Capitolo 48
Tratteniamo il fiato, aspettandoci un attacco che, però, non avviene.
I neon continuano ad accendersi e spegnersi, tanto che penso a un possibile guasto elettrico: magari i dinosauri hanno rovinato i cavi.
A gesti, Ian ci ordina di rimanere fermi e in silenzio mentre lui va in perlustrazione. Connor mi guarda e deglutisce, stringendosi al petto il volume di informatica.
Io annuisco con un deciso cenno della testa, mettendomi in tasca il reperto: preferisco avere le mani libere per ogni eventualità.
Ian, pistola in pugno, avanza lentamente verso l'inizio della corsia in cui ci troviamo. Mantiene la schiena rasente allo scaffale così da essere coperto almeno da un lato.
Sta attento...
L'uomo giunge alla meta sano e salvo: sporge un poco la testa per controllare, ma non vede nulla perché rimane fermo, in attesa di un altro movimento da parte del dinosauro.
《Che se ne sia andato?》chiede Connor con un filo di voce, rompendo il silenzio in mille frammenti taglienti.
All'improvviso la biblioteca si anima di latrati e ringhi che aumentano d'intensità man mano che il mio cuore incrementa i battiti, scalciando come un puledro impazzito contro la mia cassa toracica.
《Forse no...》si risponde il giovane, guardandomi con occhi sgranati.
Ian si gira verso di noi, forse per intimarci il silenzio, però quando i nostro sguardi si incrociano, nei suoi occhi leggo terrore puro.
Un lieve ansimare mi fa comprendere tutto con una precisione quasi inquietante.
《Connor.》Lo chiamo, muovendo a malapena le labbra.《Al mio segnale corri verso Ian il più velocemente possibile, capito?》
Il ragazzo mi fissa con occhi scuri e consapevoli mentre realizza che sta succedendo.
《È dietro di noi, vero?》La sua domanda arriva fioca e debole, ma colma di paura.《Sono troppo giovane per morire...》
A quelle parole, mi si spezza il cuore, facendomi riconsiderare il ruolo del mio Connor.
Quante volte l'ho messo in pericolo?
Quante volte ho rischiato di perderlo a causa della mia voglia di conoscenza?
《Non morirai》gli prometto, riuscendo persino ad abbozzare un sorriso.《Ora però... Corri!》grido, spingendolo in direzione di Ian.
Fortunatamente Connor reagisce con una prontezza di riflessi sorprendente: molla il tomo di informatica che cade a terra con un tonfo sordo e vola verso l'uomo che sta puntando la pistola in un punto imprecisato, alle mie spalle.
《Liv!》urla Ian quando capisce che io non lo raggiungerò.
《Tienilo al sicuro!》Gli ordino, girandomi per affrontare il dinosauro che mi attende.
Lo riconosco non appena poso gli occhi sulle due creste ossee che possiede sulla sommità cranio.
Si tratta di un Dilophosaurus wetherrilli.
Un teropode vissuto nel Giurassico inferiore, uno dei più grandi predatori della sua epoca, poteva raggiungere la lunghezza complessiva di circa sette metri per quattrocento chili di peso. Ma quello di fronte a me dev'essere un cucciolo.
Questo dinosauro possiede caratteristiche insolite: oltre ai denti lunghi ma sottili e alle creste osse, il cranio del dilofosauro presenta una profonda depressione nella zona tra la mascella e la premascella, rendendolo simile a quello di uno spinosauro.
È uno splendido esemplare di predatore e ha tutta l'aria di volermi mangiare.
Le narici fremono mentre catturano il mio odore. Le zampe anteriori, piccole e inutili, si muovono a scatti. Le zampe posteriori, invece, lunghe e possenti stanno per scattare: lo so, lo vedo.
Accade tutto in un istante.
Il dilofosauro balza verso di me, dandosi una poderosa spinta con gli arti posteriori. Io mi abbasso, facendomi più piccola possibile, in un gesto di estrema fiducia. Ian preme il grilletto due volte.
I proiettili mi sfiorano i capelli prima di andare a conficcarsi nel fianco e nel dorso del dinosauro, rallentando la sua corsa e facendolo sbandare di lato.
Con un movimento felino, scarto a sinistra, evitando così di essere travolta dai cento chili di muscoli e artigli che stanno per abbattersi a terra.
La mia schiena è addossata allo scaffale pieno di libri, alcuni dei quali mi stanno perforando le spalle, mentre il dilofosauro è sdraiato su un fianco, con le zampe posteriori che si muovono debolmente e il respiro quasi affannoso.
《Mi dispiace...》mormoro a quella povera bestia che non ha alcuna colpa.
Agisce solamente in base all'istinto ma non per questo andrebbe abbattuto. Sono grata a Ian per avermi salvato la vita però non riesco a essere felice.
Ho contribuito a stroncare una vita.
《Liv? Stai bene?》La domanda dell'uomo mi coglie impreparata.
Distolgo lo sguardo dal dinosauro ferito e lo poso su di lui: sta ancora puntando la pistola verso l'animale e, in volto, ha un'espressione terrorizzata.
《S-sì... Sto bene...》gli rispondo, un po' incerta e provata, passandomi una mano sul viso.《Ma devo andare a cercare il varco.》
Ian resta spiazzato dalla mia risposta, però annuisce prontamente e avanza verso di me. Un ringhio lo ferma e ci fa trasalire tutti e tre.
Quel dilofosauro non è l'unico che ha attraversato il buco dimensionale.
《Tu occupati dei dinosauri mentre io cerco il varco》ordino a Ian che non accetta di buon grado la mia divisione dei compiti.
《Liv...》inizia a protestare, ma lo blocco subito, alzando una mano.
Non abbiamo tempo per discutere.
《Connor!》Richiamo l'attenzione del ragazzo, che continua a guardarsi intorno.《Sai dove si trova il varco oppure devo perlustrare tutto l'edificio?》
《Uhm... Cosa?》Il giovane riporta il suo sguardo, un po' sconvolto, su di me.《Sì, giusto... Il varco...》Si fruga nelle tasche della giacca per poi tirar fuori una penna. Se la posa sul palmo aperto e subito l'oggetto si muove, puntando verso il pavimento. Connor lo prende un attimo prima che cada a terra.《Direi che si trova al piano di sotto. Però non può...》
Sempre al piano inferiore...
Che novità...
Ho un brutto rapporto con gli scantinato e affini. Peccato non abbia tempo di rimuginare sul passato: il raschiare degli artigli dei dilofosauri si avvicina lentamente ma inesorabilmente.
《Stai attenta.》È l'ultima cosa che mi dice Ian per dopo prendere Connor per un polso e abbandonare il nostro rifugio.
Aspetto di udire i colpi di pistola prima di avanzare nella penombra in cerca delle scale.
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