me.
Avevo dimostrato un coraggio che mai mi sarei aspettata di avere.
Ma ora, ripensando a quanto era accaduto, sentivo la disperazione ed il terrore prendere il sopravvento dentro di me.
Ed ancora riaffiorava quel dolore, atroce e crudele.
Non riuscivo nemmeno a parlare.
Non ero, al momento, nemmeno in grado di pensare.
Avevo timore di non riuscire a sopportare il peso dei ricordi.
Dallo spazio delle illusioni: Accade , a volte, di non soffermarci a osservare troppo le persone che ci sono intorno, dandole per scontate. Quello che colpisce Angie è proprio questo. Il professore di storia, ora è completamente diverso, così lontano dall'essere imbranato di sempre. Cosa sta nascendo tra Angie e Juan? Tutto il capitolo svela qualcosa di tenue e delicato, ma non per questo, meno forte ed intenso.
La stupenda musica "Home at last" di Trevor Jones, è il leitmotive del personaggio di Juan, dolce, ma coraggioso ed affidabile. La canzone si trova alla traccia n°11 dell'album "Labyrinth", film del 1986, con il grande David Bowie, recentemente scomparso. Un doveroso omaggio ad un film mitico e ad una colonna sonora altrettanto meravigliosa ed affascinante.
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