Capitolo 44
La biblioteca Prescott&Halby è un piccolo edificio situato alla periferia di Londra, in un quartiere sonnacchioso. Tanto che mi chiedo se mai qualcuno varchi queste porte vecchio stile con il maniglione d'ottone.
Ian parcheggia il SUV vicino ad un parco giochi vuoto, che sembra uscito direttamente da un film dell'orrore, e smonta dal veicolo, seguito a ruota da me e Connor.
Il ragazzo si carica sulle spalle il suo onnipresente zaino nero e aspetta un cenno dell'uomo per muoversi.
La strada è deserta nonostante sia primo pomeriggio, ma ne sono felice così non dobbiamo temere eventuali testimoni oculari.
Dio solo sa cosa gli farebbe la signora Smith!
Sicuramente cancellerebbe loro la memoria come voleva fare con me, anzi come farà certamente se non riesco a tornare a casa.
Attraversiamo, incurante di camminare al di fuori delle strisce pedonali, e ci troviamo subito di fronte alla biblioteca. Il SUV della squadra di appoggio è parcheggiato nell'unico posto libero, però degli uomini non vi è traccia.
《Saranno dentro》suggerisce Connor, guardandosi in giro.《Dopotutto dovevano evacuare l'edificio...》
Riluttante ad accettare la sua ipotesi, controllo i dintorni senza trovare nulla di strano: la biblioteca si trova accanto ad un piccolo negozietto di fiori, attualmente chiuso.
Non scorgiamo né auto né persone.
《È davvero un quartiere tranquillo》osservo, prendendo mentalmente nota di ogni particolare.
Un bicicletta rossa legata ad un lampione.
Una macchina bianca posteggiata qualche metro più in là.
I nuvoloni scuri e minacciosi, carichi di pioggia, che stanno oscurando il pallido sole che illumina la giornata.
《Entriamo?》domanda Ian, con una mano sul portone, che spalanca a un mio cenno positivo.
Io e Connor saliamo i sei gradini in marmo e raggiungiamo l'uomo proprio quando sta varcando la soglia.
I cardini cigolano leggermente, annunciando il nostro arrivo, eppure tutto tace all'interno della biblioteca.
《C'è nessuno?》La voce di Connor rimbomba nell'atrio vuoto, facendomi venire la pelle d'oca.
Ian chiude il portone e gira la chiave per serrarlo. Udendo quel rumore, gli scocco un'occhiata interrogativa alla quale lui risponde con un bisbiglio.
《Qualcosa non va. È meglio che nessuno esca. O entri.》
Effettivamente non ha tutti i torti: meglio se i dinosauri rimangono in un'area circoscritta e non se ne vadano a zonzo nel cuore di Londra.
L'uomo s'infila la chiave nella tasca posteriore dei pantaloni e avanza lungo il corridoio. Il pavimento lucido, in marmo, richiama lo stile del portone: antico eppure sempre bello.
Io mi metto al fianco di Ian mentre Connor rimane nelle retrovie, ammirando il soffitto ornato di antichi affreschi.
《Però... Davvero una splendida biblioteca...》commenta sottovoce, anche se nel denso silenzio che ci avvolge pare che urli.
《Concordo con te.》Annuisco, ma i miei occhi sono concentrati su altre cose.
La luce dei neon va ad intermittenza, alcuni libri giacciono per terra, dimenticati o forse usati come arma, la scrivania della bibliotecaria è in disordine, con penne e fogli ovunque.
《Puoi metterti in contatto con la squadra?》domando a Ian, fermando alla postazione caotica.
Faccio il giro del bancone in legno e subito capisco che le cose hanno preso una brutta piega: spostando alcuni documenti, infatti, trovo due graffi compatibili con le zampe di un dinosauro.
《Ci ho provato ma non rispondono.》È la ferale risposta di Ian che affila lo sguardo quando gli mostro ciò che ho trovato.《Sapresti dirmi a chi appartengono?》
Abbasso gli occhi sui solchi recenti ma scuoto la testa: potrebbe averli procurati qualsiasi animale.
《Posso solamente dirti che si tratta di un carnivoro, però la specie... Non ho sufficienti elementi per identificarla. Mi spiace.》
Sfioro i graffi con dita leggere, cercando di immaginare che dinosauro potrebbe averli fatti, senza, però, riuscire a trovare un nome specifico.
《Ehi, ragazzi! Venite a vedere!》Ci chiama Connor da...
《Ma dov'è andato?》domando, preoccupata a Ian.
Non riesco a scorgere il giovane da nessuna parte: possibile che non possa stare fermo per qualche istante?
L'uomo sospira, alzando gli occhi al cielo: è evidente che non è la prima volta che Connor scompare così durante un'operazione.
Abbandono la scrivania e ritorno accanto a Ian, dopotutto è lui quello armato, e insieme ci mettiamo alla ricerca del Genietto.
Grazie a Dio, lo troviamo sano e salvo fra gli scaffali della biblioteca: ha visto un libro interessante e si è messo a sfogliarlo.
Roba da non credere.
《Connor...》lo richiama all'ordine Ian con voce dura e rassegnata allo stesso tempo.
《Che c'è? Che ho fatto stavolta?》ribatte il ragazzo con aria innocente, tenendo il libro aperto.
《Nulla》lo rassicuro prima che Ian lo strangoli.《Ma sarebbe preferibile che tu rimanessi accanto a lui visto che, fra noi, è l'unico armato. No?》
《Oh, cavolo...》mormora Connor, rendendosi, finalmente, conto di ciò che ha fatto.《Non accadrà più! Lo giuro! Però questo dovete vederlo!》
Ovviamente succederà di nuovo.
Io e Ian ci scambiamo uno sguardo prima di volgere la nostra attenzione al ritrovamento del giovane. Sulla copertina del libro che sta sfogliando, infatti, è incastrato quello che, ai miei occhi, sembra un dente.
《Posso?》
Lui mi passa il volume, una specie di trattato di informatica di cui non comprendo nemmeno il titolo, e io, con molta attenzione, disincastro il reperto, restituendo poi il tomo a Connor.
A causa della luce intermittente, non lo riesco a studiare molto bene però alcune cose mi sono chiare: il dente è lungo, ma relativamente sottile e con la base non molto ampia.
Una cosa particolare in un carnivoro.
《Forse potrei azzardare un'ipotesi...》esordisco, rigirandomi il dente fra le dita.
Le mie parole attirano l'attenzione dei due uomini, anzi solo quella di Ian perché Connor mi sta fissando sconcertato.
《Che succede? Ho qualcosa in faccia?》chiedo, molto confusa dalla sua reazione.
Di solito, lui è quello che si eccita e si agita non appena capiamo con quale dinosauro abbiamo a che fare.
L'altro Connor...
Sgrano gli occhi quando mi rendo conto che l'ho considerato come il mio studente brillante, ma ferito dalla vita.
《Lei è un portento!》esclama lui di punto in bianco, lasciandomi interdetta.《Come ha fatto a capire tutto da un dente? Cioè, è una cosa geniale e...》
Un sommesso ringhio ci ammutolisce.
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