Capitolo 43
《Ian! Fortuna che ti ho trovato!》grida una voce maschile e molto sollevata.《Oh, cavolo... Io... Non sapevo...》
Riapro gli occhi di colpo e noto che l'espressione di Ian è identica alla mia: scioccata e delusa.
Entrambi alziamo lo sguardo e troviamo un Connor davvero imbarazzato che fa di tutto per non guardarci direttamente. Si è persino messo le mani davanti al volto per attenuare il rossore che gli colora le guance.
《Mi cercavi?》Gli domanda Ian, con voce un po' stizzita, mentre io mi scrollo il suo braccio dalle spalle.
L'uomo mi rivolge una breve occhiata, che non comprendo appieno, per poi alzarsi con movimento fluido e stranamente aggraziato.
Allunga una mano verso di me e io la prendo senza alcuna incertezza: la confusione che provavo prima è scomparsa in compagnia di Ian.
Sono bastati pochi attimi accanto a lui e mi sento meglio: le spalle più leggere e il cuore sottosopra.
《Sì... Io... Ehm...》balbetta Connor, dandoci la schiena.
Io mi spazzolo i pantaloni e poi gli picchietto sulla spalla con un dito. Il ragazzo sobbalza come se l'avessi colpito e mi spunta un sorriso sulla labbra.
《Non è successo nulla》lo rassicuro, cercando di non ridere della sua reazione, davvero esagerata.
《Ma solo perché hai un pessimo tempismo...》borbotta Ian, a voce non troppo bassa.
Mi giro e lo fulmino con lo sguardo, intimandogli di tacere. Non sarebbe comunque successo nulla.
O forse sì?
Mi prendo un attimo per riflettere sulla mia situazione con Ian: lo stavo baciare e la portata di quella notizia mi travolge come un fiume in piena.
《Allora... Posso girarmi?》chiede Connor, strappandomi alle mie elucubrazioni mentali.
《S-sì... Certo. Che domande!》rispondo, ora estremamente a disagio per tutta la... faccenda.
Il ragazzo si volta molto lentamente, quasi avesse il terrore di beccarci in pose compromettenti, e poi ci fissa, in cerca di chissà quale segno rivelatore.
《Connor! Sveglia!》
Ian gli schiocca le dita davanti agli occhi per un paio di volte prima che lui si riscuotesse dai suoi pensieri: ha un'aria persa e un po' trasognata.
《Uh? Cosa?》bofonchia il giovane, allontanandosi di scatto da noi due.《Ah, sì! Il varco! Si è aperto un varco. Zeke mi ha appena avvisato visto che non riusciva a mettersi in contatto con te, Ian. Dov'eri?》
Incuriosita, scocco un'occhiata all'uomo, però la sua espressione rimane vacua e impassibile.
Sta nascondendo qualcosa...
Non capisco perché, ma questa consapevolezza acuisce la mia solitudine e fa innalzare i miei scudi: non posso lasciarmi andare.
Nemmeno con lui.
I suoi occhi color nocciola si puntano nei miei e so che anche lui avverte la mia stessa sensazione: ci fidiamo l'uno dell'altra, però rimaniamo guardinghi.
《In bagno》risponde Ian, con naturalezza, e Connor annuisce senza incertezze.
Non si è accorto del nostro scambio di occhiate e ne sono felice: lui si fida di Ian e io non voglio intaccare la forza di quel rapporto.
《Quindi... Dov'è il varco? Ci sono state incursioni?》domando al giovane, allontanandomi dall'ascensore.
I ragazzi mi si affiancano immediatamente e Connor ci dà le delucidazioni del caso.
《Il varco si è aperto in una piccola biblioteca di Londra. Zeke ti ha mandato le coordinate sul cellulare, Ian》ci spiega, fermandosi accanto a un SUV nero e anonimo, scelto fra un milione di altri SUV altrettanto neri e anonimi.《Ho già l'attrezzatura per chiuderlo e ho inviato una squadra sul posto per far evacuare l'edificio.》
Lo guardo come se avesse due teste per poi darmi della stupida.
Connor è un ragazzo d'oro in ogni universo, ma qui, in questa versione del Centro, è organizzato, geniale e coraggioso. Qualità che il mio Connor continua a celare al mondo intero.
Quando torno, dovrò spronarlo di più...
Mi blocco non appena questo pensiero mi sfiora la mente, con una mano sulla portiera e gli occhi fissi sul finestrino.
L'immagine riflessa che vedo è quella di una donna dall'aria decisa e lo sguardo un poco appannato, forse a causa delle poche ore di sonno, ma riesco a riconoscere la vecchia Liv in lei.
Mi sono solo persa per strada.
Distolgo gli occhi dal finestrino e incrocio quelli di Ian, anche lui fermo accanto alla macchina.
Accenno a un sorriso e l'uomo contraccambia: non riesco a scorgere la sua bocca, ma so che vi aleggia un lieve sorrisino.
《Se avete finito di farvi gli occhi dolci, potremmo partire. Che ne dite?》La voce, grondante sarcasmo di Connor, ci fa trasalire tanto che mi faccio sfuggire una risatina.
《Non ci facciamo gli occhi dolci e... Sì, è meglio se andiamo》commento in tono tagliente, aprendo la portiera e salendo in auto.
Mi giro un poco per recuperare la cintura e Connor mi si avvicina con fare cospiratorio.
《Credevo che le piacesse il capitano... Ian non va bene per lei... È uno spirito troppo libero...》mi suggerisce premurosamente.
《Connor!》esclamo, imbarazzata.《Non sono affari tuoi! E, comunque, sono entrambi uomini carini e divertenti...》
Subito un dito magro e sottile mi picchietta sulle guance arrossate e sento Connor ridacchiare.
《Lei è divertente!》
Ci fissiamo un attimo prima di scoppiare a ridere come due folli, tanto che Ian ci lancia uno sguardo stranito prima di mettere in moto il SUV.
Mi mancava ridere col mio studente, anche se questo Connor non è proprio lui.
《Diventerò pazza se continuo così...》brontolo, massaggiandomi le tempie con due dita.
Ian si volta, curioso, nella mia direzione mentre il ragazzo sta trafficando sul computer, a giudicare dal rumore delle sue dita sui tasti.
《Nulla...》bisbiglio all'uomo, che continua a fissare al posto della strada.《È che... questa situazione... è un po'...》Gesticolo con mano, tentando di farmi comprendere ma non so quanto riesco nel mio intento.
Inaspettatamente Ian mi sorride ancora una volta e allunga una mano verso la mia, prendendola delicatamente.
《Non dirlo a me...》commenta, mantenendo il tono di voce basso.《Ogni tanto spero sia solamente un sogno, oppure un incubo, dipende dalle situazioni. Eppure è tutto vero. Tu sei reale quanto me, Liv. Ne siamo dentro insieme.》
《Insieme...》ripeto, stringendogli la mano e cercando di scacciare quella vocina che mi mette in guardia da Ian e dal suo fascino.
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