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Capitolo 54

《Perché il tuo aggressore ti ha riportata indietro?》La domanda di Ian è l'eco dei miei stessi pensieri, tanto che lo fisso con occhi sgranati.

《Non lo so...》Gli fornisco l'unica risposta che posso dare.

L'uomo, allora, si immerge in un meditabondo silenzio mentre sorseggia il suo caffè, il cui forte aroma solletica le mie narici. Io sospiro piano, quasi temessi di distoglierlo dalle sue riflessioni, mescolo leggermente la mia cioccolata e comincio a berla, scrutando gli altri clienti.

Quando il caldo e dolce liquido invade la mia bocca, riempiendola di un sapore nostalgico, un ricordo un poco offuscato fa capolino nelle mia mente, litigando con i pensieri che mi affollano il cervello.

Connor.

La cioccolata calda mi ha fatto ricordare il mio Connor.

Accigliata, continuo a gustarmi la bevanda mentre Ian riflette e la clientela subisce un ricambio notevole: le coppie, che abbiamo visto quando siamo entrati, lasciano spazio a piccoli gruppi familiari e le risate dei bambini riempiono l'aria, arricchendola di gioia.

Come ho fatto a dimenticarlo?

Man mano che la cioccolata mi riscalda, il ricordo di quella sera si fa sempre più nitido finché non rammento ogni cosa.

Avevo litigato con Kevin quella sera.

Il primo, vero litigio da quando ci eravamo sposati, tanto che mi ero tolta la fede, in un attimo di follia.

Volevo parlarne con Nina ma lei era irreperibile, il che, a pensarci ora, suona ironico: sicuramente si trovava assieme a mio marito.

Amareggiata dalla macchia del tradimento, mi costringo a ripercorrere tutta quella serata, fin nei minimi particolari.

Uscita da casa non sapevo cosa fare: ero arrabbiata, delusa e avevo i nervi a fior di pelle. In più pioveva a dirotto.

Non ho mai amato la pioggia. Rende tutto così grigio e triste che nemmeno il sorriso più bello può rischiarare le ombre.

Stavo camminando senza una meta precisa in mente quando venni spintonata, non in maniera rude e aggressiva, più che altro pareva che quel qualcuno avesse così tanta fretta da non prestare attenzione a niente e a nessuno.

Mi girai pronta a dirne quattro, ma quando vidi che si trattava di un giovanotto dall'aria spaventata e confusa, con grandi occhi neri, mi rimangiai tutto quello che volevo dire per offrirgli una cioccolata.

Quello è sempre stato il mio modo per affrontare i problemi: la cioccolata.

Mia madre me ne preparava una ogni volta che incertezze o difficoltà si intromettevano sulla mia strada. Per lei, si poteva risolvere tutto con una cioccolata calda e un abbraccio.

Quanto vorrei che fosse qui con me...

Pensai la stessa cosa quella sera quando conobbi Connor, in effetti ciò che gli dissi mi fu ispirato proprio da lei: la donna più importante di tutta la mia vita.

Furono gli occhi di quel ragazzo fradicio come un cucciolo che mi colpirono maggiormente. Di giovani ne vedevo tanti in università, ma pochi possedevano il suo sguardo.

Era così... rassegnato.

E vuoto.

Volevo togliergli quell'espressione, cancellare quell'emozione da lui.

Per sempre.

Lo sapevo che si trattava di una mera utopia eppure ciò non mi ha fermato dall'invitarlo al mio tavolo, offrirgli conforto liquido e qualche parola d'incoraggiamento.

Dopo ho perso le sue tracce.

Quando ero tornata a casa, avevo trovato Kevin afflitto e contrito, avevamo parlato fino a tarda notte e poi l'avevo perdonato.

Ora quel ricordo dolceamaro mi fa stringere il cuore e inumidire gli occhi.

Non pensare al passato...

Non puoi cambiarlo...

Ma posso cambiare il futuro, il mio futuro.

《Ian.》Richiamo l'attenzione dell'uomo, ancora perso nelle sue elucubrazioni mentali, e aspetto che ritorni da me.《Da quando lavori per il Centro, hai mai visto un manufatto simile a un caleidoscopio, grande più o meno così?》

Scosto la tazza, quasi vuota, e allontano le mani per mostrargli la misurazione corretta.

Non so come mai gli ho posto questa domanda, fra le centinaia che mi ronzano in testa, però è un tarlo che mi si è insinuato nel cervello da quando ho visto quell'oggetto.

《Mmhh...》mugugna lui, riflettendo, ma, dopo qualche istante, scuote la testa con decisione.《No, mi dispiace, però non ho mai visto alcun manufatto. È una cosa importante?》

《Ottima osservazione...》mormoro, appoggiando il mento sul palmo aperto. Poggio i gomiti sul tavolo e parlo, scrutando la folla con interesse.《Non so se "importante" è la parola giusta per descrivere quell'oggetto. Ma sono certa che si tratta di un tassello fondamentale del grande puzzle che è la mia vita. Potrebbe aiutarmi a tornare a casa...》Quasi subito, però, scarto l'idea: non è quello lo scopo del Manufatto.《O forse...》

Presa da un'illuminazione, mi rizzo a sedere, facendo sobbalzare Ian, che mi guarda perplesso.

《È ancora valida la tua offerta?》gli domando, protendendomi verso di lui e abbassando la voce.《Mi daresti una mano a tornare a casa?》

L'uomo annuisce prontamente con un secco cenno della testa.

《Te l'ho detto e te lo ripeto: ti aiuterò a raggiungere la tua epoca. Fosse l'ultima cosa che faccio. Hai la mia parola, Liv.》Mi prometto con sguardo sincero e profondo, tanto che mi perdo per un attimo nei suoi occhi nocciola.《Hai ideato un piano, vero? Un piano in cui c'entra quel coso... quel manufatto di chi abbiamo parlato...》

Scatto indietro con un movimento fulmineo, scioccata dalla sua perspicacia, e lui ridacchia sommessamente.

《Non è divertente...》borbotto, incrociando le braccia al petto mentre mi appoggio allo schienale della sedia.

《Oh, sì che lo è! Hai davvero un'espressione buffissima in volto!》

La risata di Ian è forte e avvolgente tanto che mi viene la pelle d'oca dall'emozioni che m'ispira.

《Uomini...》bofonchio, sospirando di rassegnazione.《Torna serio, soldato. Te la senti di venire con me? Oppure il rischio non fa per te?》Lo prendo in giro bonariamente, ma le mie parole agitano ricordi in lui ed il suo sguardo si affila mentre mi fissa come un predatore.《C-che ho detto...?》

《Nulla...》risponde evasivamente lui, assumendo la mia stessa posizione.《Va avanti. Esponi il tuo piano.》

《Beh... Ecco...》balbetto, ancora confusa dal suo repentino cambio d'umore. Prendo un respiro profondo e vuoto il sacco.《Dobbiamo rubare il Manufatto al Centro.》








Angolo dell'autrice:

Volevo solo dire una cosa: questo capitolo è collegato alla mini-storia Invisibile di Anomalie: l'inizio 😊

Ora avete entrambi i punti di vista di quella sera 🙄

Spero di aver risposto ad alcune nostre domande 🤗

Alla prossima! 🌟

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