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Capitolo 65

La figura che emerge dalle ombre appartiene all'ultima persona al mondo che mi sarei aspettata di vedere qui.

《Non servono le presentazioni vero?》Il tono beffardo del Rettore mi irrita anche se non gli presto molta attenzione.

Il mio sguardo è focalizzato su di lui, sul capitano Liam Becker.

Fasciato nella divisa nera del Centro fa sfigurare persino Ian, ma non lo ammetterò mai ad alta voce.

《Che... ci fai tu qui?》domando con voce tremante, non volendo realmente sentire la sua risposta.

《Zeke ha detto che gli serviva il mio aiuto》dice Liam, con sguardo duro e il volto privo di espressione.

《Quindi lavori per lui?》mormoro, ancora confusa da questa rivelazione sconcertante.

Per tutta risposta il capitano scrolla le spalle indifferente e si posiziona accanto al Rettore. Ian mi posa una mano sul braccio e lo stringe brevemente quasi volesse rassicurarmi.

La mia testa è in preda a un turbinio di ipotesi, una più spaventosa dell'altra, eppure nessuna abbastanza soddisfacente.

Davvero Liam lavora per Jefferson?

Possibile che gli attimi passati insieme siano stati solamente un castello di bugie?

《Ora che ci siamo tutti, che vuoi fare, pazzoide?》chiede Ian, in tono di sfida.

A quell'epiteto, il Rettore sorride come un padre comprensivo verso un figlio disubbidiente e schiocca le dita. Liam entra in azione: allontana Ian da me e tenta di sopraffarlo, ma l'uomo è un osso duro. Infatti, riesce a mettere a segno un paio di buoni colpi anche se, alla fine, è il capitano ad avere la meglio.

Ian viene così ammanettato a un tubo lì accanto: abbastanza vicino per sentire ciò che diciamo, abbastanza lontano da non costituire una reale minaccia.

《Cosa vuole da me?》domando, cercando di imbrigliare la paura che mi attanaglia le membra.

È chiaro che Jefferson vuole me, o qualcosa che io possiedo, altrimenti non avrebbe neutralizzato i miei compagni per isolarmi.

《Perché il mio piano funzioni mi serve lei, professoressa. Lei che in questa realtà non esiste. Lei che costituisce una potente anomalia. Lei che ha attraversato più varchi di tutti noi messi assieme. L'energia che la circonda è forte e servirà per stabilizzare il varco che sta nascendo.》Mi spiega l'uomo, lanciando una significativa occhiata a Liam.

Il capitano si porta così alle mie spalle e mi immobilizza, torcendomi le braccia dietro la schiena.

《Appena il varco raggiungerà la fase di massimo splendore, lei verrà gettata al suo interno. Così facendo, l'energia si stabilizzerà perché il suo corpo farà da catalizzatore e potrò portare avanti il mio piano.》

Detto ciò, il Rettore si reca alla scrivania per controllare i dati ricavati dal Manufatto, lasciando me e Liam in una relativa privacy.

《Liam. Non puoi davvero appoggiare un folle del genere!》sussurro, aggrappandomi spasmodicamente al profondo sentimento che provo per il mio Liam.

Sono dolorosamente consapevole che l'uomo alle mie spalle non è quello che amo eppure...

Il capitano non risponde e sto quasi per perdere le speranze quando avverto il suo respiro fra i miei capelli.

《Appena Zeke torna, tu corri verso le scale e scendi. Prendi Connor e scappate il più lontano possibile.》La sua voce è un bisbiglio a malapena percettibile.《I dinosauri volanti non vi faranno nulla. Di Zeke ce ne occupiamo io e Ian.》

Vorrei girarmi e guardarlo negli occhi mentre mi espone il suo piano per capire se mi sta mentendo, ma non posso perché continua a tenermi le braccia bloccate.

Davvero posso fidarmi?

Che stia facendo il doppio gioco?

《D'accordo...》acconsento con un mormorio, pronunciato quasi controvoglia.

Percepisco il capitano sospirare di sollievo e dire qualcosa che, però, non riesco a udire. Provo a voltare la testa, ma il Rettore sceglie proprio quel momento per tornare da noi.

《Il varco è quasi giunto al punto critico》ci comunica, soddisfatto della sua creatura.《Ancora qualche realtà da assorbire e poi tocca a lei, professoressa.》

Detto ciò, si scosta da me e Liam per ammirare più da vicino il suo cannone crea-varchi, servendoci così l'occasione propizia per mettere in atto il piano di Liam.

La presa del capitano si fa meno intensa e le sue mani scivolano sulle mia braccia, in una lenta carezza. Controllando i movimenti del Rettore con la coda dell'occhio, stavolta, mi giro e riesco finalmente a vedere il volto di Liam: a parte un taglio sul sopracciglio, ricordo della scaramuccia di pochi attimi fa con Ian, sta benissimo e il suo sguardo non è più vuoto e duro bensì preoccupato e teso.

《Vai》mima con le labbra, senza produrre alcun suono.

Io, però, non posso andarmene.

Non senza lui e Ian.

Così scuoto la testa e gli occhi del capitano diventano più cupi e autoritari, ma non cambierò idea: io li aiuterò a fermare il folle piano del Rettore.

Esasperato, Liam mi comunica, a gesti, di andare alla scrivania e interrompere la connessione fra il Manufatto e il cannone.

Più facile a dirsi che a farsi...

Annuisco con un cenno deciso della testa e mi allontano velocemente, cercando di non fare alcun tipo di rumore. Proprio in quell'istante, però, Jefferson subodora il tradimento perché si volta verso di noi e sfodera una pistola che non credevo potesse avere.

《Avrei dovuto prevederlo...》commenta l'uomo, senza manifestare alcuna sorpresa.《Dopotutto anche l'altro capitano è stato irretito dal suo fascino, professoressa.》

《Lasciala andare》gli ordina Liam, mettendosi sulla linea di tiro della pistola.

《Certo che no!》esclama Jefferson, stupito dalla sciocca richiesta del capitano.《Mi serve. Ma tu e il tuo amico no quindi...》

Il tempo di un battito di ciglia e Liam crolla a terra, col petto insanguinato: il Rettore gli ha sparato senza alcuna remora.

《Oddio... no...》

Mi inginocchio accanto al capitano e controllo la sua ferita. A prima vista sembra un colpo mortale dato che la pallottola si è piazzata esattamente nel punto in cui si trova il cuore, poi, però, scostando la divisa nera e imbrattata di liquido vischioso mi rendo conto che Liam indossa il giubbotto antiproiettile.

Alzo lo sguardo sul suo volto e quell'idiota mi fa l'occhiolino.

《Mi sbaglio oppure il mio amico le aveva chiesto una cosa?》

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